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Contrazioni Diaframmatiche


Ospite dodi

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ciao a tutti

allora ho il seguente dubbio: quando sono in apnea a un certo punto (dopo poco tempo) avverto distintamente le contrazioni diaframmatiche, tuttavia so di avere ancora ancora molto tempo, nel senso che non avverto la fame d'aria.

ma come è possibile? cosa mi consigliate di fare, risalire immediatamente oppure fidarmi delle mie sensazioni?

:bye:

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generalmente dopo la prima contrazione diaframmatica c'è ancora un bel po' di tempo (mi pare sia stimato nel tempo dell'apnea o nel doppio, nn ricordo) ma la questione è che in pesca l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e allora qualche secondo in + di riserva di emergenza è fondamentale, quindi attenzione a tirare.

La consapevolezza di quelli che sono a grandi linee i propri limiti andrebbe acquisita in condizioni di sicurezza assolute (tipo statica assistita in piscina) e non a tentoni in mare rischiando la pellaccia ;)

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... avverto distintamente le contrazioni diaframmatiche, tuttavia so di avere ancora ancora molto tempo, nel senso che non avverto la fame d'aria.

Contrazioni diaframmatiche= Fame d'aria

Modificato da siccia
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... avverto distintamente le contrazioni diaframmatiche, tuttavia so di avere ancora ancora molto tempo, nel senso che non avverto la fame d'aria.

Contrazioni diaframmatiche= Fame d'aria

 

Concordo !!

Le contrazioni avvertono che si è prossimi all'esaurimento.

L'apnea residua, non credo sia stimabile in un tempo ben determinato, ma è estremamente variabile.

Se una volta riesci a restare ancora 15-20 secondi, la volta successiva potresti avere solo 10 secondi di autonomia (i miei sono numeri a caso).

Quando avverti le contrazioni comincia a risalire con calma. Più sei profondo, prima devi risalire (sempre con calma).

Ciao Gianpa

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Le contrazioni si devono avvertire 10 secondi dopo essere ritornati in superficie, ovvero .... MAI! E per come la vedo io questa regola dovrebbe valere per qualsiasi disciplina apneistica (apnea, pesca, fotografia, ecc.), sia essa ricreativa che agonistica, sia essa praticata in acqua libera che in bacino delimitato, sia senza che con assistenza.

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Credo sia ovvio non utilizzare le contrazioni come elemento di riferimento.

Dò per scontato che si tratti di situazioni occasionali.

A volte, l'arrivo di una bella preda, può distrarre la mente e far perdere il senso del tempo, però non deve essere un'abitudine.

Ciao Gianpa

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cosa mi consigliate di fare, risalire immediatamente oppure fidarmi delle mie sensazioni?

 

Neanche delle sensazioni puoi fidarti.

Cercherò di usare termini poco tecnici(per quelli ci sono i medici e se vuoi approfondire l'argomento in questo forum puoi chiedere al Doc Malpieri nella sezione medicina): il diaframma normalmente si contrae solo quando respiriamo.

Mi spiego,questo muscolo a forma di calotta(poggia sull'intestino) si abbassa quando inspiri e si alza quando espiri; questi movimenti avvengono per contrazione(la famosa contrazione diaframmatica).

L'apnea non è una condizione naturale ma "forzata",perchè sei tu che volontariamente decidi di interrompere l'atto respiratorio,che poi è anche quello più naturale e indispensabile per la nostra sopravvivenza.

Quando sei in apnea la glottide si chiude e il diaframma resta fermo per tutto il tempo che il tuo cervello ritiene di poter stare a proprio agio senza respirare.

Nel momento in cui il cervello avverte "fame d'aria" (quindi una situazione di rischio), comanda al diaframma di contrarsi per farti respirare.

A quel punto puoi comportarti in due modi: o riprendi a respirare e assecondi gli impulsi del tuo cevello,o forzi scegliendo di trattenere ulteriormente il respiro.

E' in questo secondo caso che si avvertono le contrazioni del diaframma,perchè il cervello continua ad ordinare di respirare,il diaframma continua a contrarsi,ma a questa contrazione non corrisponde lo scambio gassoso della normale respirazione,perchè tu hai scelto di tenere la glottide chiusa e trattenere ulteriormente il respiro.

