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La Sindrome Di Munchausen


Ospite marco salerno

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Ospite marco salerno

Verso la fine del '700, in una piccola città portuale assediata dai Turchi agli ordini di un sultano, la compagnia di teatranti Salt recita in un teatrino le gesta di Karl Friedrich Hieronymus Von Münchausen, un nobile ufficiale di cavalleria. All'improvviso sale sulla scena il vero Barone Karl che, imposto agli sbalorditi artisti di non raccontare avventure buffonesche e bugiarde

 

Il Barone di Münchausen era abile nel raccontare avventure buffonesche e bugiarde.

 

Non sarò mica rapito da questa sindrome? :D

 

A VOI IL RACCONTO.

 

UNA GIORNATA AI PONZESI

 

 

Dopo tanti giorni passati col forte maestrale a pescare nel sottocosta, ecco il gran giorno. Una sera io e il mio amico Marco ascoltando il bollettino ci guardiamo con sguardo raggiante, e senza nemmeno parlare ci dirigiamo nel nostro negozio di fiducia a corredarci di qualche asta, poi di seguito il benzinaio e dopo i primi preparativi, grande revisione delle attrezzature e sistemazione del gommone, la sveglia e fissata per le 04:00 del mattino, quindi oggi a nanna presto. Ore 04:00 il primo gesto e quello di catapultarsi alla finestra e vedere il tempo, tutto bene e ancora notte fonda il cielo e stellato e non si muove una foglia, si parte!, Marco aggancia il gommone alla machina e via schizziamo verso Oristano. Ore 05:45 siamo arrivati allo scivolo di Torregrande e celermente stiviamo il tutto nel gommone 740 della Bat e iniziamo a uscire dal porticciolo con i motori al minimo, sembrano spenti ma va’ tutto bene, una breve scaldatina non fa’ male, anzi! 20/25 miglia di sola andata oggi non glie le toglie nessuno, come usciamo dal molo una acceleratina e siamo già in planata, mi accingo ad accendere gli apparecchi e iniziare a impostargli la rota, bene! fin qui tutto bene! Stiamo uscendo da Capo S. Marco e correggiamo la rota tra C. della Frasca e Catalano e dritti a tutto gas. Dopo circa 40 minuti il nostro fedelissimo Loran segnala che siamo a circa 10 miglia dal Waypoint, il cuore inizia a battere forte forte e l’avventura sta per iniziare. I Ponzesi e una secca molto fonda giusto per darvi un idea il capello e a circa 40/42 metri dove scende per centinaia, inutile dire che ogni incontro e possibile, perché no? anche lo squalo!. Ci stiamo avvicinando sempre di più ora siamo a circa 5 miglia, poi in progressione arriviamo a 500 metri, ho ho! Oggi tocca a me entrare in acqua per primo e quindi inizio col mettermi la mia muta liscia, giacca da 5mm nera interno in spaccato e pantalone vita bassa anch’esso stesso materiale ma da 3mm poi di seguito bermuda da 2mm anch’esso dello stesso materiale, calzari, guanti e cintura con solo due chili di piombo, direte cosi pochi? Si faticherà per i primi metri ma poi si scende che una bellezza, inghiottiti dal blu profondo con l’aiuto di un piombo mobile da 10 Kg., in caso di necessita si risolve anche il problema di poter stanare una cernia a più di 40 metri. Proprio qui la scorsa estate mi è capitato di stanare un cernione a una profondità di 47 metri proprio con Smile il nome del mio fedelissimo piombo mobile, inizio a sfoderare le mie pale dalla sacca imbottita un paio di Falcon 80 in composito, le trovo eccellenti a queste quote sia nella discesa ma le si apprezzano sopra tutto nella risalita garantendoti il massimo della fiducia, ed ecco il pezzo forte, un fucile a elastico da 140 in mogano con tre paia di elastici da 18mm neri asta da 7mm con doppia aletta apertura massima 18 cm., uso questa chicca per l’incontro con la grande regina di questi posti tanto affascinanti quanto paurosi. Trovata la secca con puntualità sono gia in acqua scendendo con la mano stretta alla maniglia del tubolare per non fare schizzi, il primo impatto e meraviglioso sembra di