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Torcia Subacquea Led: 9 Cose da Sapere per Scegliere Bene

| 8 Maggio 2019

La torcia subacquea è un accessorio che nell’attrezzatura del pescasub può avere un ruolo marginale o fondamentale, a seconda delle tecniche che si è soliti praticare. Ma anche quando è uno strumento irrinunciabile, l’attitudine media durante l’acquisto è quella di cercare di risparmiare il più possibile. Questo ha fatto si che negli anni venissero sviluppati degli illuminatori appositamente dedicati alla pesca in apnea, mediamente più economici e meno potenti degli omologhi adoperati nelle immersioni ARA.

In un mercato ormai letteralmente invaso di prodotti, può essere complicato orientarsi nel fare un acquisto. Ecco quindi una guida su quali sono gli aspetti più importanti da prendere in considerazione quando si decide di prendere una torcia nuova: alcuni validi per qualsiasi tipo di immerisone e altri espressamente rivolti alla pratica della pesca in apnea.

1 – Saper Confrontare i Prodotti: Lumen e Lux

La caratteristica più importante di una torcia è quella di illuminare efficacemente gli anfratti più bui, in cui potrebbe essere difficile riuscire a scorgere con efficacia contando solo sulla nostra acuità visiva.

Ma prima ancora di sapere “quanto” dovrebbe essere potente una buona torcia, è necessario essere capaci di fare dei confronti omogenei tra i prodotti in cui ci imbatteremo.

Quando si parla di sorgenti luminose si può parlare di 2 grandezze fisiche differenti: lux e lumen.

Semplificando al massimo il concetto (ci perdonino gli adetti ai lavori per qualche termine non correttissimo), possiamo dire che: il lux si riferisce all’oggetto illuminato e determina quanto una sorgente è in grado di illuminare un corpo o una superficie, mentre il lumen si riferisce alla sorgente e indica la quantità di flusso luminoso che è in grado di emettere.

L’illuminamento (che si misura in lux) è influenzato da quanto è grande la superficie da illuminare, dall’ampiezza del fascio prodotto dalla lampada e dalla distanza tra lampada e superficie. Mentre il flusso luminoso (che si misura in lumen) è una grandezza indipendente dagli stessi fattori.

Perché questa noiosa e complicata premessa? Perché è importante capire che mentre È POSSIBILE confrontare due torce delle quali abbiamo il valore dei lumen che emettono (e quella con il valore maggiore sarà quella con le migliori prestazioni) NON È POSSIBILE fare altrettanto se si dispone soltanto del valore dei lux; a meno che l’ampiezza del fascio, la distanza e l’area della superficie illuminata relative a quel dato, non siano identici per tutti i prodotti a confronto.

1 lumen, su un’area di 1 m2, corrisponde ad 1 lux mentre, lo stesso lumen, concentrato in 1 cm2, corrisponde a 10.000 lux, ed è questo il motivo per cui, leggendo qualche scheda tecnica, potreste facilmente trovare torce accreditate dello stesso numero di lux, ma con una potenza in lumen molto differente.

Semplificando ancora di più: mentre ad un valore più alto di lumen corrisponde sempre una migliore capacità illuminante, questo potrebbe non essere sempre vero quando si considerano soltanto i lux. E purtroppo questi ultimi sono spesso commercialmente privilegiati perché hanno un ordine di grandezza pari a decine di migliaia di unità (rispetto alle centinaia, qualche migliaio al massimo, dei lumen), che si sposa meglio con l’idea di “grande potenza”.

Quindi la prima regola, quando si stanno vagliando dei modelli per l’acquisto, è riuscire ad avere il dato relativo ai lumen che le lampade sono in grado di generare.

2 – Quanti Lumen Deve Avere una Buona Torcia?

In commercio si trovano torce subacquee di tutti i tipi, con potenze variabili da poche centinaia di lumen fino a oltre 3000. A prescindere che se ne faccia un uso occasionale o metodico, la torcia servirà a risolvere situazioni difficili, perché in tutte le altre basterà qualche secondo di adattamento della pupilla per riuscire a scorgere con sufficiente chiarezza dentro l’anfratto.

Quindi, una torcia poco performante, rischia di non servire assolutamente a nulla, e potrebbe vanificare la cattura di un pesce, magari sparato al libero e poi intanatosi profondamente in qualche anfratto.

Per la nostra esperienza, pur essendoci torce di marche anche blasonate che stanno sotto questa soglia, NON è consigliabile scendere sotto un valore minimo di 800 lumen. Sotto questo limite potreste trovarvi in mano una torcia assolutamente inadeguata che, negli spacchi più difficili, potrebbe non farvi neppure percepire la differenza tra lampada accesa e spenta.

