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Le Situazioni Estreme


Messaggi raccomandati

Parliamo di situazioni spiacevoli in cui,nostro malgrado,possiamo trovarci durante la pescata e vediamo di far venir fuori qualche suggerimento su come trarci d'impaccio.

 

Ovviamente la prima regola per affrontare le situazioni estreme è quella di evitarle,stando sempre bene attenti a non trovarci in situazioni cui non siamo abituati.

Può però capitare di fare una previsione sbagliata o di essere sorpresi durante la pescata per cui è bene avere qualche idea.

 

Inizio io ma tutti possono aggiungere le loro considerazioni ed esperienze

 

La corrente

 

Pesco in corrente da sempre perchè nelle mie zone è una costante.

 

Provo a trarre delle conclusioni sulla base delle situazioni in cui mi sono trovato.

 

-Se si viene sopresi da una fortissima corrente al largo e il mare è calmo la cosa migliore da fare è quella di andare a terra,in un metro d'acqua o meno.In questa situazione infatti si sfruttano le "correnti di ritorno",spesso presenti,e comunque ci si trova in una zona con poca corrente e nella quale,alle brutte,ci si può aggrappare agli scogli affioranti. Tutto ciò è maggiormente vero nelle baie,nelle punte la corrente spesso è fortissima anche a terra per cui si deve valutare se conviene andare a terra o passare un po' al largo.

Ovviamente quando ciò sia possibile,se ci si vede perduti,la cosa migliore è uscire dall'acqua e tornare alla macchina a piedi

 

-Se si è in un punto in cui il fondale non degrada in maniera dolce ma presenta picchi e risalite,bisogna andare dove è più fondo.Dove il fondale sale la corrente aumenta moltissimo la sua intensità e contrastarla diventa più difficile

 

-Se il mare è forte non ci si può avvicinare a riva (si rischia di finire sugli scogli) per cui risulta obbligatorio cercare quelle zone dove la corrente è minore.In genere sono le zone con un po' più di fondale(come detto prima).Attenzione però a non andare ciecamente verso il largo perchè con la corrente si deve guadagnare la riva al più presto e se si punta il largo si rischia poi di essere trascinati del tutto.Il fatto di cercare le zone un po' più fonde deve essere fatto con cautela e in situazioni idonee e particolari non come regola

 

-Può poi capitare che ci siano veri e propri fiumi di corrente però abbastanza circoscritti per cui,usciti dal fiume,la corrente molla parecchio.E' una situazione che ho vissuto solo in alcune zone della calabria,non so se capiti anche altrove.

 

-Quando si è nel mezzo della corrente è inutile nuotargli contro come degli ossessi ma conviene fare delle diagonali o nuotare perpendicolarmente ad essa fino a trovare dei punti dove la corrente molla un po'.

 

-Come regola generale si deve cercare di tornare a riva a meno di casi particolari.

 

Tutto ciò vale quando si è da soli e si viene sorpresi dalla corrente. Ma come si organizza una pescata in un posto notoriamente afflitto da correnti?

 

-Chiaramente se si ha un mezzo(gommone o acquascooter)la corrente farà molta meno paura ma si potrebbe riproporre il problema di raggiungere il mezzo ancorato.In questo caso si dovrebbe cercare di pescare sempre a monte di corrente rispetto al mezzo in modo che la corrente ci riporti al mezzo stesso.

Inoltre,in caso di utilizzo dello scooter bisogna sempre mettere in conto un'avaria.Vi assicuro che trainare lo scooter in avaria controcorrente è davvero davvero massacrante.

Il modo ideale per affrontare la corrente è quello di avere gommone e barcaiolo(è un'ovvietà lo so)

 

 

-Altra ovvietà:se ci si immerge e la corrente è presente dall'inizio conviene sempre iniziare la pescata controcorrente per averla a favore al ritorno. Non fate però troppo affidamento su questo punto,tantissime volte mi è capitato che la corrente cambiasse direzione più volte durante la pescata e ho fatto 5 ore sempre controcorrente o (+ raramente) tutte a favore di corrente.