essere in pieno oceano, anche qua nonostante sotto di me ci sia il blu più profondo e intorno solo mare. Inizio a fare una discesa per spezzare il fiato e togliermi l’aria imprigionata all’interno della muta, arrivo intorno a 15 metri poi risalgo, sono in superficie mi sto rilassando compiendo atti respiratori lenti ma non forzati un respiro più profondo e giù verso il blu. La discesa fino ai primi 10 metri e pompata al massimo con ampie falcate potenti e decise fino arrivare intorno ai 15 metri e bloccarmi in posizione tecnicamente perfetta, la discesa a foglia morta prosegue, sotto stimo un fondo di circa 40/45 metri, poco prima di arrivare sul fondo alzo le pale a mo di timone per rallentare la corsa in quanto tropo veloce poi perlustro la zona cercando un riparo non tropo coperto perché non vedendo nulla punto sull’incontro con una ricciola, mi apposto sul lato di un massone che faccio risultare sulla mia destra e col fucile puntato verso il largo scruto con attenzione nel riuscire ad identificare la minima sagoma, ma nulla, i secondi scorrono e ancora nulla di buono, risalgo nella verticale dalla quale ero appostato guardando intorno e vedo con sorpresa le inconfondibili sagome di un branco di dentici che staziona a mezz’acqua, certo che mi anno notato nella seguente discesa mi apposto proprio sul punto nella quale ero precedentemente appostato, sono sotto solo da 5 secondi e mi sposto dietro un masso poco più avanti e certo di essere ben coperto aspetto con ansia i dentici, nel frattempo penso” non c’e’ il taglio gelido quindi dovrebbero arrivare almeno a farsi vedere!” e come immaginato eccoli arrivare, i primi sempre piccoli e curiosi come dei bambini imprudenti e guardinghi mi arrivano a 2 metri dal mio dardo ma non sparo, vedo infondo i genitori enormi e smaliziati e mi chiedo “chi sa se arriveranno!” Passa il tempo ma nulla, sento che sono già ad un limite dove devo ritirarmi in buon ordine se non voglio incontrare la tanto temuta sincope anossica. Come arrivo in superficie vedo Marco con la coda dell’occhio che mi guarda in attesa sofferta nel dirgli cosa succede qua sotto, lo guardo lo sorrido e li dico ci sono i dentici ma sono nervosi non vengono a tiro non capisco il motivo, mi guarda con modo impensierito e mi dice “sali che ti sei spostato parecchio ti riporto più sopra!” e cosi faccio, la corrente inizia a farsi sentire e sono appena le 08:00 del mattino, mentre stiamo risalendo la corrente discutiamo, marco mi dice che sarebbe meglio cambiare punto subito perché se vedendomi non sono venuti subito il fato lo fa pensare male, li do fiducia e ci spostiamo oltre cento metri dallo scalino dove stazionavano i dentici. Sono già sul fondo da una ventina di secondi avvolto da una enorme nuvola di castagnole e boghe, poi di fronte a me dei saraghi da chilo mi fanno una danza frenetica come se stessero difendendo il territorio e d’impazzata spariscono celermente come delle motto da corsa, rimango di stucco mi guardo intorno e non vedo nulla, il cuore inizia a battere forte “cavolo non ti ci mettere anche tu!” punto l’arma dalla parte opposta da dove sono scappati e dopo alcuni secondi sbucano due testoni enormi, ho il cuore in gola, sono impietrito mi anno visto si bloccano a circa 5 metri e mi guardano per un attimo poi fanno come per andarsene allora in quel momento penso che li ho persi, mi porto invisibile a loro appiattendomi in mezzo alla poseidonia e come per magia uno dei due si stacca e mi viene incontro freneticamente con quel bel musone dritto verso me, ora e 3 metri da me sta per girarsi esco col braccio teso, ormai diventato corpo unico col busto, sparo! Un tonfo sordo e una stria di bollicine, il mulinello parte all’impazzata, il dentice non si vede più ma lo sento tirare come una locomotiva, risalgo con una gioia dentro che nemmeno l’imano urlo in superficie può rivelarne tutta la profondità, esco dall’acqua e non guardo