silente Inviato Agosto 3, 2006 Segnala Condividi Inviato Agosto 3, 2006 mangia-petrolio Sarà possibile ottimizzarne l'impiego per porre rimedio agli sversamenti di idrocarburi Vítor A. P. Martins dos Santos e colleghi del Centro di biologia ambientale della Società Helmholtz a Braunschweig, in Germania, hanno sequenziato il genoma del batterio Alcanivorax borkumensis, uno dei più importanti microrganismi in grado di degradare il petrolio, definendone la completa mappa genetica. I ricercatori hanno individuato una serie di cluster di geni unici e caratteristici del batterio, indentificandoli come quelli che gli consentono di spezzare in frammenti più piccoli e digeribili gli alcani (idrocarburi saturi) presenti nel petrolio. “Per quanto buona parte dei costituenti del petrolio grezzo siano biodegradabili, il principale ostacolo al processo di biodegradazione è costituito dalla disponibilità di nutrienti, ossia fosfati e sostanze azotate”, ha osservato Martins dos Santos nell’articolo apparso sull’ultimo numero di "Nature Biotechnology" in cui dava conto della ricerca. A. borkumensis possiede tuttavia un’ampia varietà di meccanismi che gli consentono di sfruttare sia l’azoto organico sia quello inorganico. Grazie al sequenziamento del genoma e alla sua analisi funzionale, i ricercatori sperano ormai di disporre “della conoscenza di base essenziale per progettare, sviluppare e ottimizzare le strategie razionali atte a mitigare i danni ecologici conseguenti alle perdite di petrolio nel sistema marino”. © 1999 - 2006 Le Scienze S.p.A. http://www.lescienze.it/ Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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