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PESCA IN APNEA N° 47 – GENNAIO 2007

| 31 Dicembre 2006 | 0 Comments

Foto di copertina: A. Balbi

Per chi si occupa di marketing, la fascia piu’ misteriosa, quella sulla quale e’ difficile fare analisi e progetti, e’ quella dei giovani, i quali scoprono, inventano e distruggono le realta’ senza neppure sapere di stare facendo in ogni attimo una rivoluzione. Questi non sono problemi astratti, ma concretissimi, perché immaginare e poi conoscere e intepretare i gusti e gli indirizzi delle generazioni che ci precedono e’ fondamentale per ogni iniziativa, dalla piu’ banale alla piu’ elaborata. Il problema investe tutte le attivita’ e, dunque, anche la nostra, quella editoriale, che della comunicazione fa il suo mestiere.
La premessa serve a introdurre un argomento per noi delicato e importante e che, in due parole, puo’ essere sintetizzato in un piccolo interrogativo: «Come si collocano i giovani al confronto della pesca in apnea?». Le risposte a questo interrogativo sono tante e ognuna diversa dall’altra: alcune ottimistiche e positive, altre perplesse e indecise. Le prime vedono un futuro roseo e in sviluppo, anche se, tutti lo dicono, dovrebbero essere modificate le normative. Le seconde denunciano difficolta’ e danno la responsabilita’ di questa situazione a una cultura di base che attribuisce alla pesca in apnea misfatti contro l’ambiente e sposta l’attenzione dei piu’ giovani verso interessi diversi.
Noi siamo per questa seconda versione e ci siamo posti il problema sul cosa fare per indirizzare l’attenzione dei ragazzi verso la nostra attivita’. Per questo, dal numero di gennaio 2007 di Pesca in Apnea, ora in edicola, iniziamo a pubblicare una serie di servizi (autori Martorana e Balbi), dedicati ai piu’ giovani, con tematiche molto semplici, trattate con una tecnica particolare che li rende accessibili fin dal primo sguardo. L’argomento (quello di questo numero e’ su come si indossano le attrezzature) viene raccontato con una serie di immagini fotografiche didattiche corredate da lunghe ed esaurienti didascalie che rendono con assoluta chiarezza il senso di quello che si illustra. In altre parole, una specie di fotoromanzo per soggetti ancora non adeguatamente preparati. Questo, nel meccanismo della comunicazione giornalistica, e’ il sistema piu’ utile per memorizzare un qualsiasi argomento. Pensiamo cosi’ di interessare i lettori piu’ giovani ed accompagnarli lungo le complesse strade dell’esperienza. Ma, naturalmente, non tutto il numero di gennaio di Pesca in Apnea ora in edicola e’ dedicato ai giovani. Ci sono anche fior di servizi che i pescapneisti piu’ esperti potranno gustare con diletto.
Gli amici di Apnea Magazine potranno verificarlo leggendo gli estratti dei servizi pubblicati sulla nostra rivista, che qui di seguito segnaliamo.

1) Pag. 18: TECNICA / LA MIA PESCA IN TANA di Marco Bardi

Per approfondire e arricchire con qualche idea nuova la tecnica della pesca in tana, andiamo a conoscere le abitudini di un campione.

‘ Non tutti i fondali presentano le stesse caratteristiche e bisogna comprendere quale puo’ essere una zona ideale, altrimenti si rischia di fare un vero buco nell’acqua.
Gli agglomerati rocciosi, oltre ai rifugi, offrono spesso un punto di raccolta di cibo e condizioni ottimali per numerose specie bentoniche che vivono a stretto contatto con i fondali’
‘ Generalmente i pesci di maggiore interesse per la pesca in tana sono cernie, saraghi, corvine, scorfani, mostelle, gronghi e murene. Altre volte, in rifugi piu’ occasionali, si possono trovare anche pesci che di solito vivono in acqua libera, come cefali, orate e spigole. Ognuno di questi pesci ha una sua caratteristica di comportamento e un periodo ottimale di pesca’
‘ La scelta della tana e’ condizionata da piu’ fattori: dalla conoscenza del posto all’esperienza istintiva che porta a scegliere una fessura perché sembra ideale, a indizi provenienti dallo stesso ambiente dove viene effettuata la ricerca. In generale, nella ricerca della tana, esistono indicatori particolari dell’esistenza di prede nei paraggi, per esempio branchi di piccoli pesci che stazionano davanti all’imboccatura di una tana e che, rivolti verso l’interno del meandro, si spostano a scatti perché qualcosa li incuriosisce’
‘ Viene spontaneo l’utilizzo di una torcia per illuminare all’interno delle spaccature piu’ buie, tuttavia il suo uso e’ consigliato solo in alcuni casi, solo per illuminare le fenditure piu’ buie, perché in genere la luce spaventa il pesce’

