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Appannamento Maschera Subacquea: Quali Rimedi Funzionano e Quali No

| 24 Agosto 2019

L’appannamento della maschera subacquea è uno degli inconvenienti più fastidiosi che possa accadere al sub, e può capitare di doverci combattere a lungo prima di risolvere il problema. Oltretutto, con la massiccia diffusione del silicone per lo stampaggio dei facciali, il problema è diventato molto più frequente di quello che accadeva con le maschere in gomma.

In passato abbiamo già approfonditamente spiegato (QUI) il motivo per cui le lenti della maschera subacquea vanno così soggette all’appannamento, soprattutto se nuove di zecca. In questo articolo invece, faremo un’analisi di tutti quelli che sono i metodi, più o meno efficaci, per risolvere il problema e godersi un’immersione in tutta tranquillità.

Poiché su questo tema vi sentirete consigliare qualsiasi metodo come “definitivo”, abbiamo cercato di raccoglierli tutti, anche quelli più strani e stregoneschi, spiegando se e quale grado di efficacia abbiano realmente.

Qualche Avvertenza

Prima di passare ad elencare i singoli metodi anti appannamento, bisogna fare qualche precisazione. L’unico fattore che può evitare l’appannamento della maschera, è una accurata pulizia della lente, per fare in modo che la condensa che si viene a formare internamente alla maschera, si distribuisca in un film sottile, omogeneo e perfettamente trasparente.

Se la lente non sarà pulita, questo non avverrà, e in alcuni punti la condensa formerà delle microscopiche goccioline che formeranno quel fastidioso alone che ci disturberà la visione.

Lo sporco a cui ci si riferisce quando si parla di un maschera nuova, è costituito principalmente dai residui degli agenti distaccanti che vengono utilizzati per permettere al facciale in silicone di essere staccato dalle superfici dello stampo, ed estratto.

L’efficacia o meno dei metodi seguenti, sarà quindi riferita alla capacità di agire principalmente su questa tipologia di sporco.

Inoltre i metodi più efficaci sono sempre quelli che prevedono il trattamento di TUTTA la maschera e non solo delle lenti. Va poi ricordato che i seguenti metodi vanno bene SOLO in caso di lenti in vetro temperato, se il vetro fosse in materiale plastico si consiglia di chiedere informazioni direttamente al produttore.

1 – Patata

Si tratta probabilmente di uno dei rimedi casalinghi più citati: consiste nel ricavare alcune fettine di tubero, da applicare sulle lenti, su entrambe le facce, sfregare energicamente e poi risciacquare.

Efficacia SCARSA – Pur avendo un fondo di verità poiché l’amido contenuto nella patata ha effettivamente un blando potere tensioattivo e quindi sgrassante (le nostre nonne usavano l’acqua della pasta per lavare i piatti), non può avere la forza necessaria per rimuovere con efficacia i depositi grassi presenti su una maschera nuova.

2- Dentifricio

Anche questo è uno dei rimedi più vecchi al problema dell’appannamento. Consiste nel cospargere le lenti, sia internamente che esternamente, con un discreto strato di pasta dentifricia e sfregare con accuratezza le superfici. Qualcuno preferisce anche lasciar agire il composto fino a parziale o totale essiccazione, per poi procedere ad un accurato risciacquo.

Efficacia APPENA SUFFICIENTE – È un sistema che fa leva sulla capacità sgrassante (e in alcuni casi leggermente abrasiva) del dentifricio. Tuttavia può servire solo a risolvere situazioni in cui si abbia a che fare con maschere non eccessivamente sporche, diversamente il problema resterà. Ha la piccola controindicazione che il dentifricio si risciacqua con difficoltà dagli interstizi della maschera, e alcune formulazioni contengono elementi (es. mentolo) che possono provocare irritazione e lacrimazione agli occhi.

3- Accendino

Con la fiamma di un accendino, si passa a fiammeggiare tutta la superficie della maschera, sia lenti che facciale. Per quanto il facciale sia resistente al calore, è comunque consigliato non insistere a lungo su un punto. I residui del materiale distaccante usato durante lo stampaggio, sono infiammabili, è verranno quindi eliminati dalla fiamma producendo delle piccole scintille.

Non c’è da preoccuparsi se durante questa operazione tanto il facciale quanto le lenti si anneriscono, sarà sufficiente un lavaggio con un po’ di sapone perché la maschera torni come nuova.

Efficacia OTTIMA – È probabilmente uno dei primi metodi veramente efficaci ad essersi diffuso, la fiamma elimina con facilità e definitivamente i depositi grassi. Spesso viene tenuto come ultima spiaggia perché, se non lo si è mai fatto, si ha il timore di danneggiare irrimediabilmente l’oggetto.

