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Gare Pesca Sub a Squadre: Mazzocchi, La Mantia e Verri Raccontano la Vittoria

| 25 Gennaio 2021

Abbiamo intervistato i vincitori del campionato italiano per società 2020 svoltosi il 31 ottobre a Santa Marinell; la squadra composta da Diego Mazzocchi, Emanuele Verri e Roberto La Mantia si è imposta sulle 24 squadre partecipanti venute da tutta l’Italia: ecco il loro racconto.

Una Preparazione Travagliata

La gara verrà ricordata come il campionato del Covid e l’organizzazione si è dovuta adattare alle prescrizioni vigenti, dovendo affrontare diversi problemi, risolti egregiamente dal presidente della società organizzatrice (Spearfishing Marine Team) Luciano Capogrossi e dal suo vice, Luca Gallotta. Fino a pochi giorni prima non sapevamo se la gara si sarebbe svolta regolarmente oppure se sarebbe stato annullato tutto.

Questo ha inciso molto anche sul fattore psicologico degli atleti; eravamo pronti a partecipare, carichi al massimo per il 3 ottobre, ma purtroppo una forte mareggiata ha sconvolto i piani e ed è stato tutto rinviato al 31 ottobre.

Fra maltempo, pioggia, mareggiate e pandemia è stato difficile mantenere la concentrazione e il morale alto per tutta la preparazione. Pensavamo di perdere tempo inutilmente per poi vedere un laconico messaggio sul telefono con scritto: “la gara è annullata…”

Avevamo creato tra noi un gruppo su wathsapp, chiamato scaramanticamente “Campioni d’Italia”, in cui abbiamo parlato molto di strategia, punti, di zone nelle quali cercare e altre da escludere. Ci siamo concentrati su pesci stanziali come capponi, gronghi e murene.

Un Ciglio Sconosciuto e Una Tana d’Altri Tempi

Un pomeriggio, scandagliando, abbiamo trovato un ciglietto in 12 metri d’acqua che nessuno di noi tre conosceva e dove c’erano 3 capponi: due piccoli e uno sul chilo. Poco distante invece c’era una tana con il fondo sabbioso, che ospitava 2 cernie bianche. Abbiamo condiviso le nostre tane e zone migliori, soprattutto quelle con le corvine, e ci siamo concentrati elaborando varie strategie che ci avrebbero permesso di fare risultato con qualunque condizione meteo.

Ci eravamo imposti di trovare almeno un posto vergine, cosa rarissima a Santa Marinella, dove pescano la maggior parte dei laziali e soprattutto i romani. Ma con tanto impegno le nostre aspettative non sono andate deluse e siamo riusciti a scovare due posti frequentati da grosse corvine e bei saraghi. Il posto più bello dei due era uno spacco in mezzo al piatto, a 27 metri di profondità, che dava riparo a un volo di una decina di grosse corvine, pesci da 2 chili, e a diversi grossi saraghi.

Trovare questo spot magico è stato gratificante e ci ha regalato dei momenti di autentica euforia ma, l’esperienza di agonisti ci ha subito riportato con i piedi per terra, e ricordato che durante la competizione tutto può accadere, e non ritrovare nulla di quello spettacolo era un’eventualità tutt’altro che remota, di cui tenere conto. Quindi abbiamo insistito a cercare posti nuovi e a ri-controllare ogni posto già conosciuto. La visibilità per giunta era spesso veramente precaria, circa 1 o 2 metri, e in acqua non era per niente piacevole stare, tuttavia sapevamo che era parte del gioco e nulla ci avrebbe fermato.

Pronti, Via: 2 Capponi in 2 Minuti e una Corvina che farà Bestemmiare

La strategia di gara è stata fatta in due ore durante le quali abbiamo deciso tutti insieme di partire su un tratto dove avevamo trovato dei capponi, per poi spostarci sul segnale di un grongo, e proseguire a pinne nei vari spacchi dove razzolare magari qualche tordo o sarago. Messi al sicuro i primi pesci, l’idea era di continuare facendo spostamenti veloci sugli altri segnali, andando prima sulle zone dove c’erano altri gommoni in modo da levare i pesci agli avversari il più velocemente possibile, per poi proseguire senza fretta su zone poco affollate.

