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Patente Anche Per I Pescasportivi Di Mare


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Secondo me è una lettera con molti contenuti (quoto al 100% tutto quello che hai detto), ma non mi è piaciuto il tono, avrei preferito un tono più " Le racconto cos'è la pesca subacquea" (che è poi quello che hai fatto nella sostanza, ma non nella forma), a mio parere vanno sempre evitate frasi tipo "secondo me , farebbe bene a informarsi meglio" o "mi chiedo se conosce qualcosa della pescasub" o "parrebbe proprio di no visto le Sue affermazioni ", che offendono quello che in genere inorgoglisce di più le persone, cioè ciò che conoscono e in definitiva la loro cultura; è forse meglio fare intendere che hanno capito, ma che "forse" gli è sfuggita qualche sfumatura...

Naturalmente si tratta di un mio parere personale, e spero vivamente di non averti offeso. :bye:

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Sulla scorta dell'incazzatura ho scritto questa lettera al prof.Andaloro.

 

Le valutazioni da fare sarebbero state innumerevoli ma ho privilegiato la scorrevolezza e la chiarezza del testo evitando di addentrarmi in problematiche di carattere scientifico che non mi appartengono.

 

In relazione alla definizione delle dinamiche e delle problematiche che affliggono la pesca in apnea mi son permesso di far riferimento ad una lettera inviata dal dott.Silvio Ferruzzi alla Regione Sardegna che anche se scritta per altre ragioni mi pare meglio di altri scritti chiarirne i punti nodali.Credo che l'autore del testo mi capirà.

 

Alla cortese attenzione del Prof. Franco Andaloro

 

Articolo apparso sul Gazzettino in data 18/08

 

“Perché, se è vero che i «pescasportivi» mediamente non tirano su più di tanto, è anche vero che sono tanti, tantissimi (3 milioni secondo il Cres-Uila) e giorno dopo giorno, pescatina dopo pescatina, possono avere un impatto non trascurabile sugli ecosistemi marini

 

Per non parlare poi della pesca subacquea dove, sempre più spesso, si sconfina nell'illegalità con catture di specie sottotaglia, in quantità eccessiva, in zone proibite, il più delle volte nelle aree denominate 'nursery' (zone di crescita) dove il novellame si concentra in determinati periodi dell'anno

 

La pesca sportiva non va confusa con il bracconaggio”

 

In merito alle valutazioni apparse nell’articolo in questione, pur condividendone alcuni punti credo che le frasi da me sopra riportate necessitino di alcune precisazioni.

 

L’affermazione secondo la quale La pesca sportiva non va confusa con il bracconaggio mi pare di tutta evidenza ma credo che venga sconfessata dalla precedente affermazione (Per non parlare poi della pesca subacquea dove, sempre più spesso, si sconfina nell'illegalità con catture di specie sottotaglia, in quantità eccessiva, in zone proibite, il più delle volte nelle aree denominate 'nursery' (zone di crescita) dove il novellame si concentra in determinati periodi dell'anno) nella quale associa il termine pesca subacquea ( le ricordo che la F.I.P.S.A.S anni orsono ha cambiato la dicitura nella più corretta pesca in apnea col proposito di prendere nettamente le distanze da fenomeni che sono altro rispetto al nostro sport) a fenomeni che sono pura illegalità tout-court.Non si tratta solamente di un problematica puramente legata al dato testuale ma mi creda si tratta di qualcosa che investe profondamente la nostra categoria che da anni lotta per far capire dinamiche e problematiche di uno sport spesso ingiustamente bistrattato.

Se posso esprimere un mio parere sulla necessità di un patentino per i pescatori sportivi credo che a fronte di una normativa contraddittoria e spesso persecutoria nei confronti del pescatore in apnea (vedi normative A.M.P) non se ne veda la necessità.Chiarire alcuni punti e applicare le normative vigenti

credo sarebbe già di per sé un grande risultato.

 

Gianmichele Carboni, pescatore in apnea , Sassari

 

Allego una lettera del Dott. Silvio Ferruzzi alla Regione Sardegna che mi pare meglio di altri scritti chiarire dinamiche e problematiche della nostra categoria.

