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terga luminose

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Risposte pubblicato da terga luminose

  1. Non sempre si riesce a vincere la partita. Oggi, per la prima volta in vita mia, sono riuscito a portare a tiro un bel dotto. Fondo intorno ai 15 metri con purtroppo taglio freddo intorno ai -13. Come mi appoggio il pesce inizia a ruotare intorno alla mia posizione, io lo seguo con il fucile e cerco di arretrare per nascondermi. La tecnica del polpo funzione, ed il pesce, dopo aver fatto 180 gradi intorno a me, si ferma in candela. Riesco a ridurre le distanze, tanto quanto basta per portare il tiro. Purtroppo sparo alto e colpisco il pesce nel groppone, che con un paio di giri si libera.

    https://youtu.be/QdAcy2kqz20

  2. Seconda uscita, questa volta in compagnia di Silver. Si va sulle strisciate. L’acqua è abbastanza limpida, nonostante il mare dei giorni passati: speriamo solo che non ci sia il taglio freddo. Per essere sicuri di stare in pesca scegliamo la meno fonda che va da -11 a -16. Purtroppo il taglio freddo è alto e ogni tuffo oltre i 12 metri sarà nel deserto. Nonostante questo riesco a rimediare 2 catture. La prima è davvero bella: scendo a fianco di uno scoglione e mi incanalo nello spacco che ha alla base; percorro tutto il lato lungo del massone rimanendo nel cono d’ombra e alla fine vedo dei cefaloni. Continuo il percorso e quando mi affaccio porto un tiro ravvicinato ad uno dei pesci che sta dietro lo scoglio. IL secondo pesce è un denticiotto che mi sorprende dal lato scoperto, ma che viene comunque a prendersi la sua fucilata.

    http://youtu.be/cgf5wdDFS0Y

  3. Per la prima uscita estiva sono da solo: ne approfitto per dedicarmi alla pesca in un posto che mi permetterà di provare ad insidiare, almeno per le prime 2 ore, i pesci direttamente da galla con la nobile tecnica PDG. Arrivo sul luogo di pesca con un anticipo mostruoso: ho chiesto conferma a Guidone che ha giurato che alle 5.30 si vede ….. forse sotto un lampione, che però manca dove mi immergo. Son costretto ad aspettare fino alle 6 per iniziare a muovermi. Da subito ho la sensazione che il pesce giri: ci sono salponi e cefali e qualche spigoletta. Il primo pesce a beffarsi di me è una spigola sul chilo e mezzo. Mentre eseguo un agguato la vedo sparire dietro uno scoglio e provo ad anticiparla; purtroppo il pesce esce largo rispetto alla mia posizione e la manco. Mi porto verso uno degli spot migliori: intravedo un cefalone e dietro vedo due spigole. Manco farlo apposta si mettono in rotta convergente con la mia asta e non mi resta che aspettare, far arrivare il pesce a 1 metro e…. perdere il momento del tiro. Passano 5 minuti che incontro la più piccola delle due a cui non do però modo di girare. Mi sposto in zona di affioranti che cadono fino a -18. Vedo diverse orate anche a mezza’acqua e tento un aspetto. Il pesce mi arriva dall’alto e il tiro lungo non ha comunque storia. Salgo, ricarico e giro la punta per sorprendere un secondo pesce direttamente da galla. La scena si ripete altre due volte con altrettante orate. In realtà dopo la seconda orata presa da galla, c’è stato il tentativo con una bella cernia che, nonostante la mia discesa, mi ha sgamato prima che potessi portare il tiro. È però sulla punta esterna che ho l’incontro della giornata. Scendo approfittando di una bella sella, verso una postazione che a circa 12 metri domina una risalita che da quella profondità arriva fino a – 20. Sono ben posizionato i mezzo ad una palla di mangianza, quando al limite della visibilità scorgo un’ombra che mi punta, prima lenta poi decisa. Riconosco la ricciola e son certo di completare la cattura. Purtroppo il pesce non è della stessa opinione e quando è ancora distante sale nella colonna d’acqua dove inizia ad aprire e chiudere la bocca. Non mi accorgo (lo vedrò solo a casa) dei 4 dentici che risalgono dal fondo, cerco di incuriosire il pesce con tutti i richiami che conosco e alla fine mi stacco dal fondo per ridurre la distanza; a quel punto i dentici scodano portandosi via il pescione. Riuscirò a catturare ancora una bella mormora ed un pizzuto che stazionava dietro uno scoglio. Alla fine 4 pesci presi da galla e 3 con altre tecniche: anche se il pescione non c’è stato, mi son comunque divertito

