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Quanto conta l'allenamento per la pesca in apnea?


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Porto la mia esperienza, assolutamente personale e da prendere come tale:

Quattro anni fa ernia al disco, 15 giorni a letto e quattro mesi di fisioterapia in palestra.

Finita la fisioterapia ho continuato a far pesi per irrobustire tutta la cintura addominale e la schiena in particolare.

Una cosa tira l' altra mi son trovato a far pesi tre volte la settimana....

Beh... devo dire che questo è il primo anno che esco dall' acqua molto meno stanco, nessun indolenzimento alle gambe, nessun doloretto alla schiena, lunghi percorsi a pinne senza stancarmi...

E' una cosa un po strana dato che non ho fatto nessun allenamento di tipo aerobico ma probabilmente l' aver rinforzato tutta la muscolatura in qualche modo mi fa consumare meno ossigeno e stancare di meno.

Può darsi che sia un' esperienza più significativa per ultracinquantenni come me. :bye:

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Miglior contributo in questa discussione

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Approfitto per porre una domandina: se aveste la possibilità di osservare un qualsiasi pescatore in apnea all'opera per 5 ore, quali parametri valutereste per stabilire se quello è "allenato" oppure no?

 

La domanda è incompleta... si dovrebbe specificare che tipo di pesca in apnea stai esaminando!

Non si può paragonare la pesca alle cernie a 30 e più metri con il razzolo sul grotto entro i 15 mt.

Quello che mi è sempre più chiaro, è che ognuno ha un suo modo di intendere la pesca.

E la cosa divertente che ognuno di noi è convinto di esprimere la vera psub. :siiiii:

 

Per Marco: d'accordo tu non fai mai più di 3-4 ore e non essendoti allenato ritorni a fare sempre le stesse cose in pochi giorni, ma ti sei mai chiesto quali margini di miglioramento avresti con un'allenamento mirato ed un'altra "visione" della pescata?

Te lo dico per esperienza, io non finisco mai d'imparare e noto che (lentamente :D ) miglioro anno dopo anno. ;)

certamente lo avrei e non ho il benche' minimo dubbio che potrei migliorare e allargare la mia "visione" della pescata....ma il tempo non c'e' ergo , tenendo conto anche dell'eta' :jrgian: continuo prudentemente a stupirmi per " l'allenamento" che mi da gratis la capoccia....tanto le "visioni" degli ultimi 40 di pesca chi me le leva? :D :D :D :D

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penso di nò perche la corsa dura 1 ora mentre un tuffo 2,3 minuti poi i movimenti sono diversi è tutto diverso. la corsa può aiutare chi ha poca resistenza aerobica(per chi dopo 20 minuti di corsa si deve fermare). la piscina è meglio ma non allena il corpo sotto pressione perche l acqua è bassa ed è differente pinneggiare con 1 atmosfera o con 3-4 sui polmoni ,quindi il miglior allenamento è in mare. secondo me!

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Visto che stiamo facendo un po' di filosofia :P , io non considero la pescasub uno sport nel senso stretto del termine , perchè non si può intendere una persona allenata una che pesca molto .

Si possono prendere 10 pesci in 30 tuffi , ma li stessi pesci se sei "bravo " li prendi in 10 tuffi............quello per me è un bravo pescatore :thumbup: , se è "allenato" correrà meno pericoli (forse ) derivanti dalla condizione fisica , ma la testa sarà sempre quella ;) e se non è in forma al massimo aumenterà i tempi di recupero.

Ha senso parlare di allenamento nell'apnea pura , nella dinamica e in generale in tutti gli sport in cui la prestazione la si misura con il cronometro o il metro o con lo scontro fisico negli sport da combattimento.

Aprendo un piccola parentesi....... quando si parlava in accese discussioni di allenamenti veri e di prestazioni che derivavano da anni di allenamenti specifici qualcuno :rolleyes: (non io ) profetizzò che sarebbe bastato aspettare qualche hanno che le prestazioni di cui tutti ci meravigliavamo sarebbe state ridicole quando si passava al professionismo , ovvero allenamenti mirati che solamente chi ha solo quello da fare può raggiungere , esempio lampante la dinamica, adesso se non fai almeno 280 m :eek: il podio lo vedi con i binocoli.

Noi pescatori normali a parer mio , dobbiamo tenerci in uno stato decente di forma e se non ci riusciamo ............ con 10 giorni continui di mare le nostre soddisfazioni le otteniamo lo stesso.

Non per questo non dobbiamo continuare a discutere di cosa sia meglio per il pescasub

 

 

 

 

ciao

Il fatto è che pur senza sapere con esattezza, ancora, cosa "sia meglio" per il pescatore subacqueo (attendiamo fiduciosi che medici e preparatori atletici collaborino per stabilire le metodologie più indicate affinchè agonisti e/o semplici appassionati si possano allenare per migliorare le proprie performances e la propria sicurezza), le prestazioni di tanti forti agonisti e non agonisti, sembrano aver già raggiunto un limite che non può essere spostato "più in là" (pena la morte, o paralisi permanenti o transitorie) con nessun tipo di allenamento, e che si chiama Taravana.

