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Andrea Rampazzo: Mister Salute con le pinne

| 7 Gennaio 2010 | 0 Comments

Recentemente è stato eletto a Roma Mister Salute 2009, durante un concorso di bellezza intesa come benessere psicofisico più che come semplice aspetto estetico, il tutto a contorno di una serie di iniziative contro l’obesità. Ma Andrea Rampazzo, atleta della Scuola Nuoto Pinnato Padova e della Nazionale Italiana di nuoto pinnato è decisamente un animale da piscina più che da palcoscenico.
Dopo gli inizi con la monopinna, Andrea ha trovato la propria dimensione di campione nello stile bipinne, prima a livello italiano, e dall’introduzione della specialità ai mondiali del 2007 anche a livello internazionale. In tre anni di squadra azzurra il suo palmares conta già 2 titoli mondiali (200 pinne Bari 2007 e 50 pinne San Pietroburgo 2009) e 3 europei (50, 100 e 200 pinne Eger 2008) oltre a numerosi record e altre medaglie.
Lo abbiamo intervistato a proposito del concorso che l’ha visto protagonista ma soprattutto per farci raccontare la sua esperienza di pinnatista di alto livello.

Andrea Rampazzo con la fascia di Mister Salute

Com’è nata la volontà di partecipare al concorso Miss & Mister Salute?
Ho conosciuto l’ideatore dell’evento tempo fa durante le registrazioni del programma “Salute a te” in onda su Canale Italia, che mi ha proposto di partecipare ma la mia presenza era parecchio in dubbio visto che avrei dovuto sacrificare un giorno di lavoro e di allenamento in vasca (sembro quasi un atleta serio!). Nonostante tutto ho pensato che sarebbe stata un occasione per visitare il famoso hotel Hilton (sperando ci fosse anche Paris) di Roma, di conoscere un mondo di “VIP” visto solo alla tv, infine di rifarmi gli occhi con un po’ di belle miss!!!

Con che spirito hai affrontato l’evento? Raccontaci qualche aneddoto.
Visti i presupposti, l’ho affrontato con molta semplicità e nonchalance, sicuramente non come una competizione… sono abituato a gareggiare in acqua, non sulle passerelle, e tuttora non la reputo una sfida quella di Miss & Mister Salute. Tra i partecipanti non c’era un atmosfera tesa ma rilassata e giocosa, anche se alcuni stavano attenti a cosa ingerire prima della sfilata. Io ovviamente ho ripulito il piatto noncurante della panzetta che sarebbe uscita nelle foto! Quando sono stato presentato e poi eletto e sono stati citati i miei titoli sportivi in molti si sono incuriositi ad una specialità di cui non avevano sentito molto parlare. Tra questi figurano anche Giada De Blanc e il direttore dell’hotel, con i quali mi sono dilungato, vista la loro passione per il nuoto!

Quando, come e perché hai iniziato a praticare nuoto pinnato?
Il nuoto pinnato è divenuto ormai una parte fondamentale della mia vita e della mia giornata. Tutto è nato un po’ casualmente, dopo un saggio natalizio in cui l’allenatore della squadra di Padova, Renato Tombola, persona a cui devo molto e che mi ha portato in alto, se così si può dire, mi chiese di provare e di entrare in squadra… con gli anni, le numerose gare, le avventure con i miei compagni di team e le vittorie – non senza grandi sacrifici – ho imparato ad amare questa disciplina che mi ha dato molto.

Dopo la vittoria con record ai Mondiali 2009 – Foto: E. Traverso

Perchè ti sei dedicato prevalentemente allo stile bipinne?
Mi sono scoperto ‘pinnettaro’, come si dice in gergo tra di noi, dopo un periodo di convalescenza in cui i medici mi sconsigliarono di utilizzare la monopinna. Nel frattempo era comparso sulle scene quasi dal nulla un certo Stefano Figini che già allora andava troppo forte con la monopinna e non mi andava giù di arrivare secondo! Quindi ho trovato una buona nuotata con le pinne e ai Campionati Italiani Assoluti, rincorrendo gli atleti più vecchi ed esperti di me, ho cercato di carpire qualche segreto. Con gli anni ho cercato di abbassare record su record, una categoria alla volta, rimanendo il solito Rampi giocherellone, fino a diventare campione del mondo!