    http://youtu.be/45p0o-jAcCw

  4. È questo il solo modo in cui un pescatore che soffre di mal di mare, può chiamare la vacanza di pesca appena trascorsa. La faccio breve, per non annoiare i più, ma la scelta del periodo in cui fare la nostra zingarata l’abbiamo cannata di brutto. In 4 giorni di mare, abbiamo avuto come minimo un metro d’onda con punte di 2,5 metri. Non abbiamo preso il maestrale, ma tutti i venti conosciuti e che possono alzar il mare ci hanno accompagnato per 4 giorni. Tanta era la forza dei marosi, che anche a 15 metri, mentre scendevi a figlia morta verso il fondo, venivi spostato a destra e a sinistra e, se non ti ancoravi bene o non ti posizionavi in un buco, era impossibile tenere la posizione. In queste situazioni o passato 4 giorni a sudare freddo, verde come un ramarro, per riuscire a non cappottarmi e soprattutto per pescare. Pesce poco, tranne l’ultimo giorno dove abbiamo trovato i dentici. Nelle prime giornate la cattura solo di un paio di saraghi, uno dei quali con un brandeggio a 180 e fucile tenuto parallelo alle pinne data la mia proverbiale capacità di intuire da dove arriverà il pesce (potevo ruotare il fucile, ma non il corpo) ed un tiro a 20 cm. L’ultimo giorno abbiamo invece avuto la fortuna di incontrare i dentici, ma solo Maurizio è riuscito a portare a casa un pesce di 4.660 Kg pulito e sbranchiato. Di questo racconterà lui, sappiate solo che ho doppiato il pesce che ha davvero fatto un caos incredibile. Da quando Maurizio spara a quando doppio il pesce passano meno di 1 minuto, ma ricordo come eterno il tempo necessario per calmare il mio cuore, prendere fiato e permettermi di scendere a 15 metri per doppiare il pescione. Io, che ero riuscito a dimenticare la microsd nel computer e quindi pescavo con il fucile di Maurizio, ho invece padellato un pesce sul chilo e mezzo, sia per un denticione che sembrava voler venire a trovarmi e che mi ha fatto tralasciare i fratelli minori (nella ripresa non si vede, ma era proprio grosso) fino all’ultimo, sia per la mancanza di feeling con lo schioppo di Maurizio. Il tuffo successivo mi arriva addosso tutto il branco, ma un gommone ci passa sulla testa e se li porta via. Pazienza, quarta vacanza di pesca che si conclude con un cappottone, ma va bene lo stesso perché 4 giorni senza orari, con il tuo compagno di pesca ideale, a fare la cosa che ti piace di più, non hanno prezzo.

    PS: ora danno 5 giorni di estate piena …..(devo mica passare da Lourdes???)

    http://youtu.be/wi2Edg_2Vhc

  5. Sicuramente la tua analisi è esatta, ma ormai ero alla fine del percorso, "e del fiato" ecco perché ho optato per un tiro in verticale, l'inghippo sicuramente è stato non avere gestito bene il fucile, ero contro una correntina fastidiosa ed il 120 non si muove tanto bene in queste circostanze.

    Buon mare

    Sarino.

    Alla faccia del fiato!!! Ci sta un tiro sbagliato in verticale dopo una apnea simile.

    Non so se tu può consolare, ma anche io, ieri, passavo da una padella all'altra .... dopo apnee di 30 secondi.

  6. Ciao Pier Luigi, intanto essere in acqua rilassa, la fatica si smaltisce velocemente, mi volevo ricollegare ad un particolare del tuo racconto, il becco d'anatra che si attacca, il mio amico e compagno di pesca ha una muta con questo difetto, quindi prima di infilarsi il pantalone gli soffia per farlo scollare, una volta si è dimenticato di farlo, ricordandolo dopo essersi vestito, si gira verso di me mi guarda quasi implorante, la mia risposta puoi morire. :devil: :devil: :devil: :devil: :devil:

    Buon mare

    Sarino.

    Ti ha anche chiesto di farlo con la bocca????

