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4° Trofeo Rane Nere Sub Trento


Monica Barbero Campionessa Italian di dinamica nel 2004 con 167,40 metri

C’era grande attesa per la gara di Trento.
Il parco partecipanti prometteva risultati importanti e la società organizzatrice, le Rane Nere Sub Trento, sempre all’avanguardia nel mondo dell’apnea agonistica, aveva organizzato la manifestazione in maniera tale da poter omologare il primo record del mondo di apnea dinamica riconosciuto dalla confederazione sportiva internazionale, la Cmas.
Era importante partire con l’omologazione ed il riconoscimento a livello internazionale di una prestazione maschile ed una femminile.
Troppe volte, durante lo scorso anno, Monica Barbero aveva raggiunto misure valutate come migliori al mondo e mai c’era stata la possibilità di riconoscerle a livello internazionale.
Il protrarsi di questa situazione non poteva fare altro che screditare la figura della Cmas nel mondo dell’apnea.
Trento è stato solo un punto di partenza, un palcoscenico dal quale lanciare un forte segnale di inizio che è stato subito accolto da Trieste, dove si disputerà il Campionato Italiano e dove si potrà omologare, nel caso, un nuovo record.

L’uscita nella prova di qualifica di Max Crovato

La cosa particolare è che stiamo parlando di record mondiali fatti in gara.
Abituati com’eravamo a leggere di grandi personaggi che organizzavano ed organizzano ancora oggi record ‘privati’, realtà unica e perlopiù sconosciuta al mondo dello sport, ci possiamo rendere conto dell’importanza di questo sviluppo.
Il notevole impegno economico per avere il controllo antidoping alla gara di Trento è stato completamente coperto dalle Rane Nere, a dimostrazione di quanto fosse marcata la convinzione che questo era un passo fondamentale per lo sviluppo dell’apnea agonistica.

La gara di Trento ha avuto anche un altro importante motivo di interesse, è stata l’occasione per organizzare il primo collegiale del club azzurro. Il nuovo staff composto dal ds Luigi Magno, dal ct della Nazionale femminile Domenico Blanda, dal ct della Nazionale maschile Simone Graffer, da Armando Lombardi per quanto riguarda l’approccio mentale alla gara, dal medico sportivo Fabio Diana e da due tecnici esterni in procinto di essere uniti al gruppo hanno studiato le caratteristiche degli atleti dell’attuale club azzurro.

La piscina olimpionica di Trento sede del 4° Trofeo Rane Nere

Ai ragazzi già inseriti nella ristretta cerchia dei possibili Nazionali sono stati aggregati quattro atleti che avevano dimostrato in diverse occasioni di meritarsi l’attenzione dei tecnici federali:
Massimiliano Crovato, Michele Rallo, Homar Leuci e Matteo Garaldi.
Dimostrazione questa, se ce ne fosse stato bisogno, dell’assoluta apertura degli attuali tecnici alle nuove leve che stanno incalzando gli attuali campioni.
Gli atleti hanno potuto lavorare in acqua venerdì sera e sabato mattina seguiti da un preparatore fisico e da un tecnico di pinnato. Sono stati raccolti filmati e dati per cominciare a costruire dei quadri precisi di ognuno di loro.
Il sabato pomeriggio è stato dedicato al riposo ed alle analisi con il medico sportivo.
E’ stato il primo importante e necessario momento di riunione del club azzurro prima dei Campionati Europei di Siracusa ormai incombenti.
Ma passiamo alla gara.

Michele Tomasi prima della qualifica

Gli atleti si sono ritrovati sabato sera presso la sede sociale delle Rane Nere Sub Trento per l’iscrizione ed il controllo dei documenti.
L’organizzazione è stata inflessibile e non ha permesso a nessuno di presentarsi la domenica mattina per la verifica della tessera federale ed atleta visti i tempi organizzativi ristretti.

Infatti, alle 08.00 i partecipanti erano già pronti presso la piscina olimpionica di Fogazzaro.
La logistica prevedeva la disponibilità della palestra per prepararsi, attrezzata con schermo gigante che trasmetteva le immagini in diretta dalla vasca e di un tabellone con i risultati aggiornati in tempo reale.

