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Morire Per I Pesci


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Purtroppo ho diversi episodi,ne cito 2.

 

Eravamo in 2 su delle lastre tra i 25 ed i 27 metri.

Dopo un paio di tuffi troviamo una zona con dei pesci.

E` il mio turno.

Scendo,mi affaccio e controllo sotto la pietra,nulla.

Piu` avanti ad una decina di metri vedo una corvina.

Mi avvicino tirandomi con la mano sinistra,lei lentamente si dirige verso un`altra lastra.Continuo,arrivo a tiro mentre lei entra.

Sparo e l`asta trapassa il pesce ,tiro ma e` incastrata.

Prendo l`asta e inizio a tirare,nulla.

Risalgo,ma giunto in superfice comincio a sentirmi strano,e non riesco a parlare bene.

Dura poco,mi riprendo subbito( pero` che strizza!)

il mio compagno di pesca che si era accorto della situazione era pronto al peggio.

Solo per recuperare il pesce nello stesso tuffo ho rischiato grosso!

Che stupidita`!

 

ps

con un amico abbiamo trovato un collega pescapneista morto la sera prima di sincope.

E` una cosa che non si puo` dimenticare.

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Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

E' giusto radunare un po' di storie, tanto per chiarire che non sono poi così poche.

 

Io avevo messo la mia in un editoriale in home page anni fa, lo rispolvero per questo thread:

 

Settembre 1995

 

Io e Fabio abbiamo appena finito di caricare la macchina con tutto l'occorrente per la settimana di pesca all'Isola d'Elba a lungo pianificata durante l'estate. Fabio ha due anni meno di me, lavora, è fidanzato ed ha una grandissima passione per la pesca subacquea. Condividiamo le battute da un paio d'anni e tra noi è nata una bella amicizia. Pesco da più tempo di lui ed il mio carniere è solitamente meno scarso del suo, ma Fabio ha passione, costanza, prestanza fisica ed una gran voglia di imparare. La nostra settimana Elbana trascorre serena: il giorno peschiamo e la sera dopo cena ce ne andiamo a bere una Ceres sul frangiflutti di Marina di Campo, così possiamo ascoltare il mare mentre parliamo di pesca, di pesci e....di ragazze.

A proposito di pesci: ne prendiamo pochi, ma facciamo tanta esperienza pescando costantemente in coppia su fondali tra i 18 ed i 25 metri. Negli anni a seguire la mia attività di musicista mi porta a rallentare il ritmo di uscite: io e Fabio continuiamo ad andare insieme, ma sempre meno di frequente. Lui si iscrive al Club subacqueo grossetano ed inizia a frequentare altri pescatori. Si appassiona all'aspetto profondo, che pratica nelle acque dell'Argentario e del Giglio e comincia a prendere parte alle competizioni.

 

20 Agosto 2000

 

Da un po' di mesi ho ricominciato ad andare in acqua con una certa frequenza. Solo una serie di coincidenze ci ha impedito di tornare a pesca insieme: ne parliamo da tempo.

Oggi ho deciso di fare una pescatella con partenza da terra a Montalto di Castro: dato che siamo nel pieno della stagione balneare, entro in acqua alle primissime luci dell'alba in modo da uscire prima che si scateni la bagarre di bagnanti e diportisti.

La giornata non è malvagia, riesco a mettere a pagliolo un denticiotto da un chilo ed altri due pezzi. Alle 10 sono già sulla via del ritorno, soddisfatto della pescata.

Quando arrivo a casa, mio fratello mi accoglie con una brutta notizia: la fidanzata di Fabio mi ha cercato insistentemente. La richiamo subito, mentre l'agitazione sale: Fabio si è allontanato nel pomeriggio di ieri per andare a pesca e non è rientrato.

Si spera ancora che abbia avuto un contrattempo o che magari sia bloccato sulla scogliera per una caduta, ma il fatto che la sua boa sia stata ritrovata ancorata nei pressi del luogo in cui si è immerso non è un buon segno.

Nel pomeriggio, l'ultimo brandello di speranza svanisce con il ritrovamento del corpo a circa 33 metri di fondo. Poco più in là, il fucile e l'asta piantata in una fessura....

 

Così Fabio Corridori ha perso la vita nelle acque dell'Argentario, nei pressi di Cala Piccola. L'accesso al mare da terra credo di averglielo mostrato io un paio d'anni prima. Era primavera e ricordo che mentre io pescavo in costa, lui è rimasto costantemente più fuori a cercare il pesce a fondo. Avevamo ancora le mute pesanti ed eravamo zavorrati di conseguenza, ma lui amava la profondità. All'uscita, io avevo una spigola mentre lui non aveva preso niente. Cominciarono i soliti sberleffi, tipici di ogni pescata tra amici, in cui ognuno sfodera il proprio repertorio di sfottò.