A quel limite c'è arrivata gente che molto probabilmente non ha seguito tabelle di allenamento massacranti al livello di quelle dei triatleti, dei pallanuotisti, etc. atc. etc. ergo...ribadisco la domanda: cosa vogliamo allenare e dove vogliamo arrivare?

Si sappia che per migliorare apnee e profondità, a prescindere dal contenuto del cavetto portapesci, considerata anche l'attrezzatura moderna, basta meno di quanto si possa pensare, ma sono veramente quelli i parametri che secondo voi occorre cercare di migliorare per essere pescatori subacquei migliori?

Troppo spesso, purtroppo, capita che la risposta sia un si, a prescindere dal contenuto del cavetto, o peggio, con la convinzione che ci sia una qualche relazione con quel contenuto...

L'importanza "der fisico",d'altra parte, si può appurare nelle competizioni, e i due campionissimi cho ho citato in un post precedente a questo, non li ho messi lì per caso...

Quelli sono la prova che, nella maggior parte dei casi, il fisico conterà sempre meno del mix tecnica-acquaticità (quindi adattamento di corpo e mente al lavoro in quell'ambiente)-fiuto per il pesce.

Siamo tutti d'accordo che le performaces dei migliori "atleti" (che magari un preparatore atletico navigato definirebbe poco più che dei semplici "amatori"), data la gradualità necessaria per bruciare le tappe, siano appannaggio esclusivo di chi pesca spessissimo e da parecchi anni?

Se la risposta è si, penso si possa convenire sul fatto che la gente che non ha la possibilità di pescare regolarmente, si debba mettere in testa che "certe cose" potrà solo sognarle, guardarle da lontano, ma mai farle, fermo restando che chi fa "quelle cose" ha anche tracciato i limiti invalicabili del corpo umano (qualsiasi, fosse anche quello dell'atleta più allenato dei super allenati) in relazione a questa disciplina.

Apprese le tecniche corrette di respirazione ed immersione (con una corretta capovolta si possono percorrere i primi4-5m senza muovere una pinna), quasi tutti i normodotati, dopo breve apprendistato, ormai riescono a muoversi nei 15m (profondità un tempo rispettata dai più, ma oggi, spesso, fin troppo sottovalutata), ma considerato che incrementando ritimi e apnee, c'è chi ha taravanato a 16-18m...cosa si va cercando? Una discesa nell'abisso ogni 30-45 minuti? è pesca subacquea questa?

Mazzarri, data l'esperienza fatta nell'ultima Champions League in Grecia, dice di no...ed io condivido questa opinione.

Un vecchio, ottimo e "semplicissimo" (che poi sta semplicità la vorrei proprio vedere, dato che allenarsi richiede un impegno ed una forza di volontà, spesso, non indifferenti) allenamento aerobico a base di corsa o nuoto per 3 volte alla settimana, magari la sera o al mattino presto, unito ad una pescata lunga (almeno 5 ore) alla settimana, è più che sufficiente, a mio modestissimo avviso, per fare cose straordinarie: "basta" avere la pazienza e la testa per farle.

Il problema è che non tutti riescono ad ammettere di non riuscire ad ottenere buoni risultati per mancanza di una delle due (se non entrambe) qualità di cui sopra (pazienza e testa), e ciò genera la ricerca di percorsi a mio giudizio assai fuorvianti e pericolosi: le scorciatoie (per le profondità, i tempi di apnea, quelli di recupero a galla, etc.).

Non occorre mica seguire tabelle da atleta professionista per avere una tonicità muscolare sufficiente a non incorrere in stanchezza e/o crampi pericolosi per la nostra incolumità: basta molto meno...

Non basta mica un corso di un mese a conferire lucidità ed autocontrollo in apnea, senza i quali, oltre a rischiare oltre modo la vita, ben difficilmente potremmo fare belle pescate: occorre molto di più...

Vi volete allenare in piscina?

Bene, nuotate tantissimo che fa bene.

Volete fare apnea?

Partendo dalla considerazione, spero universalmente riconosciuta valida, secondo cui nella pesca subacquea l'apnea è il mezzo e non il fine, mi e vi chiedo, che senso ha (soprattutto per uno che il mare lo vede di rado e non ha sviluppato l'abitudine agli imprevisti che caratterizzano sta disciplina, con la tranquillità psicologica che ne deriva) allenarsi eseguendo apnee subacquee fini a se stesse (tempo e metri)?

La mia opinione è che sostituire quegli allenamenti con delle partitelle di hockey o rugby subacqueo (attività in cui l'apnea torna ad essere il mezzo) possa essere molto più utile per il pescatore subacqueo...

Che ne dite?

Modificato da siccia
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La mia opinione è che sostituire quegli allenamenti con delle partitelle di hockey o rugby subacqueo (attività in cui l'apnea torna ad essere il mezzo) possa essere molto più utile per il pescatore subacqueo...

