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Morire Per I Pesci


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(in origine, risposta alla discussione -Dentici, niente di più facile-)

Ha ragione Petrollini. Io posso dire che per me è più facile pescare i dentici adesso, dopo vent'anni esatti di distanza dal primo, ma che prima di arrivare a questo punto non si sa quello che ho passato, rischiando persino la vita, e senza nessuno che m'insegnasse come fare. Vi racconto una storiella istruttiva, ad uso e tesoro delle giovani leve.

Nella tarda estate del 1986 mi trovavo alle Formiche GR da solo. Completamente solo, nel senso che tra le tre isole c'ero solo io e il mio gommone. Dalla parete in superficie vedo passare una bella orata sui 17 metri: aspetto che sparisca dietro il ciglio e m'immergo per tagliarle la strada non visto, aspettandola alla fine del suo percorso immaginario. All'epoca mi bastava una fiatata per fare apnee molto lunghe, raramente iperventilavo. Quando arrivo nel punto previsto, invece, dell'orata non c'è più traccia. In compenso, ci sono in lontananza dei dentici enormi, che stimo tra i 6 e gli 8 kgs., un po' sotto la mia quota. Lontani dalle rocce e a mezz'acqua, al limite della visibilità. Mai ne avevo visti così, ed era solo da un anno che mi impratichivo in quel tipo di pesca. Il cuore mi batte, sono arrapatissimo e in condizioni fisiche perfette.

Mi sorprende che non mi abbiano ancora visto, così allo scoperto, allora cerco di farmi notare sul ciglio muovendo il fucile, ma quelli non mi filano proprio. Solo molto tempo dopo capii che i dentici (grossi)quando fanno così, t'hanno già visto da tempo e t'ignorano, ma tenendoti sempre sotto controllo.

Guardo sotto al ciglio e scorgo una crepa che si allunga sino al fondo a più di 30 metri; mi ci infilo sgusciando perchè posso accorciare le distanze di una decina di metri, e lo faccio molto cautamente, tipo murena. Quando rialzo la testa c'è rimasto solo un dentice e se ne sta andando.

-Ho toppato tutto....- Succedeva spesso, devo dire.

Mentre mi preparo a rifare il percorso inverso, però, arriva un branchetto di grossi pizzuti dal largo. -Vabbè, prenderò uno di questi...-penso. Credendo che mi avessero puntato curiosi, li aspetto a fucile teso. E il tempo passa... La trasparenza e la mancanza di riferimenti al largo mi inganna: sembravano vicini, invece non arrivano mai, la loro andatura è rilassata. A un certo punto, quando sto per sparare, il branchetto si divide e ogni pesce prende una direzione diversa: non mi avevano neanche visto! Si mettono a piluccare lungo la parete ma ne vedo solo uno, che si piazza a 5 metri sotto di me. Sta però di taglio e lo inquadro male, così cerco di sporgermi per collimare la gobba: quello se ne accorge e scoda al largo.... Ho la sensazione di aver esagerato con l 'apnea e guardo in alto verso la superficie...Il sole è quasi sparito! E' un puntino minuscolo alla fine di un muro d'acqua e le onde sono ora solo sottili righette che scorrono velandolo.

Con un tuffo al cuore dò un colpo di reni dal fondo e inizio a pinneggiare. La seconda contrazione diaframmatica mi prende in quel momento. Ho 26 metri d'acqua sopra di me. Mentre arranco in su, cerco di non guardare più in alto per non spaventarmi ulteriormente e ogni tanto chiudo gli occhi: nemmeno penso a sganciarmi i piombi (stavo con una 5 mm), ma mi accorgo che già il cervello va per i c*** suoi. Mi sorprendo ad alternare momenti di lucidità allarmatissima, a canzoncine dei Duran Duran... non si arriva mai! Inoltre, a riprova del fatto che il cervello non funziona bene, invece di risalire verticalmente a pallone, rifaccio codizionato dall'abitudine quasi lo stesso percorso della discesa, allungando oltremodo il percorso. (Tutte cose a cui sono risalito in seguito, razionalmente!)

