Bisognerebbe invertire rotta anche sulla preparazione: le giornate anzichè diminuite dovrebbero essere incrementate. Io sarei per portarle ad almeno dieci prevedendo una giornata di riposo obbligatoria per tutti prima della prima frazione. In questi anni la preparazione è stata quasi demonizzata, si è finito per spogliare di importanza questa fase fondamentale, e le ripercussioni negli appuntamenti internazionali poi si sono fatti sentire.
Il circuito delle selettive regionali dovrebbe non solo facilitare ed agevolare la partecipazione di nuovi atleti, ma anche e soprattutto la loro permanenza sia nel circuito in corso che in quelli successivi; sono tanti infatti quelli che magari provano ma abbandonano rapidamente. Rendere le selettive accessibili anche a chi non possiede il gommone, privilegiando le partenze da terra e ovviamente selezionando campi gara idonei a questa formula, potrebbe essere un indubbio incentivo per il movimento.
Sul tema della nazionale credo che, banalmente, si debba investire maggiormente di quanto non sia stato fatto fino ad oggi. Non è più pensabile potersi presentare ad una competizione europea o mondiale senza avere la più pallida idea di cosa si troverà e limitando la preparazione ai 10 (20 quando va bene) giorni precedenti la competizione. Non è sicuramente un caso che chi attualmente primeggia a livello internazionale sia anche chi investe maggiormente per sopralluoghi, logistica e strumentazione. Se l’Italia non vuole più essere relegata al ruolo di comparsa deve necessariamente riflettere su tutti questi punti e rimediare quanto prima.