 

-Con forte corrente le prestazioni si possono ridurre tantissimo(considerate che non solo la discesa e la risalita vengono fatte in diagonale e sono più lunghe ma soprattutto saremo spompati per il continuo pinneggiare per mantenere la posizione o per risalire la corrente dopo una "passata") per cui,pur adottando tutti gli accorgimenti del caso,è possibile pescare in corrente solo se si è ben preparati fisicamente e si conosce bene la zona.In caso contrario la pesca in corrente si trasformerà in una massacrante prova di nuoto assolutamente improduttiva ai fini della pesca.

 

 

Mare grosso

 

Personalmente vengo a volte preso in giro da un amico in quanto mi butto anche con il mare forte.

 

-La cosa fondamentale da tenere a mente è che bisogna rintracciare un punto ridossato dal quale si possa uscire anche in caso il mare rinforzi molto.Se questo punto è presente possiamo stare abbastanza tranquilli anche se veniamo sorpresi da grosse onde.

 

-Con le onde forti non bisogna avvicinarsi a riva sia perchè si rischia di essere sbattuti sui massi sia perchè l'onda aumenta la sua intensità dove il fondale risale,dove invece il fondale è profondo l'onda non crea quasi nessun pericolo(a meno di onde davvero molto grosse)

 

-L'uscita è la cosa più pericolosa se ci sono onde forti.Personalmente se mi trovo a dover uscire dall'acqua con onde molto forti cerco prima di tutto un ridosso,anche se questo è lontano dal punto di entrata non fa nulla,è comunque meglio uscire in tranquillità e farsela a piedi via terra piuttosto che tentare un'uscita acrobatica.

Se proprio dobbiamo uscire da un punto non ridossato assicuramoci almeno che il fondo sia piatto e,meglio,sabbioso. In questo caso non togliamoci le pinne perchè sono il nostro unico motore e senza saremmo in balia dei marosi. Leghiamo tutto il possibile al pallone e poi nuotiamo verso riva stando attenti a non farci ribaltare dalle onde. In pratica dobbiamo riuscire ad arrivare a riva in planata arenandoci sulla sabbia dove il risucchio dell'onda non è più pericoloso.Alzarsi in piedi ci espone invece al rischio di cadere e di non controllare più il mare.

 

-Se le onde sono alte è bene non tentare nemmeno di uscire da zone in cui ci sono scogli,ci si fa solo male,tanto male.Se non c'è un punto da cui è possibile uscire(ridossato o con fondale non accidentato) è bene non entrare proprio in acqua se il mare è forte o è bene uscire subito dal punto più vicino alle prime avvisaglie di peggioramento delle condizioni.

 

Probabilmente ho detto delle ovvietà per moltissimi di voi ma parlare anche di argomenti ovvi a volte può essere utile.

 

Forza aggiungete tutto ciò che volete e consideriamo anche altre situazioni "estreme" in cui,pur non volendo,possiamo incappare.

 

 

 

Ciao

Modificato da Uccio
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La corrente

 

Una mattina entrai con mare calmo, ed al largo un km circa, incontrai una corrente fortissima, cercai di contrastarla, ma mi spingeva verso sud, tendo conto che io ero entrato da est, fui costretto per non esaurire le energie a farmi trascinare per circa un'altro km , uscii a piedi in una zona della litoranea molto distante dall'auto e fui costretto a tornare a ritroso sul ciglio della strada che costeggia il mare.

 

:blink:

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Due storielle.

 

Mare mosso.

Una volta, da neofita, mi buttai vicino Porto S.Stefano col mare calmo, nella zona dell'ex silurificio. Si parla degli anni 70 e pescavo col mitico Jaguar. Scorrendo la costa, subito fonda, trovo uno scoglio forato al centro che formava una sorta di piccola grotta che affiorava per qualche centimetro: c'entro dentro a guardare e non trovo niente. In quel momento arriva una sequela inaspettata di ondate da paura, senza spiegazione: il rimbombo, anzi: l'esplosione, quasi per un fenomeno di cavitazione, che hanno provocato all'interno della cavità, oltre allo sbatacchiamento e alle testate sulla volta dell'antro, m'hanno quasi messo KO e me la sono vista brutta.