Che ne dite?

 

Che hai ragione, ma quella che chiami una partitella di rugby subacqueo non è esattamente una passeggiata, giocare a rugby richiede una preparazione atletica non indifferente ben superiore a quella necessaria per una pescata ed anche diversa, vista l'apnea ipercapnica e lo sforzo in soglia

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La mia opinione è che sostituire quegli allenamenti con delle partitelle di hockey o rugby subacqueo (attività in cui l'apnea torna ad essere il mezzo) possa essere molto più utile per il pescatore subacqueo...

Che ne dite?

 

Che hai ragione, ma quella che chiami una partitella di rugby subacqueo non è esattamente una passeggiata, giocare a rugby richiede una preparazione atletica non indifferente ben superiore a quella necessaria per una pescata ed anche diversa, vista l'apnea ipercapnica e lo sforzo in soglia

eh eh ho dimenticato di virgolettarlo :)

Che ci provino, ognuno al livello che gli è più congeniale ;)

Modificato da siccia
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....tanto le "visioni" degli ultimi 40 di pesca chi me le leva? :D :D :D :D

Come ti capisco... :(

Ecco...purtroppo nei posti da noi frequentati, per vedere certe scene bisogna fare la "prestazione"!

Io conosco dei posti dove si possono osservare scene d'altri tempi... l'unico undicap sono i metri.

Quindi o fai il "folle" o ci vai con le bombole e la macchina fotografica!

... so di certi posticini del genere a..... Vulcano per esempio!!! :rolleyes::D

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....tanto le "visioni" degli ultimi 40 di pesca chi me le leva? :D :D :D :D

Come ti capisco... :(

Ecco...purtroppo nei posti da noi frequentati, per vedere certe scene bisogna fare la "prestazione"!

Io conosco dei posti dove si possono osservare scene d'altri tempi... l'unico undicap sono i metri.

Quindi o fai il "folle" o ci vai con le bombole e la macchina fotografica!

... so di certi posticini del genere a..... Vulcano per esempio!!! :rolleyes::D

Eh si.......qualcuno dice che ce ne sono :rolleyes::rolleyes: ....... :D

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Visto che stiamo facendo un po' di filosofia :P , io non considero la pescasub uno sport nel senso stretto del termine , perchè non si può intendere una persona allenata una che pesca molto .

Si possono prendere 10 pesci in 30 tuffi , ma li stessi pesci se sei "bravo " li prendi in 10 tuffi............quello per me è un bravo pescatore :thumbup: , se è "allenato" correrà meno pericoli (forse ) derivanti dalla condizione fisica , ma la testa sarà sempre quella ;) e se non è in forma al massimo aumenterà i tempi di recupero.

Ha senso parlare di allenamento nell'apnea pura , nella dinamica e in generale in tutti gli sport in cui la prestazione la si misura con il cronometro o il metro o con lo scontro fisico negli sport da combattimento.

Aprendo un piccola parentesi....... quando si parlava in accese discussioni di allenamenti veri e di prestazioni che derivavano da anni di allenamenti specifici qualcuno :rolleyes: (non io ) profetizzò che sarebbe bastato aspettare qualche hanno che le prestazioni di cui tutti ci meravigliavamo sarebbe state ridicole quando si passava al professionismo , ovvero allenamenti mirati che solamente chi ha solo quello da fare può raggiungere , esempio lampante la dinamica, adesso se non fai almeno 280 m :eek: il podio lo vedi con i binocoli.

Noi pescatori normali a parer mio , dobbiamo tenerci in uno stato decente di forma e se non ci riusciamo ............ con 10 giorni continui di mare le nostre soddisfazioni le otteniamo lo stesso.

Non per questo non dobbiamo continuare a discutere di cosa sia meglio per il pescasub

 

 

 

 

ciao

Il fatto è che pur senza sapere con esattezza, ancora, cosa "sia meglio" per il pescatore subacqueo (attendiamo fiduciosi che medici e preparatori atletici collaborino per stabilire le metodologie più indicate affinchè agonisti e/o semplici appassionati si possano allenare per migliorare le proprie performances e la propria sicurezza), le prestazioni di tanti forti agonisti e non agonisti, sembrano aver già raggiunto un limite che non può essere spostato "più in là" (pena la morte, o paralisi permanenti o transitorie) con nessun tipo di allenamento, e che si chiama Taravana.

A quel limite c'è arrivata gente che molto probabilmente non ha seguito tabelle di allenamento massacranti al livello di quelle dei triatleti, dei pallanuotisti, etc. atc. etc. ergo...ribadisco la domanda: cosa vogliamo allenare e dove vogliamo arrivare?

Si sappia che per migliorare apnee e profondità, a prescindere dal contenuto del cavetto portapesci, considerata anche l'attrezzatura moderna, basta meno di quanto si possa pensare, ma sono veramente quelli i parametri che secondo voi occorre cercare di migliorare per essere pescatori subacquei migliori?