    Scusami non ho resistito

  7. Quali condizioni migliori per ipotizzare di andare a pescare che quelle che ti vedono reduce da un viaggio di 500 km e 4 giorni di lavoro fuori casa?? Anche il comandante Supremo (mia moglie), quando le comunico le mie intenzioni, mi dice che sarebbe meglio che riposassi, ma io lo so, se non vado oggi non recupero di certo domani. In effetti quando suona la sveglia alle 4.15 faccio un minimo (si fa per dire) di fatica, ma dopo 30 secondi mi lascio travolgere dall’entusiasmo. La prima preoccupazione è per lo stomaco: so che il mare non sarà fermo, che l’acqua sarà torbida e io ho i postumi di 4 cene fuori di quelle impegnative: si andava dalla mortazza (mortadella) alla brace, alla ciccina (angus) passando per una scamorzina i tutto annaffiato da rosso di Montefalco. Anche se ieri sera ho cercato di limitare i danni restando leggero (se leggera è una pizza, ma dovevo portare fuori il comandante supremo), lo stomaco mi dà da pensare. Ho portato con me 90 e 100 con la speranza di poter usare il 100 al ritorno praticando aspetto al limite della franata, mentre l’andata mi vedrà agguatare tra gli scogli. Entro e le condizioni sono quelle attese: maretta e acqua torbida. Inizio bene: riesco a prendere un branzinotto da galla ad una distanza pazzesca. Lo avevo valutato più grande, ma mi succede sempre così: quando è un po’ che non vado, soprattutto se l’acqua è torbida ed il pesce è lontano, sopravaluto le dimensioni. Il pesce arriva a stento al mezzo chilo e lo avevo valutato di almeno 8/9 etti. Da questo momento in poi sarà un disastro: la prima avvisaglia della caporetto che vivrò è legata alla prima minzione; il becco d’anatra non si apre (probabilmente il neoprene si è attaccato) ed il pinolo salta con un “pop” fuori dalla sue sede e …. Me la faccio addosso. Mi maledico per non aver controllato prima e poi riesco ad aprire il becco con il portapesci non prima di essermi seduto su uno scoglio: non oso pensare cosa potrebbe pensare un osservatore che vede un sub intento a ravanare con uno spillone nella proboscide ………..

    Riprendo a pescare e padello in serie tre saraghi: non son tiri facili, perché portati sempre da distanza su pesci che sono in fuga, ma di solito ho percentuali di tiro completamente diverse. Ne prendo uno in un buco, quando arrivo in fondo al mio percorso. Decido di tenere il 90, e di approfittare per riposare 2 minuti e bere. Mi siedo su uno scoglio, prendo la plancetta, su cui poso Berta e mi appresto a bere qualche cosa. Quando riprendo Berta, faccio la caz***a di afferrare il fucile per il calcio e di infilare il dito nell’elsa ….. “dleng” parte il colpo e l’asta mi saluta prima di inabissarsi a enne metri da me dopo aver strappato il nylon (il fucile era sopra la plancetta…..). Era destino che prendessi il 100. Inizio i tuffi nei quali vengo sempre accompagnato da tantissima mangianza schiacciata sul fondo: buon segno. Nonostante questo gli unici predatori che vedo sono un branco di 200 barracudini che sta alto sulla mia verticale. Mentre mi muovo in superficie vedo una orata che nuota in modo strano, ventilo e scendo in caduta arrivo a tiro e …padella. A casa avrò modo di vedere che miro proprio sopra il pesce: devo essere proprio stanco e qusto influenza il mio metodo di mirare (non collimo niente e tiro d’istinto). Ho modo di vedere 6 barracuda molto grossi che mi fregano perché la mangianza è andata loro incontro e io mi aspettavo il pesce dalla parte opposta e di divertirmi all’uscita: mentre mi avvicino alla macchina con la muta addosso, si ferma prima una utilitaria con un signore che chiede informazioni e poi se ne esce con una storia sul miele di acacia che tenta di vendermi …. e poi mentre mi sto cambiando arriva il solito automobilista che ti chiede se vai via e, quando gli dici di si, e che deve però avere pazienza, ti dice “non più di 5 minuti, mi raccomando!!!!”

    https://youtu.be/calon0pKJgI

  8. Mai mollare, Massimo credo che sia un principio di vita che appartiene anche a te, Alessandro c'è stato da mangiarsi il fegato a morsi, ho visto saragoni giurassici, sembrava che conoscessero la gittata del fucile, erano sempre mezzo metro sotto dove arrivava l'asta, i tre tiri sono solo una parte dei tentativi di colpirli.