Il primo riscaldamento è cominciato alle 08.30 ed alle 09.00, come da programma, è iniziata la gara.
Le sorprese non sono mancate, prima fra tutte la prova di Matteo Zangoni, compagno di squadra del vicecampione del Mondo Giuliano Marchi.
Matteo lo scorso anno si era comportato bene con prestazioni in continua crescita da Torino a Trieste fino a Trento, dove aveva raggiunto i 123,6 metri.

La palestra ove gli atleti hanno potuto prepararsi per la prestazione

Si era qualificato ai Campionati Italiani di Roma come diciottesimo senza poi partecipare.
Di certo nessuno avrebbe potuto prevedere una sua prestazione a 141,36 metri che gli ha assicurato la quinta posizione in qualifica.
Così Mirco Ominetti di Ancona con 138,16 metri e Giuseppe La Rosa di Livorno con 136,50 metri hanno guadagnato la finale e la qualificazione al Campionato Italiano di Trieste con pieno merito eliminando dalla finale atleti di valore come Stefano Tovaglieri, Flavio Righetto, Giacomo De Mola e Paolo Acanti.
Mirco lo scorso anno aveva partecipato alle gare di Jesi ed Ancona chiudendo in tutte e due i 100 metri mentre Giuseppe è stata una novità assoluta che sta mostrando il suo valore.
Oltre a loro Giuliano Marchi con 138,93 metri e Max Crovato con 143,75 metri hanno raggiunto la finale.
Ma il vero spettacolo l’hanno dato i primi tre:
Matteo Garaldi, Michele Tomasi ed Homar Leuci.
Il primo a scendere in acqua è stato Matteo che un po’ contratto per la tensione ha percorso ben 165,96 metri. Dopo di lui Michele usciva a 176,96 metri ed Homar a 176,43 metri.
Solo 53 centimetri di differenza!!

Il tecnico video sotto l’impalcatura ove era posizionata la telecamera

In questo caso il nuovo regolamento Cmas ha permesso una misurazione obbiettiva della prestazione, cosa impossibile da farsi fino allo scorso anno.
Dopo la qualifica Michele si ritrovava così con il record del mondo in mano, ma le sorprese non erano finite.
In campo femminile, nonostante la presenza della Nazionale al gran completo, la gara è stata un po’ dimessa.
Le iscritte erano nove e ci si aspettava che le migliori si risparmiassero in qualifica per dare tutto in finale e magari tentare di scrivere il proprio nome nell’albo dei record.
Manuela Acco, alla sua prima uscita quest’anno, faceva segnare 131,60 metri, seguita da Paola Parenti con 130,51 metri e la sorpresa Federica Costa con 122,10 metri.
Dietro a loro la scaligera Francesca Scolari, in continua crescita dopo le ottime prestazioni a Pistoia e Torino, usciva dopo 116,68 metri.
Monica Barbero si limitava a girare i 100 metri fermandosi a 114,37 metri e così anche Ilaria Molinari, anche lei alla sua prima gara stagionale, con 113,89 metri.

Le segreterie Laura e Cinzia

In fondo alla classifica preoccupava un pò la prestazione di Paola Tagliabue, uscita dopo 103,58 metri e seguita a ruota da Gabriella Serafino con 103,25 metri, sua migliore prestazione in gara.
Paola però veniva da un periodo in cui aveva avuto dei problemi fisici per cui difficilmente, considerando anche l’impegno del collegiale, sarebbe riuscita a ripetere la bellissima prestazione fatta a Torino con 150 metri.

Le due finali si prospettavano gustose ed appassionanti.
Di certo dopo le qualifiche tutti erano ansiosi di capire se Homar, Matteo e Michele avrebbero dato ancora spettacolo e fino a dove sarebbero riusciti ad arrivare.
Il regolamento di quest’anno prevede due prove nella stessa giornata, una novità assoluta per gli atleti, per cui c’è ancora l’incognita della preparazione fisica e mentale per affrontare al massimo ambedue le prestazioni.
Oltre ai primi tre, però, anche Crovato e Marchi sembravano poter riservare delle sorprese.

