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Il Tirreno Si Comporta Da «oceano».


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Lo hanno scoperto geologi dell’Istituto nazionale di geofisica .

Il Tirreno si comporta da «oceano».

Nelle sue acque il vulcano sottomarino più grande d’Europa, Marsili, un gigante alto 3.000 metri.

 

ROMA – Un brindisi a una scoperta geologica di livello internazionale: l’hanno fatto ieri sera i ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Roma, mostrando il numero della rivista «Geology» che pubblica con rilievo un articolo in cui un gruppo di geofisici dell’ente annuncia che il nostro piccolo ma importante Mar Tirreno ha raggiunto il record mondiale di espansione del suo fondo: 20 centimetri l’anno, più di quanto possano vantare l’Oceano Atlantico o quello Pacifico.

«E’ successo tra 2 e 1,5 milioni di anni fa circa, in un tempo molto recente, geologicamente parlando, e in una zona situtata proprio nel cuore del Mar Tirreno, ad una latitudine corrispondente a quella di Cosenza -spiega il professor Enzo Boschi, presidente dell’Ingv, che ha illustrato alla stampa i risultati della ricerca-. Lì il Tirreno presenta una piana abissale che sprofonda per ben 3500 metri sotto il livello del Mare. E lì si erge il vulcano sottomarino più grande d’Europa, Marsili, un gigante alto 3.000 metri, con un asse lungo una cinquantina di km. Un vulcano, per ora quiescente ma potenzialmente attivo, capace di generare eruzioni e tsunami che in pochi minuti potrebbero raggiungere le coste del Meridione d’Italia».

OCEANIZZAZIONE - Ma il senso di questa scoperta, dovuta a un gruppo di tre scienziati dell’Ingv che il professor Boschi tiene a citare uno per uno: Massimo Chiappini, Iacopo Nicolosi e Fabio Speranza, va ben al di là del record di espansione conquistato dal Tirreno. E’ una conferma che anche in un piccolo mare si possono instaurare quei processi geodinamici di oceanizzazione consistenti nella risalita di magma dall’interno della Terra e nella generazione di nuova crosta terrestre. Proprio come succede nel grande Oceano Atlantico e in quello pacifico, in corrispondenza delle cosiddette dorsali oceaniche. Studi recenti hanno permesso di ricostruire che nel Tirreno i processi di espansione sono iniziati circa 10 milioni di anni fa e, con l’alternarsi di periodi di accelerazione e di rallentamento, sono andati avanti fino a nostri tempi. Agli inizi il Tirreno era strettissimo, poi, assecondato dallo spostamento verso Est della catena Appenninica, si è andato allargando. L’espansione faceva aprire profonde fratture sul fondo del mare e risalire abbondanti flussi di magma che colmavano le ferite appena aperte. In alcuni punti nascevano anche i vulcani che costellano il Tirreno Centrale e Meridionale: la maggior parte oggi sommersi, come il gigante Marsili e i suoi vicini Palinuro, Glauco, Sisifo; altri emersi come Ustica e le Isole Eolie.

LA TECNICA - Sofisticata è la tecnica impiegata dai ricercatori Ingv per valutare la grande velocità di espansione nel centro del Tirreno. «Consiste in un’analisi che mette in evidenza le anomalie del campo magnetico terrestre provocate dalla particolare natura del sottosuolo e nella realizzazione di mappe in cui sono evidenziate tali anomalie –aggiunge Boschi-. Per compilarle i ricercatori si avvalgono di speciali sensori magnetici posti su aerei, elicotteri o navi che analizzando dall’alto la zona da esplorare. I nostri ricercatori si sono avvalsi anche di dati magnetici raccolti sin dal 1965 da altre istituzioni ed università e opportunamente rielaborati». A conclusione di questo lungo e paziente lavoro è arrivato, inaspettato, il premio della scoperta di prima grandezza: sovrapposte alla sagoma del vulcano Marsili, si sono evidenziate una serie di bande magnetiche che stanno a indicare la notevole velocità di espansione del fondo del Tirreno, 20 cm l’anno, come dire 20 metri ogni secolo, che andata avanti per oltre 1,5 milioni di anni. E oggi? L’espansione dell Tirreno sembra essersi fermata. Forse ha semplicemente rallentato ed è pronta a riprendere la sua corsa. Di certo si tratta di un processo da seguire attentamente, per le implicazioni legate ai rischi sismico e vulcanico che comporta.

Franco Foresta Martin

20 settembre 2006

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze...0/tirreno.shtml

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