Ricordo che cominciò a dire - "Tu dove pesco io ci affoghi, vorrei vederti su quel ciglio, ci vai in sincope" ed io ribattevo scherzosamente che sott'acqua a prendere il cartellino ci vanno gli apneisti e che quello che contava era prendere i pesci.

Non avrei mai immaginato che potesse morire sott'acqua.

Un compagno sulla verticale avrebbe potuto evitare questa tragedia e magari oggi io e Fabio potremmo ridere di questa storia sorseggiando una birra al chiaro di luna sul molo di Marina di Campo. Purtroppo le cose sono andate diversamente ed io mi ritrovo a guardare il riflesso della luna su un mare che non sembra più lo stesso e a sorseggiare una birra dal sapore più amaro del solito.

Un brindisi a te, amico, veglia su di me.

 

 

 

 

Che tristezza.

 

Due amici, una passione e l'incanto che si rompe, così, come se prima non ci fosse stato nulla, nè esperienza, nè allenamento...

 

Non vorrei sembrare fatalista, ma leggendo queste storie mi viene (oltre che da piangere) da pensare ancora di+ che ci sia qualcuno che muova le spire della nostra caccola di vita. Persone che vengono a galla e persone che, purtroppo, toccano il fondo.

 

All'imperscrutabilità del destino noi tutti, comunità di cacciatori, ci dobbiamo armare di buon senso e, forse, di paura.

 

Sì, ci dobbiamo cagare sotto la sera, quando l'indomani andiamo a pescare.

Dobbiamo pensare al mare come un grande avversario, a cui basta poco per averla vinta su di noi.

 

Io amo la pesca. Ma amo anche la vita e i miei cari.

Quindi ho paura.

La paura, come sapete è un istinto datoci per conservare la specie e la pelle.

E questa discussione ne trasmette, eccome.

 

Quindi grazie a chi l'ha iniziata.

 

E come ha detto qualcuno in questa sinistra ma giustissima discussione,

 

la pescasub si fa con la testa, non con le palle.

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  • 1 anno dopo...
Mentre arranco in su, cerco di non guardare più in alto per non spaventarmi ulteriormente e ogni tanto chiudo gli occhi: nemmeno penso a sganciarmi i piombi (stavo con una 5 mm), ma mi accorgo che già il cervello va per i c*** suoi. Mi sorprendo ad alternare momenti di lucidità allarmatissima, a canzoncine dei Duran Duran... non si arriva mai! Inoltre, a riprova del fatto che il cervello non funziona bene, invece di risalire verticalmente a pallone, rifaccio codizionato dall'abitudine quasi lo stesso percorso della discesa, allungando oltremodo il percorso. (Tutte cose a cui sono risalito in seguito, razionalmente!)

 

Annaspo a tre metri dalla salvezza senza riuscire a spostarmi: stranamente, non sono poi tanto preoccupato, solo incazzato perchè non riesco a mettere le mani su quelle rocce. Mi manca quasi la coordinazione.

 

Nel mare tutto è tornato normale: le castagnole fluttuano a nuvole e sono apparsi persino dei saraghi fasciati che brucano sulla piattaforma sottostante.

 

Queste me lo ricordo sono proprio le due cose che hanno impressionato anche me più di ogni altra cosa: 1) il fatto che il cervello reagisce alla situazione che è ormai fuori controllo con una specie di sdoppiamento, al panico a un certo punto subentra uno strano disincanto, come se una parte interna di te si separasse e si mettesse ad osservarti con curiosità mentre annaspi, ma convinta allo stesso tempo che la cosa non lo riguarda più di tanto (penso al tuo fischiettare il motivetto dei Duran Duran, la tua preoccupazione di montare sugli scogli come se fosse la cosa più importante da fare in quel momento e mi vengono in mente i pensieri che ho avuto io, per nulla terrificanti, anzi banali - me li tengo per me solo perché sono piuttosto personali - ma completamente scollegati appunto rispetto a ciò che mi accadeva);

2) Il fatto che cinque minuti dopo tutto torna come prima, anzi come se non fosse successo assolutamente nulla - il mare si ripopola e ha un aspetto assolutamente tranquillo e benevolo - come se si preoccupasse di nasconderti la trappola in cui potresti cadere ancora nonostante l'esperienza fatta :bye:

Modificato da zefiro
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Settembre 2006

