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Assicurazione FIPSAS: pasticciaccio brutto

| 22 Gennaio 2012 | 3 Comments

Il 2012 in casa Fipsas è iniziato sotto i peggiori auspici, non poteva arrivare notizia più brutta di questa.
E’ di qualche settimana la notizia pubblicata sul sito federale circa la stipula del nuovo contratto assicurativo riguardante le attività federali dei tesserati FIPSAS  che, di fatto, proprio grazie a questo contratto appare sempre meno attenta alle necessità della sua componente Attività Subacquee.
Nel corso del 2011 è successo che Unipol Assicurazioni ha disdetto il precedente contratto assicurativo, chiedendo la stipula di un nuovo accordo, ovviamente più oneroso. Unipol ha motivato la rottura contrattuale con l’eccesso di risarcimenti richiesti per tesserati infortunati o deceduti durante l’attività federale. Di fatto sono stati accusati i subacquei in genere di aver avuto troppi incidenti ed aver sballato i conti all’ azienda assicuratrice.
Fipsas ha così proceduto ad una nuova gara d’appalto assicurativo (da concludersi obbligatoriamente entro il 31/12/2011 pena l’espulsione della Federazione dal Coni), definendo i nuovi limiti assicurativi in Circolare Normativa 2012 (come da estratto pubblicato sul portale federale).
Per la cronaca, ha vinto la Compagnia Assicurativa Chartis Europe S.A.

Vengono così a trovarsi assicurati sul territorio nazionale tutti i tesserati non atleti che praticano attività sportiva federale in acque federali.

Le acque federali sono laghi, fiumi, torrenti, bacini e tratti di mare, piscine e spazi d’acqua nei quali la pratica sportiva è consentita solo ai tesserati. Di fatto, l’assicurazione vale solo in quelle acque soggette a convenzione. Peccato che le acque convenzionate siano solo tratti di fiumi e laghi in cui la convenzione è stata stipulata limitatamente per la pesca a canna e non per altri utilizzi. Dalle convenzioni sono invece praticamente escluse tutte le coste marine e tutti i tratti di lago in cui si possa pescare in apnea, immergersi o nuotare liberamente.
Sono quasi più unici che rari i casi eccezionali come l’Idroscalo di Milano, in cui esiste una convenzione che prevede di nuotare ed immergersi (comunque da verificarsi, visto che l’uso non è di certo esclusivo dei soli tesserati Fipsas). Altrettanto eccezionali sono i casi di piscine che possano essere definite Acque Federali e quindi disponibili per tesserati non atleti.
Non si è a conoscenza, invece, di nessuna acqua federale in cui si possa pescare in apnea, né in mare né in lago.
Per i pescatori in apnea tesserati la pratica sportiva sul territorio nazionale è quindi da intendersi senza alcuna copertura assicurativa. Situazione non dissimile anche per gli appassionati di immersioni in apnea e con attrezzatura ARA.

Sono assicurati sul territorio nazionale i Tesserati Atleti anche durante gli allenamenti in acque, sia federali che libere (fiumi, mare etc) o in bacini delimitati (piscine, tratti chiusi di acque pubbliche, etc) ma l”assicurazione vale solo se l’attività è praticata negli ambienti di competenza del Settore Sportivo di appartenenza.
Questa limitazione riduce per l’atleta la validità dell’assicurazione alle sole attività sportive del settore di appartenenza, per le altre è a tutti gli effetti un semplice tesserato assoggettato ai limiti delle acque federali.

Da notare che ai fini assicurativi vengono qualificate come acque federali anche le piscine, Questo implica che occorra sempre una convenzione tra la federazione ed il gestore, e non solo un accordo tra Società e gestore. Senza convenzione, una Società Sportiva si troverà in una posizione illegale nel caso in cui faccia svolgere attività sportiva a propri tesserati non atleti.
Infatti, in assenza di convenzione sarà semplicissimo per la Società Assicurativa contestare ogni richiesta di risarcimento ai tesserati.

Per l’estero l’assicurazione verrà considerata valida solo per le attività agonistiche riconosciute come tali e preventivamente riconosciute da Fipsas con documenti ufficiali, quindi è esclusa a priori la validità della tessera federale per pescare all’estero laddove viene richiesto il possesso di una polizza RC (vedi Francia, Spagna, Tunisia, Algeria, Grecia, Croazia, Turchia, etc. etc. etc.).