2) Pag. 26: LE STAGIONI / QUELLI CHE’ IL FREDDO di Stefano Navarrini

Quelli che non mollano mai, quelli che senza almeno una fucilata a settimana vanno in crisi
d’astinenza, quelli che sanno ormai come organizzarsi per affrontare con un sorriso anche le giornate piu’ fredde e scoraggianti. Oggi sono sempre di piu’: grazie alla qualita’ delle attrezzature e a un clima che sembra aprire le porte a un futuro tropicale.

‘ Certo, per uscire con condizioni di mare poco raccomandabili, sia partendo da terra sia con il gommone, occorre la necessaria esperienza. Soprattutto tenendo conto che in inverno il mare e’ pressoché deserto e che in caso di difficolta’ chiedere aiuto non e’ sempre possibile. Per chi parte da terra la difficolta’ maggiore puo’ essere quella di un cambiamento dello stato del mare che renda difficoltoso (o impossibile) uscire dall’acqua dallo stesso posto in cui si e’ entrati’
‘ Prese le dovute precauzioni e curata l’organizzazione, non resta che godersi il mare, perché sia chiaro (non vorremmo aver fatto un quadro troppo fosco della situazione) che in mare d’inverno si possono passare anche splendide giornate. E per godersi la situazione, al di la’ dell’organizzazione logistica, e’ importante curare bene anche il nostro fisico. Poiché un motore rende anche in base al carburante che ci si mette dentro, la cura dell’alimentazione sara’ importante a partire dal giorno prima, sia per un giusto equilibrio nutrizionale, sia perché su un mare che potrebbe non essere calmo e’ bene avere lo stomaco in ordine’
‘ Per questo, poiché d’inverno non e’ poi cosi’ facile fare carniere, bisognerebbe imparare a cucinare anche i cosiddetti pesci poveri, da cui, male che va, si puo’ ottenere una splendida zuppa’

3) Pag. 31: TATTICA / IL BARCAIOLO, ASSO VINCENTE di Alessandro Martorana

La possibilita’ di disporre di un barcaiolo d’esperienza puo’ essere l’uovo di Colombo per tornare a terra con il carniere pieno. Un personaggio, quello del barcaiolo, che puo’ assumere diversi ruoli, a seconda delle circostanze’

‘ Il nostro personalissimo angelo custode dovra’ avere cento occhi e tutti ben aperti, valutando con estrema attenzione le rotte dei mezzi nautici nelle vicinanze e cercando sempre di interporre l’ostacolo del gommone tra noi e loro, fossero anche decine. Impossibile, direte voi; eppure vi posso assicurare che un barcaiolo coscienzioso e padrone del mezzo nautico d’appoggio riuscira’ incredibilmente, manovrando con attenzione, a creare una ‘zona franca”
‘ Il barcaiolo di razza deve anche essere un ottimo stratega, in grado di valutare e soppesare con logica e criterio tutte le variazioni e i segnali che l’ambiente circostante trasmette di continuo e che noi, talvolta testardamente, non riusciamo a cogliere del tutto.
Un cambiamento della direzione del vento, un assembramento di gabbiani in un tratto di mare circoscritto, una differenza del colore del mare che puo’ indicare le presenza di una secca che non conosciamo: sono tutte situazioni che, con la presenza di un bravo e furbo stratega a bordo del nostro gommone, possono ribaltare in meglio la nostra battuta di pesca che, fino a quel momento, sembrava miseramente destinata a virare verso il ‘cappotto’ piu’ sonoro’
‘ Se, poi, il pescatore che assistiamo ha deciso di eleggerci a barcaiolo proprio per trasmetterci le sue esperienze, allora e’ veramente il massimo. Facciamo tesoro di tutto cio’ che ci racconta, provando contemporaneamente a immaginare cosa succede sotto il pelo dell’acqua, basandoci sulle informazioni del nostro assistito-maestro…

4) Pag. 36: TECNICA / GLI ULTIMI METRI di Pietro Milano

La discesa, l’avvicinamento alla preda’ Qualunque tecnica si usi e come la si usi, alla fine ci si trova a coprire gli ultimi metri che ci separano dal fondo, e qui si deve decidere come impostare l’azione di pesca.

