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I nuovi vertici CMAS: intervista a Michel Gaunard

| 4 Agosto 2009 | 0 Comments

In occasione dei Campionati Francesi di nuoto pinnato, svoltisi a Epinal a cavallo tra Maggio e Giugno, abbiamo raccolto quest’intervista con Michel Gaunard, il nuovo presidente della Commissione Nuoto Pinnato della CMAS, Confederazione Mondiale Attività Subacquee.
Dopo quattro anni di presidenza italiana la commissione torna ad essere guidata da un transalpino che qui ci espone la sua visione di questa splendida disciplina.

Michel Gaunard premia Michel Kitchev, tecnico di Toulouse e della Nazionale Francese – Foto: E. Traverso

Potete presentarvi al pubblico italiano? Come vi siete avvicinato al mondo dello sport e del nuoto pinnato in particolare?
Ho 48 anni e dal 1970 sono nell’ambiente del nuoto pinnato dove ho compiuto tutte le tappe: sono stato nuotatore fino al 1987, in Nazionale Francese tra l’84 e l’87 con cui ho vinto diverse medaglie in staffetta ai World Games dell’85, quindi mi sono occupato delle squadre nazionali di fondo fino al ’92 e di quelle piscina fino al ’97. In seguito ho fatto quattro anni come vice-presidente della Commissione Nazionale NP e ne sono il presidente dal 2001. E’ quindi da ben 38 anni che faccio parte di questo mondo e dall’84 anche a livello internazionale: prima come nuotatore, poi come tecnico delle rappresentative nazionali e responsabile delle delegazioni’ insomma, è sicuramente uno sport che conosco bene!

Qual è la situazione della nostra disciplina in Francia e quali le possibilità di sviluppo?
Rispetto ad altri paesi, in Francia abbiamo un assetto legislativo molto rigido che inquadra tutte le attività sportive: noi ci inseriamo chiaramente in questa situazione. Il nuoto pinnato è affiliato alla FFESSM (Federation Française d’Etudes et des Sports Sous-Marins) che gestisce tutti gli sport subacquei e di cui è il fiore all’occhiello. Dal punto di vista dello sviluppo, penso ci sia bisogno di una politica più ‘volontaristica’; se è vero che negli ultimi anni, sul piano dei risultati internazionali, abbiamo dimostrato di poter portare atleti ai massimi livelli, il problema ora è lo sviluppo delle società di base, l’organizzazione nelle province e regioni’ cioè ciò in cui siamo ancora in difetto. Era d’altronde uno dei punti principali del mio programma in occasione dell’ultima elezione in Francia a Marzo. Negli anni a venire dovremo concentrare la nostra attenzione sui club, nella misura in cui noi stessi, come nuoto pinnato, abbiamo modificato il cursus formativo e cambiato l’organizzazione sul piano amministrativo, soluzioni che ci permettono oggi di essere molto più pronti ad accompagnare la Federazione in questo lavoro di incremento dell’attività sportiva. Ovviamente sono istanze che devono essere portate avanti anche a livello federale, ma è sicuramente il punto più importante su cui lavorare in questo momento.

La 4×100 francese bronzo agli Europei 2008 – Foto: E. Traverso

In Italia e in diversi altri paesi uno dei problemi maggiori è trovare spazi acqua per l’attività: è un problema anche francese? Che soluzioni eventualmente si possono adottare?
In Francia viviamo in una situazione diversa in quanto la quasi totalità degli impianti sono gestiti dagli enti locali e dunque appartengono alla comunità. Tuttavia abbiamo problemi simili in riferimento al fatto che le società di nuoto puro sono ben installate nelle piscine ed è spesso difficile ottenere corsie per gli allenamenti di pinnato. Per di più c’è stata una politica di incremento delle piscine in Francia, con un programma che all’epoca si chiamava ‘Mille Piscine’, che ha visto costruire a metà degli anni ’70 un migliaio di piccoli impianti da 25 metri e 4 corsie, destinati alle varie discipline acquatiche. Oggi però queste strutture sono inadeguate. Per esempio, vicino a dove risiedo, una città ha appena deciso di chiudere la piscina senza rinnovarla o ricostruirla, e il club locale – che mandava atleti ai Campionati Francesi e ne aveva perfino di selezionati per la Nazionale Giovanile – scomparirà. Quindi questa problematica si aggiunge a quella della difficoltà d’accesso alle piscine e alla non omogenea ripartizione degli impianti nel nostro paese. Se pensiamo alla regione di Parigi ‘ Ile de France, rispetto alla popolazione è assai poco sviluppata per numero di piscine’ un altro bel problema.
Sul piano del finanziamento all’impiantistica la Federazione non si è esposta in tal senso e non è nelle sue possibilità, perché se neanche una Federazione come quella del nuoto tradizionale (con molte più risorse della nostra) è proprietaria di strutture, non vedo come potremmo esserlo noi. In ogni caso, per come è concepito lo sport in Francia, specie quello amatoriale, non credo sia il sistema che viene perseguito.