Troppo spesso, purtroppo, capita che la risposta sia un si, a prescindere dal contenuto del cavetto, o peggio, con la convinzione che ci sia una qualche relazione con quel contenuto...

L'importanza "der fisico",d'altra parte, si può appurare nelle competizioni, e i due campionissimi cho ho citato in un post precedente a questo, non li ho messi lì per caso...

Quelli sono la prova che, nella maggior parte dei casi, il fisico conterà sempre meno del mix tecnica-acquaticità (quindi adattamento di corpo e mente al lavoro in quell'ambiente)-fiuto per il pesce.

Siamo tutti d'accordo che le performaces dei migliori "atleti" (che magari un preparatore atletico navigato definirebbe poco più che dei semplici "amatori"), data la gradualità necessaria per bruciare le tappe, siano appannaggio esclusivo di chi pesca spessissimo e da parecchi anni?

Se la risposta è si, penso si possa convenire sul fatto che la gente che non ha la possibilità di pescare regolarmente, si debba mettere in testa che "certe cose" potrà solo sognarle, guardarle da lontano, ma mai farle, fermo restando che chi fa "quelle cose" ha anche tracciato i limiti invalicabili del corpo umano (qualsiasi, fosse anche quello dell'atleta più allenato dei super allenati) in relazione a questa disciplina.

Apprese le tecniche corrette di respirazione ed immersione (con una corretta capovolta si possono percorrere i primi4-5m senza muovere una pinna), quasi tutti i normodotati, dopo breve apprendistato, ormai riescono a muoversi nei 15m (profondità un tempo rispettata dai più, ma oggi, spesso, fin troppo sottovalutata), ma considerato che incrementando ritimi e apnee, c'è chi ha taravanato a 16-18m...cosa si va cercando? Una discesa nell'abisso ogni 30-45 minuti? è pesca subacquea questa?

Mazzarri, data l'esperienza fatta nell'ultima Champions League in Grecia, dice di no...ed io condivido questa opinione.

Un vecchio, ottimo e "semplicissimo" (che poi sta semplicità la vorrei proprio vedere, dato che allenarsi richiede un impegno ed una forza di volontà, spesso, non indifferenti) allenamento aerobico a base di corsa o nuoto per 3 volte alla settimana, magari la sera o al mattino presto, unito ad una pescata lunga (almeno 5 ore) alla settimana, è più che sufficiente, a mio modestissimo avviso, per fare cose straordinarie: "basta" avere la pazienza e la testa per farle.

Il problema è che non tutti riescono ad ammettere di non riuscire ad ottenere buoni risultati per mancanza di una delle due (se non entrambe) qualità di cui sopra (pazienza e testa), e ciò genera la ricerca di percorsi a mio giudizio assai fuorvianti e pericolosi: le scorciatoie (per le profondità, i tempi di apnea, quelli di recupero a galla, etc.).

Non occorre mica seguire tabelle da atleta professionista per avere una tonicità muscolare sufficiente a non incorrere in stanchezza e/o crampi pericolosi per la nostra incolumità: basta molto meno...

Non basta mica un corso di un mese a conferire lucidità ed autocontrollo in apnea, senza i quali, oltre a rischiare oltre modo la vita, ben difficilmente potremmo fare belle pescate: occorre molto di più...

Vi volete allenare in piscina?

Bene, nuotate tantissimo che fa bene.

Volete fare apnea?

Partendo dalla considerazione, spero universalmente riconosciuta valida, secondo cui nella pesca subacquea l'apnea è il mezzo e non il fine, mi e vi chiedo, che senso ha (soprattutto per uno che il mare lo vede di rado e non ha sviluppato l'abitudine agli imprevisti che caratterizzano sta disciplina, con la tranquillità psicologica che ne deriva) allenarsi eseguendo apnee subacquee fini a se stesse (tempo e metri)?

La mia opinione è che sostituire quegli allenamenti con delle partitelle di hockey o rugby subacqueo (attività in cui l'apnea torna ad essere il mezzo) possa essere molto più utile per il pescatore subacqueo...

Che ne dite?

Qualche tempo fa , in un post regionale "Roma e dintorni " parlavamo di questo , ma che differenza c'è fra la "peschetta "in 15 m e la pesca profonda a 30 m ?

Per me nessuna , sono tutti e due o tre , se ci mettiamo la pesca nella schiuma ,modi di interpretare la pescasub. Non c'è pescasub di serie A o serie B , Mazzari che è un grandissimo :king: , non si è lamentato quando in Turchia vinse pescando saraghi in 5 m d'acqua , perchè adesso dice che non è pescasub andare a sparare pesci a 40 m ?

I limiti attuali nella pescasub e penso per tanti anni a seguire sono dettati piuttosto che dalle tecniche di allenamento dalle leggi della fisica dei gas , almeno per quanto riguarda i pescasub professionisti o quasi .

Preparare tabelle di allenamento non è un lavoro fantascientifico ,il problema è individuare quale meccanismo viene utilizzato dal corpo umano durante la pesca in apnea.