...Mi ritrovo a tre metri dagli scogli: la maschera mi è scesa sul collo, mi manca una pinna e il fucile chissà dov'è finito. Respiro malissimo, non riesco a fare che delle boccatine corte e rapide, mentre vorrei avere delle fauci alla Mr.Fantastic, perchè se ci provo mi colgono delle fitte dolorisissime, come se mi pungessero mille aghi all'unisono le pareti dei polmoni. Annaspo a tre metri dalla salvezza senza riuscire a spostarmi: stranamente, non sono poi tanto preoccupato, solo incazzato perchè non riesco a mettere le mani su quelle rocce. Mi manca quasi la coordinazione.

Finalmente abbranco la roccia e mi ci isso di slancio, come se m'inseguisse uno squalo affamato. Sono stremato e ansimo sugli scogli sotto a un sole che non scalda per diversi minuti. Poi ad un certo punto attacco a tossire e subito dopo vomito una specie di pasta biancastra dai polmoni. Ne esce un bel po'. Sto subito meglio.

Aspetto sugli scogli ancora un bel pezzo. Ad un certo punto mi sdraio e chiudo persino gli occhi, sono stremato. Dopo forse una mezz'ora, sto decisamente meglio. Devo avere la febbre, perchè ho dei brividi.

Subito mi ricordo della pinna e del fucile e, dato che il gommone sta dall'altra parte dell'isola, rabbrividendo mi ributto incoscientemente in acqua a cercarli e scandaglio il fondo. La pinna sta esattamente nel punto in cui sono riemerso a nemmeno 5 metri di profondità. Il fucile lo ritrovo più in là, quasi alla base della prima parete a 11 metri. Nel mare tutto è tornato normale: le castagnole fluttuano a nuvole e sono apparsi persino dei saraghi fasciati che brucano sulla piattaforma sottostante. Avrei dovuto essere anch'io là sopra...Chissà ora i saraghi, magari, starebbero beccandomi gli occhi...

Con le braccia che mi pesano, mi avvio a doppiare la punta e, incredibilmente, trovo pure il tempo di centrare due salpe di un brancone che pascola subito dietro, con un colpo dalla superficie. (Che incosciente, ragazzi!) Stacco i salponi (cui da allora non ho mai più sparato) e monto sul gommone. Fino a Talamone è + di mezz'ora di viaggio. Me lo faccio quasi dormendo sul tubolare. Meno male che il mare è calmissimo.

A casa la febbre mi sale ancora nonostante due aspirine, allora decido di tornare a Roma. Mi farò vedere da mio zio che è medico; lo avviso che sto arrivando.

La sera mi visita e vedo che al mio racconto sbianca, lui che è specialista dell'apparato respiratorio. Mi dice solo:- C'è mancato poco. Edema polmonare. Ma proprio poco: 4 o 5 secondi. Poi tornavi a fondo coi polmoni pieni.- E sarei andato ad aggiungere una mattonella a quei fondali già tappezzati di sub morti. La cazzata peggiore era stata quella di andare a recuperare gli oggetti.

Sono riuscito a sopravvivere alla mia inesperienza. Quelli erano anni in cui, in quelle zone, morivano una decina di sub all'anno. Non mi sono più sopravvalutato da quel giorno. Pur toccando successivamente anche i 33 metri ho sempre evitato aspetti e discese eccessive: sì ho avuto qualche altra piccola brutta esperienza, ma mai più come quella. Cane scottato teme anche l'acqua fredda. E, andando sempre da solo, ho imparato soprattutto una cosa: a non emozionarmi mai, a muovermi il meno possibile. A diventare un pezzo di ghiaccio col fucile. Perchè a quelle profondità ogni emozione e ogni sforzo può solo pregiudicare tutto.

Quanto ai dentici, da allora in poi, ne ho presi molti e molti ne ho persi, ma solo quelli che battono il mio record mi spingerebbero a rischiare qualcosa, come tirare un po' di più l'apnea. E comunque, anche rinunciare a qualcuno così per questo tipo di soddisfazione, non mi costa più nulla. So che li ritroverò quando mi pare, così come so che quando decido d'andare a dentici, alla fine tornerò con almeno uno. A proposito, giovedì scorso, 26 maggio, ho preso il primo: 4,300 kgs. Per ora, non posso mostrarvelo perchè ho ancora il rullino da finire, ma presto lo inserirò nel mio album in galleria.

Raccontatemi le vostre peggiori esperienze, adesso.

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Per fortuna nn ho niente da raccontare, nn ho mai fatto sambe o sincopi e risalgo da sempre alla prima contrazione, anche i 3 mt. d'acqua. Mio padre ha rischiato e gli è andata moolto bene, :clover: mi è bastato come insegnamento.