    Erano anni che non c'era tanto pesce, mi rifarò la prossima volta. :frustry::frustry::frustry:

    Un abbraccio Sarino.

    I pesci son veramente bastardi: sanno a che distanza puoi tirare. Mi è capitato di rompere l'asta o in generale di avere il primo fucile fuori uso e di usare il muletto: bene i pesci stavano a distanza di tiro da primo fucile (il 100) , impossibile per il fuciletto che avevo in mano (il 75)

  9. e non è finita ....
    Anzichè menarla al Supremo (vedi il post sull'imperdibile cilecca), sarebbe stato meglio farmi i C***I miei
    Ieri pomeriggio mi riconsegnano la macchina dopo aver cambiato la batteria. Mi dicono che era andata, che era piccola per la macchina ect etc. Non mi piace l’insistenza dimostrata nel dire che sarebbe meglio mettere quella originale, ma alla fine me ne vado tutto felice a vedere mio figlio che sta facendo un CTH: si tratta di una delle selezioni per la nazionale under 16 di hockey su prato. Niente di che, visto che è la selezione ligure, ma per il ragazzo è una cosa “sentita”. Sono in 20 con tutti gli allenatori delle 5 squadre liguri, più uno dei responsabili della nazionale. Ho visto 1 ora e mezza tra allenamento e partita finale ed era incredibile la concentrazione di questi ragazzini: nessuno parlava, sempre ad ascoltare le indicazioni e le istruzioni degli allenatori e di corsa anche negli spostamenti tra un esercizio e l’altro. Erano irriconoscibili: questi ragazzini li conosco tutti vedendoli ormai da 3 anni e sembravano tutti degli alieni. Non li ho mai visti colpire, driblare e difendere in quel modo: erano tutti bravissimi sicuramente oltre le loro normali capacità a dimostrazione che la voglia di fare ti fa fare cose impensabili. Nella partitella finale hanno fatto 4 squadre da 5 giocatori che giocavano nel campo da 7: sembravano indemoniati erano ovunque e coprivano tutto il campo solo in 4. Alla fine 2 chiacchiere con i mister e si torna a casa. Son contento anche perché Erica ha passato un mezzo orale (diritto privato) ed è a quota 3,5 nel primo anno. Prima di rientrare a casa passo dal box, che si trova a 150 metri dal mio parcheggio, per lasciare quel minimo di prosecco che serve alla bisogna (24 bottiglie). Spengo la macchina, scarico, risalgo e parto …. O meglio provo a partire. Inutile dire che le lancette se ne vanno in giro per il cruscotto e non parto. Son vicino al ricovero, ho solo una piccolissima salita: sarebbe niente se non si dovesse spingere un chrysler voyager …. Recluto, mia moglie, mia figlia, un amico e due passanti e riusciamo nell’intento. Questa mattina mi presento dalla macchina alle 7.30: ho la fortuna che il mio parcheggio è in una nota azienda genovese (la DEPA) che fa al caso miovisto che sono una carrozzeria, fanno tagliandi, cambi gomme etc. Non è quindi un problema per loro far partire la macchina con i cavi. Parto faccio circa 500 metri, che si accende la spia della batteria, poi quella dell’airbag, poi si abbassa la radio, si stacca il blootoot, poi il cruscotto si trasforma prima nell’albero di natale con tutte le spie accese, che di colpo poi si spengono. Anche senza essere un TENNICO capisco che l’alternatore non carica più e che presto la macchina mi lascerà a piedi. Inverto la marcia e tento di raggiungere il parcheggio …. Tento appunto…. La macchina si ferma bloccando il traffico. Tutti suonano, io metto il triangolo e provo a spingere la macchina fuori dai piedi, ma è rimasta la marcia (ho il cambio automatico) e tutto è bloccato. Arrivano anche due vigili che si offrono di aiutarmi, mentre le macchine e gli autobus devono salire sul marciapiede per passare. Telefono alla Depa e il titolare mi viene in soccorso con la batteria portatile. Davvero gentile: avrebbe potuto mandarmi un carro attrezzi, ma ha preso la moto è venuto e mi ha evitato una spesa inutile. Riparto e quando entro nel parcheggio la macchina si spegne ancora. La lascio a loro da riparare e stasera ne sono tornato in possesso. Oggi per andare in ufficio uso il pandino di mia moglie ed il supremo, durante il viaggio di ritorno, mi chiede se sono in treno: gli confermo che sono su un pandino lanciato velocità centrifuga!!!! Quando gli racconto l’accaduto, gli faccio provare grande piacere e ride come uno scemo, ricordandomi che con il “camion” (il chrysler) vado di norma come una lumaca tanto che le mosche si spiaccicano sul lunotto posteriore e che con panda ci devo dare piano.
    Credo di aver pagato lo scotto

