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Vertigini E Immersioni


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Ho 49 anni e pratico la pesca in apnea praticamente da sempre.

Circa 20 giorni fa, alzandomi dal letto, sono stato colto da violente vertigini di tipo oggettivo che si ripetevano ad ogni cambio di posizione (da sdraiato a in piedi e viceversa).

Dopo una settimana di cura prescrittami dal mio medico curante a base di aerosol Clenil per un presunto accumulo di catarro (ero reduce da influenza e tosse) e Vertiser, data la mancanza di miglioramenti,mi sono sottoposto a visita specialistica da un otorino.

Accertata l’inesistenza di catarro all’orecchio, la diagnosi, effettuata tramite la cosiddetta prova di Dix- Hallpike, è stata di Vertigine Parossistica Polifunzionale Benigna o Cupulolitiasi. Mi è stata poi praticata la Manovra di Semont, mantenuto per una settimana il Vertiser e suggerite alcune raccomandazioni (dormire con la testa sollevata e non sul lato dell’orecchio interessato). Già dal giorno successivo alla manipolazione sono stati evidenti i miglioramenti ed attualmente i sintomi sono quasi scomparsi.

Premesso che non mi immergevo da novembre e che non penso di riprendere l’attività prima di aprile chiedo quanto segue:

• Quanto avvenuto può essere conseguenza delle immersioni ?(In passato non avevo comunque mai avuto problemi alle orecchie)

• Quanto avvenuto può essere una controindicazione alle immersioni?

• Questi “sassolini” distaccatisi, vengono riassorbiti o rimangono in giro per l’orecchio con possibilità di ricadute?

• Avevo in programma per la metà di febbraio di iniziare degli allenamenti in piscina. E’ sconsigliabile?

 

Ringrazio anticipatamente

 

Saluti a tutti

 

Bruno

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la Vertigine Parossistica Posizionale Benigna(VPPB) insorge generalmente in situazioni di stress fisico, si tratta di una sindrome che si caratterizza per brevi, ma violente e recidivanti crisi di vertigini oggettive, scatenate da determinati movimenti della testa nello spazio.

clinicamente le vertigini (vere e proprie crisi) insorgono in maniera improvvisa, generalmente nelle ore notturne o del primo mattino e con una durata di qualche decina di secondi al massimo, sono di tipo rotatorio, accompagnate da nausea, vomito, pallore, sudorazione, e talvolta diarrea, tutti sintomi di careattere neurovegetativo.

E' una sindrome che risente in maniera notevole della terapia fisica riabilitativa.

l'insorgenza è in genere frequente dopo i 50 anni e legata a fattori ormonali dell'invecchiamento :bye::bye::bye:

nel caso dei praticanti l'attività subacquea sono quasi sempre conseguenza di fattori infiammatori che interessano l'orecchio interno, magari da manovre di compensazione forzata.

Il disturbo sarebbe legato alla presenza, in alcune strutture dell'orecchio interno, di particolari concrezioni di natura otolitica (paragonabili a quelle delle corvine, per intenderci), anche se sia il meccanismo infiammatorio che quello otolitico non sono stati provati inconfutabilmente, tanto è vero che la casistica chirurgica evidenzia soltanto 8 casi di otolitiasi su 26 operati.

per venire alle tue richieste:

 

1. certamente un nesso di raccordo tra immersione e disturbo ci può essere, magari legato a delle manovre di compensazione protratte e forzate;

 

2. la presenza di otoliti è comunque tutta da dimostrare, in quanto dalla tua mail mi sembra di capire che non hai fatto esami specifici per evidenziarne la presenza;

 

3. per gli allenamenti in piscina mi affiderei ad una valutazione specialistica prima di qualsiasi iniziativa.

Modificato da Massimo Malpieri
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La ringrazio per la tempestiva e competente risposta. Deduco pertanto che esistono degli esami specifici per rilevare l'effettiva presenza di queste concrezioni di natura otolitica. Sa dirmi quali od eventualmente indirizzarmi presso un valido otorino "subacqueo"? Temo infatti che per un otorino "non subacqueo" la cosa più semplice sarebbe quella di vietarmi del tutto le immersioni.

 

Cordiali saluti

Bruno

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Caro Bruno,

la vertigine parossistica posizionale benigna da (cupololitiasi – canalolitiasi) (VPPB) è senza dubbio il disturbo dell’equilibrio più frequente nell’uomo. Tale patologia, nota e studiata sin dall’inizio del novecento, presenta tuttavia ancora oggi alcuni punti oscuri soprattutto in merito alle cause che la possono determinare.

