Si allunga purtroppo la lista dei gravi incidenti in mare che, questa estate, hanno coinvolto i pescatori subacquei. È di pochi giorni fa la notizia dell’ennesimo investimento da natante ai danni di un subacqueo, avvenuto stavolta nelle acque del Circeo. Un giovane apneista romano di 30 anni, di cui non sono state rese note le generalità, è stato investito da un gommone mentre risaliva da un tuffo. Il gommone (nero o verde) non si è fermato ed è in corso una frenetica attività investigativa per rintracciarne il comandante che dovrà rispondere di lesioni personali e di omissione di soccorso.
Non c’è stato invece nulla da fare per A.N., originario di Nardò (LE) ma da tempo residente a Fiorano Modenese. Nonostante gli 80 anni compiuti, la sua sconfinata passione per il mare e la pesca in apnea lo spingeva a frequentare spesso il tratto di mare fra Torre Inserraglio e Sant’Isidoro. Come tante altre volte, si era immerso anche sabato ma non aveva più fatto ritorno. I familiari, che a tarda sera non lo avevano visto rincasare, avevano segnalato la scomparsa ed erano subito partite le ricerche. Il suo corpo è stato ritrovato ieri mattina, con entrambe le gambe incastrate in un fessura della scogliera. La salma è stata affidata al medico legale nel tentativo di accertare se l’incastro sia stato la causa indiretta della morte o se non si sia trattato di un malore e la posizone del ritrovamento sia solo il risultato dell’azione del moto ondoso.