Che era?

Era passato il traghetto del Giglio a non più di 50 metri dalla costa, già a manetta!

 

Corrente.

Questa è una situazione cui ho già accennato in galleria sotto la foto dell'Aguajì.

Aveva piovuto molto nei giorni addietro e noi pescavamo fuori della pass di Cayo Saetìa, lungo i bordi del canale che collega la laguna all'Atlantico, continuando a seguirne la linea anche quando sparisce sott'acqua e va avanti per un paio di miglia. Finchè uscivamo non c'eravamo resi conto della corrente che scaricava fuori della baia le grandi masse d'acqua portate dai fiumi, ma al momento di fermarsi sullo spot ce ne siamo accorti. La corrente buttava in fuori ed era impossibile resistergli a lungo.

Presi subito quell'aguajì e già,con mio cognato, decidemmo di tornare indietro e, al limite, di ficcarci dentro alla barriera (che però cominciava molto più in là, dato che lungo la pass è assente). Appena cominciammo a pinneggiare ci rendemmo conto che non ci spostavamo di un centimetro, anzi, spesso tornavamo anche indietro. Agganciai il pesce, di 10 kgs, alla boetta e la tenni "a corto" come il guinzaglio del cane, proprio per ridurre la resistenza pazzesca che ne derivava. Anche così non era però cambiato niente. Ci stavamo spossando, rapidamente: mai vista una corrente come quella volta. Gli dissi:- c@**o! Cerchiamo almeno d'arrivare dove comincia il frangente e dove si tocca: almeno ci riposiamo, poi vedremo che succede.- C'erano dei momenti che mi mettevo a dorso con la maschera alzata e frullavo le pinne come un 40 hp, ma cionostante avanzavo di pochissimi metri, poi dovevo riposarmi.

Davanti a noi il mare aperto e, fuori dalla vista, la direzione era quella dell'isola di Haiti-S.to Domingo ad almeno 3 giorni di navigazione a vela!

Dopo oltre un'ora riuscimmo stremati a raggiungere uno scoglio corallino dove potevamo toccare: sarà stato a 200 metri da dove avevo preso la cernia!

Anche in piedi sullo scoglio non ci si poteva di certo riposare: la corrente ci buttava giù e dovevamo tenerci inclinati come banderuole per controbatterla.

Incredibilmente, perchè nessuno se l'aspettava con quella giornata e in una zona tanto solitaria, vedemmo passare una lancetta che stava imboccando la pass per rientrare a Guatemala, paesino all'interno della laguna di Nipe.

Sbracciandoci dallo scoglio, quello ci vide e deviò e ci riuscì a caricare: era anche un parente di un mio amico della zona. Aveva preso a traina (e non vi dico con che artificiale di sua invenzione!), un barracuda di quasi 12 kgs che sogghignava sul paiolato.

A terra, dopo gli regalai un Rapala nuovissimo e gigante che tanto io difficilmente avrei avuto modo di usare: fu un affare, perchè oltre a averci salvato il culo quel giorno, si mise subito a nostra disposizione come barcaiolo, finchè non partii per l'Italia!...

Modificato da Ricky05
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Non sono cose banali.

 

Molte volte non si considera che esistono anche i neofiti della pescasub, tipo me e che magari certe situazioni non le hanno mai fronteggiate; insomma, le sottovalutano. e il mare, di quelli che "sottovalutano", se ne fa un baffo.

 

E tutta la mia ammirazione va alle persone che sherano informazioni a beneficio della sicurezza, non solo quando si parla di sincopi.

Modificato da vitone
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Ciao, l'argomento come gia detto è interessante e i neofiti (tra cui mi metto perchè non si impara mai abbastanza) possono avere qualche dritta utile.

Avete esposto qualche situazione estrema, ma tra le situazioni estreme ci possono essere anche gli imprevisti.