nemmeno marco ma li faccio capire sollevando il fucile a mo di bandiera col mulinello in alto che si srotola che sotto c’e’qualche bestione grosso che si dimena, inizia il recupero allora Marco scende in acqua attaccato al maniglione ad assistere la scena lo guardo e lo vedo pur avendo il boccaglio col sorriso stampato sulla bocca, ma io continuo ancor più contento di lui a tirare quel nailon talmente teso che sembra un laser, ogni tanto sento qualche strattone fortissimo e mollo, o paura che si stacchi e a dirvi la verità o paura di perderlo perché solo io e Dio sappiamo quanto esso grande sia. Marco mi chiede per l’ennesima volta “ma cosa e?” allora li rispondo un grosso dentice, ecco i primi bagliori del padellone che iniziano a stagliarsi con qualche fortunato raggio di sole che incontra la giù nell’abisso. La sagoma e sempre più nitida lo vedo e enorme guardo subito anche marco che esulta uno strano borbottio col boccaglio in bocca. Eccolo ormai e a dieci metri da me, vedo che e colpito benissimo a centro corpo, ancora gira in pieno delle forze, affido la sagola a Marco e mi dirigo verso lui agguantandolo con una mano sotto la branchia e l’altra nell’asta, è gigante!, arrivo in superficie e marco mi stringe forte la mano, io mi sfilo in boccaglio e sorrido!!!!!!! La gioia è immensa vedere un esemplare di dentice nelle mani che decreterà poi 15 kg., lo portiamo sul gommone e prende quasi tutta la larghezza di esso, lo ammiro ancora per qualche minuto, risistemo il fucile ed entro nuovamente in acqua, provo a ripetere il bis ma sarà difficile per lo meno alla prima discesa, o ancora impresso la bella cattura appena portata a buon fine, compio tre atti respiratori molto lenti e profondi uno più forte e la capriola sembra essere un tutt’uno col mare morbida, silenziosa, composta. Una discesa lentissima. Il fondo qua digrada dai 40 ai 50 metri in un battibaleno con una balconata stupenda piena di gorgonie che assumono una colorazione bluastra data la notevole profondità, oltre essa si vede il blu intenso dove spesso capita di vedere arrivare dall’argo più blu che mai le regina di questi magnifici posti dove solo chi si immerge sa quello che si prova a vedere questi splendidi esseri che ti puntano, eccomi qua appoggiato alla base di un massone dalle dimensioni gigantesche, noto ruotando il capo una grossa sagoma di una cernia in candela a circa 15 metri da me, il primo pensiero e quello di allineare l’arma e avvicinarmi all’agguato , ma il desiderio di vedere qualche pelagico e più forte, i secondi scorrono e di ricciole ancora nulla, constatando la notevole profondità e già tempo di risalire provo a girarmi lentamente per tornare sulla cernia in candela ma non c’e’ più, come immaginavo è già entrata nella “tana”. Altra discesa, la corrente e fortissima aumenta di continuo da fastidio e per altro fa sprecare tanto ossigeno prezioso a queste quote, o compiuto un rilassamento totale mi sento bene, pensando alle discese precedenti, compiendo degli aspetti sul sommo del cappello e non vedendo nulla ora provo a compiere un aspetto alla base in modo che i pesci mi vedano ma non sentano le mie vibrazioni, faccio presente che la base di questo sommo e a più di 40 metri circa 47 metri. Sono appostato solo da 10 secondi e come d’incanto arrivano i dentici, grossi veramente grossi stimati intorno ai 10 chili e qualche esemplare sui 13, la corrente qua sotto e fortissima sono aggrappato ad una spaccatura per non farmi sballottare, sono indecisi ma ecco che uno lascia il branco e viene dritto verso me si ferma ci saranno 4 metri, azzardo parte il colpo che lo trapassa a mo di spiedo, bene! Risalgo senza dare tropo filo dal mulinello in quanto morto sul colpo, come arrivo in superficie chiamo Marco che è gia sopra me, salgo in barca col sorriso e li dico recupera questo filo!, lui con occhi increduli comincia a tirare e vedendo il denticione di 10 kg.

