I Giapponesi All'assalto Della Moratoria

[Barbara Pignataro]

Si è conclusa la scorsa settimana a Frigate Bay nei Caraibi la riunione annuale della Commissione Baleniera Internazionale (Iwc) che opera dal 1946 per garantire la conservazione delle popolazioni di balene e permettere lo sviluppo della industria della caccia.

 

Una delle decisioni più significative prese da questo organismo è la famosa moratoria con cui dal 1986 è stata sospesa la caccia commerciale e ammessa sono quella per motivi scientifici.

 

La moratoria, che intendeva limitare fortemente le catture, non ha però impedito a certi paesi particolarmente interessati alla cattura e alla commercializzazione della carne di balena, primo fra tutti il Giappone, di catturare centinaia di esemplari di questi cetacei con dubbie motivazioni scientifiche. Sistematicamente ad ogni riunione della Commissione Baleniera, il Giappone, appoggiato da altri paesi, cerca di far revocare la moratoria e ripristinare le catture su larga scala.

Anche nel corso dell’ultima riunione il Giappone è riuscito inizialmente a fare approvare una dichiarazione non vincolante in cui veniva messo in discussione il divieto stabilito nel 1986. La risoluzione per cui la moratoria per la caccia commerciale delle balene non viene più considerata necessaria era stata approvata per un solo voto. Per la revoca, invece, era necessaria una maggioranza del 75% degli Stati membri della Commissione Baleniera Internazionale ma fortunatamente almeno per quest’anno questa maggioranza non è stata raggiunta e quindi la moratoria resterà ancora in vigore. Certo è che Giappone e l’Islanda continueranno a cacciare ugualmente i mammiferi marini con le solite dubbie motivazioni scientifiche.

 

Ricordiamo che anche l’Italia, entrata a far parte della Commissione baleniera nel 1990, è fra i paesi che con più impegno si sono battuti per la difesa delle balene e anche nell’ultima riunione della Commissione ha votato contro la revoca della moratoria.

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