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A pesca con Fabio Antonini

| 10 Aprile 2001 | 0 Comments

La sede del circolo Foce del Mignone

Domenica primo aprile si è finalmente svolta la manifestazione organizzata da Fabio Antonini con il supporto logistico del suo circolo “Foce del Mignone” di Civitavecchia e l’appoggio di Polo Sub e dei negozi Emporio della Pesca e Sampey di Civitavecchia. Era già stata rimandata due volte a causa dell’impraticabilità del mare su tutta la costa dell’alto Lazio, nella quale si sarebbe dovuto svolgere il raduno. Finalmente, una domenica di sole anche se ventosa e fresca -a dispetto delle temperature dei giorni precedenti che facevano già pregustare il passaggio a mute di spessore più umano e meno ingolfanti- ci ha permesso l’effettuazione della pescata collegiale.

Appuntamento alle otto di mattina presso il circolo di Fabio situato proprio sulla foce del fiume Mignone e da cui è possibile varare il gommone dal comodo scivolo di proprietà del club. I primi partecipanti della pescata collettiva hanno cominciato ad arrivare alla spicciolata e sono iniziati i primi lazzi camerateschi tra i componenti dei diversi circoli sub, mentre Fabio Antonini ancora non si vedeva.

Fasi della vestizione

Un brivido è serpeggiato tra noi tutti: vuoi vedere che Fabio ci ha tirato un bel pesce d’Aprile? Ma dopo poco abbiamo visto arrivare il suo fuoristrada, il che ha tranquillizzato gli animi.

Cominciano le iscrizioni e pian piano prende corpo un nutrito gruppo di garisti laziali e toscani con il supporto di altri pescatori estranei al mondo delle gare. Si arriva così ad un numero piuttosto alto di partecipanti (ben 52) per la stagione e le condizioni meteo. Fin dalla sera prima era stato infatti deciso di effettuare la battuta senza l’ausilio di imbarcazioni ma entrando in acqua tutti insieme nella zona della Frasca situata tra l’abitato di Sant’Agostino e la centrale elettrica di Civitavecchia. Il forte vento di Tramontana-Maestrale e le migliori condizioni di visibilità del sottocosta, infatti, sconsigliavano l’utilizzo delle imbarcazioni.

La zona della Frasca e’ una delle migliori del litorale del Lazio proprio per la buona pescosita’ generale in punti facilmente raggiungibili da terra che offrono buone possibilità di pesca e di rientro in sicurezza. Ma torniamo alla cronaca del raduno. Chiuse le iscrizioni, ognuno ha raggiunto la propria macchina. Incolonnati stile matrimonio, ci siamo recati su il uogo del varo di palloni e pancette appesantiti dalla stagione invernale dei tanti subacquei situato a circa un chilometro dalla sede del circolo.

Antonini con la spigola

Chiuse le iscrizioni, tutte le auto dei partecipanti, incolonnate stile matrimonio, hanno raggiunto il luogo del varo di palloni, plancette e…. pancette dei subacquei appesantiti dalla stagione invernale.

Il trasferimento è stato rapido, in quanto il punto è situato a circa un chilometro dalla sede del circolo.

Già nella vestizione ci si sfotteva a vicenda sulle attrezzature nuove o datate che tutti i pescatori subacquei hanno il vezzo più o meno motivato di personalizzare al massimo con modifiche sulla cui natura tendono a mantenere gelosamente il segreto. Ore 9,50: si entra in acqua. L’appuntamento per il rientro è fissato per le 13,50. Risultato: quattro ore di sudore e fatica in un mare piuttosto torbido, freddo, agitato e per giunta scarsamente popolato. Dopo circa una mezz’ora di infruttuoso su e giù, vedo sul fondo davanti a me la sagoma di un grosso pesce che si muove stranissimamente. Mi avvicino ad una velocità bassissima e pian piano mi si delinea una bellissima spigola girata di pancia che fluttua con il movimento del mare. Ha un solo problema: è’ saldamente infilata nel cavetto fissato alla cintura di Fabio Antonini, che sta immobilizzato sul fondale all’aspetto. La spigola si rivelerà poi la preda più bella della manifestazione, a dimostrazione che la classe non evapora a temperature superiori ai 100 gradi centigradi.

