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Alla scoperta del Biscione

| 4 Settembre 2009 | 0 Comments

Il campionato assoluto di pesca in apnea è ormai alle porte, abbiamo quindi chiesto a Vincenzo Solli, atleta del Team Omer, di darci una mano per descrivere, in generale, gli elementi che caratterizzano la zona nella quale verranno predisposti i campi gara.

Al nostro incontro si è aggiunto anche Giuseppe Giotti, buon agonista a metà degli anni ’80 con alcune partecipazioni a campionati di Seconda e Prima categoria; ne sono scaturiti spunti molto interessanti sull’intero tratto di mare e sulle condizioni che potranno trovare i partecipanti, tra poche settimane.

Vincenzo Solli (foto S. Rubera)

Il Biscione

Il tratto di mare su cui verranno individuati i possibili campi di gara rientra quasi per intero in quello che tutti, siciliani e non, comunemente chiamano ‘Il Biscione’: un vastissimo bassofondo, situato tra Marsala e Mazara del Vallo, che in alcuni punti si estende verso il largo, con numerose secche e risalite, per oltre cinque miglia, esposto ai venti di maestrale e scirocco.
Queste caratteristiche lo rendono, a detta di tutti i più forti pescatori in apnea, di oggi e del passato, uno dei posti più belli di tutto il Mediterraneo.

Il paesaggio a terra è molto simile alle zone costiere nord africane, con lunghissime spiagge desertiche e tratti di scogliera sui quali sono presenti solo rarissime costruzioni, tra cui spicca sicuramente quella che presenta, sull’architrave del grande cancello di ingresso, una barca; la sua originalità e le sue dimensioni ne hanno fatto, fino all’avvento dei GPS, un punto di riferimento sicuro per prendere le mire delle zone più interessanti.

In acqua

La caratteristica principale del Biscione è la corrente, anzi le correnti, estremamente variabili, per direzione e per intensità anche nell’arco di poche ore, che spesso sono così forti da piegare le numerose gorgonie fino a baciare il fondo, condizioni molto simili a quelle che si riscontrano sui banchi che si trovano in mezzo al Canale di Sicilia.
Non è difficile trovarsi a pescare in situazioni nelle quali correnti opposte scorrono a profondità differenti e vedere la sagola del pallone formare una inconsueta S: è evidente che questo influisce fortemente, ed in maniera imprevedibile, sia sulla visibilità che sul movimento delle prede.

Tuttavia durante il mese di settembre, in cui si svolgerà il Campionato Assoluto, alla possibilità di trovare acqua più pulita si aggiungono anche periodi di stanca di corrente più lunghi; ciò non toglie che riuscire a pescare per cinque ore in questa zona richiede una preparazione atletica eccellente.
Inoltre, uno studio delle correnti potrebbe permettere di individuare una strategia di gara che consenta, almeno per la partenza, di trovarsi a monte della corrente, fattore che potrebbe risultare fondamentale per una prestazione di rilievo; sarà anche importante riuscire ad approfittare dei momenti in cui la corrente rallenta o si ferma per mettere a segno il maggior numero di catture possibili.

Solli con un bel carniere (foto S. Rubera)

Le prede

La posizione, l’estensione e le correnti fanno del Biscione una zona molto ricca di pesce.

Tra tutte le specie presenti ci sembra però opportuno sottolineare la considerevole presenza di corpulenti saraghi faraone che possono superare i tre chilogrammi di peso; la loro eventuale cattura, oltre che contribuire al raggiungere il limite di specie per i saraghi con l’acquisizione del relativo bonus, possono costituire un fattore importante nel calcolo delle classifiche.
Nella zona abbondano anche i labridi, presenti con tutte le specie compreso il tordo nero, che raggiungono dimensioni inconsuete, ben oltre il chilogrammo.

Un altro pesce che in gara può risultare prezioso è sicuramente la salpa; non è difficile infatti incontrare branchi anche di centinaia d esemplari di grosse dimensioni, che potrebbero costituire la carta vincente di chi fa dell’agguato la propria tecnica preferita.

Per quanto riguarda le prede speciali, che se superano il chilo danno diritto al bonus, è possibile trovare dentici nelle zone in cui la profondità scende oltre i 20 metri.
La presenza di bassofondo, anche a distanze dalla costa che superano i limiti imposti nella stagione estiva dalle ordinanze balneari, assicura anche una discreta presenza di spigole e orate.

Le caratteristiche morfologiche del fondale consentiranno comunque di arricchire i carnieri anche mantenendosi su una batimetrica intorno ai 15 metri di profondità, con la concreta possibilità di raggiungere, per alcune specie, il limite massimo di prede previsto dai regolamenti federali.

Ci sarà dunque la possibilità di pescare per tutti, garanzia di una competizione aperta a qualsiasi risultato.

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