‘ La discesa sulla perpendicolare e’ sconsigliata (ne abbiamo gia’ parlato in un altro articolo) a favore di una discesa leggermente traslata e senza mai guardare direttamente il pesce. Inoltre, vanno studiate le reazioni che la cernia ha in relazione al progressivo avvicinarsi del pescatore, che valutera’, sulla base dell’esperienza, se conviene effettuare un tiro sforzato (anche se dall’alto verso il basso, con maggiore penetrazione) o risalire, infondere tranquillita’ alla preda e ritentare con un avvicinamento piu’ lento e tranquillo, specialmente nei famosi ultimi metri’
‘ Ritorniamo al fucile e alla sua posizione: non vogliamo affermare che in tutte le tecniche al di fuori dell’agguato il puntamento dell’arma non sia basilare, ma in quest’ultima tecnica lo diventa a maggior ragione. Il fatto e’ dimostrabile analizzando le due modalita’ d’esecuzione: nell’aspetto e’ la curiosita’ del pesce a farlo avvicinare (cio’ consente un minimo di brandeggio); nell’agguato e’ il fattore sorpresa a determinare il successo e il fucile deve essere gia’ in puntamento ottimale’

5) Pag. 39: CONSIGLI A CHI COMINCIA / LA VESTIZIONE di Alessandro Martorana

Iniziamo la pubblicazione di una serie di servizi tecnici, una miniguida per il pescapneista neofita. Oltre al testo, sono presenti molte fotografie corredate da lunghe didascalie esplicative. Questo sistema di comunicazione ha il pregio della immediatezza e della facile fruibilita’

‘ Prima di cominciare la vestizione, predisponiamo un luogo asciutto in cui infilare i vestiti che ci siamo appena tolti, l’asciugamano che ci servira’ dopo la battuta,
i documenti e il telefonino’
‘ La taratura della zavorra sara’ studiata in funzione della profondita’ d’utilizzo, dello spessore della muta usata e della tecnica di pesca che desideriamo attuare, ma sempre rispettando il principio fondamentale che ci deve vedere ben positivi in superficie.
Il fucile che useremo sara’ gia’ stato preparato e messo (scarico) a portata di mano per quando entreremo in acqua.

6) Pag. 42: I MAESTRI DELLA PESCA / L’INVERNO PER AMICO di Stefano Navarrini

Architetto per professione, pescatore per passione. Rientrato quest’anno in prima categoria, Massimiliano Volpe, noto anche come Maxfox, responsabile del team agonistico di Apnea Magazine, e’ un pescatore che riesce a coniugare la componente sportiva con l’amore per il mare.

‘ In inverno riesci a mantenere un buon grado di allenamento?
Sebbene in inverno le uscite in mare si diradino per motivi legati al tempo, in genere riesco a mantenere un discreto grado di allenamento specifico, poiché di rado scendo sotto almeno un’uscita settimanale. Comunque integro l’allenamento specifico con un po’ di palestra, che frequento tutto l’anno, ma che in inverno vede aumentare le sedute medie settimanali da due a tre. Non amo molto la piscina, preferisco andare a correre per fare un po’ di fiato…
‘ Rispetto alla direzione della corrente, com’e’ meglio disporsi e quanto e’ importante nascondersi?
Pescando all’aspetto o all’agguato lungo le franate costiere ho osservato che e’ preferibile procedere a favore di corrente, con aspetti brevi e frequenti, in quanto la spigola, se e’ nei paraggi, sara’ incuriosita immediatamente dalla nostra presenza. Con discreta visibilita’ in acqua, mi e’ capitato sovente di avvistare la preda dalla superficie. Gli aspetti andranno effettuati scegliendo appostamenti che garantiscano una buona copertura, ma senza la pretesa di una posta da dentici, per capirci.
E’ sempre buona regola portare qualche aspetto in direzione della costa, oltre che longitudinalmente alla stessa. Piu’ raro aspettarsi le prede dal largo, ma non impossibile’