Oggi è comunque possibile guardare numerosi video su come va effettuato questo trattamento, sembra molto più difficile da mettere in pratica di quanto in realtà non sia.

4 – Sidol

È un prodotto chimico nato per la pulizia di metalli e ceramica, basta applicarlo con uno spazzolino o una spugnetta sulla superficie interna ed esterna delle lenti. L’applicazione di per se è molto semplice, è però necessario usare qualche piccola accortezza durante la pulizia e risciacquare accuratamente per evitare ristagni di solvente che possono irritare sia la cute che gli occhi, anche solo con le esalazioni.

Efficacia BUONA – La pulizia che si riesce ad ottenere con questo solvente è approfondita ed efficace, può risolvere anche le situazioni più disperate. Tuttavia l’utilizzo di un prodotto chimico abbastanza aggressivo, altamente inquinante (non andrebbe immesso nelle tubature, ma nel risciacquo è poi inevitabile) e che a giudizio di alcuni lascia un odore fastidioso per qualche tempo dopo l’applicazione, lo rende il metodo scelto solo da pochi irriducibili.

5 – Lavaggio con Detersivo

Sistema semplice quando risolutivo. Si tratta di sottoporre tutta la maschera ad accurato lavaggio con detersivo liquido per piatti. È un lavaggio che può essere effettuato sia a mano che riponendo la maschera in lavastoviglie (anche con i piatti per non fare un lavaggio solo per lei). Nel primo caso però è consigliabile lasciare la maschera in ammollo per qualche ora nella soluzione di lavaggio, prima di procedere al risciacquo.

Qualcuno, magari non avendo la lavastoviglie in casa, opta per la lavatrice. Anche i saponi da bucato possono pulire approfonditamente, ma vista la natura del deposito che dobbiamo eliminare potrebbero essere necessari più lavaggi. La più grande accortezza da avere con la lavatrice e cercare di ridurre al minimo gli urti a cui può essere sottoposta la maschera durante il lavaggio, magari mettendola all’interno di una di quelle retine che si usano per il lavaggio delle scarpe sportive.

Efficacia ECCELLENTE – Si tratta probabilmente del sistema definitivo di più facile e immediata esecuzione per chiunque. La capacità sgrassante dei moderni detersivi per piatti, unita all’accuratezza di lavaggio di una lavastoviglie, garantisce spesso una pulizia perfetta e duratura.

6 – Antifog Spray

Si tratta di piccole boccette contenenti 15/30 ml di prodotto che deve essere vaporizzato sulle lenti della maschera, prima dell’immersione. Si spruzza sulle lenti asciutte, si lascia agire per una ventina di secondi e poi si risciacqua bene con acqua di mare. Originariamente diffusi nel settore nuoto, hanno preso piede negli ultimi 10 anni anche nella subacquea.

Contengono dei tensioattivi di vario tipo, componenti tipici di tutti i detergenti che, a vario titolo, abbiamo in casa. Nelle prime formulazioni contenevano spesso alcol (poi eliminato) e potevano avere una capacità irritante, motivo per cui alcuni vennero anche ritirati dal mercato. Oggi hanno invece tutti formulazioni biogel o sono comunque studiati per non irritare in alcun modo le delicate mucose oculari con cui potrebbero accidentalmente entrare in contatto.

Efficacia BUONA – In generale, funzionano abbastanza bene, ma hanno una autonomia limitata. Dovranno essere sicuramente usati prima di ogni pescata, ma spesso capita di dover ripetere l’applicazione anche durante l’utilizzo, soprattutto quando si esce in barca e la maschera viene messa e tolta di frequente.

7 – Ammollo nell’Acqua della Pasta

Possiamo dire che questa è la versione per pigri del metodo della patata descritto in precedenza. Si basa sempre sulla capacità tensioattiva dell’amido, cui si aggiunge l’elevata temperatura dell’acqua che dovrebbe aiutare a sciogliere di depositi grassi.

Efficacia SCARSAStessi risultati della pulizia con la patata, ma bisogna avere l’accortezza di utilizzare acqua calda ma NON bollente. Se il silicone del facciale ben tollera elevate temperature, non altrettanto si può dire per le plastiche che formano il telaio o che fermano e regolano la misura dei cinghioli. Se avete un termometro da cucina, e volete fare una prova, aspettate che l’acqua scenda intorno ai 60° C.

8 – Lasciarla sul Cruscotto Rovente dell’Auto sotto il Sole

Può capitare che qualcuno vi racconti di aver risolto il problema dell’appannamento della maschera, in maniera del tutto casuale, dimenticando la maschera sul cruscotto rovente dell’auto lasciata al sole.

Efficacia SCARSA – Non si tratta di fantascienza, il caldo fa in modo che i depositi grassi si secchino e si possano poi rimuovere più facilmente, ma sempre con l’aiuto di un qualche detergente. Funziona con maschere non eccessivamente sporche ma spesso ha una durata temporanea, passata l’estate capita spesso che l’odiato appannamento ritorni.

