Barbara Pignataro Inviato Maggio 29, 2006 Segnala Condividi Inviato Maggio 29, 2006 BARCELLONA - Greenpeace ha presentato a Barcellona, a bordo dell’Esperanza, una delle navi impegnate nella spedizione “Defending our Oceans", un nuovo rapporto, “Where have all the tuna gone?”, che mette in evidenza che l’estinzione commerciale del tonno rosso potrebbe essere molto vicina a causa della pesca pirata. La commissione internazionale per la conservazione del tonno atlantico (Iccat) ha fissato a 32 mila tonnellate di tonni che si possono pescare ogni anno, per Greenpeace le catture superano di ben il 37% questa quota, oltre 12.000 tonnellate in più di quanto consentito. A questo si devono aggiungere 51.000 tonnellate all’anno dei tonni da allevamento, quasi il 60 per cento oltre la quota annuale di cattura ammessa. Infatti, spiega greenpeace «si tratta di tonni pescati e messi in gabbia ad ingrassare. Tutto ciò, grazie anche ai sussidi dell’Ue che negli ultimi 10 anni hanno superato i 28 milioni di euro». Per Alessandro Giannì, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia «la popolazione del Mediterraneo di questa specie sta per essere distrutta per foraggiare un mercato insaziabile ed allevamenti di tonno ancor peggiori della stessa pesca. Tutto questo con i soldi dell’Ue e degli Stati Membri.Nei prossimi giorni Greenpeace si impegnerà nelle acque internazionali del Mediterraneo per denunciare e contrastare i pirati dei tonni. Abbiamo il diritto di sapere dove sono finiti i tonni». Intanto Greenpeace annuncia che a Genova il 15 giugno, a bordo della “Rainbow Warrior “, verrà presentato un altro rapporto, con la proposta di creazione di una rete di riserve marine d’altura nel Mediterraneo. «Occorre una rete di riserve marine - dice Giannì - per proteggere tra l’altro siti di riproduzione del tonno rosso e degli altri grandi pesci pelagici a rischio, come il pesce spada, minacciato anche dalle spadare illegali». http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=1971 Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Alessandro Fini Inviato Maggio 30, 2006 Segnala Condividi Inviato Maggio 30, 2006 ...se per combattere l'illegalità bisogna (secondo greeenpeace) creare delle riserve protette anche in alto mare, siamo proprio messi male. Io credo nella legalità, credo che chi trasgredisce deve pagare e credo che uno Stato debba fare di questo la propria forza.... poi sento che dei pescatori bloccano le strade con le famiglie perchè non possono pescare con le spadare...non ce la faccio piu', faro' lo struzzo, ma non vedo l'ora di andarmene via da questo schifo..non so dove, ma via..Ciao Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ospite Rackham Inviato Maggio 30, 2006 Segnala Condividi Inviato Maggio 30, 2006 (modificato) per Greenpeace le catture superano di ben il 37% questa quota, oltre 12.000 tonnellate in più di quanto consentito...etc <{POST_SNAPBACK}> nessuno è curioso di sapere come fanno le stime delle percentuali? parole, parole, parole... Modificato Maggio 30, 2006 da Rackham Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Uccio Inviato Maggio 30, 2006 Segnala Condividi Inviato Maggio 30, 2006 Che i tonni e gli spada siano troppo bersagliati è vero,verissimo. Il metodo delle "riserve" per proteggere i pesci da ciò che è già illegale però non lo capisco. Se è illegale fuori dalle riserve cosa succede,nelle riserve diventa illegale due volte? E facendo riserve ovunque(sulla costa e in mare aperto)quanta gente ci vuole per controllare? L'allarme è giusto la ricetta proposta per risolverlo è sbagliata Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Barbara Pignataro Inviato Giugno 1, 2006 Autore Segnala Condividi Inviato Giugno 1, 2006 (modificato) Che i tonni e gli spada siano troppo bersagliati è vero,verissimo. Il metodo delle "riserve" per proteggere i pesci da ciò che è già illegale però non lo capisco. Se è illegale fuori dalle riserve cosa succede,nelle riserve diventa illegale due volte? E facendo riserve ovunque(sulla costa e in mare aperto)quanta gente ci vuole per controllare? L'allarme è giusto la ricetta proposta per risolverlo è sbagliata Già come non essere daccordo con te. Purtroppo la storia delle riserve al largo l'ho letta diverse volte sembra stia prendendo piede in diversi paesi rivieraschi del Mediterraneo. Ciao Barbara Modificato Giugno 1, 2006 da Barbara Pignataro Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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