  10. Sei una forza con i tuoi racconti, qualche anno fa abbiamo dovuto portare a casa due colleghi con le muta addosso, erano messi peggio di te, gli avevano rubato i borsoni accuratamente nascosti tra gli scogli, dove oltre agli indumenti avevano anche le chiavi della macchina.

    Grazie per la mail tutto ok adesso dovrò impegnarmi a capire il funzionamento.

    Buon mare.

    Sarino.

    Mi rubarono tutti i vestiti (in realtà costume e maglietta) ad agosto in Sardegna nel 2003. Ecco un estratto del mio racconto e di quello di Maurizio (l mio compagno).

    Mentre ammiro il pescione, Maurizio va a prendere le borse che avevamo occultato in spiaggia, in un posto che solo un free-climber poteva raggiungere. Mi dice che non trova la mia borsa e allora la cerco io. Le borse erano a soli tre metri e la sua c’è, mentre la mia è sparita con tutto il suo contenuto: ciabatte de-fonseca modello extralusso praticamente nuove, costume e maglietta, chiave per candela e soprattutto la mia parure di uridon per il buon funzionamento del mio pisciarino. Che il mondo fosse pieno di scemi lo sapevo, ma fino al punto di rubare una borsa, che puzza di “piscio” e che è pure rotta che contiene pure preservativi bucati è davvero da grandi geni!!!

    Anche lo scorso hanno mi ritrovai nelle stesse condizioni, ma mia moglie potè andare a prendere il costume a casa: questa volta la situazione è ben più tragica. Non ho nulla per coprirmi e devo pure fare un bel tratto per arrivare alla macchina e diversi chilometri per arrivare a casa.

    Per fortuna che le chiavi le avevo nascoste in altro luogo, se no ero davvero a posto!!!

    Mettiamo tutta l’attrezzatura in una borsa (che ora peserà almeno 30 chili) e mi infilo l’accappatoio che gentilmente Maurizio mi presta. Voi penserete “quale è il problema?” almeno sei coperto: il problema è che l’accappatoio di Maurizio è in realtà riciclato dalla moglie che non è proprio quello che si dice un marcantonio. In pratica mi arriva appena all’inguine, non riesco neppure a sorridere senza alzare le braccia (in modo simile a quei burattini dove tirando un filo posto tra le gambe, il burattino alza la testa, gambe e braccia) e di allacciarlo davanti non se ne parla proprio: mancano almeno 20 cm. Con un colpo di classe, riesco con la cintura almeno a tenerlo fermo, creando di fatto una finestra su quello che è l’oggetto del desiderio.

    Non vi racconto gli sforzi penosi che faccio, ogni volta che incontro dei bagnanti, cercando di coprire gli zebedei con lo scooter tenuto nella mano sinistra, mentre con la destra tengo una maniglia della borsa stracolma. Maurizio ride come uno scemo (ma è veramente così comica la cosa?) raccontandomi lo spettacolo che vede un bagnante che si trova di fronte due disperati che sorreggono una borsona, due scooter e uno è perfino a pisello all’aria e che deve pensare chissà quali cose quei due pervertiti avranno fatto!!!

    La cosa fa felice anche Guidone che, avvisato al telefono, non riesce a fermare la crisi isterica quando gli racconto che se mi fermano i caramba di certo mi arrestano, visto che sono seduto con il pisello di fuori di fianco a Maurizio che guida.

    L’esibizionista involontario ovvero come Maurizio ha vissuto la borsa rubata

    Il giorno della cattura del corvone, per non smentire la nostra fama di sfigati di professione non appena a terra ci accorgiamo che la borsa di Piero è sparita. La mia c’è ancora forse per una più fortunosa collocazione dagli sguardi di qualche cretino che ha deciso perlopiù di fare un dispetto, visto che nelle nostre borse non c’era nulla che potesse interessare a meno di essere un fan feticista del Piercarrera...