Vengono poi precisati i limiti assicurativi per i Tesserati “Pinnato tutte le età” e “Amatoriali” (con qualche rischio di confusione con i master pinnato che invece sono agonisti a tutti gli effetti) e per i Tesserati Sostenitori.

Con l’acquisto della distinta tessera H24, comunque, è possibile estendere l’ambito dell’assicurazione incorporata nella tessera FIPSAS (adulti o ragazzi, la tessera H24 non può essere acquistata da chi è in possesso di tessera amatoriale). Nel portale FIPSAS si legge che “Il possesso della tessera h24 consente di estendere le coperture assicurative previste dalla Tessera federale a tutte le attività sportive federali che si svolgono nel territorio nazionale, siano esse appartenenti al settore sportivo per il quale si è tesserati o non,  sia che siano svolte in impianti di proprietà o in ambienti in convenzione o di competenza della F.I.P.S.A.S. o non.”

In pratica, la tessera H24 comporta la copertura assicurativa per le “attività sportive federali” che si svolgono in Italia, mentre nessuna copertura è offerta per la pratica all’estero.

Che dire? Peggio di così non si può. Apneisti, pescatori in apnea, subacquei Ara, pescatori in mare a canna generici non hanno più alcuna assicurazione al di fuori delle acque federali. Essendo rarissime o non essendoci affatto acque federali per nessuna di queste attività ma solo acque pubbliche o private non federali, parlare per loro di assicurazione è un eufemismo.
Visto il riconoscimento assicurativo riservato ai Tesserati alla Attività Subacquee sorge il dubbio che la federazione si chiami ancora effettivamente Fipsas o sia ridiventata Fips. O meglio “Federazione di soli Pescatori delle Acque Interne“.

Cosa consigliare a coloro che da subacquei vorranno tesserarsi? Innanzi tutto di leggere e valutare bene. C’era in precedenza un “rapporto fiduciaro” terminato il 31 dicembre 2011 tra tesserato e federazione in virtù del quale, a fronte di un paio di dozzine di euro, la Federazione prestava alcuni servizi, tra cui il più importante e riconoscibile era di certo l’assicurazione.
Ora, per motivi economici e trascuratezza “politica”, tale rapporto fiduciario è stato posto in dubbio stessa dalla federazione sul fondamentale argomento assicurativo. Non che prima fosse semplice ottenere le prestazioni assicurative – cosa di cui, tra l’altro, nessuno si è mai auspicato di averne bisogno – ma almeno sulla carta l’assicurazione esisteva e non discriminava nessuno. Qualche possibilità di rimborso esisteva per tutti.

Ora, per dei semplici tesserati, l’assicurazione vale solo per la pratica in acque che non esistono. E’ prudente un’attenta valutazione prima di acquistare una tessera contenente un prodotto di dubbia utilità per poi pentirsene nel momento del bisogno. Se si vuole un’assicurazione è meglio comprarsi un prodotto assicurativo specifico. Chi comprava la tessera FIPSAS per poter pescare all’estero, oggi non ha più ragione di farlo: è totalmente inutile. E’ obbligatorio rivolgersi ad altri se si vuole pescare nel rispetto delle leggi, ad esempio DAN o FIPIA.

Per le Società Sportive, massima prudenza.
Far stipulare sempre tra la Sezione Provinciale di appartenenza e i gestori di impianti sportivi (piscine o laghi che siano) le convenzioni di utilizzo al fine di poter definire tali ambiti Acque Federali (convenzioni o concessioni). In assenza di convenzione i tesserati alla società sportiva non in possesso di tessera atleta non sono assicurati.
Visto che è probabile che una Società Sportiva apra i propri spazi a tutti i tesserati senza distinzioni, è altamente probabile che qualcuno si trovi ad operare anche inconsciamente senza assicurazioni, con tutte le debite conseguenze del caso.
Bisogna quindi chiedere ed ottenere dai Presidenti di Sezione Provinciale che si facciano carico della stipula di tutte le convenzioni necessarie.

Per gli agonisti, attenzione. Mentre per le gare non ci sono di certo problemi, per gli allenamenti possono essercene moltissimi. E’ prudente dichiarare gli allenamenti in anticipo, se si desidera avere una chance di copertura assicurativa. Il rischio è di non poter distinguere l’allenamento dall’ attività ludico ricreativa. Si viene rimandati alle competenze del settore di appartenenza, ma possono esserci svariati esempi di situazioni in cui la richiesta di risarcimento possa essere rigettata a causa di dubbi sull’attività svolta (Orientamento con Ara, Apnea con Pinnato, etc etc) E’ prudente, quindi, che le Società comunichino per tempo ai Delegati Provinciali chi partecipa alle attività, la località, le date, gli orari. E gli allenamenti devono essere consoni all’attività del Settore di riferimento, senza dar adito a pretesti.