 

Studi condotti su un recordman di apnea del passato(Makula) e sui suoi allievi, hanno fatto notare(almeno limitatamente ai soggetti esaminati) che durante apnee condotte in condizioni normobariche(fuori dall'acqua),o ad 1,5-2m di profondità in piscina,in totale relax e senza iperventilazioni preparatorie,le contrazioni giungevano verso la metà del tempo totale di apnea(oltre il quale c'è la sincope)

Ma questo "dato" a mio giudizio non può essere considerato da chi si è avvicinato da poco all'apnea(o pesca in apnea).

Perchè?

Perchè potrebbe indurre a fidarsi eccessivamente di sensazioni e segnali del proprio corpo e questo,ripeto,è sbagliato...e ti spiego(dopo sta lunga premessa) il perchè: il cervello comanda al diaframma di contrarsi per respirare quando percepisce "fame d'aria",ma il cervello può essere "ingannato",ad esempio,con tecniche respiratorie preimmersione(iperventilazioni) che alterano le concentrazioni dei gas presenti nel sangue,col risultato che avverte quella "fame d'aria"(uno dei gas sciolti nel sangue)in ritardo rispetto a quando l'avvertirebbe senza iperventilazione preparatoria,e in ritardo,di conseguenza,comanderebbe al diaframma di contrarsi...

Questo ritardo è proporzionale alla durata dell'iperventilazione,per cui più si iperventila e più in ritardo giungeranno le contrazioni.

A seconda di quanto si iperventila,quindi,le contrazioni possono giungere 30 secondi prima della sincope,10 secondi prima o...possono anche essere tanto ritardate da comparire dopo la sincope,per cui iperventilando eccessivamente c'è il rischio di perdere i sensi senza avvertire alcun segnale d'allarme del nostro corpo(il cervello è stato ingannato),così...dal benessere più totale...

 

Il cervello può essere ingannato anche dalla pressione.

Più si scende,maggiore è la pressione che grava sul nostro corpo.

Questa pressione agisce anche sui gas sciolti nel sangue,per cui più si scende e maggiore e la pressione parziale di questi,col risultato che sul fondo il cervello percepisce più ossigeno di quello che in realtà ha a disposizione e si rende conto degli effettivi consumi soltanto in risalita,quando la pressione diminuisce.

Per questo motivo risalire quando si sente "fame d'aria"sul fondo è tanto più pericoloso quanto più si è fondi...,c'è infatti il rischio più che concreto di accorgersi improvvisamente di non avere più "aria" quando ancora la superficie è lontana...e in quel caso la superficie non la si raggiungerà perchè si andrà in sincope prima!

 

Come hai potuto vedere,quindi,ci si può affidare alle sensazioni solo se non ci si trova sott'acqua e non s'è praticata iperventilazione.

Se consideri che tutti praticano tecniche di respirazione preimmersione diverse da quella fisiologica(e per questo definite iperventilazioni),e che apnea e pesca in apnea si svolgono sott'acqua...puoi facilmente comprendere quanto poco attendibili siano le nostre sensazioni quando svolgiamo quelle attività.

 

Sulla percezione delle contrazioni,infine,influiscono anche il rilassamento e la concentrazione.

Più si è rilassati,più è facile avvertire le contrazioni.

Meno si è rilassati,più è difficile avvertire le contrazioni.

Il totale rilassamento in attività dinamiche come pesca in apnea e apnea pura(non considero la statica)non è certo la norma,per cui quando si avvertono le contrazioni,queste saranno le più forti,che poi sono anche le ultime e quelle immediatamente precedenti la sincope.

Un eccessivo sforzo sul fondo(in totale antitesi col rilassamento),potrebbe non far avvertire nemmeno le contrazioni più forti,col rischio concreto di andare in sincope sul fondo stesso senza neanche accorgercene.

 

Quanto alla concentrazione,c'è da dire che nel caso della pesca eccedervi per tutto il tempo dell'immersione può essere rischioso,perchè quando si pesca l'attenzione è volta a ciò che sta fuori da noi e non al nostro corpo.

