Per il nuovo anno quindi è stata decisa una moratoria totale dal 1° Gennaio al 30 Giugno, che interesserà tanto i professionisti quanto i ricreativi che operano a nord del 48° parallelo, con la sola eccezione appunto della piccola pesca artigianale che avrà solo due mesi di stop e limitazioni di quantitativo ma che continuerà ad operare. Per la seconda parte del 2016 la pesca riaprirà ma con severe limitazioni, in particolare 1 solo esemplare al giorno per ogni ricreativo, con taglia minima innalzata da 38 a 42 centimetri. Il provvedimento calato dall’alto e senza nessuna discussione che li abbia coinvolti, non è andato giù alle numerose federazioni della pesca amatoriale che promettono battaglia.
La preoccupazione principale ora è che, un piano così drastico, costringa la pesca professionale ad aumentare la sua pressione su altre specie bersaglio, anche costiere. Senza contare che, a detta delle organizzazioni ambientaliste in primo luogo, questa scelta non sembra esattamente dettata da presupposti scientifici che durante la discussione del provvedimento sono spesso passati in secondo piano rispetto agli interessi particolari di questo o quel gruppo di pressione. E mentre si è arrivati a scelte così drastiche in mari che, rispetto al Mediterraneo, pullulano letteralmente di spigole, cresce il timore, in diversi stati europei, che in futuro si debba fare i conti con provvedimenti simili, magari anche per altre specie di pesci, a cominciare dal dentice, osservato speciale ormai già da diversi anni.