Il giorno della gara, concentrati e carichi al massimo, partiamo dal porticciolo Odescalchi di Santa Marinella e ci dirigiamo verso il centro del campo di gara. Il mare è calmo e l’acqua sembra migliorata abbastanza. Dopo qualche minuto, alle 8:30, ecco il fischio del giudice. Ci dirigiamo come da scaletta verso la zona con i capponi in 15 metri di fondo: Diego si butta per primo, Roberto 20 metri più avanti e dopo 2 minuti abbiamo a bordo 2 capponi da mezzo chilo.

Recuperiamo i palloni e ci spostiamo velocemente su una zona di razzolo vicino al segnale del grongo trovato in preparazione. Diego scende e poco dopo cattura un tordo, mentre Roberto spara ed estrae il serpentone da una spaccatura lunghissima, usando un fucile da 90 centimetri. Continuando a pescare mette a pagliolo un altro cappone, mentre nel frattempo Diego fiocina una corvina di quasi 1 chilo, dentro uno spacco di saraghi.

Ci spostiamo velocemente verso dei gommoni, scende Emanuele che, al volo, fiocina una corvina proprio davanti ad un altro atleta, risale in gommone e ripartiamo veloci verso un’altra zona, inseguiti dalle “bestemmie” dell’atleta preceduto!

Una Cocente Delusione

A 30 minuti dal via abbiamo a cavetto 6 pesci più uno a coefficiente, decidiamo di iniziare a lavorare con un po più di calma cercando prima di tutto di completare le 5 corvine. Andiamo sullo spacco isolato con i corvinoni e i saraghi per provare a prenderne 3, completare la specie e mettere al sicuro il bonus. Scendono Roberto e Diego ma purtroppo di quelle magnifiche corvine e dei saraghi nemmeno l’ombra. Le condizioni sono cambiate, l’acqua è fredda e soprattutto sporca.

Nel tuffo successivo decidiamo di catturare una corvina sul mezzo chilo che sta proprio in fondo allo spacco, nella parte più buia. Il tuffo tocca a Roberto e, pochi minuti dopo, ripartiamo per il prossimo segnale.

Le Corvine Imprendibili e il Sarago da Chilo

Stavolta è il turno di Emanuele che scende su un sasso a 17 metri e colpisce una corvina fuori tana. Mentre risale fa subito cenno a Roberto di guardare sotto il sasso dove diverse altre si sono intanate; i pesci, nervosi, si sono rintanati nella parte più fonda dell’anfratto e si scorgono a malapena solo le code, decidiamo di non rischiare, se possibile torneremo in un secondo momento. Ci spostiamo più a terra, in 12 metri d’acqua su dei sassi accatastati, spacchi e grotto da razzolare, dove Roberto prende l’ultima corvina per il raggiungimento del bonus e, a pochi metri sotto il ciglio, Diego spara un cappone.

È trascorsa circa un’ora e mezza di gara, passa il giudice per chiederci come stava andando ma al momento abbiamo perso il conto, circa 10 pesci e le corvine completate. Il tempo di farci i complimenti e fuggiamo alla ricerca di qualche sarago per aggiungere un’altra specie. Su un sasso a 24 metri, Diego in caduta vede un bel sarago sul mezzo chilo, prova ad allinearlo ma fugge via; la planata si conclude vicino alla pietra, e tra gli spacchi scorge in lontananza un sarago da chilo che riesce a trafiggere con un breve agguato.

Nel frattempo Emanuele, che ha seguito tutta la scena pochi metri più su, è pronto ad intervenire per qualsiasi problema. Dopo l’euforia per il saragone ci dirigiamo sul ciglio delle due cernie bianche, che ospitava anche il grosso cappone. Scendono Diego ed Emanuele a poca distanza l’uno dall’altro, ma del pesce non c’è traccia.