Cosa fate se Vi becca un crampo di quelli che fanno un male boia? Vi è mai successo, dopo una mezz'ora che siete in acqua e all'improvviso di non riuscire a pinneggiare per il male alla pianta del piede?

Non sono qua a dare delle soluzioni, ma a dire che molte situazioni possono essere evitate pensando bene prima a cosa fare, al ns. stato di forma in generale o solo momentaneo.

ci vuole Umiltè , una Straordineria umiltè quando si va a mare.

Ciao :bye:

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La mia peggiore esperienza in fatto di cambiamenti meteo repentini

 

tanti giorni di astinenza dal mare e voglia alle stelle. Il cielo è velato ma il mare calmo. Mi butto e comincio a pescare a buon ritmo allontanandomi molto dal punto di ingresso.

Ogni tanto alzo la testa ma vedo sempre il sereno all'orizzonte e continuo a pescare. Il mare comincia ad incresparsi e la corrente monta.Sono in un periodo di forma smagliante,vado 3-4 volte alla settimana in palestra e sono all'inizio della stagione agonistica di karate:insomma fisicamente ci sto alla grande e la corrente mi fa letteralmente un baffo.

BOOOOAMMM.Un tuono. Alzo la testa ma non vedo nulla davanti,mi giro e vedo dei nuvoloni neri abbastanza lontani. Chi se ne frega!Continuo a pescare.

Tempo 10 minuti da questi pensieri e comincia a piovere,il vento sale fortissimo,la corrente gira e aumenta e il mare peggiora di brutto. Mi rendo conto della situazione e comincio il ritorno.

A 200 metri circa da me una linea netta parte da riva e punta il largo,oltre quella linea il mare è blu metallo,un colore che non ricordo di aver mai più visto.Vi assicuro che faceva paura.Arrivo al punto di demarcazione e mi trovo in condizioni assurde. Onde alte e crespate per il vento,corrente incredibile,tuoni e lampi.

Comincia a piovere a dirotto e la visibilità si riduce.Mi ritrovo in pratica in mezzo ad una burrasca paurosa con i fulmini che cadono a mare poco distante da me. Cerco di guadagnare riva al più presto ma ci sono solo scogli per un certo tratto ed è impossibile pensare di prender terra col mare che c'è.Ci vogliono circa 3/4 d'ora di nuoto a tutta forza in queste condizioni,col cuore a mille per la fatica e la paura per arrivare,distrutto,ad un punto in cui il fondale è piano. Mi faccio scaraventare da un'onda a terra con tutta l'atterzzatura e poi comincio a correre tra scogli e spiaggia per tornare al punto dove ho la macchina. Non si vede un tubo con tutta quella pioggia e poi considerate che io sono miope per cui senza occhiali non sono un falco.Corro allora con la maschera indossata,le pinne e il fucile sotto braccio e la boa che striscia dietro di me. Sono stanco ma i lampi continui e i fulmini bassi all'orizzonte mi danno l'adrenalina per riuscire a correre lo stesso. Arrivo alla macchina e mi ci butto dentro,non ce la faccio a svestirmi. Sulla strada ci sono 2-3 cm di acqua.Comincio a percorrere la strada che costeggia il mare ma una fiumara,ingrossata dalla pioggia,mi impedisce di continuare. Coma cavolo torno a casa?????

Faccio dietrofront e prendo un'altra stradina,tutta buche. Alla fine imbocco la strada principale e mi sento tranquillo. Sulla strada c'è una fila di macchine in quanto,a causa di uno smottamento appena avvenuto,una corsia era impraticabile.

 

Mamma mia ragazzi,ancora oggi a ripensarci mi vengono i brividi

Modificato da Uccio
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La mia peggiore esperienza in fatto di cambiamenti meteo repentini

 

tanti giorni di astinenza dal mare e voglia alle stelle. Il cielo è velato ma il mare calmo. Mi butto e comincio a pescare a buon ritmo allontanandomi molto dal punto di ingresso.