E' molto più utile e facile, a parere mio, modellare l'allenamento in base al tipo di pesca che intendiamo fare , profonda ? acqua bassa ? sempre con corrente ? .

Le tabelle che spesso si trovano nei libri di apnea , sono indirizzate prevalentemente su un unico e profondissimo tuffo , con la pesca hanno poco da spartire.

 

 

 

Sandro

Modificato da a.bassu
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Si possono prendere 10 pesci in 30 tuffi , ma li stessi pesci se sei "bravo " li prendi in 10 tuffi............quello per me è un bravo pescatore :thumbup: , se è "allenato" correrà meno pericoli (forse ) derivanti dalla condizione fisica , ma la testa sarà sempre quella ;) e se non è in forma al massimo aumenterà i tempi di recupero.

Ha senso parlare di allenamento nell'apnea pura , nella dinamica e in generale in tutti gli sport in cui la prestazione la si misura con il cronometro o il metro o con lo scontro fisico negli sport da combattimento.

Aprendo un piccola parentesi....... quando si parlava in accese discussioni di allenamenti veri e di prestazioni che derivavano da anni di allenamenti specifici qualcuno :rolleyes: (non io ) profetizzò che sarebbe bastato aspettare qualche hanno che le prestazioni di cui tutti ci meravigliavamo sarebbe state ridicole quando si passava al professionismo , ovvero allenamenti mirati che solamente chi ha solo quello da fare può raggiungere , esempio lampante la dinamica, adesso se non fai almeno 280 m :eek: il podio lo vedi con i binocoli.

Noi pescatori normali a parer mio , dobbiamo tenerci in uno stato decente di forma e se non ci riusciamo ............ con 10 giorni continui di mare le nostre soddisfazioni le otteniamo lo stesso.

Non per questo non dobbiamo continuare a discutere di cosa sia meglio per il pescasub

 

 

 

 

ciao

Il fatto è che pur senza sapere con esattezza, ancora, cosa "sia meglio" per il pescatore subacqueo (attendiamo fiduciosi che medici e preparatori atletici collaborino per stabilire le metodologie più indicate affinchè agonisti e/o semplici appassionati si possano allenare per migliorare le proprie performances e la propria sicurezza), le prestazioni di tanti forti agonisti e non agonisti, sembrano aver già raggiunto un limite che non può essere spostato "più in là" (pena la morte, o paralisi permanenti o transitorie) con nessun tipo di allenamento, e che si chiama Taravana.

A quel limite c'è arrivata gente che molto probabilmente non ha seguito tabelle di allenamento massacranti al livello di quelle dei triatleti, dei pallanuotisti, etc. atc. etc. ergo...ribadisco la domanda: cosa vogliamo allenare e dove vogliamo arrivare?

Si sappia che per migliorare apnee e profondità, a prescindere dal contenuto del cavetto portapesci, considerata anche l'attrezzatura moderna, basta meno di quanto si possa pensare, ma sono veramente quelli i parametri che secondo voi occorre cercare di migliorare per essere pescatori subacquei migliori?

Troppo spesso, purtroppo, capita che la risposta sia un si, a prescindere dal contenuto del cavetto, o peggio, con la convinzione che ci sia una qualche relazione con quel contenuto...

L'importanza "der fisico",d'altra parte, si può appurare nelle competizioni, e i due campionissimi cho ho citato in un post precedente a questo, non li ho messi lì per caso...

Quelli sono la prova che, nella maggior parte dei casi, il fisico conterà sempre meno del mix tecnica-acquaticità (quindi adattamento di corpo e mente al lavoro in quell'ambiente)-fiuto per il pesce.

Siamo tutti d'accordo che le performaces dei migliori "atleti" (che magari un preparatore atletico navigato definirebbe poco più che dei semplici "amatori"), data la gradualità necessaria per bruciare le tappe, siano appannaggio esclusivo di chi pesca spessissimo e da parecchi anni?

Se la risposta è si, penso si possa convenire sul fatto che la gente che non ha la possibilità di pescare regolarmente, si debba mettere in testa che "certe cose" potrà solo sognarle, guardarle da lontano, ma mai farle, fermo restando che chi fa "quelle cose" ha anche tracciato i limiti invalicabili del corpo umano (qualsiasi, fosse anche quello dell'atleta più allenato dei super allenati) in relazione a questa disciplina.

Apprese le tecniche corrette di respirazione ed immersione (con una corretta capovolta si possono percorrere i primi4-5m senza muovere una pinna), quasi tutti i normodotati, dopo breve apprendistato, ormai riescono a muoversi nei 15m (profondità un tempo rispettata dai più, ma oggi, spesso, fin troppo sottovalutata), ma considerato che incrementando ritimi e apnee, c'è chi ha taravanato a 16-18m...cosa si va cercando? Una discesa nell'abisso ogni 30-45 minuti? è pesca subacquea questa?