3 – Materiali

In questo caso non è che ci sia molta scelta. Tutte le torce di alta gamma hanno oggi il corpo realizzato in lega di alluminio aeronautico anticorrosione e sono molto compatte. La plastica invece è rimasta sui prodotti di fascia medio-bassa, che sono mediamente più ingombranti ma anche più leggeri, qualche volta persino galleggianti.

La lega di alluminio ha il difetto di essere tendenzialmente più scivolosa al tatto, anche in presenza di zigrinature apposite, e di rigarsi con una certa facilità negli eventuali contatti con le asperità del fondo. La plastica, spesso grazie ad inserti gommati, garantisce una presa migliore; si graffia anch’essa con facilità ma, sia perché il colore non è solo superficiale come quello conferito al metallo dall’anodizzazione e sia perchè è un materiale meno nobile, ci si fa meno caso.

Quello che può fare la differenza sulla scelta del materiale è piuttosto il colore. Potrà sembrare banale ma una torcia scura (la quasi totalità di quelle in commercio è nera) che per qualche motivo vi dovesse cadere su un fondale movimentato, ricco di posidonia e magari con acqua torbida, potrebbe essere persa per sempre. Cercate quindi di privilegiare colori ben visibili e, nel caso in cui non sia possibile, armatevi di un po’ di nastro da elettricista bianco e fatene qualche giro su ghiera e impugnatura; migliorerete sia la presa che la visibilità in caso di eventuale smarrimento.

4 – Interruttore

Essendo l’elemento più sollecitato della struttura, è anche quello che a lungo andare potrebbe creare qualche problema. Prima di tutto vi serve che sia facilmente azionabile anche con guanti spessi: quelli a slitta, purché ben sporgenti, sono più facilmente gestibili di quelli a pressione, a cui però, se di buone dimensioni e con ampia escursione, ci si abitua comunque rapidamente. Dovrà essere TASSATIVAMENTE in posizione superiore, quindi scartate a priori torce cha hanno il tasto di accensione posteriore, o peggio, che si attivano con la rotazione della ghiera, perchè non riuscireste ad accenderle e spegnerle usando una sola mano.

Come meccanica interna, gli interruttori a slitta sono spesso i più semplici in assoluto, essendo costituiti spesso dal tasto in plastica e da un piccolo inserto in gomma al cui interno trova posto un piccolo magnete cilindrico (talvolta due). Attenzione però, anche questo sistema, per quanto semplice, richiede un minimo di manutenzione. Capita infatti che il magnete si ossidi e si gonfi a seguito di umidità frutto di condensazione e, se non lo si controlla periodicamente, si rischia che indurisca o blocchi il movimento del cursore, fino a (raramente) spaccare la plastica, provocando l’allagamento della torcia.

In caso di ossidazione, in genere, è sufficiente carteggiare un po’ la superficie e poi proteggerla con un velo di grasso siliconico. Nei casi peggiori si può comunque sostituire per pochi euro, anzi, diverse torce hanno già nel cofanetto tasto e magnete di ricambio, insieme ad una dotazione completa di guarnizioni.

La presenza o meno della molla di ritorno (prevista solo negli interruttori a slitta), ossia di quel meccanismo che impedisce alla torcia di rimanere accesa se non si esercita una pressione costante sul tasto di accensione, è questione puramente soggettiva. In ogni caso: nei modelli che la montano è possibile rimuoverla con facilità, e in quelli che ne sono sprovvisti si può fare una modifica efficace con un semplice spezzone di camera d’aria; dipenderà dalle vostre abitudini.

5 – Potenziometro, Modalità di Illuminazione e Indicatori di Carica

Il potenziometro (negli interruttori a slitta) fa in modo che l’intensità del fascio prodotto dalla torcia aumenti man mano che il cursore di accensione scorre nella sua sede. In questo modo si potrà dosare l’intensità del fascio a seconda delle esigenze.

Dopo una prima fase in cui praticamente tutte le torce top di gamma avevano questa funzione, ora sta venendo progressivamente abbandonata.

In effetti nell’azione di pesca, il più delle volte, la torcia si accende al massimo delle sue possibilità e non si bada troppo a dosaggi certosini di potenza; al massimo, se necessario, si scherma la parabola con due dita appena distanziate e il risultato è lo stesso.

Nel caso degli interruttori a pressione possono essere previste diverse modalità di illuminazione (50% 100% e Strobo).

Sono poco pratiche, le modalità vanno selezionate con il tasto di accensione e, se non permettono di settare la posizione preferita, si rischia ogni volta di dover premere il cursore più volte per accenderla come si vuole e magari altrettante per spegnerla. C’è da dire però che questa caratteristica è molto più frequente sulle torce destinate originariamente all’immersione ARA.