Ogni tanto alzo la testa ma vedo sempre il sereno all'orizzonte e continuo a pescare. Il mare comincia ad incresparsi e la corrente monta.Sono in un periodo di forma smagliante,vado 3-4 volte alla settimana in palestra e sono all'inizio della stagione agonistica di karate:insomma fisicamente ci sto alla grande e la corrente mi fa letteralmente un baffo.

BOOOOAMMM.Un tuono. Alzo la testa ma non vedo nulla davanti,mi giro e vedo dei nuvoloni neri abbastanza lontani. Chi se ne frega!Continuo a pescare.

Tempo 10 minuti da questi pensieri e comincia a piovere,il vento sale fortissimo,la corrente gira e aumenta e il mare peggiora di brutto. Mi rendo conto della situazione e comincio il ritorno.

A 200 metri circa da me una linea netta parte da riva e punta il largo,oltre quella linea il mare è blu metallo,un colore che non ricordo di aver mai più visto.Vi assicuro che faceva paura.Arrivo al punto di demarcazione e mi trovo in condizioni assurde. Onde alte e crespate per il vento,corrente incredibile,tuoni e lampi.

Comincia a piovere a dirotto e la visibilità si riduce.Mi ritrovo in pratica in mezzo ad una burrasca paurosa con i fulmini che cadono a mare poco distante da me. Cerco di guadagnare riva al più presto ma ci sono solo scogli per un certo tratto ed è impossibile pensare di prender terra col mare che c'è.Ci vogliono circa 3/4 d'ora di nuoto a tutta forza in queste condizioni,col cuore a mille per la fatica e la paura per arrivare,distrutto,ad un punto in cui il fondale è piano. Mi faccio scaraventare da un'onda a terra con tutta l'atterzzatura e poi comincio a correre tra scogli e spiaggia per tornare al punto dove ho la macchina. Non si vede un tubo con tutta quella pioggia e poi considerate che io sono miope per cui senza occhiali non sono un falco.Corro allora con la maschera indossata,le pinne e il fucile sotto braccio e la boa che striscia dietro di me. Sono stanco ma i lampi continui e i fulmini bassi all'orizzonte mi danno l'adrenalina per riuscire a correre lo stesso. Arrivo alla macchina e mi ci butto dentro,non ce la faccio a svestirmi. Sulla strada ci sono 2-3 cm di acqua.Comincio a percorrere la strada che costeggia il mare ma una fiumara,ingrossata dalla pioggia,mi impedisce di continuare. Coma cavolo torno a casa?????

Faccio dietrofront e prendo un'altra stradina,tutta buche. Alla fine imbocco la strada principale e mi sento tranquillo. Sulla strada c'è una fila di macchine in quanto,a causa di uno smottamento appena avvenuto,una corsia era impraticabile.

 

Mamma mia ragazzi,ancora oggi a ripensarci mi vengono i brividi

 

Oh sei riuscito a farmi venire un attacco d'ansia...mamma mia...

Questa e' la dimostrazione che quando le nubi cominciano a farsi sotto minacciose e' sempre consigliabile avvicinarsi a riva, senza sottovalutare mai la situazione. Anzhe a me e' successa una cosa simile e mi sono avvicinato a terra: poco dopo e' iniziato un diluvio e sono dovuto uscire dall'acqua...

Grazie Uccio di condividere le tue esperienze per aiutarci a crescere da ogni punto di vista. Per un neofita come me e' sono molto importanti le tue testimonianze.. :thumbup::thumbup::thumbup:

Ciao :bye:

Jack

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A Bosa qualche anno fa , ero nella zona di Capo Marrargiu in gommone , monta un libeccio niente male , ero in acqua e stavo pescando,tempo da tenere sotto osservazione ma non preoccupante, prendo due pesci uno dietro l' altro,passa un po, prendo il terzo, come vado per metterlo sul gommone , dalle onde non vedevo ne barcaiolo e ne gommone , onda lunga alta.

Riesco a farmi vedere , salgo e iniziamo a rientrare , col mare mosso , non so come ,anzi si come due pirla, siamo entrati in direzione della cala prima del porto, c'era una risacca da paura , e veramente abbiamo faticato ad uscirne.