Bel racconto, ma soprattutto istruttivo.

:bye::bye:

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il tuo racconto è da brividi. penso che tutti, chi più chi meno, ci siamo trovati in situazioni del genere. ma hai fatto bene a scriverlo per ricordarci di stare in campana.

non voglio essere melodrammatico, ma penso che scrivendo la tua storia sul forum hai salvato la vita a qualcuno di noi. :angel:

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cacchio!!

t'andò parecchio bene!!per fortuna che ce l'hai potuta raccontare.

io me la feci sotto, sempre per inesperienza, quando pescavo col pallone legato in cintura.

battevo i lungo costa da solo prendendo polpetti e qualche sarago senza mai superare i 5 - 6 metri di profondità.

girando intorno ad un grosso masso sul fondo il filo si impiglia in più punti e quando mi preparo a tornare in superficie sono inevitabilmente intrappolato.

fortunatamente non ho esaurito totalmente la riserva ed effettuando il percorso a ritroso riesco a liberare la sagola dagli scogli e guadagnare la superficie.

fu l'ultima volta che mi legai il pallone in cintura.

colgo l'occasione di ringraziare tutti i fondatori e gli utenti di questo forum il quale ci permette di avere indicazioni e risposte concrete su molti dubbi e incertezze.

credo che un corso d'apnea , anche dei più seri e ben strutturati, ci possa solo parzialmente allontanare dai pericoli in cui è possibile incorrere durante una battuta di pesca sub. purtroppo tanta gente l'esperienza se l'è fatta pagando altissimi prezzi e rischiando costantemente( soprattutto fino a 10 anni fa).

se avessi chiesto informazioni ad un pesca sub di dieci o quindici anni fa molto probabilmente mi avrebbe insegnato ad iperventilare o a fare la carpa.

le tecnologie e le conoscenze di oggi ci permettono di avere una mole enorme di informazioni in tempi brevissimi, incrementando il bagaglio d'esperienza con un + alto margine di sicurezza.

rendiamoci conto dell' enorme potenziale di questo forum.

grazie ancora a tutti

tommino

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Ospite smilzo

Beh dopo questo racconto non posso che raccontarmi due piccole storielle, una mia e una di un mio amico.......

Inizio con la mia: era l'ultimo anno di liceo, vacanze estive lunghe, piu' di due mesi e andavo a pescare tutti i giorni per diverse ore. Un giorno, con uno dei miei compagni di pesca decidiamo di andare a pescare profondi, non per lui, ma per me (prima cazzata.....se vuoi pescare profondo almeno assicurati che il tuo compagno possa venirti a soccorrere a quelle profondita'......!). Dopo un po' arriviamo su un fondale profondo e li decido di provare a vedere se gira qualcosa. Comincio a scendere, la sagola si tende sempre piu', ora 15mt.....ora 20.....ora 25 e la sagola si tende completamente, ma il fondo e' ancora lontano. Cosi "da genio" decido di sganciare la sagola e mi facci oocchio e croce altri dieci metri! L'acqua comincia a non essere piu' cristallina, come tremula e fredda. Alzo la testa e il mio compagno non e' piu' grande di una oliva!!! Faccio un giro e riparto per la superficie. A poco piu' di meta' salita comincio ad avere forti contrazioni all'addome, e mi gira forte la testa. Arrivo a palla in superficie e mi sdraio faccia all'aria perche' avevo le tempie che mi stavano esplodendo.

Da allora certe ca@@ate non le faccio piu', e se voglio pescare profondo mi adeguo sempre alle massime profondita' del mio compagno.

 

L'altra invece e' stata di maggiore rilevanza:

un giorno di inverno un mio compagno di pesca decide di farsi una bella pescatina a spigole. Non so cosa sia successo esattamente, ma poi mi racconto' che mentre stava sul fondo si e' "addormentato" (credo sia stata sincope quindi) e si e' risvegliato in ospedale. Il tizio ha avuto il gran c***o di risalire e finire a faccia all'aria e un pescatore della zona notando una grande macchia nera galleggiare ha voluto vedere di che si trattava. Quando ha visto che era un sub l'ha subito preso, tagliato la muta per farlo respirare meglio e portato di urgenza a riva chiamando una ambulanza.

Lui e' sano e salvo ORA, ma per poco lasciava una moglie e una bambina di due anni.......