Un classico esempio di concentrazione deleteria è il momento in cui,a fine apnea,vediamo un bel pesce quasi a tiro,ci concentriamo su di lui e sulla voglia che abbiamo di prenderlo , scordandoci completamente che l'aria è agli sgoccioli ed è comparsa pure la prima contrazione...

Anche in questo caso andare in sincope è facilissimo.

 

Quindi evita le contrazioni e occhio a ste sensazioni..., perchè sono poco attendibili e si devono interpretare sempre col metro dell'esperienza(meno esperienza si ha,più è difficile interpretare una sensazione in immersione).

Modificato da siccia
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cominciamo con il distinguere le contrazioni diaframmatiche dalla sincope, in quanto sono due cose indipendenti l'una dall'altra e mi spiego:

la comparsa delle contrazioni indica che la pressione parziale (Pp) dell'Anidride Carbonica nel sangue (concentrazione) ha raggiunto livelli talmente elevati da provocare una "tetania" diaframmatica; la sincope si manifesta in seguito ad una improvvisa e momentanea mancanza del rifornimento di sangue ossigenato al Sistema Nervoso Centrale (cioè si verifica una vera e propria caduta della circolazione cerebrale in seguito ad un rallentamento della circolazione sino quasi all'arresto circolatorio).

Come ha giustamente sottolineato siccia la pressione (cioè la profondità) condiziona notevolmente i consumi dei gas nel sangue per il momentaneo aumento delle loro pressioni parziali (ciò spiega la falsa sensazione di benessere che si avverte sul fondo per l'alta Pp dell'O2); nella risalita c'è invece una caduta della PpO2 (specie negli ultimi 10 metri) tanto che i francesi hanno coniato il termine di rendez vous syncopale des 7 metrès, cioè incontro con la sincope dei 7 metri.

 

per venire alla domanda iniziale: segui il saggio consiglio di Emanuele, le contrazioni fattele venire quando già sei con la testa fuori dall'acqua

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grazie per tutte le risposte che mi avete dato, che sono state molto esaurienti,tuttavia c'è un altro nodo da scogliere perchè ho ancora un ultimo dubbio: avete presente quell'esercizio che si fa in piscina chiamato"stop and go", in cui si fa apnea statica per un certo periodo di tempo e poi al segnale dell'istruttore si fa la vasca in apnea dinamica? è proprio durante questo esercizio che si verifica la situazione di cui parlavo prima, mi spiego: mentre sto in statica, e quindi sono più rilassato, dopo un certo periodo di tempo avverto le contrazioni diaframmatiche; e a quel punto dovrei uscire secondo i vostri giustissimi ragionamenti, il punto è che appena parto per fare la vasca è come se mi sbloccassi e non sentissi più le contrazioni.

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grazie per tutte le risposte che mi avete dato, che sono state molto esaurienti,tuttavia c'è un altro nodo da scogliere perchè ho ancora un ultimo dubbio: avete presente quell'esercizio che si fa in piscina chiamato"stop and go",  in cui si fa apnea statica per un certo periodo di tempo e poi al segnale dell'istruttore si fa la vasca in apnea dinamica? è proprio durante questo esercizio che si verifica la situazione di cui parlavo prima, mi spiego: mentre sto in statica, e quindi sono più rilassato, dopo un certo periodo di tempo avverto le contrazioni diaframmatiche; e a quel punto dovrei uscire secondo i vostri giustissimi ragionamenti, il punto è che appena parto per fare  la vasca è come se mi sbloccassi e non sentissi più le contrazioni.

 

...non le senti perché riprendi il movimento, ma sono sempre lì!!

 

Quando faccio quell'esercizio non arrivo mai alla loro percezione, appena "sento" il disagio nello stop riprendo a pinneggiare e finisco la vasca.

 

E' chiaro che questo (e non solo questo) mi impedisce di raggiungere delle "prestazioni" (mi viene da ridere ad usare questo termine) ragguardevoli (o pari a quelle dei miei compagni di allenamento) ma come dice il mio maestro, quando sei in apnea (sopratutto durante la pesca) non importa quanto rimani sott'acqua, importa quel che fai durante quel tempo....

 

...perdona il pistolotto...

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