Mazzarri, data l'esperienza fatta nell'ultima Champions League in Grecia, dice di no...ed io condivido questa opinione.

Un vecchio, ottimo e "semplicissimo" (che poi sta semplicità la vorrei proprio vedere, dato che allenarsi richiede un impegno ed una forza di volontà, spesso, non indifferenti) allenamento aerobico a base di corsa o nuoto per 3 volte alla settimana, magari la sera o al mattino presto, unito ad una pescata lunga (almeno 5 ore) alla settimana, è più che sufficiente, a mio modestissimo avviso, per fare cose straordinarie: "basta" avere la pazienza e la testa per farle.

Il problema è che non tutti riescono ad ammettere di non riuscire ad ottenere buoni risultati per mancanza di una delle due (se non entrambe) qualità di cui sopra (pazienza e testa), e ciò genera la ricerca di percorsi a mio giudizio assai fuorvianti e pericolosi: le scorciatoie (per le profondità, i tempi di apnea, quelli di recupero a galla, etc.).

Non occorre mica seguire tabelle da atleta professionista per avere una tonicità muscolare sufficiente a non incorrere in stanchezza e/o crampi pericolosi per la nostra incolumità: basta molto meno...

Non basta mica un corso di un mese a conferire lucidità ed autocontrollo in apnea, senza i quali, oltre a rischiare oltre modo la vita, ben difficilmente potremmo fare belle pescate: occorre molto di più...

Vi volete allenare in piscina?

Bene, nuotate tantissimo che fa bene.

Volete fare apnea?

Partendo dalla considerazione, spero universalmente riconosciuta valida, secondo cui nella pesca subacquea l'apnea è il mezzo e non il fine, mi e vi chiedo, che senso ha (soprattutto per uno che il mare lo vede di rado e non ha sviluppato l'abitudine agli imprevisti che caratterizzano sta disciplina, con la tranquillità psicologica che ne deriva) allenarsi eseguendo apnee subacquee fini a se stesse (tempo e metri)?

La mia opinione è che sostituire quegli allenamenti con delle partitelle di hockey o rugby subacqueo (attività in cui l'apnea torna ad essere il mezzo) possa essere molto più utile per il pescatore subacqueo...

Che ne dite?

Qualche tempo fa , in un post regionale "Roma e dintorni " parlavamo di questo , ma che differenza c'è fra la "peschetta "in 15 m e la pesca profonda a 30 m ?

Per me nessuna , sono tutti e due o tre , se ci mettiamo la pesca nella schiuma ,modi di interpretare la pescasub. Non c'è pescasub di serie A o serie B , Mazzari che è un grandissimo :king: , non si è lamentato quando in Turchia vinse pescando saraghi in 5 m d'acqua , perchè adesso dice che non è pescasub andare a sparare pesci a 40 m ?

I limiti attuali nella pescasub e penso per tanti anni a seguire sono dettati piuttosto che dalle tecniche di allenamento dalle leggi della fisica dei gas , almeno per quanto riguarda i pescasub professionisti o quasi .

Preparare tabelle di allenamento non è un lavoro fantascientifico ,il problema è individuare quale meccanismo viene utilizzato dal corpo umano durante la pesca in apnea.

E' molto più utile e facile, a parere mio, modellare l'allenamento in base al tipo di pesca che intendiamo fare , profonda ? acqua bassa ? sempre con corrente ? .

Le tabelle che spesso si trovano nei libri di apnea , sono indirizzate prevalentemente su un unico e profondissimo tuffo , con la pesca hanno poco da spartire.

 

 

 

Sandro

Forse sono stato poco chiaro io, quindi proverò a fare qualche precisazione.

Mazzarri non ha detto che quella negli abissi non è pesca, ma piuttosto ha sostenuto, nella sostanza, che dover fare solo quello per prendere qualche pesce, è uno schifo, perchè l'aspetto tecnico diventa quasi irrilevante.

A Kastellorizo, per la cronaca, sopra i 30-35m non c'era vita ed è anche mia convinzione che una competizione del genere, in cui non si mettono tutti gli atleti nella condizione di potersi esprimere al meglio, da un'immagine fuorviante del nostro sport.

Da qui a dire che pescare "fondo" non significhi pescare, ce ne vuole...

Tu parli di pesca profonda o nella schiuma a seconda della personale interpretazione che ognuno da alla disciplina in questione, ma io non sono d'accordo: le profondità di pesca, secondo me, dovrebbero essere funzione del pesce e delle possibilità psicofisiche del pescatore, a prescindere da ogni interpretazione che altro non farebbe che limitare le possibilità del pescatore stesso.

Per carità uno può imporsi il limite di non dover praticare una determinata tecnica di pesca (come chi ama pescare soltanto in un modo) per sue convinzioni (esistono "i puri" delle tecniche), ma sia ben chiaro che quello è comunque un limite che va ad aggiungersi a tutti gli altri con cui deve fare i conti in mare...