Da un mese siete stato eletto anche in seno alla CMAS come presidente della Commissione NP: qual è stata a vostro avviso la carta vincente per farvi eleggere?
Penso che quello che mi ha permesso di essere eletto sia il fatto di essere conosciuto nell’ambiente e la visione del lavoro svolto negli ultimi anni in Francia. Ho discusso con molti responsabili di Federazioni straniere prima delle elezioni, condividendo molte posizioni per quanto riguarda il futuro della disciplina. Un’elezione è un’elezione’ ho raccolto più preferenze del mio avversario ed è tutto. Credo di portare nuova linfa visto il mio passato di sportivo di alto livello, vista la mia esperienza dirigenziale in Francia e anche il mio impiego dato che sono un professionista del mondo dello sport e lavoro come direttore di tutti gli impianti in un Comune ed ho quindi contatti con tutte le Federazioni. Porto tutte queste esperienze che metto a disposizione della CMAS e del nuoto pinnato in particolare.

Prova di velosub, specialità in cui i francesi eccellono – Foto: E. Traverso

Come valutate il lavoro svolto dai vostri predecessori e qual è lo stato in cui prendete in mano il pinnato?
Per quanto riguarda il lavoro della passata commissione, il fatto più importante è stato l’introduzione dello stile pinne nelle competizioni internazionali. Aspetto di vedere i prossimi campionati per giudicare lo stato di salute del nuoto pinnato mondiale perché negli ultimi tempi mi sembra ci sia stato un calo di partecipazione, ma piuttosto che parlare del passato preferisco pensare al futuro. Credo che la CMAS debba impegnarsi al massimo per sviluppare il nuoto pinnato, anche nei paesi più piccoli. Penso che ogni paese abbia, per così dire, una sfera di influenza attorno a sé, e che le nazioni storiche di questo sport abbiano una sorta di responsabilità nell’impegnarsi perché questo sviluppo avvenga dove ancora manca. Anche per averne parlato con i responsabili delle federazioni straniere credo che le bipinne possano giocare un ruolo importante in questo processo, introducendo una fase intermedia tra la pratica nazionale e l’alto livello internazionale.

Ritenete dunque che le bipinne possano essere una soluzione, nonostante lo scarso successo che riscuotono in Francia?
Se la domanda è posta al Presidente della Commissione Nazionale Francese rispondo che le bipinne, per quanto riguarda le competizioni, non sono propriamente la nostra finalità. Oggi in Francia stiamo comunque sviluppando un concetto di Scuola di Nuoto Pinnato per i più piccoli con un intero percorso formativo dove effettivamente utilizziamo le bipinne.
Se la domanda invece è posta al Presidente della Commissione CMAS, penso che in alcuni paesi possano essere un valido strumento perché tra i tanti problemi c’è ancora la difficoltà di trovare materiali a prezzi ragionevoli. Inoltre visto che abbiamo tanti tecnici preparati sull’argomento spero, come dicevo, che possano essere l’anello di congiunzione tra la pratica su scala nazionale e l’alto livello internazionale.

La squadra francese di fondo ai CMAS World Games di Bari 2007 – Foto: T. Rizzi

Un altro dei grandi problemi, non solo nel nuoto pinnato, è stato quello dei costumi di nuova generazione: qual è la posizione della Commissione?
Sono stato eletto da circa un mese quindi non esiste propriamente una posizione della Commissione CMAS dato che non vi è ancora stata una riunione e non è stato posto il problema. Tuttavia è sicuramente il problema più immediato che dobbiamo risolvere. La CMAS ha atteso e credo che l’esperienza dimostri la bontà di questa scelta. Vediamo oggi che la FINA non riesce a controllare realmente lo sviluppo dei materiali, c’è un’evoluzione assai rapida, hanno testato 300 costumi’ come potranno i giudici riconoscere in una gara internazionale tra tanti marchi diversi? E’ assai complicato e quindi penso che abbiamo fatto bene ad aspettare: possiamo osservare ciò che succederà alla FINA ma parimenti avanzare delle nostre decisioni indipendenti mentre credo che loro prima o poi saranno costretti a fare marcia indietro. La questione dei costumi di nuova generazione è un vero problema: ritengo il pinnato, anche per via delle monopinne, uno sport che potremmo definire tecnologico, e ovviamente il costume rientra in questo campo. Non possiamo sfuggire, semplicemente dovremo fissare dei limiti. La posizione attuale della CMAS ci permette di guardare le cose con più tranquillità: siamo stati assai rigidi ma è stato un bene, anche perché non abbiamo gli stessi mezzi di altri. Questa è la base su cui discuterò con i miei colleghi che compongono la Commissione nei prossimi mesi.