    A parte il disappunto per il furto, abbiamo un problema: il Presidente non ha uno straccio da mettere addosso. E seppur coperto da abbondante lanugine non basterà di certo a coprire le pudenda.

    La temperatura subsahariana esclude l’utilizzo dei pantaloni della muta, e allora?

    “Ti presto il mio accappatoio!”. Risolto? Mica tanto. L’accappatoio in questione che uso per la pesca è un vecchio accappatoio di mia moglie alta circa 1,53 m. senza cintura e se a me va leggermente risicato al presidente fa l’effetto della foglia di fico.

    Immaginateci ora con la pesantissima megaborsa-portafucili-schienalini etc. uno spallaccio per uno. gli scooter nelle mani esterne e l’accappatoio che a malapena arriva sui fianchi lasciando abbondantemente scoperta l’unica parte da coprire mentre percorriamo la lunga stradina che è ovviamente piena di coppie, famiglie con bambini e comitive di turisti che arrivano alla spiaggia sottostante.

    Il tentativo di coprirsi con lo scooter si rivela presto velleitario sia perché è chiara a tutti i passanti l’evidente nudità di Piero sia perché le forze vengono meno e così lo scooter scende sfrontatamente oltre la soglia necessaria. Solo la terribile fatica del viaggio mi impedisce di sganasciarmi pubblicamente, ma anche il Presidente la prende con filosofia. Un grand’uomo il Presidente; nudo ma con stile!!!!

    Alla macchina finalmente riprendiamo fiato: “Forse è meglio che guidi tu. Sarebbe difficile da spiegare ad una pattuglia della Polstrada....” E ridiamo ancora.

  11. Era davvero da parecchio tempo che non mi ritrovavo coinvolto, mio malgrado, in una uscita dai risvolti muppet.

    Per la pigrizia e le temperature del mattino molto rigide degli ultimi giorni, decido di partire da casa e tornare con la muta indosso: il viaggio verso la destinazione di pesca non è poi così lungo da potermi far bollire. Faccio anche una seconda scelta che, alla luce dei fatti, si rivelerà sbagliata: di norma, quando l’acqua comincia a schiarirsi, porto con me il 104 e come secondo fucile Berta. Oggi voglio invece portare in acqua ancora il fido 90; a questo punto come secondo fucile porto il 75.

    L’acqua è pulita e infestata di una quantità incredibili di cinti di venere ed altre forme di vita plantoniche. Mentre ti immergi avverti con un minimo di apprensione i continui urti del tuo corpo con questi invertebrati, alcuni dei quali sfoggiano colorazioni fluorescenti davvero belle da vedere.

    Inizio i primi tuffi e mi avvicino ad un masso dove per due volte, in passato, ho visto un be sarago: il sasso è passante e trovo il pinnuto che mi dà la schiena dall’altra parte dello scoglio. Lo invito a cena!! Ci vorranno 10 minuti per recuperare il pesce da una parte e far uscire l’asta dall’altra, ma cosa non si fa per un accompagnamento in forno con pinoli ed olive?

    Alterno percorsi da galla a tuffi ed in uno dei miei agguati di superficie, incrocio un bel cefalo. Prendo la mira e anziché tirare indugio e continuo a farlo avvicinare. Mentre il pesce riduce le distanze sento nascere in me uno strano sentimento: il braccino mi sta assalendo ed il tiro è un vero disastro. Poco male, anche Berta qualche tiro lo deve pur sbagliare!! Poco dopo, con la nobile arte della PDG (Pesca Da Galla) riesco a sorprendere un bel pizzuto tra gli affioranti: vedo la sua codona eclissata dietro un massone e non devo far altro che aspettare che esca.

    Il terzo pesce è, tanto per cambiare, un … sarago. Ho visto due pesci mangiare alla base di un masso e utilizzo un percorso per arrivare sui pesci senza che questi mi vedano. Mi aspettavo un tiro direttamente nel troncone di coda, ma il più piccolo scatta, mentre il fratello maggiore viene a vedere chi è l’intruso. Rinnovo anche a lui il mio invito a cena. Qui succede il primo fattaccio: recupero il pesce, lo eviscero e lo attacco al pallone, poi afferro l’asta, la guardo e vedo che si è rotta in corrispondenza della prima tacca. È ancora attaccata al nylon perchè uso l foro più avanzato. Non riesco a spiegarmi cosa sia successo: è praticamente nuova (seconda uscita) tanto che la punta è ancora perfetta ed è vero che il tiro è terminato su uno scoglio, ma non capisco come si possa essere rotta: probabilmente era fallata. Passo al 75: con l’acqua che c’è mi sembra di impugnare uno stuzzicadenti!! Mi ritrovo a sacramentare visto che con gli elastici che monto anche il più corto della famiglia è una impresa da portare alla seconda tacca e maledico la scelta di non portare il 104.

