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(confi)sub, La Sfida Vincente


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http://www.ilsecoloxix.it/levante/view.php...d3-0003badbebe4

 

 

di Gloria Barbetta

Subacquea, la scommessa vincente del Levante. «Il 70% della produzione mondiale del settore arriva dalla val Fontanabuona». A sottolinearlo è Marisa Patellani, presidente di Confindustria Tigullio, che evidenzia - a sette mesi dalla costituzione, siglata il 1o ottobre 2007 presso Confindustria Genova - la bontà della scelta delle aziende della subacquea che fanno parte del gruppo Confisub. I soci fondatori sono cinque aziende liguri, Cressi Sub, Mares, Scubapro Uwatec, Seac Sub e Technisub, più due lombarde, Effesub e Omersub: insieme rappresentano l'eccellenza della produzione italiana e mondiale di attrezzature subacquee, al gruppo potranno aderire le imprese che svolgono attività di progettazione, produzione e distribuzione di attrezzature subacquee professionali in tutt'Italia.

 

«Confisub è una nuova realtà che intende fare sistema per studiare e rappresentare le caratteristiche e le esigenze delle imprese associate, tutelarne gli interessi e promuoverne il potenziamento – spiega Marisa Patellani - Queste aziende hanno creato molto dell'indotto della Fontanabuona: circa un migliaio di persone lavorano per loro». L'economia nazionale sta vivendo un momento di recessione, ma ci sono realtà, come quelle che fanno parte di Confisub, pronte a «lottare ogni giorno, facendo investimenti, per resistere», sottolinea il presidente di Confindustria Tigullio. Che aggiunge: «Ci vorrebbe più rispetto per i piccoli e medi imprenditori, che rappresentano l'ossatura dell'economia e non vengono tenuti nella dovuta considerazione: servizi alle imprese, miglioramento della viabilità e minore pressione fiscale sono imprescindibili per combattere la concorrenza straniera, che punta sull'abbattimento dei costi di produzione».

 

Quali sono obiettivi e propositi delle sette aziende che fanno parte di Confisub per proseguire nella scommessa vincente? «Il principio che anima attualmente Confisub - spiega il presidente Enzo Ferrari - è che la nuova realtà operativa debba essere aderente a Confindustria ed essere caratterizzata da aziende che devono affrontare problemi comuni, scambiandosi dati e informazioni. Con questa filosofia abbiamo ricostituito il gruppo di imprese della subacquea che anni fa si riconosceva in Assosub, realtà che radunava le aziende produttrici, ma anche quelle dedite alla didattica e al commercio, nonché la stampa di settore e i tour operator». Tra i punti da chiarire c'è quello riguardante i numeri della subacquea: «Non è mai stato fatto un incrocio di dati che riassuma dimensione del fatturato, export, numero degli addetti, quantitativo dei prodotti. Sappiamo però di rappresentare tutti insieme il 70% circa della produzione mondiale». Quali sono le caratteristiche delle aziende di Confisub? «La storicità - risponde Ferrari - il made in Italy e i marchi sono solo alcune delle garanzie: il mondo della subacquea guarda a Cressi, Seac e Mares, nate nel Tigullio 40-50 anni fa, come ad un faro». Esistono altre realtà importanti: statunitense (con marchi come Oceanic), francese (Aqua Lung e Beuchat) e giapponese. «Ma non sono comparti forti come quello italiano. Noi vantiamo aziende familiari come Cressi e multinazionali come Technisub e Mares: nostro obiettivo è restare uniti per affrontare scelte comuni e farci conoscere sempre di più». I soci di Confisub a tale proposito si riuniscono ogni due mesi: «Abbiamo già modificato il nostro statuto aprendo alla didattica del settore (Padi e Ssi) e ci stiamo dedicando alle fiere di settore».