Due Saraghi e Un Perfetto Lavoro di Squadra

In compenso Emanuele avvista due saraghi al libero e ne tenta la cattura dopo essersi fatto passare il fucile lungo. Scende e Diego lo segue. Appostandosi sotto il ciglio riesce a colpire uno dei due sparidi, mentre Diego intuisce che l’altro si potrebbe essere intanato in qualche spacco e si precipita a cercarlo; lo trova e lo cattura durante lo stesso tuffo.

A galla, entrambi con un sarago a testa, ci diamo il cinque e Roberto sul gommone salta letteralmente dalla contentezza. Mettiamo i pesci in ghiacciaia e, dopo una risata generale, ripartiamo verso un altro ciglio dove Roberto scende e prende un altro cappone.

È il momento di visitare delle piccole tane dove saranno già passati in molti, e infatti per i primi minuti non troviamo niente poi, dopo diverso tempo a controllare buco per buco, Roberto scova un bellissimo tordo da chilo e Diego, qualche metro più avanti fiocina l’ennesimo cappone. Siamo a quota 6 pesci “rossi” ma probabilmente 2 o 3 non saranno validi anche se di poco.

Senza perdere di concentrazione, ci dirigiamo verso un altro posto, presumibilmente vergine, a 30 metri di profondità. Scendono Roberto e Diego ma l’acqua è veramente improponibile, forse un metro di visibilità e per giunta scarso. A tastoni Roberto trova il buco e spara una grossa mostella, ma la strappa, forse per il fucile troppo carico. Nel frattempo Diego intravvede le code di alcune grosse corvine e di un’altra mostella ma l’acqua è davvero pessima e risale in gommone.

Un Sarago al Fotofinish

Roberto prova, inutilmente, altri 2 tuffi e poi decidiamo di spostarci. Mancano 15 minuti alla fine, raggiungiamo una zona dove Roberto ed Emanuele conoscono una tana di corvine ma sopra ci sono già 5 gommoni. Si butta comunque, ci sono 6 o 7 metri di fondo; proprio allo scadere del tempo Diego trova uno spacco con delle belle corvine ed un saragone di muso poco dentro al taglio. Lo prende, lo mette velocemente sotto la muta e risale in gommone. Il tempo è scaduto.

Mentre sistemiamo l’attrezzatura ed i pesci nel cavetto ci chiediamo se abbiamo vinto oppure no. Diego risponde: “io credo di si!” mentre, tirandosi su la giacca della muta, fa cadere sul paiolato l’ultimo sarago. Tra le risate e una grande contentezza generale, rientriamo in porto, sempre con la preoccupazione che qualcuno, nonostante l’impegno, abbia fatto meglio di noi.

L’Incertezza Prima della Vittoria

Nel frattempo gli atleti tiravano su i carnieri: la squadra di Trieste composta da Claut, Croselli e Cernuta ha un pescatone, con 5 grosse corvine, altri pesci e diverse specie e sembrava l’unico equipaggio che poteva davvero impensierirci. Anche la società di casa, la Foce del Mignone, con Marcelletti, Feligioni e Braccini ha fatto molto bene con 5 corvine ed altri pesci, ma dovrebbero essere dietro.

Alla pesatura risultano validi 15 pesci, 5 specie, più il grongo a coefficiente che ci fruttano 14.755 punti, ci aggiudichiamo il titolo di Campioni Italiani a Squadre 2020. Aver vinto a casa nostra e nel difficile campo gara di Capolinaro è stata una grande soddisfazione; questa vittoria ci rimarrà sempre nel cuore perché è stata fortemente voluta da tutti e tre i componenti della squadra in ugual modo e ci ha unito ancora di più come atleti in gara, come compagni di pesca ma, soprattutto, come amici.

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