 

Spero che siano di avviso a tutti quelli che dicono "ma che mi deve succedere, pesco in 4 metri d'acqua"......

 

Saluti,

Gianluca

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Riky05, hai ragione perfettamente!!!

La pesca ai dentici può diventare pericolosissima e comunque si svolge quasi sempre a profondità che devono far riflettere bene su quello che si sta facendo.

Il titolo "Dentici niente di più facile" voleva essere provocatorio ed ironico!

Tanto per chiarire spiego come sono arrivato a fare la pesca al dentice e come mi tengo in forma.

Io ho iniziato ad andare sott'acqua a Ponza quando avevo 5-6 anni e trascorrevo due mesi all'anno sull'isola.

Mi ha sempre affascinato la profondità e piano piano ci sono arrivato.

Ora ho 38 anni, lavoro in ufficio e qualche volta vado a pesca durante i fine settimana. Ho fatto tutti gli sport: dal rugby, al pugilato, dall'atletica al cisclismo, dal nuoto al sollevamento pesi!

Attualmente, per tutto l'anno e per 4 o 5 volte a settimana, invece di andare a mangiare a mensa mi vado a fare le vasche in piscina (in apnea) per tenermi allenato. Spesso vado anche a correre a piedi.

Tutto questo mi permette di andare d'estate su alcune secche che conosco come il bagno di casa mia a fare qualche aspetto e prendere qualche pesce da mangiare con i mie cari. Sempre a quote a alle quali sono a mio agio.

Io come te ho avuto un'esperienza bruttissima qualche decennio fa (avevo 17 anni): ero a pesca da solo e durante una risalita ho perso conoscenza a 3-4 metri dalla superficie e non so come ho fatto a raggiungere la superficie ed a riprendere a respirare. Ero andato in sincope piena!!!

Mi sono risvegliato che rantolavo in superficie e non mi ricordavo più dove ero!!!!

Che ci crediate o no io da quel giorno ho capito che gli angeli ESISTONO!!!

Altrimenti chi mi ha portato sino alla superficie?

 

Quindi ai più giovani: OCCHIO I DENTICI POSSONO UCCIDERVI!!!!!

 

Da parte mia col cavolo che tiro l'apnea... fosse anche per dei pescioni: sono sempre e solo pesci e con il passare degli anni ti rendi conto che non vale veramente la pena rischiare!!

 

Un saluto a tutti

Lorenzo

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Riky05, hai ragione perfettamente!!!

La pesca ai dentici può diventare pericolosissima e comunque si svolge quasi sempre a profondità che devono far riflettere bene su quello che si sta facendo.

Il titolo "Dentici niente di più facile" voleva essere provocatorio ed ironico!

Tanto per chiarire spiego come sono arrivato a fare la pesca al dentice e come mi tengo in forma.

Io ho iniziato ad andare sott'acqua a Ponza quando avevo 5-6 anni e trascorrevo due mesi all'anno sull'isola.

Mi ha sempre affascinato la profondità e piano piano ci sono arrivato.

Ora ho 38 anni, lavoro in ufficio e qualche volta vado a pesca durante i fine settimana. Ho fatto tutti gli sport: dal rugby, al pugilato, dall'atletica al cisclismo, dal nuoto al sollevamento pesi!

Attualmente, per tutto l'anno e per 4 o 5 volte a settimana, invece di andare a mangiare a mensa mi vado a fare le vasche in piscina (in apnea) per tenermi allenato. Spesso vado anche a correre a piedi.

Tutto questo mi permette di andare d'estate su alcune secche che conosco come il bagno di casa mia a fare qualche aspetto e prendere qualche pesce da mangiare con i mie cari.  Sempre a quote a alle quali sono a mio agio.

Io come te ho avuto un'esperienza bruttissima qualche decennio fa (avevo 17 anni): ero a pesca da solo e durante una risalita ho perso conoscenza a 3-4 metri dalla superficie e non so come ho fatto a raggiungere la superficie ed a riprendere a respirare. Ero andato in sincope piena!!!

Mi sono risvegliato che rantolavo in superficie e non mi ricordavo più dove ero!!!!

Che ci crediate o no io da quel giorno ho capito che gli angeli ESISTONO!!!

Altrimenti chi mi ha portato sino alla superficie?

 

Quindi ai più giovani: OCCHIO I DENTICI POSSONO UCCIDERVI!!!!!

