Morellick Inviato Novembre 5, 2002 Segnala Condividi Inviato Novembre 5, 2002 Sproloquiando con un amico di apnea e pressioni parziali ci siamo posti un quesito che potrebbe sembrare uno sterile esercizio; non realistico ma che crediamo potrebbe aiutarci a capire qualcosa in piu' sulla fisiologia dell'andare sott'acqua. Caso A: apnea dimnamica Percorro un certo Numero di metri e lo sforzo compiuto mi fa consumare una quantita' X di ossigeno Caso B: assetto costante Scendo di un certo numero di metri e ipotizzo di consumare lo stesso quantitativo di ossigeno del caso A La domanda e': visto che in entrambi a casi abbiamo il medesimo quantitativo di ossigeno residuo, raggiungeremmo la sincope (speriamo di no) nello stesso tempo oppure ci impiegheremmo meno tempo in profondita' visto che all'aumentare della pressione i gas della miscela respiratoria (Legge di Henry) passeranno nel sangue in maggior quantita'? E se la risposta fosse la seconda ci sono sorte 2 ulteriori domande: 1) il fatto che abbiamo una maggior quantita' di ossigeno nel sangue porterebbe ad un maggior utilizzo di ossigeno , oppure questo e' solo passato nel sangue , pronto per essere utilizzato solo quando realmente necessario? 2) se cosi' fosse e poiche' le contrazioni diaframmatiche sono in funzione della pressione parziale di Co2 nel sangue, allora, per incorrere nelle contr.diaframm. sarebbe sufficiente andare in camera iperbarica e aumentare la pressione ambiente fino a quando non si raggiungesse la soglia di PPCo2 critica? Magari in un tempo bassissimo, ben lontano dal tempo necessario in condizioni standard per raggiungere tale soglia? Ho cercato di essere il piu' chiaro possibile anche se temo di aver raggiuto un misero risultato. So che molti penseranno che sono un pipparolo mentale ma mi piacerebbe avere le idee piu' chiare. Grazie. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Massimo Malpieri Inviato Novembre 5, 2002 Segnala Condividi Inviato Novembre 5, 2002 premesso che non riesco a capire come in Cam. Ip. tu possa raggiungere elevate Pp di CO2 visto che sei in ambiente aereo (per cui respiri) e la compressione avviene in maniera lenta che non ti consente di mantenere una apnea per tempi così lunghi; per capirci cosa vuoi dire con l'esempio della cam. ip.? per quanto riguarda la prima domanda è ovvio che in profondità il breack point dell'apnea compare molto prima che in una apnea dinamica in piscina, in quanto entra in gioco la pressione idrostatica che in una apnea dinamica non hai, oltre ai noti fenomeni del diving reflex e del blood shift. domanda 2: l'O2 presente nel sangue viene tutto mobilizzato per i processi di fosforilazione ossidativa a livello dei mitocondri (strutture cellulari deputate alla respirazione) per cui non ci sarà alcun quantitativo libero, oltre al fatto che entra in gioco una differenza di pressioni parziali tra O2 e CO2 che rende, ad un certo punto, gli scambi totalmente impossibili. Speriamo che sia stato chiaro........... massimo malpieri Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ospite OXIDO61 Inviato Novembre 6, 2002 Segnala Condividi Inviato Novembre 6, 2002 [per quanto riguarda la prima domanda è ovvio che in profondità il breack point dell'apnea compare molto prima che in una apnea dinamica in piscina, in quanto entra in gioco la pressione idrostatica che in una apnea dinamica non hai, oltre ai noti fenomeni del diving reflex e del blood shift.] Mi sembra una conferma all'ipotesi di Morellik. In pratica lui dice: se aumentassi la pressione esterna (per es. in C.I.) fino a portare la PP della CO2 al valore critico (inizio Contr. Diaf.), mi ritroverei con una buona scorta di O2 disponibile ma con la sincope (ipercapnia) alle porte. E' chiaro che mi sfugge qualcosa... Altrimenti sarebbe impossibile arrivare alle quote attualmente raggiunte nel No Limits (-170 mt ca.) e risalire vivi! Quindi devo capire meglio il concetto di PP e di % gassosa nella miscela aerea respirata, in relazione all'ipercapnia e all'ipossiemia. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Morellick Inviato Novembre 6, 2002 Autore Segnala Condividi Inviato Novembre 6, 2002 La camera iperbarica era solo un mezzo per ipotizzare un aumento rapido della PPCo2 fino al rggiungimento della soglia di sincope. OXIDO61 ha colto il mio contorto ragionamento. Per quanto riguarda l'O2 che allìaumento dell Pressione diffonde in maggior qta' verso il sangue, se questo non viene "immagazzinato" nel sangue ma partecipa a processi cellulari, cio' significa che questi portano ad un incremento del consumo di O2 all'aumentare della pressione? Mi sembra di capire che se a parita' di o2 necessario, tra dinamica e costante (stesso fabbisogno di O2 cioe' stesso lavoro) in costante diffonde una maggior qta' di O2 che e' comunque necessaria ed utilizzata e quindi dovrebbe significare un aumentato fabbisogno di O2? Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Massimo Malpieri Inviato Novembre 6, 2002 Segnala Condividi Inviato Novembre 6, 2002 Credo che potrete treovare le risposte ai vostri quesiti su un mio redazionale, pubblicato su www.bluworld.com e dal titolo iperventilazione e sincope; eventualmente se ci sono ancora dubbi sono a vostra disposizione. massimo malpieri Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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