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Incidente A Ponza


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SUB SI IMMERGE IN APNEA A PONZA, MUORE PER UN MALORE / ANSA LA VITTIMA È ARCHEOLOGO ROMANO CON

PASSIONE GROTTE SOTTOMARINE (ANSA) - LATINA, 5 AGO - La vacanza è finita in tragedia, tra le rinomate rocce delle grotte

sottomarine dello «Scoglio la botte». Lì , a sette miglia circa da Ponza, nella rotta che porta verso Ventotene si ritrovano i sub

appassionati di speleologia. Lo aveva raggiunto in gommone Andrea Livoti, il romano di 36 anni che è morto durante

un'immersione. Insieme a lui c'era la sua ragazza, sull'isola per una vacanza con altri familiari della vittima.

Un periodo destinato proprio alle immersioni, la grande passione di Livoti, in una zona sottomarina ricca di spaccature, grottini

ed insenature e, per i più esperti, di «pareti» che arrivano fino a 80 metri di profondità. L'uomo appena poteva, secondo la

ricostruzione fatta agli investigatori dai familiari, andava a immergersi e anche ieri nel primo pomeriggio era partito alla volta della

«Botte», dove per chi si trova in barca è frequente vedere anche dei delfini. Ma a lui piaceva andare sott'acqua, scoprire le

meraviglie della natura che si possono vedere in quell'area.

Si era gettato in apnea, era molto esperto, solo che qualcosa non è andato per il verso giusto. Erano circa le 20 di ieri quando è

scattato l'allarme. La compagna della vittima ha preso il cellulare, ha cambiato scheda perchè il suo non aveva campo, quindi ha

chiamato il 1530, il servizio di emergenza della Guardia costiera, e da lì sono partite le operazioni di soccorso. Un'attività resa

particolarmente difficile dal fatto del peggioramento delle condizioni meteorologiche ma anche dalla mancanza della boa di

segnalazione che i sub devono utilizzare quando svolgono la loro attività.

Le ricerche sono andate avanti per tutta la notte nonostante il forte vento, con l'ausilio di personale della Capitaneria di porto di

Gaeta, sezione di Ponza, dei carabinieri e dei vigili del fuoco. Intorno a mezzogiorno i sommozzatori arrivati con la motovedetta

284 da Fiumicino hanno trovato il corpo a una profondità di circa 36 metri. Era incastrato tra le rocce che lo avevano «trattenuto».

Molto probabilmente, secondo le prime indicazioni del medico che ha constatato il decesso, è stato colto da un malore in acqua

mentre cercava di «risalire» e non ce l'ha fatta, quindi è annegato.

La salma è stata trasferita a terra, presso il poliambulatorio, dove è avvenuto il triste «rito» del riconoscimento. La compagna e

la sorella straziate dal dolore hanno confermato che quello era il corpo di Andrea Livoti. Una di loro è stata colta anche da un

lieve malore ed è stata curata dai sanitari dell'Ares 118 sempre del poliambulatorio.

Subito dopo il cadavere è stato portato a Formia dove domani è in programma l'autopsia disposta dalla Procura di Latina che

sul caso ha aperto un'inchiesta per chiarire le cause del decesso. «Aveva deciso che sarebbe stata la sua ultima immersione

della giornata - ha detto la ragazza ai carabinieri - era stanco ma è voluto scendere ugualmente e non è più tornato su». (ANSA)

J10-RO 05-AGO-07 19:04 NNN

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