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Due sub investiti in due incidenti diversi in Puglia, uno perde un braccio

AGGIORNAMENTO 18 Agosto

Purtroppo i medici del “Vito Fazzi” non hanno potuto fare nulla per tentare di riattaccare l’arto reciso durante l’investimento a Salvatore Greco, il pescasub 51enne vittima del grave incidente nautico avvenuto il giorno di Ferragosto nelle acque antistanti Gallipoli. Nel frattempo è stata avviata un’inchiesta penale per stabilire se l’uomo al timone della barca che stava prendendo il mare aperto verso le 10:30 sia responsabile dell’accusa di lesioni colpose gravissime.

Interrogato per diverse ore, l’imprenditore L.P. 41enne di Sannicola responsabile dell’investimento, ha spiegato nel dettaglio la sua versione dei fatti, ribadendo più volte di non aver potuto fare nulla per evitare l’impatto non avendo visto il pallone sagnasub. E questo sembra essere un elemento cruciale nelle indagini poichè non si tratterebbe di semplice distrazione ma si fa strada l’ipotesi che il pescatore ne fosse sprovvisto visto che il galleggiante obbligatorio non è stato avvistato neppure durante il sopralluogo della Guardia Costiera immediatamente successivo alla tragedia, durante il quale è però stato recuperato l’arto reciso nell’urto.

L’investitore ha raccontato di aver avuto la sensazione che fosse incappato qualcosa nell’elica. Ha spento il motore e si portato a poppa con l’intenzione di sollevare il fuoribordo da 25 cavalli che spingeva la sua barca di 4,5 metri. Solo allora ha realizzato che c’era un pescatore subacqueo senza un braccio e con una gamba con profonde ferite. Il tempo di tirarlo a bordo di peso che poco dopo è andato in arresto cardiaco. L’ha rianimato, gli ha tolto la muta, la cintura dei pesi e le pinne. Dalla cassetta di pronto sococorso ha preso due lacci emostatici e li ha legati agli arti sanguinanti. Ha poi puntato verso riva e ha portato il ferito in banchina dove intanto erano già arrivati un’ambulanza del 118 e la Guardia Costiera. Poco dopo l’uomo è tornato sullo stesso tratto di mare insieme ad una pattuglia della locale CP individuando e recuperando il braccio del pescatore subacqueo. Un’altra persona ha ritrovato il fucile sul fondo.

Durante la deposizione, carte nautiche alla mano, si è cercato di capire se il natante si trovasse o meno nella zona interdetta alla navigazione: da un primo riscontro la rotta è sembrata regolare. Sono in corso ulteriori approfondimenti, anche per stabilire se è vero che la barca si trovasse a 300 metri dalla costa e a 500 metri dalla Purità. Resta ora da acquisire il racconto del pescatore subacqueo e capire se avesse o meno il pallone, sulla cui presenza o meno ruotano le attribuzioni delle reali responsabilità in gioco.

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Ferragosto e vigilia macchiate di sangue da altrettanti investimenti di subacquei da parte di imbarcazioni nelle acque del Salento. L’evento più grave si è verificato questa mattina nelle acque antistanti Gallipoli: Salvatore Greco, un 51enne del luogo, era intento in una immersione al largo della spiaggia della Purità, proprio di fronte all’isola di Gallipoli con il suo caratteristico borgo.

È stato travolto in pieno da un motoscafo di 4 metri e 50, al timone del quale vi era un imprenditore di Sannicola. L’incidente si è verificato intorno alle 10 e 40 e le condizioni del subacqueo sono apparse da subito estremamente gravi, tanto da essere trasportato in codice rosso perso il locale ospedale “Sacro Cuore”, per poi essere trasferito al “Vito Fazzi” non appena stabilizzato. La prognosi è ovviamente riservata e le condizioni ritenute gravissime: Salvatore Greco ha avuto il braccio destro reciso di netto e riportato profonde ferite alle gambe, con anche la perforazione di un polmone.

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Ma già ieri mattina si era sfiorata la tragedia con la stessa dinamica nelle acque di Otranto. In questo caso solo la fortuna ha fatto si che un 46enne di Maglie, investito da un gommone di circa sei metri, condotto da una coppia di giovani svizzeri che ormeggiavano l’imbarcazione a San Foca, se la cavasse soltanto con un taglio alla coscia, per fortuna meno profondo di quello che si credeva nelle prime concitate fasi dei soccorsi.

In entrambi i casi i conducenti dei natanti si sono fermati e hanno prestato soccorso, sono inoltre state avviate le indagini da parte delle locali Capitanerie per accertare l’esatta dinamica dei fatti, in particolare se fossero usati i palloni di segnalazione dai due subacquei e se fossero rispettate le distanze minime dalla costa da parte dei natanti. Nel secondo caso, quello per fortuna più lieve, pare però accertato che l’impatto si sia verificato a soli 150 mt dalla battigia, quindi in piena fascia off-limits per la navigazione.

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