 

 

 

 

vederlo beato e poco, li dico ora entra tu e divertiti, ti consiglio di portarti un bel fucilone! Lo avviso che sotto o visto una grossa cernia di circa 40 kg., “cosa vogliamo fare? Vogliamo prenderla?” Marco mi guarda e mi dice magari nelle ore di punta! “Ora che e presto vorrei cercare anch’io di prendere qualche dentice, segniamo la tana con un pedagno!” E cosi facciamo. Sono un po’ stanco, pescare a queste quote e impegnativo in tutti i sensi e un errore risulterebbe senza ombra di dubbio fatale quindi bisogna essere ben allenati e noi devo dire che quest’anno lo siamo. Marco e pronto lo porto nel Waypoint che sarebbe l’inizio della secca in questo caso sopra vento, scende, vederlo li solo e soletto sinceramente mi spiace, pur tropo con noi non c’e’ un barcaiolo e questo delle volte e un grosso problema in quanto dovendo servire una mano d’aiuto bisognerebbe buttarsi in acqua immediatamente col gommone legato a se stessi e con la corrente che c’e’ oggi pres’empio tirerebbe che e una meraviglia sfiancandoti, quindi in caso di incidente potrete voi stessi vederne le conseguenze, sarei costretto ad ancorarlo e in questo tipo di pesca a queste quote il gommone serve sempre sopra a portata di mano. Le pale sprofondano nel blu alle ore 09:46 minuti primi della mattina il sole inizia a riscaldare le onde fanno ballare lievemente il gommone, eccolo e riemerso c’e’ stato 2:37 secondi non mi degna di uno sguardo e lascio perdere, evidentemente non è accaduto nulla di interessante, ecco che riscende, la corrente sta aumentando e non và per niente bene, questo dondolio mattutino mete un certo sonnellino, ma attenzione! Dobbiamo stare ben attenti al nostro compagno che in qualsiasi momento potrà avere bisogno di noi, riemerso mi guarda e mi racconta, “ nel primo tuffo non ho visto nulla, ora o incrociato un branco di palamite nella discesa ma o proseguito fino in fondo e di dentici nemmeno l’ombra, secondo me sarebbe bene spostarsi un altro po’ credo siano abbastanza nervosi” sali in barca dai!. Lo porto su una balconata piuttosto profonda e lo lascio scivolare in acqua, ecco una nuova discesa scorrono i secondi poi i minuti “3:35” secondi mi guarda e racconta: ho visto una grossa cernia o tentato di farli una caduta ma purtroppo non è riuscita a circa dieci metri a dato un gran colpo di coda e si è inabissata sotto un tetto di roccia dove all’interno c’e’ un buco angusto, ho provato a vedere all’interno ma si e messa col muso all’interno e stanarla sarebbe un suicidio, prova a dirmi quanti metri ci sono?! Rispondo 47! Marco rimette la testa sotto per qualche secondo, la ritoglie e mi dice passami il Cyrano 110 e smile cerco di vedere fra 10 minuti come si comporta!prepara nell’eventualità le boe di trazione. Sparisce nuovamente e da come già raccontato ora faccio sognare anche a Voi, la discesa e lunga e silenziosa la speranza di affacciarsi sotto quella tettoia e trovarsi il testone di fronte all’ingresso del buco credo sia solo un miraggio, è una cernia adulta e credo conosca bene i potenziali pericoli in cui andrebbe incontro a punto come dicevo affacciandosi!, bene sto per affacciarmi ruoto il corpo su me stesso entro sotto la tettoia lentamente, e come immaginavo non c’e’ continuo vado all’ingresso del buco mi affaccio illumino e la vedo che e messa ancora nella stessa posizione, non perdo tempo riesco velocemente e all’esterno cerco di trovare qualche altro ingresso ma nulla da fare! L’unico accesso e quello e a malincuore tocca lasciar perdere, riemergendo questo e quello che mi ha raccontato. Si sono fate le 10:20, Marco e nuovamente sotto per l’ennesimo aspetto e come racconta successivamente! Dice: “sono sotto una balconata nascosto dall’ombra fronte a me solo blu, passano circa 10 secondi ed ecco che vedo arrivare un branco di dentici di taglia media intorno ai 4 kg., sono ancora fuori tiro, mentre aspetto di riuscire a portarli a tiro ecco arrivare da dietro alcuni esemplari più grossi intorno ai 7kg. arrivano a circa 5 metri dalla punta del mio Cyrano 110 caricato al massimo intorno alle 38 atmosfere, stanno per entrare nel raggio del mio cannone, quando all’improvviso arriva solitario un bel mostro stimato intorno ai 15 kg. allora il cuore non riesco a controllarlo più poi mi rilasso tutto in una volta altrimenti tutto questo sarà solo un bellissimo sogno. E possente la schiena enorme, larga, muscoloso mi