 

Da parte mia col cavolo che tiro l'apnea... fosse anche per dei pescioni: sono sempre e solo pesci e con il passare degli anni ti rendi conto che non vale veramente la pena rischiare!!

 

Un saluto a tutti

Lorenzo

ma ti sei risvegliato da solo?

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E' UNO DEI MIEI PRIMI POST SU APNEAMAGAZINE (NELLA SEZIONE "ESPERIENZE" DEL CLUB).

..PENSO SIA ANCORA ESTREMAMENTE VALIDO!! :bye:

 

 

Marco Longo

Per cominciare mi presento: mi chiamo Marco, sono romano, ho 44 anni e pesco da quando ne avevo 12.

 

La vera svolta a 14 anni quando sono andato per la prima volta nella casa Eoliana di quella che poi sarebbe diventata mia moglie.

Li ho conosciuto una persona fantastica molto piu' grande di me,un locale, che mi ha letteralmente aperto un mondo portandomi a mare con lui e inculcandomi, fino da allora, quel senso di rispetto per il mare e i suoi abitanti che ancora oggi e' vivissimo e che con piacere, grazie a questo sito, rilevo essere molto diffuso.

Questa persona, Turi, non era certamente un mostro di tecnica, tutt'altro, ma univa una prestanza fisica notevole ad una conoscenza dei fondali di quelle isole impressionante.

 

Non potete immaginare cosa sia riuscito a farmi vedere (a quell'eta' sopratutto...si vede!) in quegli anni.

Le Eolie non hanno mai avuto pesci e fondali facili, anche in quegli anni, ma la quantita' di cernie (sopratutto),dotti e pesce bianco (piu' corvine che saraghi) era veramente spettacolare.

 

Con il passare degli anni e frequentando le isole il piu' possibile, compatibilmente (e incompatibilmente) con gli impegni che tutti noi abbiamo, mi sono reso conto che quel patrimonio di conoscenze che tanto mi stupiva era diventato mio.

Sono cominciate così le catture serie, sopratutto ..qualitativamente serie e con loro sono anche aumentati i rischi.

Io, a parte le volte che il mio vecchio amico riesce ad accompagnarmi, ho sempre pescato da solo.

 

E' successo che un giorno di ottobre di 20 anni fa ho sparato male una cernia d' una decina di chili fuori tana ad una profondità non esagerata per il mio livello di allora, circa 18 mt.

Il pesce si e' intanato ed ho quindi passato un paio d'ore a giocherellare con raffio, spaccaossa ecc..

Alla fine sono riuscito a fulminarlo e sono risalito per preparare la successiva immersione nel corso della quale avrei dovuto (cretino!) recuperare pesce ed attrezzature lasciate sul fondo. Sono sceso, ho preso il pesce e tutti gli impicci che erano intorno alla tana e ho cominciato la risalita.

Peccato che, dopo pochi metri, il raffio mi sia sfuggito di mano...ed ecco il momento del cretino: mi sono piegato su me stesso e sono sceso nuovamente per recuperarlo (mi sentivo bene ed ero in forma), ho iniziato a risalire, ma vicino alla superfice ho cominciato a non sentire più le gambe.

 

Ho mollato tutto, pesce, fucili, raffio e cintura e........mi sono risvegliato a 50 mt dal pallone non ho idea dopo quanto tempo: ero stato"miracolato".

Eppure ancora oggi pesco pevalentemente da solo e conseguentemente sono l'ultima persona che puo' dare consigli!!!

Comunque, il messaggio, sopratutto ai piu' giovani, è: meditate!

 

Sottolineo il discorso giovani in quanto, come ho gia' avuto modo si scrivere sul forum, ritengo deleterio l'impatto che molte videocassette ed articoli possono avere su questi ultimi.

 

Concludo con i complimenti per il sito....ci voleva, continuate così!!!

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E' UNO DEI MIEI PRIMI POST SU APNEAMAGAZINE (NELLA SEZIONE "ESPERIENZE" DEL CLUB).

..PENSO SIA ANCORA ESTREMAMENTE VALIDO!! :bye:

 

 

Marco Longo

Per cominciare mi presento: mi chiamo Marco, sono romano, ho 44 anni e pesco da quando ne avevo 12.

 

La vera svolta a 14 anni quando sono andato per la prima volta nella casa Eoliana di quella che poi sarebbe diventata mia moglie.