Decisamente più utile è invece l’indicatore di carica (molto più frequentemente associato agli interruttori a pressione), è in genere un led colorato intorno o vicino al tasto di accensione, che cambiando colore (da verde a rosso, talvolta con un intermezzo arancione) avvisa del livello di carica residuo nella batteria. Non tutti sono precisissimi, può infatti capitare che qualcuno passi d’improvviso da verde a rosso, ma danno sicuramente un’informazione utile.

Fermo restando che il consiglio è sempre quello di ricaricare dopo 2/3 uscite piuttosto impegnative, o dopo un lungo periodo di inattività perchè è facile che le torce, soprattutto quelle con batterie al litio ricaricabili, si scarichino.

6 – Ricaricabile o con Batterie Stilo?

Per le torce di alta fascia il problema non si pone, ormai sono tutte dotate di batterie al litio di tipo 18650 o similari (qualcuna supporta anche l’utilizzo di diversi tipi di batterie) e relativo caricabatterie, anche USB. Per torce più economiche è ancora diffuso l’uso di batterie di tipo stilo AA o AAA. Ormai i led hanno un consumo energia davvero minimo, nonostante tutto però è sempre meglio prediligere le versioni ricaricabili quando possibile. Attenzione che in alcune torce che usano batterie stilo, può essere SCONSIGLIATO l’utilizzo di quelle ricaricabili per questioni di sicurezza.

Tornando un attimo alle batterie al litio ricaricabili, tenete presente che un valore di milliampereora (mAh) più elevato garantisce una maggiore autonomia di utilizzo. Tuttavia se pensate di sostituire la batteria originale con una più potente (ma economica) presa su internet, potreste rimanere delusi perché, a dispetto di valori dichiarati in teoria anche molto superiori, le prestazioni spesso non cambiano in maniera sensibile, quando non accade che peggiorino notevolmente.

7 – Lacci e Cordini

Di questi non preoccupatevi minimamente, 9 volte su 10 sarete costretti a sostituire quelli in dotazione perché non sono elastici e sono decisamente troppo lunghi. Qualsiasi oggetto possa in qualche modo incagliarsi, si deve poter rimuovere immediatamente. Ecco perché uno spezzone di cima elastica nautica da 5/6 mm, farà esattamente al caso nostro, permettendoci di tenere la torcia ben aderente la polso ma di sfilarla con una semplice trazione, al minimo pericolo. 

8 – Prezzo

L’adagio tradizionale recita: “Chi più spende meno spende” facendo riferimento al fatto che un prodotto di qualità non può che avere un prezzo appropriato. Sulle torce subacquee però questo è solo parzialmente vero, soprattutto perché la maggior parte è di produzione orientale, e spesso anche quelle delle marche più blasonate sono semplicemente marchiate ma nulla più. Con un po’ di attenzione non sarà difficile trovare torce molto simili, o addirittura identiche, a prezzi inferiori anche del 50%.

È vero che talvolta vengono richieste al terzista produzioni con caratteristiche particolari, ma per questo sarà sufficiente chiedere conferma direttamente al produttore, cosa che oggi, sulle grandi piattaforme commerciali on-line, è alla portata di tutti in pochi clic.

Se si scelgono torce di marca, con un budget dai 50 agli 80 euro si possono acquistare prodotti di potenza e qualità che sicuramente fanno al caso nostro, senza necessariamente andare sul top di gamma. Se invece si vuole tentare un acquisto tra le migliaia di prodotti semi sconosciuti che offrono i vari marketplace, serve un minimo di accortezza: scegliete sempre prodotti con elevato numero di recensioni, e tenete presente che sotto i 25 euro (salvo offerte) difficilmente si avrà qualcosa di veramente affidabile. A titolo di esempio vi indichiamo un modello acquistabile su Amazon, che ci è stato segnalato come più che valido da diversi utenti soddisfatti.

9 – Normativa

I regolamenti sulla pesca sportiva vigenti in Italia (art. 140 dpr 1639/68 lettera f) vietano l’utilizzo di fonti luminose “ad eccezione della torcia utilizzata nell’esercizio della pesca subacquea”, ovviamente solo di giorno. Quindi, nel nostro paese, l’utilizzo della torcia è permesso in tutte le regioni, anche in Sardegna dove ogni tanto sorge l’equivoco a seguito di un vecchio decreto regionale degli anni ’80, ormai decaduto.

Tuttavia, se state pensando di fare un viaggio di pesca all’estero, tenete bene a mente che in paesi come ad esempio la Grecia, la Francia e la Croazia, l’uso della torcia nell’esercizio della pesca subacquea è severamente proibito. Quindi informatevi bene sul posto prima di incorrere in situazioni spiacevoli.

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