 

Nei primi mesi di lavoro è stato messo a fuoco soprattutto l'obiettivo export: «Il 70% della nostra produzione viene esportato in tutto il mondo –dice Ferrari - Il cambio del dollaro è penalizzante ma secondo alcuni potrebbe essere anche una risorsa. C'è qualcuno che sceglie di produrre in Cina, piuttosto che in Italia, per i differenti costi. Esistono ancora idee diverse nel gruppo, da una parte si vuole tutelare il made in Italy e il design, dall'altra si sceglie di andare a produrre all'estero per risparmiare». Problematica appare la stasi generalizzata del mercato: «Bisognerà cercare di promuovere l'attività subacquea: siamo fermi a 150-200.000 praticanti effettivi in Italia. Restiamo comunque un microcosmo con un fatturato mondiale da 500-600 milioni di euro». La soluzione potrebbe essere quella di puntare sempre più «sulla ricerca per dare qualità, concentrandoci su erogatori, equilibratori, computer subacquei, materiale a valenza tecnologica intrinseca. Ma la ricerca costa molto e a volte veniamo copiati dagli stranieri. La produzione cinese ad esempio non sa capire dove vanno le aspettative dei clienti, ma è molto abile a copiare».

 

 

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se vogliamo scriver qualcosa tanto per scrivere allora la scriviamo; ma le cose sono profondamente diverse....

 

in vallata ditte e micro-ditte sono molte e molte hanno capito il loro triste destino....ossia; la Cina ci travolgerà

 

anche il settore "tecnologicamente avanzato" (erogatori, gav, computer...) ha i giorni contati.....

 

in Italia non si riesce più a produrre nulla….

 

ormai siamo solo intermediari (e badaben; non produttori) facciamo arrivare il container dalla Cina lo apriamo, a volte lo imbustiamo - ci mettiamo l'etichetta, e lo vendiamo nel mondo....STOP!

 

fino a pochi anni fà l'operaio il venerdì si portava a casa dei pezzi e assemblava insieme alla famiglia il meccanismo di scatto dell'arbalete che era bell'eppronto per la settimana successiva…..

 

ma poi non bisogna fare troppo gli ipocriti….quanto? il 70; 80 % dell’attuale materiale per l’apnea è prodotto nel paese degli occhi a mandorla…

si; ma la qualità è scarsa……

Cazzate….gli mandi il modello ne vuoi 100.000 pezzi e te lo fanno identico (se non si attengono non glielo compri).

 

Ohh, ma non te lo fanno mica in una vita; là finchè non li hanno fatti non dormono e non mangiano….

 

D’altra parte non penso di esser l’unico che conosce imprenditorelli che mi dicano come funziona là….

 

È brutto da dire ma la realtà è questa, cruda; ma è questa!

 

La Cina è lo specchio dell’Italia del dopoguerra….

 

Dove i bambini vanno a pulire a colpi di stracci lo stampo impastato che non permette di fare venire le nostre belle maschere…..

 

…poi anche lì arriveranno i soldi, la gente si ribellerà ecc…ecc…è una ruota che gira….

 

Poi è benvenuto l’uso di tutti gli strumenti possibili per tutelare i propri affari….ma non credo nei miracoli… ;)

 

:bye:

 

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in vallata ditte e micro-ditte sono molte e molte hanno capito il loro triste destino....ossia; la Cina ci travolgerà

 

anche il settore "tecnologicamente avanzato" (erogatori, gav, computer...) ha i giorni contati.....

 

in Italia non si riesce più a produrre nulla….

 

ormai siamo solo intermediari (e badaben; non produttori) facciamo arrivare il container dalla Cina lo apriamo, a volte lo imbustiamo - ci mettiamo l'etichetta, e lo vendiamo nel mondo....STOP!

 

fino a pochi anni fà l'operaio il venerdì si portava a casa dei pezzi e assemblava insieme alla famiglia il meccanismo di scatto dell'arbalete che era bell'eppronto per la settimana successiva…..

 

ma poi non bisogna fare troppo gli ipocriti….quanto? il 70; 80 % dell’attuale materiale per l’apnea è prodotto nel paese degli occhi a mandorla…

si; ma la qualità è scarsa……

Cazzate….gli mandi il modello ne vuoi 100.000 pezzi e te lo fanno identico (se non si attengono non glielo compri).

 

Ohh, ma non te lo fanno mica in una vita; là finchè non li hanno fatti non dormono e non mangiano….