 

LETTERA INVIATA ALL’ASSESSORATO DELLA DIFESA DELL’ AMBIENTE IN DATA 13/03/04 DAL PRESIDENTE DELL’ A.I.P.S SILVIO FERRUZZI.

 

(LETTERA RIPORATA PER INTERO COME DA ORIGINALE).

 

( SONO STATI INVECE VOLUTAMENTE ELIMINATI I NOMI DI TERZI IN RELAZIONE ALLE VIGENTI LEGGI SULLA PRIVACY )

 

 

 

Spett.le Assessorato della Difesa dell’Ambiente

Regione Autonoma della Sardegna

 

 

 

Alla cortese attenzione dell’ Assessore all’ambiente On.le …….

Alla cortese attenzione del direttore generale dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente Dott. …

 

 

Scrivo questa lettera in nome e per conto dei 3500 pescatori subacquei sportivi iscritti all’associazione che mi onoro di presiedere: Associazione Italiana Pesca Subacquea (A. I. P. S).

Per l’ennesima volta infatti siamo stati penalizzati dal fermo biologico applicato nella Regione Sardegna dal primo marzo al quindici aprile.

Nel predetto periodo di tempo ai pescatori subacquei in apnea è fatto divieto di esercitare la loro disciplina nei giorni feriali, consentendola soltanto di Sabato, Domenica e giorni festivi.

Queste limitazioni, sarebbero comprensibili, accettabili e forse anche utili, se fossero applicate a tutta la categoria dei pescatori sportivi, cosa che invece nella realtà non accade.

A tutti gli altri pescatori sportivi è consentito di esercitare la pesca (con un massimo di 5 Kg al giorno e le stesse taglie minime di pesce) per tutto il periodo di fermo biologico con dei limiti a dir poco ridicoli (due ami soltanto per canna e un massimo di due traine per barca).

La prima considerazione che viene in mente, prima di passare a quelli che sono i limiti veri e propri delle due categorie (“pescasub in apnea” e “cannisti”) è quella che in Italia esiste solo una categoria di pescatori sportivi, raggruppati ovviamente nella medesima federazione …………., che pagano dunque la stessa tessera ed hanno dunque gli stessi diritti e doveri. “Pescasub in apnea” e “cannisti” hanno per legge gli stessi limiti di prelievo giornaliero ( 5 Kg oppure una preda di peso superiore) e di taglia a seconda della specie.

Sui limiti di taglia mi voglio soffermare un attimo per sottolineare come il prelievo dei “pescasub in apnea” sia nettamente più selettivo di quello dei “cannisti”.

Raramente infatti un pescatore subacqueo in apnea insidia pesci di taglia minuscola mentre ciò accade invece, forse troppo spesso, da parte dei “cannisti”.

Si consideri che un Sarago di un chilo si è riprodotto almeno sei o sette volte.

Un pesciolino di pochi grammi invece (come troppe volte ci capita di vedere sui moli, nelle spiagge o sulle rocce) non colpisce l’immaginario collettivo in senso negativo, ma è pur sempre un pesce che nato e morto senza aver avuto la possibilità di riprodursi.

Quante volte abbiamo guardato con simpatia un bambino con lenza in mano e il secchiello pieno di “saraghetti “ stecchiti grandi come le vecchie monete da cento lire? Sicuramente non abbiamo provato lo stesso sentimento verso un pescasub che usciva dall’acqua con tre o quattro “saragoni”.

Piccolo simpatico, quasi poetico il bimbo, antipatico, assassino, distruttore il subacqueo.

Nessun interrogativo però su chi dei due apportasse un reale impoverimento al mare o su quale fosse il prelievo più eco-compatibile.

I pescatori subacquei in apnea sono nettamente più selettivi nelle catture anche perché “vedono” la preda prima di catturarla, cosa che non può fare chi pesca con l’amo (una vota a terra o in barca spesso è difficile restituire la vita ad un pesce che ha ingoiato un amo).

I pescatori subacquei in apnea sono anche cento volte inferiori come numero rispetto ai pescasportivi di superficie (dati federali) e dunque limitati anche numericamente.