9 – Lavaggio con la Coca-Cola

La famosa bevanda gassata è spesso accreditata di proprietà quasi fantasmagoriche, basta fare una veloce ricerca sul web per vedere come ci sia chi la usa o consiglia come antiruggine, antiossidante, o chi la adopera in pseudo esperimenti atti a dimostrare le sue “terribili” capacità corrosive.

Praticamente tutte leggende metropolitane, che però sono dure a morire e hanno fatto pensare a qualcuno che potesse essere usata anche per risolvere il problema dell’appannamento della maschera. Niente pratiche strane, un semplice lavaggio in cui la coca sostituisce l’acqua.

Efficacia NULLA – L’unico motivo per cui la composizione chimica della coca-cola potrebbe avere una qualche azione pulente, deriva dal fatto che contiene una piccola quantità di acido fosforico; che però è un ottimo anti-calcare ma poco può nei confronti di depositi grassi nei confronti dei quali agiscono molto meglio i tensioattivi.

Oltretutto la concentrazione è così bassa da non poter sortire alcun effetto apprezzabile nemmeno in quel senso.

Ha invece il difetto che un’asciugatura dopo un risciacquo superficiale, può portare alla creazione di depositi appiccicosi di zucchero (oppure dovete usare la versione “zero”) negli spigoli e nelle zone meno accessibili. Durante il successivo maneggiamento non è quindi improbabile inzaccherare nuovamente tutto. Decidamente più consigliato berla!

10 – La Saliva

Sicuramente vi sarà capitato di chiedere informazioni su come risolvere l’appannamento della vostra maschera, e avrete trovato più di qualcuno che vi ha risposto che non ha mai fatto nulla di più del solito lavaggio pre immersione mettendo un po’ di saliva sulle lenti.

È una pratica molto vecchia, diciamo anche che è diventata più un rito prima di scendere in acqua e, contrariamente a quanto spesso si fa, andrebbe fatto sulle lenti asciutte e non già bagnate.

Efficacia SCARSA – La saliva ha una blanda azione solvente, ecco che può aiutare ad eliminare dalla superficie del vetro qualche piccola patina di sporcizia.

Ma non avrà praticamente nessun effetto su una maschera in silicone appena uscita di fabbrica. Userete questo metodo sempre prima di indossare la maschera e immergervi, ma non vi eviterà un trattamento d’urto preventivo.

11 – Sabbia e Alghe

È la variante del metodo precedente, a volte fatto con e a volte senza la saliva. Si applica prendendo qualche pezzetto di posidonia morta e un po’ di sabbia, si applicano sui vetri e si strofina energicamente. L’azione abrasiva di questa mistura aiuta a pulire la superficie delle lenti.

Efficacia SCARSA – Anche in questo caso il risultato è molto modesto, praticamente nullo nel caso di depositi grassi che senza un’azione detergente o emulsionante, resteranno al loro posto o anzi verrano semplicemente sparsi per tutta la superficie della lente.

12 – Chante Clair e Spray Similari

Nell’immaginario comune si tratta di una semplice soluzione a base di sapone di Marsiglia, in realtà basta leggere la composizione (e le avvertenze del prodotto) per accorgersi che i tratta di uno spray molto potente, contenente anche idrossido di sodio (soda caustica) e che deve quindi essere usato con prudenza.

Efficacia BUONA – Le capacità sgrassanti del prodotto non si discutono, ma la sua azione è necessariamente limitata dal fatto che, i materiali plastici, mal sopportano lunghi periodi di esposizione al prodotto puro.

Per questa ragione è buona norma limitarsi ad applicarne una piccola quantità solo sulle lenti, strofinando energicamente per una ventina di secondi, per poi risciacquare abbondantemente.

Attenzione perchè eventuali ristagni di prodotto possono dare luogo a irritazioni e violente congiuntiviti.

Come da avvertenze del prodotto, è da evitare sempre l’utilizzo sulle plastiche trasparenti e bisogna evitare che il prodotto venga disperso nell’ambiente (qualcuno se lo porta in gommone per spruzzare la maschera e lavarla in mare) vista la sua aggressività.

13 – “Cottura” delle Lenti in Forno

Sempre alla ricerca di metodi alternativi, a qualcuno è anche venuto in mente di sottoporre le lenti della maschera sub (precedentemente smontate dal telaio) ad una vera e propria “cottura” in forno a temperatura variabile dai 150° ai 200° C, a seconda della “ricetta”.