Io e il mio amico fraterno nonchè compagno di pesca di una vita decidiamo di andare a pescare su una bella ma profonda secca. Siamo entrambi in gran forma dopo un inverno passato quasi sempre a pescare, ma decidiamo comunque di pescare a staffetta osservandoci a vicenda. La giornata e di quelle che ti fregano:acqua cristallina, leggera corrente e... tanti ma tanti pesci. Il cappello è a 10 metri e poi pareti a strapiombo fino a 30 e oltre.Alla prima discesa mi accorgo subito del gran movimento: una cernia alla mia destra scoda infilandosi in tana un'altra sotto di me in candela, saraghi che mangiano in parete e una grossa orata che pascola a più di 25 metri chiude il resoconto della prima immersione perlustrativa. Sono eccitatissimo e riferisco al mio amico ciò che ho visto raccomandandogli di fare attenzione. Lui inizia a ventilarsi .....forse troppo...scende e appena si affaccia dalla parete una cernia in candela lo ipnotizza:lei scende di 5 metri e si ferma sempre fuori tiro .....lui la segue .....e lei scende ....si ferma.....lui la segue fin quando la cernia gira un massone e scompare. Io conosco bene le prestazioni del mio amico ma ho come la senzazione che stesse tirando troppo per quelle profondità,decido così di scendere per rassicurarmi....faccio appena 5 metri e lo vedo salire dal fondo blu. Ritorno in superficie e lo osservo risalire .Mi accorgo che accellera il passo e negli ultimi 5 metri non ne ha più!! Sviene e lascia cadere il fucile espelle tutta l'aria e comincia lentamente ad affondare . Dopo un secondo di sbigottimento mi precipito su di lui lo tiro da sotto l'ascella e lo porto su, gli levo la maschera e lui si risveglia subito con movimenti scomposti e comincia a vomitare acqua.Lo tranquillizzo e lo accompagno in barca, e lui mi chiede: Paolo perchè tremi? ho solo bevuto;dov'è il mio fucile?. Assicuratomi del suo stato torno in acqua a recuperare i fucili che fortunatamente si son fermati sul cappello della secca. Lui è distrutto, gli viene la febbre, e alla domanda "ma cosa ti senti" mi dà una risposta che mi fà gelare il sangue: e come se fossi andato nell'al di là e ritornato.

Il cocktail pesci acqua cristallina e profondità è micidiale e porta ad errori di valutazione grossolani anche agli esperti.

Nessun pesce vale la nostra vita ...bisogna saper rinunciare :bye::bye:

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Settembre 2006

Io e il mio amico fraterno nonchè compagno di pesca di una vita decidiamo di andare a pescare su una bella ma profonda secca. Siamo entrambi in gran forma dopo un inverno passato quasi sempre a pescare, ma decidiamo comunque di pescare a staffetta osservandoci a vicenda. La giornata e di quelle che ti fregano:acqua cristallina, leggera corrente e... tanti ma tanti pesci. Il cappello è a 10 metri e poi pareti a strapiombo fino a 30 e oltre.Alla prima discesa mi accorgo subito del gran movimento: una cernia alla mia destra scoda infilandosi in tana un'altra sotto di me in candela, saraghi che mangiano in parete e una grossa orata che pascola a più di 25 metri chiude il resoconto della prima immersione perlustrativa. Sono eccitatissimo e riferisco al mio amico ciò che ho visto raccomandandogli di fare attenzione. Lui inizia a ventilarsi .....forse troppo...scende e appena si affaccia dalla parete una cernia in candela lo ipnotizza:lei scende di 5 metri e si ferma sempre fuori tiro .....lui la segue .....e lei scende ....si ferma.....lui la segue fin quando la cernia gira un massone e scompare. Io conosco bene le prestazioni del mio amico ma ho come la senzazione che stesse tirando troppo per quelle profondità,decido così di scendere per rassicurarmi....faccio appena 5 metri e lo vedo salire dal fondo blu. Ritorno in superficie e lo osservo risalire .Mi accorgo che accellera il passo e negli ultimi 5 metri non ne ha più!! Sviene e lascia cadere il fucile espelle tutta l'aria e comincia lentamente ad affondare . Dopo un secondo di sbigottimento mi precipito su di lui lo tiro da sotto l'ascella e lo porto su, gli levo la maschera e lui si risveglia subito con movimenti scomposti e comincia a vomitare acqua.Lo tranquillizzo e lo accompagno in barca, e lui mi chiede: Paolo perchè tremi? ho solo bevuto;dov'è il mio fucile?. Assicuratomi del suo stato torno in acqua a recuperare i fucili che fortunatamente si son fermati sul cappello della secca. Lui è distrutto, gli viene la febbre, e alla domanda "ma cosa ti senti" mi dà una risposta che mi fà gelare il sangue: e come se fossi andato nell'al di là e ritornato.

Il cocktail pesci acqua cristallina e profondità è micidiale e porta ad errori di valutazione grossolani anche agli esperti.

Nessun pesce vale la nostra vita ...bisogna saper rinunciare :bye:  :bye:

Caro Paolino

purtroppo conosco il tuo racconto,

ricordo ancora quando mi hai messo al corrente della vostra disavventura!

Meno male che è finita bene!!!

Ma come tu ben ricorderai ad ALEX non è andata così bene...

Ogni dannato giorno che entro in acqua, nella stessa acqua che mi regala certe emozioni, penso a Lui , all'amico che non c'è più

e la cosa che mi fà impazzire e che è morto per un semplice pesce!!

Mah ...chissa fossi stato accanto a lui.

Dovrei odiare il mare......ed invece lo amo,

lo amo ogni giorno di più!

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