Altri limiti inconfutabili, ma guarda caso poco pubblicizzati sono quelli imposti al subacqueo dalla profondità di esercizio.

I più bravi (pochi) raggiungono profondità operative sui venti metri mentre la gran parte pesca nella fascia da zero a cinque metri.

La lenza c’è chi la cala dalla barca a sette-ottocento metri di profondità con gli “sportivissimi” mulinelli elettrici.

Un discorso a parte poi lo meritano le condizioni meteomarine che se da un lato tengono a terra i pescatori subacquei durante le mareggiate e con il mare in scaduta, dall’altro sono viste dagli amanti del surf casting come una vera e propria manna.

Mare mosso (in Sardegna più regola che eccezione) e acqua torbida dunque sono altri due limiti che già la natura riserva ai “pescasub in apnea”.

A dire il vero i “cannisti” godono anche di un altro vantaggio rispetto ai cuginì con maschera e fucile, possono infatti pescare anche di notte ( quando la maggior parte dei pesci è in preda alla frenesia alimentare) mentre la pesca subacquea notturna è proibita.

Proseguendo nella serie ormai lunga delle limitazioni già proprie del “pescatore subacqueo in apnea”, occorre aggiungere una ulteriore limitazione, cioè quella evidente che riguarda le condizioni fisiche.

Per praticare la pesca in apnea oltre ad una buona salute, un ottima forma fisica, un sufficiente allenamento, occorre entrare in acqua spesso gelida, anche se con la muta e immergersi trattenendo il fiato, armati di un fucile che quando va bene spara a 2 metri di distanza.

A ridurre ulteriormente le giornate di pesca di un “apneista” ci sono anche le non perfette condizioni di salute.

Un banale raffreddore, una sinusite, o anche una semplice botta rimediata magari giocando a calcetto, impediscono infatti un’ uscita al subacqueo, mentre non la pregiudicano al “cannista” che può starsene tranquillamente seduto ben coperto con la canna in mano a sorseggiare magari un cordiale.

L’attività dei pescatori subacquei in apnea è dunque certamente più sportiva della pesca con l’amo. Ma vi è di più.

A complicare ulteriormente la vita (si fa per dire) del pescatore in apnea, ci si sono messi anche i regolamenti dei parchi e delle riserve marine protette.

In questi luoghi (generalmente divisi in zone A, B, C ) infatti è permessa qualsiasi attività all’infuori della pesca subacquea in apnea.

Il dato più grottesco di queste palesi discriminazioni, è dato dalla stragrande maggioranza della zona C dei parchi ( zone a protezione limitata) dove sono consentite tutte le attività di pesca sportiva e professionale, ad eccezione della pesca subacquea e dello “STASCICO”.

Paragonare il pescato di uno strascico, al prelievo (disciplinato e limitato per legge) di un pescasportivo subacqueo è una disposizione (tra l’atro immotivata) assurda e fuori da ogni logica.

Illustri biologi marini (non ultimo il professor ….. dell’università di Pisa) hanno dichiarato e dimostrato che il prelievo effettuato dai “pescasub in apnea” è praticamente irrilevante per l’ecosistema marino, e la stessa FAO ha messo la pesca subacquea in posizione ininfluente nel totale del prelievo mondiale 0,003 per cento.

Per motivi su elencati chiediamo allo spettabile assessorato all’Ambiente della Regione Sardegna di modificare il regolamento del fermo biologico nel punto in cui penalizza l’operato dei pescatori sportivi subacquei consentendo la pesca subacquea in apnea anche nei giorni feriali, permettendo così anche a quei lavoratori ( turnisti, medici ecc..) di esercitare il proprio hobby come lo praticano gli amici “cannisti”.