Che caratteristiche credi debba avere un atleta per emergere in questo stile?
Sicuramente io sono avvantaggiato per le leve lunghe (193 cm – ndr) e come si può vedere dalle finali di un Europeo o Mondiale l’altezza è sicuramente un fattore determinante. Poi è ovvio, conta molto lo scivolamento in acqua, la leggerezza del gesto accompagnata allo stesso tempo dalla potenza. Quindi, come in tutti gli sport, c’è bisogno di dedizione, sacrificio e soprattutto quella che tecnicamente si definisce “resilienza”, la capacità di superare le difficoltà. Rimanendo sempre ottimista, mi son posto degli obiettivi e ho cercato di raggiungerli senza farmi traviare dagli eventi negativi incontrati durante la strada.

La gioia con la medaglia al collo – Foto: E. Traverso

Quali credi siano i tuoi punti di forza e quali invece i punti deboli?
Ho avuto la fortuna di esser ‘cresciuto’ parecchio ma anche quella di aver trovato senza grosse difficoltà uno stile tutto mio, abbastanza diverso dagli altri “pinnettari”, che mi permette di scivolare bene in acqua e al tempo stesso di essere efficace senza affaticarmi troppo! Credo che l’essere nato come atleta di pinnato e non provenire dal puro, saper perciò usare anche la mono e fare bene le subacquee, abbia finora fatto la differenza.
Per lo zodiaco sono un leone: caratterialmente sono egocentrico, mi piace avere un ruolo da protagonista magari senza darlo troppo a vedere. Questo mi ha aiutato a perseguire certi obiettivi e allo stesso tempo ad essere ottimista, divertendomi nel faticare ed uscendo solare anche nelle sconfitte!
Inoltre, e non solo per il concorso vinto, mi ritengo un salutista doc! Solo il sapere d’esserlo mi da forza in più!
Comunque le vittorie, anche se individuali, sono frutto del lavoro di tante persone: citare famiglia e squadra che mi supportano sempre è scontato quanto doveroso. Ne approfitto anche per ringraziare chi mi ha fornito i materiali per ottenere i miei record, in particolare Arena che da un paio di anni mi supporta per quanto riguarda l’abbigliamento tecnico, nella fattispecie i costumi integrali da competizione.
I punti deboli li tengo per me così i miei avversari non hanno modo di lavorarci su!

Sul podio a Bari 2007 col tricolore – Foto: T. Rizzi

Quale o quali sono i tuoi migliori ricordi legati al nuoto pinnato?
La prima volta che ho messo ai piedi una monopinna non me lo scorderò mai. Vedevo sempre i miei compagni di squadra più grandi sfrecciare e io – esordiente – costretto a guardarli con la bava alla bocca perché non la potevo toccare… finché un giorno Tombola, mosso da compassione, mi diede una Mascotte azzurra (pinna per principianti – ndr) e in quel momento fece di me il bambino più contento della piscina!
Poi la gioia di entrare in Nazionale e la sensazione di tremolio alle gambe prima di un Mondiale che subito si trasforma in cattiveria dentro la vasca. Quando con un tocco sulla piastra tutto finisce e ti accorgi che il tabellone segna il tuo nome al primo posto. Si prova una sensazione stranissima, il male alle gambe della gara sparisce subito, ti senti un po’ frastornato per la gente che ti applaude, ti sbatte di qua e di là tra strette di mano ed abbracci. Ti siedi, espiri profondamente, e sorridendo pensi che tutti i sacrifici fatti sono valsi la pena! Neppure questo credo non lo dimenticherò mai!
Infine ci sono tutti i momenti piu leggeri vissuti ad ogni trasferta in cui, tra compagni, se ne fanno di cotte e di crude e le risate non mancano mai! Mi diverto un mondo e cerco di far divertire tutta la squadra!

Cosa fai nella vita oltre a nuotare?
La mia vita non è solo nuoto. A settembre mi sono laureato in scienze motorie e ho cominciato a lavorare nell’ambiente dividendomi tra scuole elementari, campi da tennis e svariate palestre, trasmettendo il mio modo di fare da giocherellone a tutte le persone che incontro… non so se sia un bene o un male!

Che obiettivi ti poni per questa stagione?
Questa stagione speriamo non sia lunga e tortuosa come la passata, ma sicuramente l’Europeo da preparare bene, cercando di riacciuffare il record mondiale dei 200, è un obiettivo importante! Poi il sogno di ogni sportivo di alto livello, innamorato della propria disciplina, è poter ‘vivere’ del proprio sport, il che significa entrare in un gruppo militare… diciamo che sto lavorando anche per questo consapevole che non dipende solo da me.

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Category: Nuoto Pinnato

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