appiattisco ma non ci casca, mi snobba mi scende quasi una lacrima dal nervoso, credo di averlo già perso quindi ormai posso fare quello che voglio dato che non lo ho incuriosito così adesso provo un altro giochetto che o lo farà sparire come un fulmine da dove ne e arrivato o verrà attirato come una calamita, emetto una serie di poche bollicine, quelli che erano a tiro spariscono come lampi, lui, “il mostro” ha un attimo di indecisione, si gira mi guarda e mi punta con decisione ma lentamente sembra che nemmeno si muova, ma deve fare in fretta io non ho tutto quel tempo, eccolo ora e a 4 metri dal mio dardo il cuore rincomincia a battere fortissimo parte il colpo, THHHUMMM!!!!, l’asta si e conficcata in mezzo al testone, devo dire un colpo da killer, risalgo col bestione a presso che segue senza nemmeno muoversi un minimo, si permette solo di cambiare colore diventando completamente argentato, eccomi riemerso e mostrando questo bel esemplare di 14,800 Kg. al mio amico sono felicissimo mi fa’ un applauso da urlo, salgo in barca tolgo l’asta da quel bel testone che fa impressione solo a guardarlo dritto negli occhi. Si sono fatte le 11:45 e possiamo dire di avere un carniere di tutto rispetto con 3 dentici per un totale di circa 39.800 kg. bel colpo!, torniamo sul segnale del cernione scovato da Marco, ora tocca lui ad entrare in acqua, mentre lo porto sulla verticale del pedagno col motore al minimo si prepara con un oleopneumatico da 120cm. Auto costruito con asta thaitiana da 7mm. doppia aletta e naturalmente attrezzato di un bel mulinello in lega di alluminio con del monofilo di nylon del 1,80, la discesa e lenta solo con 2 chili di piombo in cintura tutto questo per effettuare una discesa in caduta sul cernione col massimo silenzio e compostezza, arrivando a circa 20 metri dal fondo inizio a identificare la tettoia dove dovrebbe essere affacciata la cernia ma non riesco ad identificare nulla, proseguendo, dopo 3 secondi ruotando il capo alla parte opposta da dove era in precedenza lo vedo in candela che mi osserva ma ormai lo ho già sorpassata in linea d’aria quindi le cose sono due; o arrivargli all’agguato aggirando tutto la roccia o pure risalire e tornare sopra la verticale, io opto per la prima in quanto scegliendo la seconda rischierei di tornare giù e trovarla nuovamente intanata trovandomi per l’ennesima volta fregato, scompaio alla sua vista dalla parte opposta dell’enorme masso e inizio a girare tutto intorno, sono quasi vicino ora devo girare l’ultima sporgenza mirare con precisione e essere rapidissimo, sono teso!, eccomi che sto aggirando l’ultima asperità, il fucile e protratto in avanti il braccio fermo e ben disteso, eccomi mi affaccio, la vedo!, si accorge di me mi guarda per un attimo col muso fronte a me, questo secondo e solo quello che mi concederà quindi scocca il colpo! Un tonfo sordo, colpita! In mezzo agli occhi l’asta non e trapassata completamente, rimane immobile non fa una grinza la ho fulminata, risalgo con la frizione del mulinello aperta, arrivato in superficie chiamo Marco che tempo di due secondi e gia da me, inizio a recuperare lentamente, la massa del cernione e enorme, sarà sui 40 kg., faccio fatica a tirarla con il filo del mulinello, piano piano guadagno sempre più nylon e alla fine riesco a portarla in superficie e a mostrarla a Marco che esclama con un termine che lascio a voi immaginare, salgo in barca e converso alcuni secondi con il mio migliore compagno di pesca e notiamo che la corrente qua si fa sempre più forte e continuare a pescare in questo spazio senza confini che regala emozioni davvero uniche e indimenticabili ora e impossibile e anche rischioso, decidiamo quindi di spostarci a largo di C. S. Marco che si trova nella strada per il rientro sperando che la corrente sia inferiore, trascuriamo il Catalano in quanto anch’esso tropo a largo e quindi corrente fortissima anche li, dopo circa 40 minuti di navigazione arriviamo in un punto da noi conosciuto molto bene che si trova tra il Catalano e C. S. Marco dove si trovano delle rimonte affascinanti su una profondità intorno ai 25 – 30 metri con dei panettoni molto interessanti dove girano spesso Dentici, Ricciole, Palamite e nel periodo giusto addirittura Tonni, in questa zona mi è capitato addirittura di sparare nei bordi esterni di questa serie di capelli intorno ai 35 metri dei Dotti molto furbi che prenderli e veramente