Le considerazioni? Tutte molto negative.

Per risparmiare risorse economiche non si è esitato a tagliare e limitare l’unico servizio davvero fondamentale al tesserato. Oltre all’evidente taglio dei servizi si prospetta un aumento di 2 euro del costo della tessera federale e l’aumento a 5 euro del costo della tessera atleta.
Si sono introdotte differenziazioni tra tesserati ed atleti, e tra tesserati con settori con acque federali e settori senza acque federali.
Ci si è dimenticati della Didattica (che sarà costretta probabilmente a tesserarsi anche come “Sostenitore” per avere un qualcosa di assicurativo).
La pesca in apnea ricreativa non ha più nessun riconoscimento assicurativo non essendoci disponibile nessuna acqua federale in cui si sia autorizzati a pescare.
Non si ha notizia di nessun (a questo punto più che doveroso) provvedimento compensativo, tipo l’acquisizione di cospicue acque federali in mare o l’apertura alla pesca in apnea senza condizioni di qualsiasi acqua federale in acque federali (nei limiti permessi dalle leggi regionali vigenti).
Stessa situazione per l’apnea, off limits in acque libere per chi non vuole essere agonista.
Per il Settore Mare è forse perfino peggio, a parte che per gli agonisti non si capisce cosa si offra ad un tesserato.

La vecchia Fipsas che conoscevamo, quella dipinta da una affermazione del suo  Presidente Colucci in cui non si faceva distinzione tra cannisti e subacquei, non esiste più. In questo scenario non c’è che da aspettarsi un tracollo del tesseramento dei settori Attività Subacquee, Didattica e Mare.

Queste cose ad una federazione sportiva di certo non giovano: si poteva fare diversamente. Si sarebbe potuto stipulare un’assicurazione integrativa usufruendo di un prodotto specifico. Per l’estero si sarebbe potuto mantenere un prodotto minimo valido almeno come RC, in modo di garantire la validità internazionale della nostra tessera federale.
Con le giuste idee e promozione si sarebbe potuto proporre ai tesserati una soluzione qualitativa, in grado addirittura di portare tesserati e società, non di farli scappare.
Ora invece l’unica possibilità di integrazione pare essere contenuta nella dicitura di “Tesserato Sostenitore” a cui pare destinato un prodotto assicurativo più completo simile nei diritti a quello degli agonisti.

Ma un’assicurazione integrativa così impostataappare più  un balzello supplementare che  una soluzione qualitativa. Un conto è pagare volontariamente un supplemento per avere la qualità, un conto è pagare forzosamente un balzello per avere ciò che era di diritto.
La conseguenza è che per avere ciò che era di diritto… bisogna pagare doppio, per ottenere comunque limitazioni pesanti senza nessun miglioramento qualitativo.

Tra i subacquei questa vicenda assicurativa verrà vissuta con frustazione, come ulteriore manifestazione di disinteresse e trascuratezza da parte della federazione, come se essere subacquei fosse una colpa da punire o sanzionare.

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Commenti (3)

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  1. La FIPSAS stravolge lo statuto federale - Apnea Magazine | 22 Febbraio 2014
  1. Emanuele Mocci ha detto:

    ormai l’elenco delle nefandezze commesse dalla fipsas è tale che questa è solo la ciliegina sulla torta,che cambino pure il nome in federazione italiana protezione specie animali sport con la pesca non hanno niente a che fare,tantomeno con le tanto decantate velleità di protezione ambientale considerato che le acque interne gestite direttamente sono tutt’altro che protette anzi sono diventate un ricettaccolo delle pegiori specie alloctone sparse senza criterio solo per fornire facili prede a chi paga il biglietto di ingresso.

  2. Antolas ha detto:

    Semplicemente grottesco…
    Già alcuni anni fa, con la Sportass, avevano provato ad escludere dalla copertura assicurativa, molti degli incidenti in cui può incorrere il pescasub e l’apneista. Adesso hanno proprio raggiunto l’apoteosi!
    Mi continuo a chiedere come un presidente possa avallare simili cose, ma alla decenza non c’è un limite??

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