Come siamo arrivati a terra il barcaiolo mi ha mollato ed e' sparito, era andato a farsi una doccia calda , e io come un cog@@one !! :D:D tenendo a guinzaglio il gommone , c'era mare anche dentro il porto !! :bye:

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Parliamo di situazioni spiacevoli in cui,nostro malgrado,possiamo trovarci durante la pescata e vediamo di far venir fuori qualche suggerimento su come trarci d'impaccio.

 

Ovviamente la prima regola per affrontare le situazioni estreme è quella di evitarle,stando sempre bene attenti a non trovarci in situazioni cui non siamo abituati.

Può però capitare di fare una previsione sbagliata o di essere sorpresi durante la pescata per cui è bene avere qualche idea.

 

Inizio io ma tutti possono aggiungere le loro considerazioni ed esperienze

 

La corrente

 

Pesco in corrente da sempre perchè nelle mie zone è una costante.

 

Provo a trarre delle conclusioni sulla base delle situazioni in cui mi sono trovato.

 

-Se si viene sopresi da una fortissima corrente al largo e il mare è calmo la cosa migliore da fare è quella di andare a terra,in un metro d'acqua o meno.In questa situazione infatti si sfruttano le "correnti di ritorno",spesso presenti,e comunque ci si trova in una zona con poca corrente e nella quale,alle brutte,ci si può aggrappare agli scogli affioranti. Tutto ciò è maggiormente vero nelle baie,nelle punte la corrente spesso è fortissima anche a terra per cui si deve valutare se conviene andare a terra o passare un po' al largo.

Ovviamente quando ciò sia possibile,se ci si vede perduti,la cosa migliore è uscire dall'acqua e tornare alla macchina a piedi

 

-Se si è in un punto in cui il fondale non degrada in maniera dolce ma presenta picchi e risalite,bisogna andare dove è più fondo.Dove il fondale sale la corrente aumenta moltissimo la sua intensità e contrastarla diventa più difficile

 

-Se il mare è forte non ci si può avvicinare a riva (si rischia di finire sugli scogli) per cui risulta obbligatorio cercare quelle zone dove la corrente è minore.In genere sono le zone con un po' più di fondale(come detto prima).Attenzione però a non andare ciecamente verso il largo perchè con la corrente si deve guadagnare la riva al più presto e se si punta il largo si rischia poi di essere trascinati del tutto.Il fatto di cercare le zone un po' più fonde deve essere fatto con cautela e in situazioni idonee e particolari non come regola

 

-Può poi capitare che ci siano veri e propri fiumi di corrente però abbastanza circoscritti per cui,usciti dal fiume,la corrente molla parecchio.E' una situazione che ho vissuto solo in alcune zone della calabria,non so se capiti anche altrove.

 

-Quando si è nel mezzo della corrente è inutile nuotargli contro come degli ossessi ma conviene fare delle diagonali o nuotare perpendicolarmente ad essa fino a trovare dei punti dove la corrente molla un po'.

 

-Come regola generale si deve cercare di tornare a riva a meno di casi particolari.

 

Tutto ciò vale quando si è da soli e si viene sorpresi dalla corrente. Ma come si organizza una pescata in un posto notoriamente afflitto da correnti?

 

-Chiaramente se si ha un mezzo(gommone o acquascooter)la corrente farà molta meno paura ma si potrebbe riproporre il problema di raggiungere il mezzo ancorato.In questo caso si dovrebbe cercare di pescare sempre a monte di corrente rispetto al mezzo in modo che la corrente ci riporti al mezzo stesso.

Inoltre,in caso di utilizzo dello scooter bisogna sempre mettere in conto un'avaria.Vi assicuro che trainare lo scooter in avaria controcorrente è davvero davvero massacrante.