L’autore dell’articolo (sx) con Giuliano Tagliacozzo, titolare di Polosub

Uscendo verso il largo, il grotto diventa sempre meno visibile dalla superficie e la risacca aumenta per via del vento che soffia da terra. Decido di recarmi comunque su di una zona magica sulla quale un paio di anni fa ho vinto una gara di qualificazione con 22 saraghi e un’orata, ma la trovo desolatamente vuota: unica forma di vita, Roberto Praiola che si disperava per la perdita dal portapesci di un saragone e di due tordi presi proprio sulla mia zona. “La giustizia esiste”, ho pensato. Passate tre ore e mezzo e con solo un tordo in carniere mi dirigo verso terra e vedo che anche gli altri non hanno catturato granché.

Molti,addirittura, erano già usciti, sconsolati ma comunque divertiti dall’esperienza.

Una volta a riva foto di gruppo con Fabio Antonini al centro che brandiva trionfante la sua spigola. Una volta rientrati alla base, dopo qualche minuto, ecco arrivare Fabio con uno strano contenitore rettangolare in acciaio.

Cosa sarà? Cosa non sarà? All’apertura della cassa gli animi si rilassano, la fatica scompare, tutti noi ci riappacifichiamo con il mondo intero e troviamo la risposte a tutte le domande che dalla notte dei tempi affliggono il genere umano creando correnti filosofiche,ideali,pensieri di altissima profondità.

Finalmente ci sentiamo parte di un tutto e perdoniamo ai nostri nemici amando ancor di più i nostri cari ed i nostri amici rammaricandosi solamente che non siano lì con noi ad assaporare con il corpo e lo spirito il momento supremamente mistico.

Era arrivata la pastasciutta!

Rifocillato il corpo e la mente confrontiamo i portapesci per stabilire chi tra noi sia risultato il miglior pescatore, premiato con una muta su misura offerta da Giuliano Tagliacozzo della Polo Sub. L’onore (e il piacere) spetta a Gabriele Grisetti, che con 6 pinnuti mette tutti in riga. Seguono Enrico Volpicelli con 5 pesci e Fabio Antonini con 3.

Il gruppo di partecipanti si stringe intorno ad Antonini

Molti altri, invece, possono consolarsi con i molti accessori per la pesca sub offerti dai titolari dei negozi Sampey e l’ Emporio della pesca, entrambi di Civitavecchia.

Purtroppo il mare è stato avaro di prede per tutti, ma il divertimento è stato autentico e l’esperienza è risultata aggregante come solo questi incontri, con un’ immensa carica di cameratismo e coesione, sanno essere. A mente fresca, scambiandoci impressioni con altri partecipanti al raduno, ci siamo resi conto che molti di noi, viste le condizioni meteo, non sarebbero nemmeno venuti al mare se non fosse stato per la manifestazione, del tutto riuscita. Qui sta la bellezza della cosa, in un momento in cui da più parti la pesca subacquea risulta spesso osteggiata, mal vista e cinicamente strumentalizzata da ambientalisti e politici da salotto.

Onore al merito quindi a Fabio Antonini, che ha messo in discussione la sua immagine di nazionale esponendosi in prima persona nell’organizzazione del raduno ed entrando in acqua in un mare che prometteva a tutti i partecipanti un solenne cappotto.

E onore anche ai tanti altri agonisti, come Enrico Antonini, Baldassarre, Canu, Colangeli, i fratelli D’Onofrio, Eternato, Grisetti, il sottoscritto, Montemurro, Praiola, Silighini, Sperandio,Volpe e Volpicelli.

Alla fine della manifestazione ci siamo lasciati con un arrivederci e siamo tornati al solito tran-tran della vita di tutti i giorni, stanchi ma soddisfatti per la memorabile giornata.

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