A quasi 20 anni dall’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, l’Isola di Capraia avrà una area marina protetta vera e propria, che andrà a sostituire i vincoli a mare introdotti con il decreto istitutivo del Parco nazionale del luglio 1996.
Il progetto include due aree di tutela integrale, che vanno a sostituire l’attuale zona 1; tre zone B2, dove sarà consentita anche la pesca artigianale ai soli pescatori locali; una piccola area di tutela archeologica a nord; 1 zona B2, lungo la costa e che i capraiesi chiamano “cerniopoli”, dove sarà vietata la pesca ma non le attività subacquee e la navigazione; una zona C, dove saranno consentite tutte le attività sostenibili. Il tutto sarà circondato da una vasta zona D – che comprende anche l’attuale impianto di acquacoltura a nord del porto di Capraia – nella quale saranno vietate la pesca a strascico e le altre attività impattanti, ma dove sarà consentita la pesca, anche quella subacquea autorizzata e contingentata, sia per numero di praticanti che per dimensione e quantità di prede, anche se c’è da notare che il tratto consentito alla pesca in apnea è veramente esiguo.
Subito dopo le elezioni regionali la variante “marina” verrà presentata alla Regione Toscana per l’approvazione, poi si aprirà la fase delle osservazioni, prima dell’approvazione definitiva da parte del Direttivo del Parco e del Ministero dell’ambiente.