Le operatrici video Antonella ed Enrica

In finale La Rosa, Ominetti e Zangoni sono rimasti molto al di sotto della qualifica, a dimostrazione di quanto detto sopra al riguardo delle due prove da affrontare al massimo.
Giuliano Marchi si è fermato a 139, 75 metri con un po’ di malinconia, pensando che due anni fa ai Campionati Italiani di Trento vinceva con 136 metri.
Davanti a lui un’altra buona prestazione di Max Crovato, che con 150 metri ripeteva il risultato di Torino.
Le sue uscite sono sempre ottime, forse anche troppo, e dimostrano come Max sia ancora segnato dall’esperienza vissuta ai Campionati Italiani di Roma dello scorso anno.
Di certo il suo potenziale è superiore a queste misure, deve solo convincersene e poi potrà lottare con i migliori.
Il primo a partire dei ‘magnifici tre’ è stato Matteo Garaldi, che con una nuotata molto più lineare ed efficace rispetto alla prima prova raggiungeva i 177,40 metri con un’uscita alla ‘Barbero’.

Mimmo Blanda neo ct della Nazionale Femmminile segue le sue atlete

Ciò voleva dire che il record del Mondo ora era suo !
Homar, da buon cavallo di razza mai domo, si lanciava alla rincorsa del compagno ed amico fermandosi dopo aver percorso 178,12 metri, non ripetendo però l’uscita esemplare di Matteo.
Nuovo record del mondo ed ora la palla passava a Michele che con buono stile arrivava a 173,61 metri un pò affaticato.
Questi tre atleti sono stati superiori a tutti sia come prestazioni che come cattiveria agonistica e, nonostante il secondo posto, proprio Matteo è stato quello che più ha impressionato i presenti.
Di certo ai Campionati Italiani se la dovranno vedere con chi a Trento ha tirato i remi in barca.
Eccetto Homar, Matteo e Michele le misure degli altri atleti hanno infatti deluso le aspettative.
Per loro tre questa gara è stata un test importantissimo ed irripetibile prima dei Campionati Italiani considerando che a Trieste chi vorrà andare in finale dovrà fare un’ottima prestazione già in qualifica.
Per gli altri è stata un’occasione persa per mettersi veramente alla prova.
La finale femminile ha visto una conferma di Gabriella Serafino sui 100 metri ed un stoica Paola Tagliabue, che nonostante le difficoltà entrava in acqua ed onorava la manifestazione, chiudendo anche lei le due vasche da 50 metri.

L’uscita di Homar Leuci a 178,12 metri

Monica Barbero ripeteva la prova della qualifica fermandosi tranquillamente a 110,80 metri.
Anche lei come Paola Tagliabue aveva già dimostrato a Torino di essereci vincendo quella selettiva con 154,69 metri.
Da segnalare i continui progressi di Federica Costa e Francesca Scolari, che gara dopo gara continuano ad incrementare le loro prestazioni, avvicinandosi piano piano alle migliori.
Federica ha ottenuto un ottimo 3° posto finale con 127,09 metri e Francesca il 2° posto con 132,76 metri.
In cima alla classifica si è insediata la brava Paola Parenti che ha vinto con 153,26 metri, primo record del mondo Cmas femminile

Sappiamo tutti che le prestazioni fatte a Trento non sono le migliori al mondo ma, come già detto in precedenza, questa è solo la prima tappa.
Già a Trieste ci possiamo aspettare dei netti miglioramenti che renderanno sempre più onore all’apnea agonistica. Così poi a Siracusa e nelle prossime gare, non solo italiane.

Dopo la bella prestazione in qualifica, Manuela Acco non ha chiuso neppure i 100 metri in finale, fermandosi ad 88,27 metri.

A questo punto mancano ancora le selettive di Bologna, Brindisi e Trapani. Fra meno di un mese i più forti apneisti d’Italia si confronteranno in una sfida fra Titani nella nuova piscina di Trieste.

Possiamo realisticamente aspettarci la più grande gara della storia dell’apnea internazionale.
Già 22 uomini e 12 donne si sono qualificati di diritto, nonostante i limiti definiti quest’anno dalla Fipsas. Di certo si raggiungeranno i 40 atleti e probabilmente ci sarà un ripescaggio dei migliori, nel limite di un minimo scarto rispetto alla soglia di ammissione, fino ad arrivare alle 50 unità ammesse dal club organizzatore, il CST Trieste.

Si ringraziano la Lizard, la Speedo e Parisi Waterwear, sponsor tecnici della squadra delle Rane Nere.

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