7) Pag. 48: RACCONTO / SORPRESE FUORI STAGIONE di Marco Bardi

Corrado Natale e’ l’artefice di questa avventura vissuta insieme con la sua compagna Manuela. Un dentice di 8 kg e’ il protagonista della sorpresa. Una giornata finita bene, anche se per poco non cambiava tutto’

‘ Una volta entrati in acqua, procediamo come al solito: lei pesca attaccata alla costa in acqua molto bassa, effettuando principalmente agguati di superficie e qualche aspetto, io pesco poco piu’ al largo, dove l’acqua affonda di alcuni metri, ma ci teniamo costantemente a vista, e ogni mezz’ora ci scambiamo le impressioni sulla battuta. Al primo incontro Manuela ha gia’ un bel polpo in carniere, mentre io dopo diversi aspetti non ho ancora visto niente’
‘ Dal largo si materializzano subito alcuni saraghi che, sospesi nel blu, appaiono in un primo momento abbastanza tranquilli. Dopo aver percorso alcuni metri nella mia direzione, si fermano a distanza di sicurezza’
‘ Il pesce era colpito bene, ma, data la sua mole, temevo che si rompesse la sagola se non addirittura l’asta, quindi non potevo perdere secondi preziosi. Scendo senza grandi preparativi e seguo la sagola per diversi metri prima di individuare una cortina di polvere in sospensione. Sul fondo il dentice, sbattendo, ha sollevato un enorme polverone che aumenta notevolmente la difficolta’ nel localizzarlo.

8) Pag. 52: IDEE / PESCA IN APNEA – LA GIOIA DEL MARE di Giorgio Volpe

Come affrontiamo e viviamo il nostro sport? Quale tipo di rapporto abbiamo con noi stessi,
con l’ambiente e con il nostro compagno d’immersione? Tutto cio’, se trova risposte giuste, ci fa vivere le nostre giornate di mare nella maniera piu’ edificante e piu’ bella.

‘ Per gli appassionati che abbracciano la filosofia del divertimento, il mare e la pesca sono espressioni della gioia di vivere e soddisfano un desiderio di evasione, appagamento e liberta’. La poesia dell’immersione in apnea si fonde con il fascino ancestrale della caccia, sublimato dalla coscienza ecologica di ogni vero amante del mare’
‘ Com’e’ possibile divertirsi quando si ha consapevolezza di poter buscare una pesante sanzione amministrativa o di incappare in una contestazione di rilievo addirittura penale? La filosofia del divertimento che caratterizza l’approccio ‘godereccio’ non puo’ non incidere sul nostro livello di attenzione alle norme che disciplinano l’esercizio della pesca in apnea, perché l’idea stessa di rischiare una contravvenzione e’ in antitesi con il principio del divertimento in sicurezza’
‘ Consideriamo una coppia di pescatori in apnea che abbracciano una visione puramente edonistica della disciplina. Tra loro non c’e’ competizione, ma solo un sano spirito goliardico che si traduce in bonarie battute al termine della pescata: il sale della vita! Non considerando la cattura come un obiettivo da raggiungere a tutti i costi, si trovano sempre d’accordo nelle varie scelte che si impongono durante l’azione di pesca: batimetriche da battere, percorsi da seguire, momento in cui rientrare a terra’

9) Pag. 56: ESPERIENZA / IL MAESTRO E GLI ALLIEVI di Antonio Mancuso

L’evoluzione che il nostro sport ha subi’to in questi ultimi anni e’ stata notevole e il pescatore in apnea si e’ rinnovato di conseguenza, adattandosi alla moderna filosofia di questa attivita’. Per forgiare le nuove leve, pero’, e’ necessario il contributo dei piu’ anziani.