 

 

Sassari 13/03/04

 

 

 

 

Dott. Silvio Ferruzzi

Presidente A.I.P.S

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Ospite reggiano
I problemi del mare sappiamo tutti quali sono e da dove provengono ,idem lo sanno bene i signori dell'ICRAM tanto quanto noi .Moda e costume hanno inoltre contribuito a far credere alla gente che mangiando pesce si campa cento anni ,senza però dire che mangiare il pesce che si trova ora forse si muore cent'anni prima!!! Da qui il prolificare di migliaia di "ristorantini tipici "( li odio personalmente ) che per 50 euro ti servono del pesce morto 4 o 5 anni prima ( e non è una battuta ) ,che però soddisfa il palato del 95% di turisti e cittadini sfigati ,ma che porta la pesca professionale a non rispettare più nulla .Da qui nascono i deserti ( ischia,ventotene ,elba ,conero ,capri ecc....ecc...) ai quali bisogna aggiungere inquinamento ,cementificazione delle coste e PESCASPORTIVA .Guardata da lontano la pescasportiva è poca cosa ,ma esaminata bene bene ,palamiti ,bolentino ,surf casting ,traina e pescasub ,necessita di una regolamentazione .Ora le forme di regolamentazione non siamo noi a deciderle ,ma a mio parere dalla francia e dalla grecia si può imparare parecchio .Una licenza da pochi euro moltiplicata per migliaia di persone potrebbe permettere l'intensificarsi dei controlli :boxing: ,dei mezzi per i controlli ,di nuove figure preposte al controllo di spiagge e coste e perchè no anche di ripopolamento :clapping::clapping: IO AMO IL MARE E IL MIO SPORT E PER QUESTO CHIEDO A VOCE ALTA UNA LICENZA PER POTERLO PRATICARE A TESTA ALTA !!!!! Modificato da Angelo Cardella
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Sempre riguardo al famoso patentino ecco che ne pensa il WWF

Ciao

 

Barbara

 

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Benvenuto il patentino per la pesca sportiva

 

Wwf Italia da il benvenuto all'atteso patentino per la pesca sportiva ma evidenzia la necessità di interventi drastici per la lotta alla pesca illegale.

 

«Diamo il benvenuto ad ogni sforzo e ad ogni misura che riportino le attività di pesca alla legalità e ad una corretta gestione del patrimonio ittico» dichiara Michele Candotti, Segretario generale Wwf Italia, a commento della proposta dell'Icram di introduzione del patentino anche per la pesca sportiva in Italia. «Ma cerchiamo anche di dare un senso di urgenza e priorità agli innumerevoli e tardivi interventi necessari in questo campo» - continua Candotti - «Che dire della pesca ai datteri di mare, alle specie sotto taglia, ai giovanili, ai grandi pelagici con imbarcazioni fantasma, della pesca con le reti spadare o con esplosivi, della pesca nei

periodi vietati? Tutte queste sono forme di pesca illegale di dimensioni incalcolabili che ogni giorno vengono perpetrate ai danni del nostro Mare Mediterraneo, con gravissimi effetti sulla biodiversità marina e sulla stessa sopravvivenza di alcune specie marine. E' un danno per tutti, per i pescatori in primis, ma anche per il resto della popolazione umana che

potrebbe veder presto ridotte queste risorse alimentari estremamente preziose, sia quelle direttamente oggetto della pesca, sia altre che verrebbero colpite da un disequilibrio degli ecosistemi».

La grande modernità delle attrezzature tecnologiche non è confinata alla pesca sportiva, ma è ormai un enorme business nel mercato delle imbarcazioni da pesca. E molte delle imbarcazioni che battono i nostri mari sono fuori legge; tutto ciò rende estremamente difficoltoso l'intervento tempestivo da

parte della Guardia costiera che, ai sensi delle leggi vigenti, le può sanzionare solo se trova le barche a pescare in flagrante.

Sono necessari passi decisivi in questo settore che comprendano una lotta a tutte le forme di illegalità: senza interventi drastici in questo campo e nell'intero sistema della pesca italiana, molte di queste risorse rischiano il collasso, così come si è drammaticamente verificato per diverse specie

ittiche oceaniche (vedi la grave crisi degli stock del Merluzzo del Mare del Nord). E assieme alla repressione è necessario ristabilire e potenziare forme di collaborazione e lavoro comune con le associazioni dei pescatori eautorità costiere - come nella recente iniziativa di Wwf e Agci pesca, che

il 13 luglio scorso hanno stretto un'alleanza contro la pesca illegale dando il via alla realizzazione del primo presidio di sorveglianza permanente contro la pesca a strascico sotto costa nel Parco Regionale della Maremma, con l'ausilio di radar e sentinelle volontarie.

