Quote tonno rosso 2014 per la pesca sportiva: è beffa

Rieccoci come ogni anno a parlare di quote del tonno rosso riservate alla pesca sportiva e ricreativa. Questa volta, però, c’è una novità: il Governo ha visto bene di cambiare copione e giocare a carte scoperte, evitando il solito balletto con piroette e casquet di chiusura. Invece di destinare alla pesca non commerciale 50 (2011), 35 (2012) o 40 tonnellate (2013) per poi ridurle in corsa al fine di compensare lo sforamento delle quote da parte della pesca professionale coi palangari, quest’anno alla pesca sportiva sono toccate sin da subito ben 10 tonnellate, pari allo 0,512% della quota complessivamente assegnata all’Italia, che ammonta 1950,42 tonnellate.

Non si può certo dire che la FIPSAS e le altre associazioni della pesca sportiva e ricreativa non abbiano tentato di tutelare il diritto degli appassionati, ma purtroppo ogni sforzo di arginare la sostanziale privatizzazione del patrimonio ittico a vantaggio esclusivo della pesca professionale è stato vano. Milioni di appassionati dovranno accontentarsi di circa 200 tonni, mentre singole imbarcazioni di professionisti potranno accaparrarsi fino a 233 tonnellate.

Sebbene nel corso degli ultimi anni non siano mancate catture di questa specie da parte dei pescatori in apnea, è innegabile che gli incontri con il re del mare restino un fatto poco più che sporadico e si risolvano perlopiù con una mirabolante visione, pertanto crediamo di poter dare un giudizio spassionato su questa vicenda, senza poter essere considerati più di tanto parte in causa.

L’incontro con il tonno da parte del pesca sub è un evento infrequente, ma possibile.

A nostro giudizio è perfettamente comprensibile che il popolo italiano ceda una quota anche rilevante del proprio diritto di pesca ai professionisti, che con il proprio lavoro dovrebbero mettere il pesce nel piatto delle famiglie italiane, ma ci pare che si sia ormai superato ogni limite di decenza, pregiudicando non solo il diritto dei cittadini, ma anche e soprattutto il consistente indotto generato dalla pesca dilettantistica. Tra l’altro, ci risulta che buona parte dei tonni accaparrati da un pugno di imbarcazioni – in modo perfettamente legale! – finiscano sul mercato estero, con buona pace delle italiche mense.

Con questo ultimo decreto direttoriale si è chiarito che la categoria dei pescatori sportivi e ricreativi non ha alcun peso né diritto: invece di contrastare il costante sforamento delle quote da parte della pesca coi palangari mediante la riduzione del lotto pescabile con questa tecnica e la previsione di una più cospicua quota “cuscinetto”, si è preferito spossessare i cittadini di 3/4 della quota originaria, già risicata (2%) e ridurla ai minimi termini.

La FIPSAS aveva annunciato una dura battaglia nel caso in cui il Ministero non avesse accolto le istanze dei pescatori dilettantistici…. ovviamente saremo in prima linea per sostenere ogni azione di protesta mirata a riaffermare i diritti della nostra categoria.

DECRETO_DIRETTORIALE_N 10840_DEL_13-05-2014

 

Pubblicato da

Giorgio Volpe

Sono un appassionato di pesca in apnea ed ho avuto l'onore di poter apprendere da maestri d'eccezione. La mia passione per la divulgazione e internet mi hanno condotto alla creazione di Pescasub Maxfox nel 1999 e Apnea Magazine nel 2001. Dal 2003 collaboro con il mensile Il Subacqueo - Pesca in Apnea occupandomi di normative, agonismo, internet ed anche tecniche di pesca, ma solo dalla prospettiva dell'allievo :-) Questo sito esiste solo grazie alla passione dei tanti amici che hanno offerto il proprio contributo (gratuitamente!) in tutti questi anni e grazie agli sponsor, senza i quali non avremmo avuto i mezzi per realizzare servizi e video e metterli a disposizione del pubblico. Se anche tu vuoi offrire un contributo, contattami sul forum di discussione.