 

 

 

impegnativo. Ancoriamo il gommone all’esterno di un capello dove conosciamo delle tane interessanti di Corvine, Saraghi e qualche volta con fortuna si trova anche l’Orata di svariati chili, si scende in acqua, la corrente in questa zona e quasi assente, io impugno un arbalete da 106 con gomme da 18mm asta da 6mm monoaletta e inizio a effettuare delle planate arrivando a una batimetria intorno ai 15 metri su un fondale di 25 non noto nulla in particolare tranne un paio di Saraghi di taglia fuori da una tana, mentre risalgo scende marco un po’ distante da me, lo aspetto in superficie, e come riemerge mi dice anche lui di aver visto solo qualche Sarago di taglia fuori da una tana, ma da come me la descrive credo proprio non sia la stessa, mi rilasso qualche minuto e riscendo lentamente e mi apposto dietro una sasso e tutto intorno poseidonia, aspetto circa 15 secondi e non vedo nulla e incomincio un agguato sfruttando il riparo da ogni frangente di roccia possibile, noto in lontananza delle corvine molto interessanti e mi avvicino lentamente, scocco il colpo, ZzzzHaCcc!!!! e và a segno la corvina lo presa benissimo trapassandola senza alcuna fatica all’altezza delle branchie, tornato in superficie noto che si aggira intorno al 1.500kg. bel colpo, ci sono altri esemplari come questa appena presa ma ormai spaventate bisogna cercare di cacciarle in tana e la cosa non è facile, ora mi trovo esattamente sul bordo del cappello scivolo lentamente e scendo sino ad arrivare alla base intorno ai 35 metri, noto uno spacco ampio con un po’ di vita all’ingresso, mi avvicino lentamente con l’arma puntata verso l’ingresso buio, non esce nulla dalla tana, appoggio il fucile di fianco e introduco la testa, guardo intorno e non noto nulla, accendo la torcia e punto in fondo e questa volta vedo una Cernia messa di muso che mi guarda, stimata intorno ai 10 kg., introduco anche il fucile e miro esattamente in mezzo agli occhi, parte il colpo e và a conficcarsi perfettamente, estrarla in queste situazioni e un gioco da ragazzi in quanto la cernia messa in questa posizione, allargando gli opercoli branchiali, si schiacciano automaticamente contro le pareti della roccia facilitandomi l’estrazione, in superficie cerco a Marco per mostrarli questa cattura di 9.800 Kg., ma e un po’ distante da me, quindi porto la cernia in barca e mi rimetto a pescare. Ormai si e gia fatta la una passata e l’ora non permette di pescare all’aspetto quindi in barca o cambiato il 106 a elastici con un 90 con asta da 6 millimetri e gomme da 18 e inizio a impostare con ritmo una serie di discese su delle tane da me conosciute molto bene, dove è possibile prendere sia Cernie che Saraghi e Corvine di grosse dimensioni. Mi sto preparando a un tuffo che mi permetta di stare sotto con estrema tranquillità a cercare qualche bel pezzo, 4 respiri belli profondi e lenti poi uno più veloce e via verso i 35 metri, le pinne sono immobili, do solo qualche colpo di caviglia e sprofondo arrivato a circa 15 metri gli ultimi metri li percorro per inerzia, rallento e a mezz’acqua mi guardo tutto intorno facendo lentamente una giravolta su me stesso, vedo un branco di dentici di non grosse dimensioni e si allontanano velocemente poi successivamente noto una tana con all’ingresso un bel Sarago di taglia e poco distante delle Corvine ma di piccole dimensioni, ho un attimo di indecisione perché dove ci sono le Corvine piccole ci potrebbe anche essere quella più grossa allora punto su di esse con una planata lenta, ma la indecisione mi e costata cara in quanto sono ormai tropo vicino a loro e veloce quindi scappano e io risalgo in superficie con le mani vuote. Ecco Marco che mi raggiunge poco distante e mi dice di aver preso una Corvina bella grossa “1.600 Kg.” sulla franata e io facendo lo sborone gli rispondo “ io una cernia di circa 10 Kg.” mi guarda e mi dice “ ora stai esagerando”, una risatina e via di nuovo in caccia, ora siamo assieme e decidiamo di stare vicini, lui scende per primo, e risale senza nulla, raccontandomi di aver visto solo dei Saraghi ma di non grosse dimensioni e a preferito lasciar perdere io inoltre prendo fiato e scendo spostato di circa trenta metri, arrivato sul fondo con una discesa lenta mi dirigo verso uno spacco che si presenta largo svariati metri e spesso una 50 di cm. Con una profondità sui tre quattro metri, all’interno ci sono dei Saraghetti sempre piccoli e decido di non sparare, esco e mi guardo intorno e non c’e’ nulla, risalgo. In superficie spiego a Marco il tutto e li dico “strano sembra che il pesce sia sparito tutto in una volta, non capisco il motivo!” mi rimetto il boccaglio e continuo, in una discesa successiva ancora nulla ormai sembra essere rimasti soli, decido di tornare in barca e spostarmi di qualche centinaio di metri puntando il Catalano, mentre vado passo a prendere a Marco che dista pochi metri dal gommone e lo faccio salire, pur avendo già un bel carniere non sono ancora soddisfatto in quanto so che qui di pesce c’e’ ne, anche parecchio ma non si capisce il motivo per la quale sia sparito, l’ecoscandaglio segna un fondo che scende rapidamente intorno ai 45 metri e capisco subito che non eravamo sui panettoni della secca ma ben si fuori da essi ecco perché il fondo scendeva rapidamente ai 35 metri, ma eravamo vicini, ora metto un solo motore al minimo e scandaglio un bel perimetro, passano circa 20 minuti prima di trovare i sommi che segnano nell’eco 