 

D’altra parte non penso di esser l’unico che conosce imprenditorelli che mi dicano come funziona là….

 

È brutto da dire ma la realtà è questa, cruda; ma è questa!

 

La Cina è lo specchio dell’Italia del dopoguerra….

 

Dove i bambini vanno a pulire a colpi di stracci lo stampo impastato che non permette di fare venire le nostre belle maschere…..

 

…poi anche lì arriveranno i soldi, la gente si ribellerà ecc…ecc…è una ruota che gira….

 

Poi è benvenuto l’uso di tutti gli strumenti possibili per tutelare i propri affari….ma non credo nei miracoli… ;)

 

:bye:

Posso essere daccordo ma c'è una differenza sostanziale ,il tutto succederà in brevissimo tempo...,poi il tutto si trasferirà in africa,si proprio li dove la cina e l''india stanno investendo ingenti capitali...finchè tutto il mondo sarà globalizzato e investire in cina o in italia sarà la stessa cosa.....

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in vallata ditte e micro-ditte sono molte e molte hanno capito il loro triste destino....ossia; la Cina ci travolgerà

 

anche il settore "tecnologicamente avanzato" (erogatori, gav, computer...) ha i giorni contati.....

 

in Italia non si riesce più a produrre nulla….

 

ormai siamo solo intermediari (e badaben; non produttori) facciamo arrivare il container dalla Cina lo apriamo, a volte lo imbustiamo - ci mettiamo l'etichetta, e lo vendiamo nel mondo....STOP!

 

fino a pochi anni fà l'operaio il venerdì si portava a casa dei pezzi e assemblava insieme alla famiglia il meccanismo di scatto dell'arbalete che era bell'eppronto per la settimana successiva…..

 

ma poi non bisogna fare troppo gli ipocriti….quanto? il 70; 80 % dell’attuale materiale per l’apnea è prodotto nel paese degli occhi a mandorla…

si; ma la qualità è scarsa……

Cazzate….gli mandi il modello ne vuoi 100.000 pezzi e te lo fanno identico (se non si attengono non glielo compri).

 

Ohh, ma non te lo fanno mica in una vita; là finchè non li hanno fatti non dormono e non mangiano….

 

D’altra parte non penso di esser l’unico che conosce imprenditorelli che mi dicano come funziona là….

 

È brutto da dire ma la realtà è questa, cruda; ma è questa!

 

La Cina è lo specchio dell’Italia del dopoguerra….

 

Dove i bambini vanno a pulire a colpi di stracci lo stampo impastato che non permette di fare venire le nostre belle maschere…..

 

…poi anche lì arriveranno i soldi, la gente si ribellerà ecc…ecc…è una ruota che gira….

 

Poi è benvenuto l’uso di tutti gli strumenti possibili per tutelare i propri affari….ma non credo nei miracoli… ;)

 

:bye:

Posso essere daccordo ma c'è una differenza sostanziale ,il tutto succederà in brevissimo tempo...,poi il tutto si trasferirà in africa,si proprio li dove la cina e l''india stanno investendo ingenti capitali...finchè tutto il mondo sarà globalizzato e investire in cina o in italia sarà la stessa cosa.....

ma io non ho mica detto che ci vuole molto tempo....quindi concordo con quello che hai scritto....

ancora sabato ero con un mio amico (tratta pannelli solari) che è in società con un italo-cinese e mi ha detto che ormai è troppo tardi....

 

ripeto è una ruota che gira.....e la Cina (o per meglio dire i paesi poveri) ci travolgeranno...

 

chi sà nel nostro settore di stare un poco tranquillo ?

l'artigiano forte;

 

il mutaio che ti fà un lavoro eccellente (magari con i fogli di neoprene dell'oriente) che se hai un lavoro malfatto vai là e gli dici....Uè ninni non ci siamo e te la rifà....

 

se pensano di riunirsi per riuscire a produrre ottime pinne di plastica made in Italy :lol: da dare ai diving, che le usano 3 uscite e poi le buttano via e l'unico interesse che hanno è spendere poco....campa cavallo che l'erba cresce....

 

:bye:

 

 

 

 

 

 

 

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