Per quanto riguarda il Taravana, t'assicuro che non si tratta di un problema riservato ai "professionisti o quasi", ma ben più diffuso (chiedere a Doc Malpieri).

Ho già spiegato che c'è chi ha "taravanato" pure a 15-18m, che sicuramente in estate non è una profondità per pochi eletti, quindi che facciamo? Ci si vorrebbe allenare per fare cosa?

A sto punto chiedo a senex, che mi corregge sui tempi di recupero, di spiegarci quanto bisogna recuperare a galla per scongiurare, ad esempio, il rischio Taravana, a seconda della profondità a cui si sta operando.

E sia chairo che sto dando per scontato che ci si alleni anche per allontanare quanto più è possibile il pericolo e limite della sincope anossica...

Vedi, quando un tuo amico ti chiede di stanargli la cernia mentre lui è impegnato a sputare sangue sul gommone, o quando un altro tuo amico che profondista non è ma pesca a ritmi elevatissimi (comunque raggiungibili da molti migliorando la capacità aerobica), ha il cervello con 20 e più macchie ischiemica causate dai Taravana che ha preso negli anni, ti fermi a riflettere e ti chiedi: cosa stiamo facendo? dove stiamo andando? dove vogliamo arrivare?

E' mia opinione che siamo già arrivati, nel senso che il capolinea fisico del pescatore in apnea è già stato toccato e non può essere spostato più in là con nessun allenamento, pena un Taravana...o altro...

Quindi bada bene, non ho scritto che il limite sia l'allenamento, ma che oltre un certo livello di preparazione atletica-apneistica (che può essere raggiunta già adesso senza essere dei "quasi professionisti"), il limite prescinda dall'allenamento stesso.

Esempio pratico: prendiamo Nitsch e facciamogli fare una gara di pesca subacquea.

Pur essendo uno che s'è fatto sparare a 214m di profondità, anche Nitch, a prescindere dalla sua preparazione, prenderebbe un Taravana se pescasse come pescava Carbonell quando prese il suo primo Taravana da ragazzo, in 20-22m d'acqua, perchè le leggi della fisica non si possono cambiare con l'allenamento...

Modificato da siccia
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A sto punto chiedo a senex, che mi corregge sui tempi di recupero, di spiegarci quanto bisogna recuperare a galla per scongiurare, ad esempio, il rischio Taravana, a seconda della profondità a cui si sta operando.

Lo chiedi alla persona sbagliata.

Quando vado apesca non ho ne pofondimetro, ne orologio ne tantomeno compiuterino! :D

Sono parecchio naif! :o

Le mie quote e i miei tempi li so dai miei amici...

Sicuro che se scendo oltre i 30 mt non recupero 30 minuti.

E' evidente che se mai mi son preso il Taravana è perchè in buona sostanza recupero il necessario (non ho doti eccezzionali di recupero) e questo probabilmente mi mette al riparo da certi problemi...

In più mettici che non faccio gare e quindi non "ho fretta", casomai devo ottimizzare i tempi in immersione. ;)

Semplicemente faccio ste cose nei posti che conosco da decenni e so cosa (e come) fare in base alla mia condizione del momento, al posto ed allo stato d'allenamento!

Molto semplice. <_<

 

In ogni caso non posso essere preso ad esempio per quello che si deve fare sott'acqua... poco ma sicuro! ;)

 

:bye:

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Magari andiamo un po' OT , però è una discussione interessante perchè abbraccia diverse sfumature della pescasub.

Riguardo alla gara greca , si poteva andare solamente nell'abisso per prendere un pesce , certo non era un campo gara esaltante , non tutti hanno potuto pescare , magari la prossima volta cercheranno un posto dove tutti abbiano la possibilità di esprimersi , giovani e vecchi , profondisti e non .

Il bello della pescasub è che ogniuno può sentirsi appagato indipendentemento dalla profondità di pesca , è lapalissiano che quanto più è largo il nostro range di pesca tanto più abbiamo possibilità di variare le nostre catture, ma chi dice che per sentirsi soddisfatti bisogna per forza pescare di tutto ?

Conosco tanti amici che hanno come me la passione per l'aspetto e di sparare a due saraghi poco gli importa, ma conosco tanti altri che farebbero carte false per i saraghi e questo esempio vale per tutti noi.

Il caso dei pescasub " cattivi " che devono per forza portare a casa il frigo normalmente coincide con i pescatori più bravi , eclettici, che si adattano a qualsiasi tecnica di pesca più per "cattiveria" , nel senso buono della parola , sarebbe più corretto dire "passione sfegatata" , quando non è attività integrativa del guadagno mensile.

Detto questo , io non vedo perchè i primi devono essere visti come limitati, io direi che sono appassionati di una tecnica piuttosto che di un'altra , sicuramente avranno risultati inferiori in termini di quantità di pescato ma la soddisfazione sarà la medesima.

Con questo mi riallaccio al taravana e all'allenamento aprendo una piccola parentesi sull'ARA.