Li ho conosciuto una persona fantastica molto piu' grande di me,un locale, che mi ha letteralmente aperto un mondo portandomi a mare con lui e inculcandomi, fino da allora, quel senso di rispetto per il mare e i suoi abitanti che ancora oggi e' vivissimo e che con piacere, grazie a questo sito, rilevo essere molto diffuso.

Questa persona, Turi, non era certamente un mostro di tecnica, tutt'altro, ma univa una prestanza fisica notevole ad una conoscenza dei fondali di quelle isole impressionante.

 

Non potete immaginare cosa sia riuscito a farmi vedere (a quell'eta' sopratutto...si vede!) in quegli anni.

Le Eolie non hanno mai avuto pesci e fondali facili, anche in quegli anni, ma la quantita' di cernie (sopratutto),dotti e pesce bianco (piu' corvine che saraghi) era veramente spettacolare.

 

Con il passare degli anni e frequentando le isole il piu' possibile, compatibilmente (e incompatibilmente) con gli impegni che tutti noi abbiamo, mi sono reso conto che quel patrimonio di conoscenze che tanto mi stupiva era diventato mio.

Sono cominciate così le catture serie, sopratutto ..qualitativamente serie e con loro sono anche aumentati i rischi.

Io, a parte le volte che il mio vecchio amico riesce ad accompagnarmi, ho sempre pescato da solo.

 

E' successo che un giorno di ottobre di 20 anni fa ho sparato male una cernia d' una decina di chili fuori tana ad una profondità non esagerata per il mio livello di allora, circa 18 mt.

Il pesce si e' intanato ed ho quindi passato un paio d'ore a giocherellare con raffio, spaccaossa ecc..

Alla fine sono riuscito a fulminarlo e sono risalito per preparare la successiva immersione nel corso della quale avrei dovuto (cretino!) recuperare pesce ed attrezzature lasciate sul fondo. Sono sceso, ho preso il pesce e tutti gli impicci che erano intorno alla tana e ho cominciato la risalita.

Peccato che, dopo pochi metri, il raffio mi sia sfuggito di mano...ed ecco il momento del cretino: mi sono piegato su me stesso e sono sceso nuovamente per recuperarlo (mi sentivo bene ed ero in forma), ho iniziato a risalire, ma vicino alla superfice ho cominciato a non sentire più le gambe.

 

Ho mollato tutto, pesce, fucili, raffio e cintura e........mi sono risvegliato a 50 mt dal pallone non ho idea dopo quanto tempo: ero stato"miracolato".

Eppure ancora oggi pesco pevalentemente da solo e conseguentemente sono l'ultima persona che puo' dare consigli!!!

Comunque, il messaggio, sopratutto ai piu' giovani, è: meditate!

 

Sottolineo il discorso giovani in quanto, come ho gia' avuto modo si scrivere sul forum, ritengo deleterio l'impatto che molte videocassette ed articoli possono avere su questi ultimi.

 

Concludo con i complimenti per il sito....ci voleva, continuate così!!!

Racconta, racconta ancora! Chi più ne ha più ne metta. Ai pischelli tocca fargli capire che questo SPORT è il più pericoloso al mondo, e anche quello di cui si parla meno, giusto in cronaca locale quando ne muore un altro.

Eppure è il migliore. Ed è quello che più fa conoscere te stesso.

A sì, pure te sei del 61, eh? E di roma, pure!...Classe di ferro!

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:eek::eek::eek:

 

Cacchio ke storie da brividi,ragazzi......

 

Ho ancora la pelle d'oca :wacko:

 

Io x fortuna nn ho storie da raccontare nè mie nè di miei amici....

 

So solo 1 cosa...Non tiro mai l'apena neanke se mi trovo davanti 1 bestione di pesce.....Ricordo ancora ke mi disse in mio maestro di apnea il 1°giorno ke lo conobbi: Mai rischiare la vita x un pesce, bello x quanto sia!!!!

Da allora è diventata una mia massima di vita :thumbup:

 

Ragazzi anzi sapete ke faccio io x mia abitudine.....appena sento ke la riserva d'aria sta finendo...mi preparo alla risalita senza attendere le famose "Contrazioni" del diaframma....o meglio appena avverto la primissima già sono già in risalita ke effettuo lenta e in pieno rilassamento....

 

:bye:

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