Infine, secondo il Wwf, va rivista integralmente la gestione degli stock ittici nell'intero bacino del Mediterraneo, con un'attenzione particolare alla possibilità di creare delle zone esclusive di pesca gestite, con regole certe, dalle comunità locali dei pescatori che ancora popolano le nostre isole e coste e che tutti vorrebbero continuassero ad essere convinti custodi del nostro mare: ma senza regole certe, e senza disincentivi alle pratiche illegali, tutto ciò rimarrà nel libro dei sogni.

 

 

http://www.vglobale.it/NewsRoom/index.php?News=2559

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I problemi del mare sappiamo tutti quali sono e da dove provengono ,idem lo sanno bene i signori dell'ICRAM tanto quanto noi .Moda e costume hanno inoltre contribuito a far credere alla gente che mangiando pesce si campa cento anni ,senza però dire che mangiare il pesce che si trova ora forse si muore cent'anni prima!!! Da qui il prolificare di migliaia di "ristorantini tipici "( li odio personalmente ) che per 50 euro ti servono del pesce morto 4 o 5 anni prima ( e non è una battuta ) ,che però soddisfa il palato del 95% di turisti e cittadini sfigati ,ma che porta la pesca professionale a non rispettare più nulla .Da qui nascono i deserti ( ischia,ventotene ,elba ,conero ,capri ecc....ecc...) ai quali bisogna aggiungere inquinamento ,cementificazione delle coste e PESCASPORTIVA .Guardata da lontano la pescasportiva è poca cosa ,ma esaminata bene bene ,palamiti ,bolentino ,surf casting ,traina e pescasub ,necessita di una regolamentazione .Ora le forme di regolamentazione non siamo noi a deciderle ,ma a mio parere dalla francia e dalla grecia si può imparare parecchio .Una licenza da pochi euro moltiplicata per migliaia di persone potrebbe permettere l'intensificarsi dei controlli  :boxing: ,dei mezzi per i controlli ,di nuove figure preposte al controllo di spiagge e coste e perchè no anche di ripopolamento  :clapping:  :clapping: IO AMO IL MARE E IL MIO SPORT E PER QUESTO CHIEDO A VOCE ALTA UNA LICENZA PER POTERLO PRATICARE A TESTA ALTA !!!!!

 

In sintesi dunque la funzionalità del patentino sarebbe rintracciabile nella possibilità di poter fruire di un surplus di risorse economiche da indirizzare nel personale addetto ai controlli.Più soldi, più controlli uguale più bracconieri beccati in flagrante ed a questa equazione dovremmo aggiungere l'ultimo ( a tuo parere certo ) elemento , maggior "lustro" alla categoria dei pescatori in apnea autentici.

 

Parrebbe un'equazione perfetta!!

 

Il punto nodale della faccenda mi pare essere tutt'altro, anche un numero maggiore di controlli credo non cambierebbe di una virgola la percezione ( errata ) che del pescatore in apnea ha la gran parte dell’opinione pubblica, la volontà politica di certi legislatori, le opinioni approssimative di alcuni poco attenti studiosi.

 

Ma non è tutto pessimismo e fastidio (come qualcuno direbbe)!!

 

Colgo ultimamente dei segnali che parrebbero indicare un cambio di tendenza.

 

Persone del calibro di Folco Quilici che si esprimono nei termini di cui sotto

 

http://www.imperialbulldog.com/index2.htm

 

Del resto la stessa posizione del WWF nel rapporto citato da Barbara mi pare chiara : Un benvenuto al patentino ma allo stesso tempo un invito a cogliere priorità ed urgenze che come si evince dal rapporto sono tutt’altre.

 

Dovessi investire i miei soldi…..!!!?

 

Ma per una Federazione con la F maiuscola che sapesse dar voce a gente competente, pescatori in apnea consapevoli………

 

Per adesso il mio sport lo pratico a testa altissima ed a petto in fuori….

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