I vetri delle maschere sono vetri temperati, cioè induriti attraverso un ciclo di riscaldamento a 700° C e successivo brusco raffreddamento mediante getti di aria fredda. Un successivo riscaldamento come quello che si può ottenere in un forno casalingo, non dovrebbe riuscire in alcun modo a modificare le proprietà della lente, o a danneggiarla.

Efficacia SCARSA – È un po’ come se fosse una versione a bassa temperatura del metodo dell’accendino o ad alta di quello del cruscotto. Serve a poco: la temperatura è insufficiente perché i residui vengano inceneriti e il caldo può solo contribuire a seccare il deposito grasso che però andrà sempre eliminato ricorrendo ad un detergente.

14 – Pasta Lavamani

Si tratta di un detergente, generalmente usato da professionisti quali meccanici e falegnami (e molti altri), che sfrutta la presenza di particelle abrasive per eliminare dalle mani olio, grasso, inchiostro e persino vernice. Solitamente si tratta di una microdispersione di polvere di poliuretano espanso a bassa densità, anche se in alcuni prodotti continua ad essere utilizzata la polvere di marmo, che ha un potere pulente maggiore.

Efficacia OTTIMA – Riesce con poco sforzo a rimuovere i depositi che inducono l’appannamento della maschera, ma necessita di qualche piccola accortezza di utilizzo.


L’azione di pulizia deve iniziare a secco, quindi solo strofinando la pasta sulle lenti e su tutte le superfici sulle quali è possibile arrivare con le dita. In questo modo si sfrutta a pieno l’effetto microabrasivo che staccherà la patina di “sporco”. Successivamente, con l’acqua, verrà completato il suo distacco e l’eliminazione.

La dimensione delle particelle abrasive è tale da NON poter in alcun modo rigare nè le lenti nè le plastiche del telaio. Tuttavia, proprio perchè l’azione di pulizia è limitata a dove si riesce a passare con le dita, è un metodo che potrebbe richiedere qualche ripasso o di essere seguito da un lavaggio vero e proprio.

Li hai Provati Tutti Ma NON Hai Risolto Nulla?!

Può succedere, calma, si può ancora tentare qualcosa.

A – Si può avere successo al primo colpo con maschere non particolarmente sporche, con alcune i trattamenti potrebbe essere necessario ripeterli 2 o 3 volte. Talvolta inoltre può accadere che, lavando la maschera sub assemblata, non si riesca a pulire in profondità gli angoli più nascosti.

A questo si può ovviare facendo un lavaggio dopo aver smontato tutti i pezzi che è possibile smontare, avendo inoltre l’accortezza di lavare bene ogni pezzo in silicone, anche il cinghiolo posteriore che spesso viene trascurato.

B – Se dopo aver lavato accuratamente la maschera sub, questa viene riposta nella sua custodia in plastica, senza che questa sia stata lavata con la stessa cura, inevitabilmente si sporcherà di nuovo e il maneggiamento contribuirà a peggiorare le cose.

C – Quando si lava la maschera subacquea prima di immergersi, lo si deve fare con le mani pulite. Oggi capita spesso che per indossare le mute non si usi più la vecchia acqua saponata ma si sia passati a oli e creme idratanti meno aggressive sulla pelle. Attenzione perché alcuni di questi contengo grassi e non vanno via solo con l’acqua, quindi se avrete le mani o i guanti impiastricciati, anche impercettibilmente, l’appannamento è assicurato.

Se anche dopo aver usato queste accortezze la maschera subacquea non ne vuole sapere di smettere di appannarsi, allora forse è proprio un caso IRRECUPERABILE.

È accaduto in passato, anche con prodotti di marche blasonate, che alcune partite soffrissero di appannamento perenne. All’epoca si disse che il produttore orientale, aveva usato il distaccante con poca accortezza, provocando così una sorta di imbibimento in profondità del silicone, che quindi trasudava quegli odiati depositi anche dopo decine di lavaggi.

Oggi dovrebbe essere una eventualità piuttosto rara che, almeno nel caso di prodotti di marca, potrebbe essere risolta con una sostituzione in garanzia. Senza contare che oggi le grandi aziende mettono in commercio le maschere dopo avergli fatto subire un lavaggio industriale, spesso non definitivo, ma che limita molto gli interventi da fare poi a casa.

Diverso è il discorso se parliamo di maschere da snorkeling, acquistate in negozi generalisti; è facile che si tratti di prodotti iper economici e un motivo ci sarà.

Il Nostro Consiglio

Tra tanti metodi e, tra le voci degli amici che magari vi diranno l’esatto contrario di quello che abbiamo scritto, non sarà facile scegliere. Noi vi consigliamo di comprare una maschera subacquea di marca, di sottoporla a un paio di lavaggi in lavastoviglie, insieme ai piatti, e di portarvi dietro un qualsiasi spray antifog anche da pochi euro, vedrete che l’appannamento sarà solo un brutto ricordo.

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