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Tempi duri per i "musai" del Porto di Genova


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Tempi duri per i muggini del Porto di Genova

Per 4 mesi centoventimila chili di dinamite non li faranno riposare... :boxed:

 

Quindicimila cariche di dinamite distruggeranno la roccia. Inedita operazione di dragaggio progettata dall'autorità portuale in un'area vicino al Porto Antico. I lavori (costo 15 milioni) inizieranno la prossima settimana e saranno eseguiti da una società olandese e una italiana

 

di MASSIMO MINELLA

 

 

Per risalire a quella roccia dicono che si debba guardare al monte Antola. Eh sì, com'è sarà profondo il mare, davanti a calata Gadda, cuore antico del porto di Genova, dopo che il calcare marnoso del Monte Antola che arriva fin sotto alle banchine verrà frantumato da migliaia di cariche di dinamite. A tutto o quasi ci aveva abituato la vecchia Lanterna. Ma quello che inizierà la prossima settimana sarà davvero qualcosa di inedito. Per abbassare i fondali nell'area della Gadda, infatti, questa volta il dragaggio non sarà la classica benna che aspira fango e detriti, ma un'esplosione continua

di tanti piccoli candelotti di dinamite. Uno ogni dieci minuti, per quattro mesi filati.

 

Alla fine, saranno centoventimila i chili di esplosivo utilizzati in quindicimila microcariche di dinamite. In questo modo, sarà possibile rimuovere 110mila metri cubi di roccia, abbassando così i fondali in un punto strategico del porto, quello appunto della Gadda, nell'area delle riparazioni navali e all'ingresso del bacino di Sampierdarena dove entreranno portacontainer e navi da crociera sempre più grandi e pesanti e quindi obbligate a disporre di fondali sufficientemente profondi per ospitarle senza sgradite sorprese. I detriti della roccia finiranno poi dentro al tombamento della calata Bettolo, che diventerà un nuovo piazzale per i container.

 

L'operazione rientra quindi nel più ampio progetto di crescita del porto, sempre meno banchina per lo scarico e il carico della merce e sempre

più piattaforma logistica dove tutto, inevitabilmente, è grande. Grandi sono le navi, le gru, i piazzali. E ancor più grande è lo spazio di movimento che serve alla nave per la sua evoluzione dentro al porto e per il tratto di mare che deve percorrere prima dell'attracco. Non a caso, il simbolo del nuovo piano regolatore portuale, le cui linee- guida sono state presentate la scorsa settimana dal presidente dell'authority Luigi Merlo, è rappresentata dalla diga che si sposterà (dovrebbe spostarsi) di oltre cinquecento metri verso il mare, laggiù dove i fondali raggiungono addirittura i cinquanta metri.

 

E' altrettanto vero, però, che un'operazione così impegnativa e costosa (quindici milioni di euro) va gestita con estrema cautela, perché non si è poi così distanti dalle case del quartiere e pur sempre di cariche esplosive si sta parlando. Per questo, ieri mattina Merlo ha presentato a palazzo San Giorgio il progetto che partirà la prossima settimana con il presidente del Municipio Centro Est Simone Leoncini. Le esplosioni potrebbero infatti provocare vibrazioni e rumore. Per questo, saranno tenute sotto costante osservazione da stazioni sismografiche e fonometriche. Durante la prima settimana, in particolare, verrà verificato soprattutto l'impatto sonoro per calibrare al meglio le esplosioni.

 

"Vogliamo avvertire i cittadini - spiega Merlo - per spiegare bene cosa accadrà nei prossimi mesi. Se avvertiranno una vibrazione ai vetri sapranno di cosa si tratta".

 

L'impostazione data dall'authority sembra convincere Leoncini che condivide "l'intervento strategico e molto utile per sviluppare il lavoro in porto, con disagi che crediamo saranno sopportabili". A spiegare tempi e modi dell'intervento,

il dirigente dell'authority Andrea Pieracci. "Il periodo è stato scelto perché l'area si trova di fronte ai bacini di carenaggio che in estate hanno una flessione di lavoro e i disagi all'attività sono perciò ridotti al minimo - dice - I lavori sarebbero durati meno se fosse stato possibile usare una tecniche che prevede l'esplosione di trenta cariche alla volta, vietata da una norma italiana risalente al 1956".

 

http://genova.repubblica.it/cronaca/2012/07/14/news/una_crescita_esplosiva_per_il_porto-39038699/

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  • 4 settimane dopo...

come volevasi dimostrare....

(articolo di ieri)

 

Moria di pesci: "La colpa

è della microcariche in porto"

Il dragaggio con esplosivi e l'elevata temperatura del mare all'origine della moria di cefali. Dopo la protesta degli abitanti che lamentano troppo rumore, contestazioni anche dai Riparatori navali: "L'intervento doveva terminare ad agosto; il ritardo sul piano di lavoro finirà per farci perdere commesse"

 

di SAMANTHA CENERE

 

 

http://genova.repubblica.it/images/2012/08/10/171329845-08d23614-47e0-4c01-b029-ecb55bdc115c.jpg

 

 

 

 

 

Non bastavano le proteste dei residenti: contro le microcariche utilizzate per i dragaggi a Calata Gadda ora si aggiunge la moria di pesci nel porto.

 

Ieri, nelle acque tra Celle Ligure e Albisola, molti bagnanti hanno notato parecchi pesci morti che galleggiavano in mare. Letteralmente inondata di segnalazioni, la Capitaneria di Porto di Savona ha effettuato un'ispezione e ha inviato sul posto un veterinario incaricato di effettuare alcuni campionamenti.

 

Oggi, grazie alle analisi effettuate dall'Agenzia regionale per l'ambiente sulla qualità delle acque, è emerso che i pesci ritrovati nel levante savonese sarebbero in realtà morti nel porto di Genova. A causarne il decesso, non solo l'elevata temperatura dell'acqua e la conseguente carenza di ossigeno, ma anche gli esplosivi utilizzati per i dragaggi nello specchio di mare davanti a Sampierdarena. I cefali, una volta morti, avrebbero raggiunto la zona tra Celle e Albisola spinti dalla corrente.

 

Alle proteste degli abitanti, esasperati dalle continue scosse, si aggiunge poi l'ira dei riparatori navali preoccupati di perdere alcune commesse. "Il programma degli interventi prevedeva l'interdizione di alcuni bacini di carenaggio fino ad agosto - spiegano - e su questa base le aziende hanno a loro volta organizzato le immissioni in vasca delle navi da riparare. I ritardi subìti dai lavori di dragaggio però rischiano di determinare la perdita delle commesse più imminenti".

 

Interrompere i dragaggi, allora? Non è questa la soluzione

 

http://imageceu1.247realmedia.com/0/default/empty.gif

dei riparatori navali, che invece avanzano una proposta di segno opposto alle richieste degli abitanti. Pur non sottovalutando "l'esigenza di tutelare la sicurezza dei cittadini, i riparatori sottolineano il fatto che i monitoraggi effettuati non hanno evidenziato pericoli concreti", per cui chiedono di "concentrare al massimo ogni sforzo per ridare ossigeno all'economia del porto e, quindi, della città".

(10 agosto 2012)

http://genova.repubblica.it/cronaca/2012/08/10/news/moria_di_pesci_nel_savonese_colpa_delle_microcariche-40727013/

Modificato da ziguela
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sono basito,davvero le cariche di dinamite usate per polverizzare gli scogli sommersi possono provocare la morte di poveri pesciolini? :(

ma non si possono prendere e portare da un altra parte fino a quando non finiscono i lavori?altrimenti bisogna interromperli immediatamente! :laughing:

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