Pensate che il settore Master possa avere un futuro a livello internazionale?
Sì, sul piano teorico credo sia possibile anche se su modi e tempi oggi ancora il problema non è stato posto. In Francia abbiamo lanciato un campionato Master di fondo dallo scorso anno anche se è vero che i master partecipavano da lungo tempo alle nostre competizioni. Ritengo che, esistendo il nuoto pinnato da ormai più di 40 anni, ci sia ormai un’intera generazione di nuotatori in età master e che questo settore possa avere un avvenire. Si fa in tutti gli altri sport, non c’è motivo che non si faccia da noi. Io stesso se non fossi preso dai doveri istituzionali penso che sarei con una mono ai piedi a prendere il via affianco ai miei vecchi compagni.

Raphael Smolin Froissart, campione mondiale a Bari 2007 nella 6km – Foto: T. Rizzi

Credete che la formula dei CMAS World Games abbia speranze di sopravvivere dopo l’annullamento della Tunisia quest’anno o che Bari2007 sia stato un esperimento fine a se stesso?
Abbiamo fatto due edizioni anche in Francia, nel 2007 e nel 2008, con tutte le discipline riunite, quest’anno abbiamo avuto alcune difficoltà e abbiamo preferito organizzarci diversamente. Come tutte le esperienze c’è del bene e c’è del male, vale anche per Bari. Quello che sicuramente bisogna ricordare è che eventi del genere permettono di raccogliere insieme circa un migliaio di atleti, e che se la mediatizzazione è ben fatta è un bel modo per far conoscere le attività subacquee. Ho appena preso le funzioni di Presidente e non conosco ancora le intenzioni del Bureau CMAS. La nuova Commissione studierà il problema per poter eventualmente rispondere alle sollecitazioni del Bureau o avanzare proprie proposte.

Approposito di mediatizzazione del nuoto pinnato, ci sono progetti a riguardo?
La comunicazione, nella nostra società, è indispensabile perché una disciplina sia conosciuta ma è anche vero che ci si scontra assai rapidamente con problemi economici. E’ comunque una questione imprescindibile che magari potrà essere risolta attraverso i Giochi della CMAS che monopolizzino gli sforzi economici e siano più interessanti dal punto di vista mediatico. Ma non ci sono solo i media ad alto livello, con i mezzi messi a disposizione nella società di oggi, internet su tutti, le informazioni, video e foto possono circolare ugualmente.

Michel Gaunard attorniato dalla Nazionale Francese a Eger 2008 – Foto: E. Traverso

Spesso si dice che uno dei principali problemi della CMAS sia la lunghezza nelle prendere decisioni (vedi caso Tunisia): come si risolve questa problematica?
Non necessariamente il problema dell’annullamento dei World Games di quest’anno è legato all’organizzazione e alla lentezza della CMAS. Se c’è una cosa imprescindibile è che le decisioni della CMAS sono prese dal Bureau Executive, questo avviene in tutte le Federazioni. Ci sono poi le Commissioni che fanno proposte ma è così che funziona. Se si può migliorare o accelerare il processo decisionale, con gli elementi che ho oggi, non posso dirlo. La prima cosa che ho comunque domandato ai responsabili delle Federazioni presenti alle elezioni CMAS è che si facciano proposte alla Commissione Internazionale per il calendario 2010-2011. Auspico che in occasione dei Campionati Mondiali di San Pietroburgo in cui ci sarà una riunione della Commissione si abbiano già delle tracce per l’organizzazione dei Campionati fino al 2011. Penso che il problema sia costruire un calendario pluriannuale e il mio obiettivo, forse utopistico, è avere a metà 2010, non dico un piano rigido ma almeno delle prospettive su tutto il quadriennio come si faceva un tempo. Faccio questa analisi perché è stato un problema vissuto anche in Francia. In questo modo sia gli organizzatori potranno meglio preparare le competizioni che le Federazioni e gli atleti programmare l’attività.

Per concludere, avete un messaggio da trasmettere?
Spero davvero, attraverso la Commissione Internazionale che ho riunito, di poter aiutare il nuoto pinnato a diventare sempre più forte!

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Category: Nuoto Pinnato

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