    Proseguo i miei tuffi fino a che non individuo un gruppo di cefaloni dietro uno scoglio: mi lascio scivolare fino a rasentare lo scoglio e mi affaccio. Purtroppo le solite salpe danno l’allarme e penso già ad una cattura sfumata, poi un bel pesce torna sui suoi passi: è a distanza da 90, ma ci provo. Il pesce è preso alto, rimane in asta e dopo 5 piroette si libera. Peccato.

    A questo punto vai a caricare e dopo essere arrivato alla prima tacca e aver ripreso fiato .. sden. L’ogiva era mal posizionata e mi prendo una randellata sulle dita di entrambe le mani: per fortuna che ho i guanti spessi. Mi viene in aiuto il carichino di Silver (un pezzo di acciaio con due ardiglioni) che mi permette di caricare senza avere più le mani dentro gli elastici.

    Ormai sono a fine pescata e torno indietro. Quando esco il sole è ormai alto e picchia decisamente. Inizio la mia sudata già nel percorso per raggiungere la macchina che, ovviamente, è sotto il sole. Sistemo tutto entro e ….. quando inserisco al chiave e giro per avviare il motore, tutte le lancette presenti nel quadro iniziano ad andare avanti e indietro. Purtroppo è una scena già vissuta: o motorino di avviamento in corto o batteria a terra. Per fortuna sono abbastanza vicino all’ufficio e telefono. Mi viene a prendere un collega. Mentre lo aspetto son sempre sotto il sole e la temperatura interna continua a salire. Quando arriva si fa una risata e carica la mia attrezzatura in macchina. Forse non l’ho ribadito abbastanza, ma i son sempre con la muta e non ho cambi!!!! Non avete idea dei suoi commenti, quando mi vede sistemare sul sedile prima un accappatoio che ha sicuramente fatto molte battaglie, poi due coperture in plastica (di quelle che usano quando fai i tagliandi) ed infine due tappetini in plastica con bordo rialzato. MI accompagna in ufficio dove, mi attende praticamente un comitato di benvenuto e oltre alle prese in giro mi danno un “muletto”. Trattasi di una C4 nera (il perché ho specificato il colore, verrà svelato più tardi) immatricolata come autocarro ed usato per i compiti più disparati. Questo significa che è utilizzato da una mezza valanga di persone che di certo si preoccupano poco dello stato di salute del mezzo. La prima cosa che mi tocca fare è il gasolio: ovviamente era a secco. Per quanto indossi la mia muta con disinvoltura e abbia anche nascosto il pisciarino, la mia operazione non passa inosservata. Finalmente parto alla volta di casa e tento di refrigerarmi accendendo il climatizzatore: mai errore fu più grande. Non solo dalle bocchette non esce aria fresca, ma quella che arriva ha un odore che è una via di mezzo tra la puzza di piede e la muffa. Per raffreddarmi dovrò tener aperti i finestrini. Entro in autostrada e dopo una decina di chilometri trovo una bella coda per lavori: inutile dire che son nell’unico tratto dove non ci sono gallerie. La situazione comincia a farsi critica: sono con la muta da 7 mm, in una macchina nera, sotto il sole su asfalto rovente …. Non so cos’altro potrebbe mancarmi. Lo scoprirò poco dopo quando arrivato al casello una bella paletta mi invita ad accostare …. C’è un posto di controllo della polizia ….

    Ricapitolando la situazione è la seguente:

    sono alla guida di un autocarro che dovrebbe essere utilizzato solo per lavoro

    indosso la muta e sto sudando come un maiale

    non ho il foglio che dice che posso guidare quella macchina (ce l’ho solo per la mia e non ero nell’elenco di quello della macchina)

    Quando mi fermano, la prima frase che gli dico è: “so che non ci crederete mai, per cui arrestatemi!!!” Poi racconto la mia storia e loro, dopo aver comunque controllato i documenti di guida e quelli della macchina, mi lasciano andare con un sorriso. Inutile dire che la doccia a casa l’ho fatta fredda e ancor ora sento della vampate di calore.

