Barbara Pignataro Inviato Agosto 23, 2006 Segnala Condividi Inviato Agosto 23, 2006 Era considerata da molti la nave più bella del mondo, un gioiello tecnologico orgoglio della cantieristica navale italiana degli anni ‘50. Si tratta della Andrea Doria, lussuoso transatlantico e nave ammiraglia della flotta italiana, che poco dopo le ore 23 del 25 luglio 2006, mentre si avvicinava alle coste degli Stati Uniti, fu speronata dalla nave svedese Stockholm e andò a fondo in 11 ore. Questa, che fu una delle più gravi sciagure della marina mercantile italiana, provocò la morte di 52 persone (47 sulla nave italiana e 5 su quella svedese). Le centinaia di feriti tra i 1706 passeggeri della Andrea Doria furono salvati in una spettacolare operazione di soccorso grazie ai membri dell’equipaggio e al tempestivo intervento del transatlantico francese Ile de France che invertì la rotta per poter portare in salvo i passeggeri. Esemplare fu anche il comportamento del comandante dell' Andrea Doria, Piero Calamai, che rimase a bordo fino all’ultimo per coordinare le operazioni di salvataggio. Dotata di doppio scafo e di 11 compartimenti stagni, l’Andrea Doria era una nave estremamente sicura e questo lo dimostra il fatto che nonostante il terribile squarcio sul lato di dritta che fece imbarcare alla nave oltre 500 tonnellate di acqua, trascorsero diverse ore prima che la nave si inclinasse e affondasse, permettendo così ai passeggeri di mettersi in salvo. I passeggeri che persero la vita infatti perirono per il terribile impatto con la prua rinforzata della nave rompighiaccio Stockholm. Le responsabilità di questo terribile incidente furono inizialmente date all’imperizia dell’unità italiana. Successive indagini però attribuirono le colpe alla nave svedese ed in particolare all’inesperienza del suo terzo comandante Carsten Johannesen, unico ufficiale al comando della Stockolm al momento della collisione. L’ufficiale, secondo un documentario messo in onda proprio in occasione del cinquantenario della sciagura dalla autorevole televisione americana Pbs, avrebbe male interpretato il segnale radar credendo che la nave italiana fosse più lontana. Al momento del contatto radar le due navi procedevano su rotte parallele ed opposte ma non in rotta di collisione e nella zona erano presenti banchi di nebbia. Gli italiani pensavano che le navi sarebbero passate vicine senza problemi “verde al verde”, ossia mostrando il reciproco fianco destro, ma così non fu dato che inspiegabilmente la nave svedese accostò a dritta portandosi a ridosso della nave italiana. Il comandante Calamai ordinò una virata a sinistra nel tentativo di evitare la collisione ma non ci fu niente da fare, l’impatto fu terribile. Viene così resa giustizia al comandante italiano che fu ingiustamente ritenuto responsabile ed ebbe carriera e vita rovinata. http://www.mareinitaly.it/conosciamo2_v.php?id=166 Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Barbara Pignataro Inviato Agosto 23, 2006 Autore Segnala Condividi Inviato Agosto 23, 2006 Nell'articolo c'è un refuso naturalmente non è luglio 2006 ma luglio 1956. Barbara Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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