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Chi dorme… sara’ bene che si svegli!

| 28 Maggio 2007 | 0 Comments

Il prodotto di una sola calata di cianciolo al largo dell’Isola d’Elba

Se la saggezza dei popoli è infinita, e se i proverbi sono la saggezza dei popoli, sarà bene ascoltare un detto a noi molto vicino perché'”chi dorme”, notoriamente, “non prende pesci”, e se vogliamo continuare a prenderne qualcuno, o almeno a provarci, sarà bene svegliarsi. Non è un giorno che lo andiamo dicendo, ma abbiamo visto di volta in volta la situazione peggiorare, e alla luce degli ultimi eventi la preoccupazione si è fatta seria. Per cui, cari amici lettori, e come tali presumibilmente amanti del mare e appassionati di pesca: sveglia. Se non volete, e se non vogliamo restare vittime di un ambientalismo di facciata, demagogico e disinformato, ma soprattutto ambiguo o diciamo pure fortemente fazioso: sveglia. Se non vogliamo fare la fine dei dinosauri ed estinguerci per l’azione di una catastrofe ambientale: sveglia. Se vogliamo ancora lasciar vivere le nostre emozioni e la nostra passione: sveglia. Ed anche voi, cari amici produttori, importatori, e operatori di qualunque tipo coinvolti nel mondo della pesca ricreativa e sportiva: sveglia. E se poi volessimo chiudere il cerchio, lo chiediamo anche a tutti i circoli, alle associazioni, alle varie federazioni, alla FIPSAS: sveglia.

Perché questo prologo? Perché la sindrome parcomane che da anni dilaga in Italia, e che ha portato il nostro paese al record mondiale di riserve marine, sta stringendo la sua morsa in modo per noi sempre più minaccioso, oggi, e forse letale, domani. Preoccuparsi è già tardi, ma salvare il salvabile forse è ancora possibile. A patto di saper reagire, ovviamente, in primis raccogliendo ed unendo tutte le nostre forze, che disperse come sono oggi non fanno paura a nessuno, ma che unite possono costituire una massa d’urto ( economica e votante) non indifferente. Una piccola armata a cui potrebbero unirsi anche i pescatori sportivi in apnea, ancor più penalizzati e ben più avvelenati di noi. Ma se questo non è il tempo e il luogo per decidere una volta uniti cosa fare, è invece il luogo per spiegare il perché di questa chiamata alle armi. Oggi sta squillando un campanello d’allarme, e consigliamo di ascoltarlo se vogliamo guardare al domani con un minimo di ottimismo. Due gli eventi che devono farci riflettere. Il primo, in ordine di tempo, ci porta al sud, Riserva marina dei Ciclopi, Acitrezza, ovvero Catania. Qui un paio di mesi fa il Direttore della riserva ha improvvisamente deciso che la pesca sportiva era una minaccia per il parco, perché avrebbe eliminato quei pesci che le migliaia (o per citare testualmente come riportato dai quotidiani locali: “gli oltre diecimila turisti che affollano in estate le spiagge della riserva”) di bagnanti non avrebbero potuto ammirare.

Il pescatore sportivo opera un prelievo modesto ed ecocompatibile – Foto: A Balbi

Al di là della blasfemità di una simile affermazione (ma è una riserva marina o la spiaggia di Riccione?), a far paura è la regolamentazione adottata per contenere, si fa per dire, l’impatto della pesca sportiva. La possiamo infatti chiamare tassa, autorizzazione, licenza, o come volete, resta il fatto che per pescare all’interno della riserva, dove prima era consentito, oggi occorrono ‘ 100,00 per pescare da terra, e la bellezza di ‘ 500,00 per pescare dalla barca. Sembra una barzelletta, ma è una realtà a dir poco preoccupante, a cui hanno immediatamente reagito i pescatori sportivi e le associazioni locali, con a capo gli “Amici del Mare” guidati da Carmelo Milone. Non sappiamo se la loro forza politica sarà sufficiente a fermare questo insensato provvedimento, ma diamo comunque loro tutto il nostro appoggio morale’ed editoriale.

Ancora più preoccupante il secondo siluro che ha colpito l’intero arcipelago toscano da quando, ahimé, il relativo e fino a ieri quiescente parco ha ripreso vita sotto la direzione del neonominato Mario Tozzi, geologo, quindi esperto di mare (!), e conduttore televisivo (Gaia-Rai 3), quindi sicuramente esperto di problematiche ambientali (!). Inquietante il provvedimento in via di sviluppo, e preoccupante il personaggio, già soprannominato “Er piccozza” per la mania di condurrre il suo programma televisivo impugnando questo tipico strumento da geologo. Il regolamento del parco è come detto in evoluzione, ma per capirne le linee direttive basta prendere come esempio la zonazione prevista per l’Isola del Giglio, isola su cui converge un turismo equidistante fra le aree di Roma e Firenze, nonché quello più specificamente marino, e molto basato su pesca e subacquea, proveniente dai poli nautici di Porto Ercole e Porto S.Stefano. L’attuale bozza di regolamento è più che scoraggiante, e per noi pescatori sportivi umiliante, in quanto prova della nostra inconsistenza politica, ma anche della grande disinformazione da parte delle istituzioni nei confronti della nostra attività. Non abbiamo qui lo spazio per scendere in dettaglio, ma vi invitiamo a leggere il prossimo numero di Pesca in Mare, in cui dedicheremo ampio spazio al tema delle AMP.
In ogni caso sarà bene tener presente che se questo regolamento andasse in porto, centinaia di pescatori e relative imbarcazioni, sarebbero costretti ad emigrare in altre zone in cui poter esprimere la propria passione, con un conseguente danno per l’economia locale, inclusa quella delle strutture nautiche dell’Argentario. Il tutto, e questa è la vera beffa, senza alcuna valida motivazione di supporto se non quella di vaghe quanto approssimate supposizioni (è noto che in materia di pesca sportiva, come abbiamo purtroppo più volte strillato al vento, manca ancora una precisa ricerca sull’impatto ambientale). Ma il tutto, in linea con la politica comune a molte altre aree marine protette, e con la sgradevole sensazione di essere imbrogliati da chi brandendo la presunta protezione del parco come arma ambientale, sfrutta furbescamente la situazione per organizzare un movimento turistico attratto dai molti fumi che nascondono il vero arrosto. Se si volesse realmente proteggere il mare, ma soprattutto se lo si volesse fare nel rispetto dei diritti di tutti, si potrebbe fare sicuramente di meglio, ma di questo riparleremo molto presto.

Category: Editoriali

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