.. Grazie all’esperienza acquisita nel corso di molti anni d’immersione, infatti, sono proprio le persone che ne posseggono un notevole bagaglio (e che spesso assurgono a ruolo di leader) a indirizzare le giovani leve verso una corretta pratica della nostra nobile disciplina, in linea, cioe’, con quelli che sono i principi e le regole propri del pescatore in apnea del terzo millennio’
‘ Ci sembra piuttosto chiaro, a questo punto, che un neofita, per entrare nel modo piu’ corretto nel mondo della pesca in apnea, frequenti uno dei tanti corsi federali che vengono organizzati all’interno delle associazioni accreditate’
‘ Che l’agonismo rappresenti linfa vitale per ogni sport e’ certamente un dato inconfutabile. I vari campionati costituiscono una vetrina dov’e’ possibile ammirare molti atleti, anche quelli gia’ affermati, ma c’e’ un tipo di gara che permette a chiunque sia iscritto a una societa’ affiliata alla Fipsas di gareggiare spalla a spalla con i campioni del momento ed entrare, cosi’, nello spirito delle gare ad alti livelli: si tratta del Campionato Italiano per Societa’, manifestazione agonistica alla quale, con una propria squadra, partecipano i vari circoli subacquei’

10) Pag. 61: CONFRONTI / APNEISTA O PESCATORE?

Differenze psicologiche, fisiche e pratiche tra l’apneista puro e il pescatore in apnea. Due sportivi che, pur praticando la propria passione in acqua e senza respirare, hanno esigenze, comportamenti e obiettivi completamenti differenti.

‘ L’apneista puro deve innanzi tutto badare a quello che succede all’interno di se stesso. Deve compiere un viaggio interiore per sgombrare la mente da qualsiasi pensiero che non riguardi l’apnea con la ‘A’ maiuscola, per dedicarsi alla concentrazione piu’ assoluta e piu’ profonda.
Il pescapneista, invece, per raggiungere gli obiettivi prefissati deve soprattutto osservare e analizzare tutto cio’ che lo circonda senza mai tagliare il filo immaginario su cui scorre il continuo flusso di informazioni tra la sua mente e l’ambiente che lo ospita. Il tutto senza mai dimenticare di essere in apnea e che la sicurezza deve venire prima di ogni cosa: avete mai pensato a questa fondamentale e sottile differenza d’approccio all’apnea e alla pesca in apnea? ‘
‘ Come abbiamo visto, tramite questi due semplici esempi, e’ veramente molto difficile trovare dei punti di incontro tra l’apnea e la pesca in apnea, nonostante entrambe le discipline vengano effettuate in acqua e in assenza di respiro.
Per il primo subacqueo l’apnea e’ il fine stesso della propria passione, per il secondo, invece, l’apnea e’ solo un mezzo da utilizzare per il raggiungimento dei propri obiettivi, alla stregua di un’imbarcazione o di un componente del proprio equipaggiamento.
Diamo adesso uno sguardo anche alle differenze nell’equipaggiamento dell’apneista e del pescatore’

11) Pag. 66: APNEA / INTERPRETARE LE REGOLE di Roberto Tiveron

Tutto cio’ che ci circonda, l’universo, il mondo, i fenomeni naturali, e’ soggetto a regole, ma nella nostra vita quotidiana spesso le regole non vanno osservate ciecamente, bensi’ interpretate e, magari, calibrate. Il nostro sport, l’apnea, non fa eccezione.

‘ Come sempre, ripeto, pero’, che la teoria, per quanto fondamentale, indispensabile e utile che sia, non potra’ mai prescindere dall’esperienza derivante da ore, giorni, mesi e anni di pratica costante. Quando, poi, si tratta di attivita’ come l’apnea, in cui errori dovuti all’ignoranza o alla superficialita’ potrebbero diventare fatali, emerge sempre di piu’ l’importanza di aver maturato la giusta esperienza’
‘ Molto spesso capita l’occasione di andare in mare da soli. Se proprio non si vuole rinunciare, la regola da rispettare deve essere quella di lavorare al 50-60% delle proprie possibilita’, per quanto riguarda profondita’, durata delle apnee, recupero, sforzo fisico e valutazione degli eventi’
‘ A questo punto, e’ logico che per una corretta ventilazione non sia sufficiente seguire la regola, dettata dal Pranayama, di due a uno o due a uno e mezzo, perché il fatto di avere iperventilato oppure no deriva principalmente dalla quantita’ di aria che entra ed esce dai polmoni nell’unita’ di tempo e, quindi, indipendentemente dalla tipologia di ventilazione adottata’
‘ Quando si produce lavoro, l’energia sviluppata inevitabilmente consuma riserve che normalmente sono accumulate in precisi distretti dell’organismo. Di conseguenza vengono prodotte sostanze di scarto e anche queste si accumulano nell’organismo per un tempo determinato, che puo’ variare considerevolmente in base ad alcuni fattori: l’eta’ anagrafica, le caratteristiche fisiche del soggetto e la condizione fisica generale, che comprende anche le capacita’ di recupero’