    Non c’è che dire una vera giornata da muppet

  12. Ciao Piero, "credo sia questo il tuo nome" ho visto i tuoi video sono belli, e berta è un'arma che non perdona, ho qualche domanda da farti se mi permetti.

    Che cam usi, che programma usi per passarli su youtube, ultima domanda come fai per inserire il link nella discussione. Grazie e buon mare.

    Si Piero è il mio nome, mi fa piacere che ti piacciano i miei filmati e veniamo alle tue domande.

    Fino al 2013 usavo una xtc200 della midland, dal 2013 ho la xtc 280, sempre della midland.

    Per "montare" un filmato uso AVS video editor: elimino parti che non servono, posso mettere insieme più azioni e inserire dei rallenty, oltre a inserire scritte.

    Quando carchi un filmato su Youtube, ti indica il codice da incorporare: quello è il "link" che devi mettere.

    Se ti serve altro non devi che chiedere

  13. Ecco il resoconto dell'uscita successiva all'impedibile cilecca

     

    Ancora tu, non dovevamo vederci più

    È questo quello che penso mentre impugno Berta nel mio “laboratorio”: lei mi guarda in cagnesco; non ha preso bene il fatto che la volta scorsa abbia portato in mare il Mr.Dark, ma ora che l’ho restituito al proprietario è lei che torna il pool position. Cerco di farle capire che il tradimento è stato solo una questione fisica, senza alcun coinvolgimento emotivo, ma non mi sembra che l’abbia presa bene. A questo punto mi gioco le ultime carte: Cambio asta, cambio il nylon e pure l’adesivo con il suo nome. La voglio far sentire coccolata .. quasi quasi le prendo anche la mimosa …. Arrivo al mare con un leggero ritardo sull’alba: mi aspetto acqua fredda e bianca. Le previsioni sono confermate e, da bravo muppet, si spacca l’ogiva mentre carico nel bagnasciuga. La sostituisco con una snodata e cerco di caricare: prova che ti riprova mi rendo conto che con questa ogiva, mi mancano 2 mm per arrivare alla seconda tacca. Berta mi guarda male, come si guarda uno un po’ sfigato che non ha forza e mi rassicura: anche alla prima tacca farò il mio lavoro!!! Non faccio tempo ad entrare in mare che noto una bella spanciata. Data la profondità non riesco quasi a tenere il fucile in acqua ed individuo un bel cefalone che si muove tra i sassi. Inutile dire che sfruttando gli affioranti, riesco a farmi sotto e aspetto che si eclissi dietro uno scoglio per anticiparlo dalla parte opposta: morale della favola, tiro senza storia che mette in evidenza l’asta nuova!!!. Torno a sedermi sulla spiaggia, pulisco il pesce e ricarico. Faccio in tempo a raggiungere una puntina e ad accendere la cam, che un secondo cefalone mi passa davanti: aspetto quanto posso e poi sparo, quando il pesce inizia a capire il pericolo. Purtroppo la cam è in ritardo (questi 8 secondi son veramente troppi), ma il carpaccio NO!! Berta se la ride: Tiro un po’ basso, ma lunghetto e alla prima tacca ci sta tutto. Mentre infilo il pesce nel cavetto vengo superato da un sub. Poco male, lo raggiungerò e proporrò a lui la pescata di coppia: nel posto in cui sono se ci si fa concorrenza non pesca nessuno. Quando lo chiamo, si gira e …. “Ciao Pier”. Belin mi ha riconosciuto, anzi ha riconosciuto plancetta e Berta!! Quando lo sento parlare non ho dubbi: è Giorgio, un vecchio amico di lista!! Facciamo 4 chiacchiere e conveniamo per la pescata di coppia. Giorgio fa un tuffo e poi è il mio turno. L’acqua è bianca e al limite della visibilità transita un cefalo: inutile tentare un bolla d’aria e provo con la glottide: il pesce sembra calamitato verso la mia posizione. Tiro piazzato, ma lungo che mi assicura comunque la cattura. I tuffi continuano nella mangianza nervosa e Giorgio troverà il motivo dell’agitazione: un bel barracuda si prende una fucilata. Poco dopo ripeto la cattura di un cefalo con la glottide: oggi sembra proprio funzionare per attirare i pinnuti. Inizia a far freddo e torniamo. Siamo entrambi contenti per aver evitato il cappotto

    http://youtu.be/4IGUw28QQP

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