23/25 metri e con grande entusiasmo gettiamo subito l’ancora e ci immergiamo. Ecco ora iniziamo a ragionare, sotto noi si staglia una enorme chiazza chiara, segno evidente dei Massi di granito che fanno una miriade di tane e spacchi verticali dove si trovano Cernie incastonate a misura tra le pareti. Marco scende e lo aspetto in superficie, lo vedo scendere e addirittura infilarsi sotto uno spacco grazie alla limpidezza dell’acqua, ora esce infila il fucile e parte il colpo, lo vedo salire con la frizione che sfila, “si potrebbe trattare di qualche Cernia!”, riemerge e mi dice di aver sparato come immaginavo una bella Cernia, ma si e incastrata dietro un altro masso all’interno della tana, mi chiede una mano e scendo sotto a verificare, sono all’imboccatura, la batimetria non e tanto fonda siamo sui 25/26 metri, mi addentro e vedo infondo alla tana dietro una coltre di sabbia la schiena della Cernia, provo a dare qualche stratone forte ma constato anche io che si e arroccata per benino, esco e risalgo, in superficie spiego a Marco nella prossima discesa di controllare se c’e’ qualche altro ingresso ed eventualmente di spararla altrimenti non ci resta che prendere la boa di trazione e aspettare che venga verso l’imboccatura, Marco scende col mio novanta e arrivato sul fondo da uno sguardo tutto intorno allo spacco e risale dicendomi che non ci sono altre fessure, prende e si dirige in barca a prendere la boa di trazione. I minuti passano abbiamo messo la Cernia in trazione adesso aspettiamo e speriamo che si disincagli almeno un poco perché e messa in una posizione da vero critica, la testa verso il buio dello spacco e la coda verso l’esterno in obliquo, passa ancora del tempo e inizio a emettermi in moto, vado in barca e prendo il raffio, scendo, arrivato all’ingresso dello spacco infilo il raffio e di seguito mi introduco anche io con la torcia accesa, infilo la punta sotto le branchie e inizio a fare trazione tirando forte, si smuove di qualche decina di centimetri, lascio tutto li sotto e risalgo, in superficie spiego tutto a Marco e li dico “ormai e quasi fuori!”, Marco scende, entra all’ingresso tira forte con due scossoni energici e il Serranide si stacca da quel spacco che sembra essere creato sartorialmente per lei, Marco è in superficie con la Cernia che denunciera poi 12 Kg., Marco soddisfatto porta la preda sul gommone e mi dice “cosa pensi che le prendi solo tu le Cernie?” e ride, io lascio perdere e mi rimetto a pescare. Sono su uno dei tanti panettoni di granito che sprofondano dai 23/24 metri sino a non più di 30, quindi mi preparo a una discesa alla base di esso per poi risalire all’agguato fino al capello, in questo modo i pesci verranno colti di sorpresa in quanto non si aspettano un predatore che arriva dal basso e di conseguenza o più probabilità di catturare qualche bel esemplare, sto arrivando sul fondo senza nemmeno muovere un ciglio, arrivo alla base sui 29/30 metri e inizio a percorrerla in senso orario cioè con corrente contro in modo che i pesci non mi sentono ulteriormente, percorsa circa la metta della base, inizio la risalita, lenta con solo l’ausilio della mano e mi dirigo verso uno spacco, noto delle belle sagome di grosse Corvine all’ingresso, non si sono ancora accorte della mia presenza, continuo ad avvicinarmi, due scappano vedendomi, altre sono dietro uno sperone di roccia e sono già allerta vedendo scappare le compagne, ma non anno ancora capito da dove arriva il loro predatore, allora la cosa le incuriosisce e si staccano dallo sperone, aggirandolo e venendomi quasi all’aspetto io non perdo l’attimo e a circa tre metri scocco il colpo ZzzzHaCcc!!!! 1.800 Kg. bel colpo risalgo velocemente verso la superficie e in prossimità di essa c’e’ Marco che si congratula, metto la grossa Corvina nel cavetto in cintura Carico celermente e inizio a rilassarmi, questa volta punto deciso direttamente all’imboccatura della tana sperando ci sia ancora qualche bella corvina. Giungendo verso l’ingresso della tana delle corvine non vedo nulla quindi mi precipito fino addentrare all’interno, vedo infondo le Corvine tutte grosse come quella appena presa ma decido di non sparare perché rischierei sia di sbagliare il colpo e poi di creare troppo panico tra il branco e di conseguenza creare notevoli danni nell’ cercare di catturarle in altre battute di pesca. Emozionante e dire poco nel vedersi di fronte sotto la tana svariate Corvine tutte grosse che si muovono lentamente e scompaiono nei buchi più angusti immaginabili. Si sono fatte le 16:00 il carniere che abbiamo creato fin’ora e di notevole interesse e invidia anche per i più forti atleti, mi dirigo verso il gommone e risalgo per riposarmi e ammirare le catture, Marco poco distante sta continuando a pescare io nel mentre salpo l’ancora e mi avvicino a lui col motore al minimo e lo spengo subito, tutto intorno un gran silenzio sento solo Marco che respira pesantemente preparandosi la discesa, le pale sprofondano nel blu, passano i secondi poi emerge dopo 1:40 secondi senza mettere nemmeno la testa fuori dall’acqua per mantenere la concentrazione, sono momenti di grande relax per me li seduto sul tubolare con un’ occhio su Marco e uno sui tre Dentici che incutono a vederli negli occhi terrore. Nuova discesa per Marco le pale come di consueto sprofondano verso il blu e io ogni volta che si ripete questa fase o come un sospiro di sollievo nel pensare cosa vedrà la giù, come sempre in