Prima che l' U.S. NAVY pubblicasse le tabelle di decompressione , la stragrande maggioranza dei bombolari non sapeva neanche cosa fosse la decompressione e andavano a "sentimento" , non tutti si ammalavano di MDD e il fatto che non ci fosse una certezza matematica mandava in confusione i più.

L'apnea ha dei margini di sicurezza moltooooooo maggiori, ma questo non ci garantisce che un giorno non ci possa venire anche a noi un "coccolone " da non confondersi con la sincope :D , finchè non avremo delle certezze agiremo di buon senso, con recuperi lunghi in superfice di durata almeno tripla del tempo di immersione , questa regola empirica è riconosciuta un po' da tutti in attesa di avere quache certezza.

Quando noi cerchiamo un allenamento cosa vogliamo ? Vogliamo essere più sicuri di non arrivare a casa devastati dalla stanchezza o vogliamo "pescare di più " in barba a qualche consiglio dettato dal buon senso ?

Personalmente io mi alleno e imposto il mio allenamento per arrivare a casa un po' meno stanco pur facendo le stesse cose e avere la possibilità di portare la mia famiglia a fare un giro la sera ......... perchè la regoletta la seguo alla lettera anche se mi sento pronto a fare un'altra immersione prima.

Facciamo due conti e mettiamo qualche dato :

ipotizziamo di pescare fra i 25 e i 30 con la tecnica dell'aspetto

Ci vogliono 30" a scendere e 30" a salire

40" o 60 " secondi di attesa sul fondo ,

quindi il tuffo "dura" a secondo del grado di forma da 2' minuti ai 2' 40 " ( sarebbero 2 minuti ma a fine estate arrivi tranquillamente oltre )

Diciamo per fare conto pari 2'

Allora sono 2' minuti di tuffo moltiplicato per 3 sono 6'

Totale 2' minuti di tuffo + 6' minuti sosta = 8 ' ;) , siccome fra un mini spostamento , il rumore di un elica e tante altre piccole cose che ci fanno perdere la concentrazione facciamo se ci dice bene un tuffo ogni 10 minuti che significano 6 /7 tuffi in un'ora .......che sono di tutto riposo :D . Io non penso che con questi numeri qualcuno possa soffrire di MDD , almeno per la letteratura medica sull'argomento e credo che nessuno con questi numeri abbia mai sofferto di MDD.

Ora proponete questo ritmo di immersioni a un agonista , vi dirà che è da matti :D , non vincerai mai una gara.

Per averli visti in diretta , stanno in superficie la metà del tempo di immersione, e chiunque abbia questo ritmo potrebbe andare incontro ad una MDD.........ma di questo non vi è certezza matematica , ma vi è certezza che allenandosi si possano mantenere questi ritmi.

Quindi ritorniamo alla domanda iniziale , per che cosa vi allenate ?

 

 

 

Sandro

Modificato da a.bassu
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Facciamo due conti e mettiamo qualche dato :

ipotizziamo di pescare fra i 25 e i 30 con la tecnica dell'aspetto

Ci vogliono 30" a scendere e 30" a salire

40" o 60 " secondi di attesa sul fondo ,

quindi il tuffo "dura" a secondo del grado di forma da 2' minuti ai 2' 40 " ( sarebbero 2 minuti ma a fine estate arrivi tranquillamente oltre )

Diciamo per fare conto pari 2'

Allora sono 2' minuti di tuffo moltiplicato per 3 sono 6'

Totale 2' minuti di tuffo + 6' minuti sosta = 8 ' ;)

Quoto, e poi aggiungo che andando a certe quote e sana e buona cosa farlo con un compagno, alternandosi nelle discese... quindi tra discesa, sosta sul fondo, risalita, du chiacchierette per dare la situazione "li sotto" e ventilazione pre immersione, gli otto o dieci minuti sono più che rispettati. <_<

 

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A sto punto chiedo a senex, che mi corregge sui tempi di recupero, di spiegarci quanto bisogna recuperare a galla per scongiurare, ad esempio, il rischio Taravana, a seconda della profondità a cui si sta operando.

Lo chiedi alla persona sbagliata.

Quando vado apesca non ho ne pofondimetro, ne orologio ne tantomeno compiuterino! :D

Sono parecchio naif! :o

Le mie quote e i miei tempi li so dai miei amici...

Sicuro che se scendo oltre i 30 mt non recupero 30 minuti.

E' evidente che se mai mi son preso il Taravana è perchè in buona sostanza recupero il necessario (non ho doti eccezzionali di recupero) e questo probabilmente mi mette al riparo da certi problemi...

In più mettici che non faccio gare e quindi non "ho fretta", casomai devo ottimizzare i tempi in immersione. ;)

Semplicemente faccio ste cose nei posti che conosco da decenni e so cosa (e come) fare in base alla mia condizione del momento, al posto ed allo stato d'allenamento!

Molto semplice. <_<

 

In ogni caso non posso essere preso ad esempio per quello che si deve fare sott'acqua... poco ma sicuro! ;)

...idem :bye:

:bye:

 

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