12) Pag. 71: AVVENTURE / CORSICA – DENTICI E RICCIOLE’ di Gianluca Musso

Una bella storia di pesca nelle acque della Corsica, dove un mare impegnativo mette alla prova le capacita’ dei piu’ bravi pescatori in apnea.

‘ Questa e’ la cronaca di due giorni da leone, iniziati perché mi ero preso una batosta micidiale in un viaggio crociera in un’isola greca, che, su sette giorni di navigazione e pesca, aveva fruttato un cappotto colossale e vergognoso, anche perché per andarci ero partito da Savona in macchina e avevo raggiunto Bari, per imbarcarmi sul traghetto, facendomi 2600 km, senza trovare, infine, nemmeno un sarago degno del suo nome’
‘ Devo confessare che, anche se al primo tuffo non si puo’ pretendere piu’ di tanto, e’ pur vero che quando si e’ in Corsica aumentano le aspettative e anche le’ frustrazioni. E cosi’ iniziai a ‘rosicare’ senza motivo, perché, come mi resi conto piu’ tardi, bastava spostarsi, e di poco, per cambiare musica’
‘ E’ il secondo giorno: sveglia alle 6.30. Mi sono giocato il barcaiolo, a letto con i postumi dell’insolazione, accudito dalla sua fidanzata. Ho ripreso la zattera a motore e, in solitario, mi sono recato sullo stesso posto che il giorno prima mi aveva regalato il dentice.
Il vento di libeccio rinforzava e cio’ mi ha messo una certa ansia, perché la zattera non e’ certo il gommone di 6 m con cui giro di solito e c’era poco da stare allegri’

13) Pag. 76: APPUNTAMENTO APNEA MAGAZINE / TUTTI DA GIORGIO QUESTA SERA di Marco Bardi

Lo spirito di gruppo contraddistingue questa famiglia di pescatori in apnea che, come tradizione, ogni anno si riunisce per incontrarsi e festeggiare l’amicizia.

‘ In attesa dei protagonisti circolavano gia’ i primi bicchieri di Morellino per spezzare l’attesa e riscaldare l’atmosfera. Tra le novita’ di quest’anno c’e’ stata anche l’esibizione musicale con il contributo dei partecipanti, anche se sembrava di essere di fronte a dei veri professionisti, con diversi ottimi cantanti supportati dal poliedrico Giorgio Volpe alla tastiera: anche questo e’ sintomo
di spirito di gruppo.
Al raduno erano presenti i membri dello staff, giunti a Grosseto da varie zone d’Italia, dalla Sardegna alla Puglia. Leonardo Sampogna dalla provincia di Pordenone e Salvo Rubera da Palermo erano quelli che venivano da piu’ lontano. E Salvo Rubera e’ stato anche autore di una bella pescata.
Tra i partecipanti, escludendo i figli degli intervenuti, probabilmente il titolo del piu’ giovane spetta a Emanuele Pieroni, classe 1975′

14) I SEGRETI DI BELLANI / QUANDO LO STILE NON E’ ACQUA di Stefano Navarrini

Stile, ovvero un termine bivalente per un pescatore in apnea, perché se da un lato descrive un atteggiamento comportamentale, dall’altro puo’ anche evidenziare gli aspetti tecnici e dinamici di un’azione di pesca.