questi casi o l’abitudine di cronometrare la sua apnea, ecco che e riemerso, questa volta alza il capo ruota intorno per vedere dove sono e mi chiama con un forte urlo, accendo velocemente e parto portandomi sopra di lui non faccio in tempo a chiederli nulla che sale in barca velocissimo dicendomi di aver visto i Delfini e quindi ormai inutile continuare a stare su questo punto a pescare, io esclamo dicendogli “ora cosa facciamo? dove andiamo?”e lui dopo qualche attimo di silenzio mi risponde “ perché non proviamo ad andare al Carosello?” io un po’ titubante dalla sua iniziativa li rispondo “ma sarà proprio il caso di spostarci di cosi tanto?”, insomma prima di avere le idee ben chiare e deciderci stiamo li sul posto per una ventina di minuti per poi spuntarla per andare come diceva lui al Carosello conosciuto nella zona anche come Secche di Mezzo, che stanno tra il Catalano e l’Isola di Mal di Ventre, arrivati sul posto iniziamo con una lenta navigazione a scandagliare la zona con la prua rivolta verso gli scogli di Libeccio cercando la secca, dopo qualche attimo riusciamo grazie anche al Gps a trovare la secca che indica sull’eco 19 metri con qualche sbalzo, ancoriamo, ci rilassiamo qualche istante e ci prepariamo con calma tutta l’attrezzatura io opto per un fucile a elastico da 130 con asta da 7 millimetri doppia aletta e gomme da 20 di diametro più corte del normale, un’arma che si è rivelata sempre ottima per l’aspetto ai Dentici, Mentre il mio compagno e più propenso verso il suo fedelissimo Cannone auto costruito da 125 cm. Caricato a circa 40 atmosfere con asta da 8 millimetri e un arpione robustissimo con doppie alette, insomma una vera bomba!!!!.La corrente e quasi assente sta calando e sono le 17:30, il momento di insidiare qualche bel Dentice si avvicina sempre più, intorno alle 18:00 entriamo in acqua e ci dirigiamo verso il bordo della secca su un fondo stimato sui 24 metri e iniziamo a fare qualche discesa di ispezione, constatiamo l’assenza del termoclino e già un punto a nostro favore poi una leggera correntina calda proviene da Sud – Sud/Est e un altro punto a nostro favore, Marco dopo una immersione mi racconta di aver visto subito i dentici ma che stazionano ancora più in basso allora ci spostiamo e inizio a ossigenarmi, la discesa a inizio o assunto dopo i primi metri una posizione idrodinamica pale appaiate braccia aderenti lungo il corpo col fucile attaccato a me e la punta che sfiora la mia testa, schiena leggermente arcata e il mento attaccato quasi allo sterno, arrivato a circa dieci metri dal fondo cerco un possibile riparo e noto poco distante fronte a me un grosso masso sommerso nella Poseidonia dove vado ad appostarmi, ci sono circa 28/30 metri, il braccio disteso verso il largo e gli occhi scrutano il più lontano possibile, di fronte a me un enorme branco di minutaglia mista tra Boghe, Occhiate, Castagnole e qualche aguglia volteggiano in un balletto gioioso che si rompe dopo qualche secondo formando un buco d’acqua da dove arrivano due dentici di taglia media, subito dopo arriva rasente il fondo un vero mostro che procede dritto verso me con grande decisione, quattro metri ScKkklaScc!!!, colpito in mezzo agli occhi risalgo verso la superficie guardando verso l’alto e vedo Marco che mi aspetta sopra, riemerso subito sfilo l’aeratore e rido dalla gioia Marco mi guarda e mi dice “nono dirmi che ne hai preso un altro?” io continuo a ridere e inizio il recupero sotto gli occhi sbalorditi del mio compagno, “12.650 Kg.”, morto sul colpo il bestione sbianca rapidamente e vederlo tra le mie mani una sotto la branchia e l’altra che mantiene l’asta e una sensazione fortissima che faccio provare anche al mio amico che mi sta di fianco. Portato il bestione sul gommone lo metto a far compagnia gli altri tre Dentici e scivolo nuovamente in acqua, vado verso Marco che ha appena fato una capriola e lo attendo in superficie, appena risalito mi dice di avere visto i Dentici ma non sono arrivati a tiro quindi ci spostiamo ancora per qualche decina di metri, e dopo poco Marco riscende, devo riconoscere che vedere scendere anche lui e molto bello in quanto a una tecnica da vero perfetta, saranno passati due minuti abbondanti e lo vedo riemergere col fucile in mano e le braccia che ogni tanto danno strattoni verso l’alto allora capisco subito che anche lui a appena sparato a qualche Dentice, appena affiora in superficie racconta di avere sparato a un bel dentice, dice “lo ho preso a meta corpo e si dibatte come un forsennato, delicatamente lo riesce a portare verso la superficie e bello grosso, decreterà poi 7.500 Kg., andiamo assieme a metterlo in gommone e decidiamo che per oggi può bastare così, siamo contenti e soddisfati ma sempre attratti da quella strana forma che prende a noi aspettisti di vedere sempre quel musone che ci punta dritti.Torniamo in planata verso lo scivolo di Torre Grande continuando ad ammirare questo splendido carniere del peso di ben 126.650 Kg..

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Ospite Saragotto

lo finisco io...arrivate a terra, vi ferma la forestale che vuole controllre il pescato...oh c@**o! solo 126 kg oggi???..verbalone da 126.000 euro :laughing::laughing: ..mamma mia!!! ma quanto ci hai messo! ho perso il conto dei dentici di 15Kg :laughing: ...non parliamo poi dell'eroe...scende a 45metri grattandosi le palle :laughing::laughing:

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