Essa si manifesta con crisi di vertigine oggettiva (cioè il paziente vede ruotare l’ambiente che lo circonda), rotatoria, ad andamento parossistico (crisi intense e brevi), scatenate generalmente da particolari posizioni della testa come nei movimenti di lateralità o di flesso-estensione (come nel tuo caso sono tipiche le crisi che insorgono quando ci si corica nel letto, quando ci si alza o quando ci si gira nel letto) e associate in varia misura ad un corteo di sintomi neurovegetativi (nausea, pallore, tachicardia, sudorazione e vomito). In genere le crisi sono tanto più intense quanto più è rapido il movimento della testa che le provoca e si ripetono tutte le volte che tale movimento “critico” viene ripetuto. La VPPB e' definita benigna perché dopo un numero variabile di giorni o di settimane le crisi si attenuano e scompaiono spontaneamente. Tuttavia l’evoluzione prognostica è estremamente variabile infatti se nella maggior parte dei pazienti (soprattutto se giovani e in assenza di patologie favorenti) la crisi è unica e difficilmente si ripete a breve distanza di tempo, in altri casi, soprattutto negli anziani e in presenza di fattori scatenanti, essa può purtroppo presentarsi con una frequenza maggiore talora con crisi settimanali.

 

E’ appurato da decenni come la causa di tale vertigine sia dovuta al distacco di alcuni piccoli cristalli di carbonato di calcio (otoliti), che si trovano NORMALMENTE fissati in una parte del labirinto cioè all’interno dell’orecchio interno (organo dell’equilibrio e dell’udito) (QUINDI SONO PRESENTI IN TUTTI GLI INDIVIDUI!). Una volta distaccati, in seguito ai movimenti della testa, gli otoliti, vanno a “poggiarsi” sulla cupola di un canale semicircolare (struttura dell’orecchio interno) stimolandola e provocando la vertigine. La causa del distacco degli otoliti nella maggior parte dei casi è sconosciuta; qualche volta si riesce a stabilire che è dovuta ad un trauma cranico, anche lieve, ad una infezione virale, come l'influenza, o a disturbi della circolazione del labirinto, specie nei pazienti anziani. In casi rari essa può essere dovuta anche a violente starnutazioni e, come indicato dal Conte, anche da fenomeni di iperpressione timpanica nel corso di manovre di compensazione forzata !

 

La diagnosi di VPPB è sostanzialmente clinica e si ottiene esclusivamente con l’anamnesi ma soprattutto attraverso la valutazione otoneurologica con posizionamenti cioè facendo assumere al paziente determinate posizioni della testa al fine di indurre la crisi e interpretarla attraverso un particolare movimento degli occhi detto nistagmo legato alla presenza di una connessione anatomica tra il labirinto e i muscoli oculari (NEL VIVENTE INFATTI GLI OTOLITI NON SI POSSONO OSSERVARE!).

La diagnosi ovviamente deve essere completata da ulteriori accertamenti al fine di escludere la presenza di altre patologie più gravi che in alcuni casi possono mimare le crisi di vertigine posizionale (valutazione audiologica, esame e test clinico della funzionalità vestibolare, valutazione neurologica, valutazione ortopedica, e in alcuni casi, RMN encefalo con Gadolinio).

La terapia – mai farmacologica! - consiste nell’esecuzione da parte del medico di particolari manovre della testa (manovre liberatorie) il cui fine è quello di favorire la dispersione degli otoliti e il loro posizionamento in aree inattive all’interno del labirinto. Tale “ginnastica” deve essere seguita da un periodo di immobilità della testa per circa 12-24h e da una particolare cautela nei movimenti del capo per circa 2 settimane. In alcuni casi, tale manovra deve essere ripetuta a breve distanza o essere integrata da un particolare ginnastica riabilitativa praticata dallo stesso paziente.

 

Ritengo infine che a guarigione ottenuta, ed in assenza di altre patologie a carico dell’orecchio medio e/o interno, tale patologia non costituisca una controindicazione all’attività subacquea ma tuttavia ricorda che non esistono dei fattori predittivi certi in merito alla comparsa di eventuali recidive sebbene tale evenienza sia particolarmente rara negli individui sani.

Ciao :bye:

Modificato da pierbach
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ragazzi 'nfigurone...........questo non è più in Forum ma una centro polispecialistico di FISIOPATOLOGIA SUBACQUEA (e hai da vedè quando cominceranno i vecchietti - io NO!!! - col Geriatra: dottò dopo che vado a pesca mes'ammoscia, che posso fà? :blink: )

Modificato da Massimo Malpieri
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