‘ E la tua borsa delle attrezzature, anche quando vai all’estero, e’ sempre in ordine, pulita, e come ‘gestisci’ le mute dopo una battuta di pesca?
Dal punto di vista dell’ordine, mi reputo preciso, forse anche un po’ maniaco. Non solo ho sempre tutto a posto, non solo porto sempre dietro un’attrezzatura di rispetto, perché puo’ sempre accadere che qualcosa si rompa, ma, soprattutto per quanto riguarda il fucile, la sera prima di ogni gara controllo ogni minimo dettaglio: e’ un modo che serve anche ad allentare la tensione e mi fa dormire meglio. Per quanto riguarda le mute, invece, intuendo a cosa ti riferisci, e’ un problema che non mi pongo. In estate mi vesto e mi spoglio in acqua, e quindi la muta si autopulisce, in inverno la indosso con un’abbondante lubrificazione di acqua saponata e la tolgo sotto la doccia’

15) Pag. 80/88: GUIDA TECNICA

OMER/LINEA SKIN: L’inverno obbliga a proteggersi dal freddo ed ecco subito pronta la proposta Omer per risolvere questo inconveniente.

SEAC SUB/MUTA COMBAT FLEX: Una 5 mm foderata spaccata dalle buone caratteristiche termiche e di notevole elasticita’. Le prerogative principali di questa muta sono da ricercare nella sua estrema flessibilita’. Il grande rinforzo sternale e’ il punto finale di un’accurata progettazione.

CRESSI-SUB/ARBALETE COMANCHE 60: Un fucile corto, ma dalle grandi doti di versatilita’. Armato di fiocina, questo ‘sessantino’ diventa infatti micidiale per la pesca nel grotto e per i tiri ravvicinati al pesce bianco. Il Comanche eredita dall’Apache brandeggio, precisione e facilita’ d’utilizzo.

PARISI SUB/SACCA PORTAPINNE: Una comoda borsa che ci puo’ essere molto utile nei viaggi aerei, consentemdoci di mettere al riparo da urti e schiacciamenti le nostre preziose pinne e di stivare meglio il resto dell’attrezzatura.

MAT MAS/PINNE IN CARBONIO ST: Un paio di pinne in carbonio molto adatte a chi desidera avvicinarsi a un’attrezzatura in composito semplice e istintiva da usare. L’acqua bassa e la risacca sono i suoi ambienti operativi d’elezione.

16) L’INTERVISTA / I CAMPIONI DEL MONDO SI RACCONTANO di Alberto Balbi

Abbiamo incontrato Michele Tomasi, Paola Parenti e Paola Tagliabue, i nuovi, grandi campioni mondiali delle piu’ suggestive specialita’ dell’apnea agonistica. Ci hanno raccontato sensazioni, paure, emozioni, delusioni e felicita’ di quei momenti indimenticabili.

‘ Tre campioni mondiali in altrettante discipline maschili e femminili sono un vanto per il nostro Paese, che deve essere esibito con orgoglio. Per questo abbiamo incontrato i campioni del mondo e abbiamo scambiato con loro qualche parola sul mondiale e su quello che si aspettano da quest’anno agonistico che sta per iniziare. Ricordiamo che, tra i premiati, anche l’inossidabile Stefano Tovaglieri si e’ comportato in maniera egregia, con un terzo posto nella specialita’ del jamp blue, nonostante in Italia non si siano organizzate gare di selezione e gli allenamenti risultino di difficile attuazione.
Tenerife ha dimostrato ancora una volta che la scuola italiana e’ sempre al vertice, dopo i precedenti mondiali Aida e quello Cmas di Rovigno. Quest’ultimo e’ stato un’ulteriore conferma, soprattutto all’indomani di una difficile e travagliata stagione agonistica, che non sono del tutto sciolti gli interrogativi riguardanti la sicurezza e la salute dei concorrenti. Insomma, un mondiale che, oltre ad averci dato tre campioni del mondo, ha ridato fiducia a un movimento che delega alla federazione l’onere e l’onore di tutelare e accontentare i propri agonisti in questo difficile momento storico.
La parola, dunque, ai protagonisti’

17) MARE & ARTE / ROCCO ZUCCO: IL MARE COME ISPIRAZIONE di Antonio Mancuso

Artista e pescatore, un personaggio che e’ riuscito a far convivere le sue due grandi passioni e, in funzione di queste, ha impostato la sua vita.

18) DOVE ANDARE / TOSCANA: LE SECCHE DI VADA di Pietro Milano

Le Secche di Vada sono note un po’ a tutti i pescatori in apnea italiani, ma sono anche un punto difficile da battere se non se ne conoscono tutte le caratteristiche essenziali che consentono il successo di catture importanti. Ecco una guida di pesca sulle mitiche secche.

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