15 commenti su “Quote tonno rosso 2014 per la pesca sportiva: è beffa”

  1. cosa aspettate ad organizzare una protesta con tanti autobus che arrivano davanti al ministero per protestare?

  2. e una vergogna ……… siamo un popolo di coglioni, no la crisi ci meritiamo la fame. nessuna associazione ingrado di difenderci, tutti corrotti

  3. hai voglia ad urlare pro sacrosanti diritti dei pescasportivi,come sempre si fanno i comodi di poche lobbies(se si scrive così..)e a noi che abbiamo già speso diversi eurini,non rimane che il classico medio nel c..o!!!!!

  4. questi ancora non capiscono tutto l’indotto che c’e dietro la pesca sportiva i negozi che vendono attrezzatura benzina pastura motori barche ma forse questi non vogliono capire e non vogliono far ripartire il paese

  5. No.. non vogliono capire che così si rovina una intera filiera di attività collegate alla pesca sportiva, ma noi non siamo nulla a contronto delle potentissime cooperative di pesca, siete ancora convinti che non vogliono capire .. o hanno capito benissimio che agevolare !!

  6. Organiziamoci facciamo sentire la nostra voce,mi adopererò per far fare una interrogazione parlamentare sulla questione,ed una interrogazione al parlamento europeo,non è giusto che a pagare siano sempre i pescasportivi.

  7. Ma non lo avete ancora capito…dobbiamo fare una colletta …. e dei versamenti alle FONDAZIONI dei vari politici!

  8. 200 tonni in un anno per tutti i pescasportivi italiani è una indiscutibile presa in giro. Secondo me facciamo più figura a rinunciare alla nostra quota e dare rilevanza al fatto, con un articolo pesante, affermando che elemosine non ne vogliamo.

  9. Beh la realtà è ben diversa , nel golfo di Napoli sono medi che la caccia al tonno è aperta , se n’è solo pescato tanti che al mercato nero andavano a 2 euro al kilo.
    A Roma invece li pagano 10 euro e così si è assistito ad una migrazione “su strada” del tonno rosso.
    Visto tutto ciò è plausibile dire che prima dell’apertura la quota sia bella che andata e non una ma 10 volte.
    Vista l’incapacità da parte della guardia costiera di controllare ciò che accade sarebbe meglio cancellarle ste quote .
    Con il tonno rosso di contrabbando c’è chi si sta arricchendo alla grande .
    E parlo solo di quello preso da pescatori “sportivi” poi ci sono quelli che ci campano che da mesi ormai tornano in porto con 2/3 esemplari al giorno ….
    Ma di cosa parliamo ?

  10. Ormai i politici, succubi e dipendenti di vecchi funzionari, non contano più nulla. Comunque è vero anche che siamo indifesi, non ci rappresenta nessuno. Logica vorrebbe il rispetto di tutti e consentire la pesca solo a 10 – 15 uscite a barca per stagione, previa segnalazione alla Capitaneria di competenza. Per chi non rispetta, sequestro dell’ imbarcazione. Compreso il nostro sud tanto ligio al rispetto delle Leggi.

  11. Non c’e problema, vendero’ al miglior offerente canne, gommone, carrello, motore, attrezzature varie e non spendero’ piu un centesimo in pastura, benzina, ecc. ecc. .
    Come me faranno altri 10, 100, 1000, appassionati e ……..viva l’italia.

  12. voglio vedere a chi vendi tutto quello che ai detto se fanno tutti come te….. dovrebbero far prendere 3 o 4 o 5 tonni ad
    inbarcazione perche non e giusto che chi a tempo di andarci prende i tonni anche per quello che a le ferie ad agosto e se la prende nel c…
    perche hanno chiuso la pesca al tonno. e tutto sbagliato e dobbiamo farci sentire e urlare tutti insieme cosi facciamo la voce piu grossa

  13. Ai titolari di autorizzazione si concedono 3 tonni a stagione con un max di 10 uscite.

  14. Naturalmente le uscite dovranno essere registrate su una apposita scheda prima di salpare.

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