Il modo ideale per affrontare la corrente è quello di avere gommone e barcaiolo(è un'ovvietà lo so)

 

 

-Altra ovvietà:se ci si immerge e la corrente è presente dall'inizio conviene sempre iniziare la pescata controcorrente per averla a favore al ritorno. Non fate però troppo affidamento su questo punto,tantissime volte mi è capitato che la corrente cambiasse direzione più volte durante la pescata e ho fatto 5 ore sempre controcorrente o (+ raramente) tutte a favore di corrente.

 

-Con forte corrente le prestazioni si possono ridurre tantissimo(considerate che non solo la discesa e la risalita vengono fatte in diagonale e sono più lunghe ma soprattutto saremo spompati per il continuo pinneggiare per mantenere la posizione o per risalire la corrente dopo una "passata") per cui,pur adottando tutti gli accorgimenti del caso,è possibile pescare in corrente solo se si è ben preparati fisicamente e si conosce bene la zona.In caso contrario la pesca in corrente si trasformerà in una massacrante prova di nuoto assolutamente improduttiva ai fini della pesca.

 

 

Mare grosso

 

Personalmente vengo a volte preso in giro da un amico in quanto mi butto anche con il mare forte.

 

-La cosa fondamentale da tenere a mente è che bisogna rintracciare un punto ridossato dal quale si possa uscire anche in caso il mare rinforzi molto.Se questo punto è presente possiamo stare abbastanza tranquilli anche se veniamo sorpresi da grosse onde.

 

-Con le onde forti non bisogna avvicinarsi a riva sia perchè si rischia di essere sbattuti sui massi sia perchè l'onda aumenta la sua intensità dove il fondale risale,dove invece il fondale è profondo l'onda non crea quasi nessun pericolo(a meno di onde davvero molto grosse)

 

-L'uscita è la cosa più pericolosa se ci sono onde forti.Personalmente se mi trovo a dover uscire dall'acqua con onde molto forti cerco prima di tutto un ridosso,anche se questo è lontano dal punto di entrata non fa nulla,è comunque meglio uscire in tranquillità e farsela a piedi via terra piuttosto che tentare un'uscita acrobatica.

Se proprio dobbiamo uscire da un punto non ridossato assicuramoci almeno che il fondo sia piatto e,meglio,sabbioso. In questo caso non togliamoci le pinne perchè sono il nostro unico motore e senza saremmo in balia dei marosi. Leghiamo tutto il possibile al pallone e poi nuotiamo verso riva stando attenti a non farci ribaltare dalle onde. In pratica dobbiamo riuscire ad arrivare a riva in planata arenandoci sulla sabbia dove il risucchio dell'onda non è più pericoloso.Alzarsi in piedi ci espone invece al rischio di cadere e di non controllare più il mare.

 

-Se le onde sono alte è bene non tentare nemmeno di uscire da zone in cui ci sono scogli,ci si fa solo male,tanto male.Se non c'è un punto da cui è possibile uscire(ridossato o con fondale non accidentato) è bene non entrare proprio in acqua se il mare è forte o è bene uscire subito dal punto più vicino alle prime avvisaglie di peggioramento delle condizioni.

 

Probabilmente ho detto delle ovvietà per moltissimi di voi ma parlare anche di argomenti ovvi a volte può essere utile.

 

Forza aggiungete tutto ciò che volete e consideriamo anche altre situazioni "estreme" in cui,pur non volendo,possiamo incappare.

 

 

 

Ciao

 

 

....non sono proprio banalità....perchè queste nozioni aiutano tantissimo moltissimi appassionati di pesca in apnea alle prime armi (e non a volte) ..che per la passione spesso rischiano non avendo nessuna informazione o nessuna guida in proposito.....

in quanto a correnti ....(direi torrenti avvolte!!!),vedo che tu scrivi dallo stretto di messina come me....noi ne sappiamo qualcosa....

Grazie per le tue informazioni !!!!.... :clapping:

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Una situazione come la tua mi è capitata nel 98, ma stavo in barca, non in macchina.

Arrivo su quest'isola dopo un'ora di navigazione di mare calmo e sole piacevole, era fine maggio. Per strada il motore mi aveva dato un problema che minacciava d'essere serio. Avevo un 140 Johnson coll' impanatura di una candela spanata: quando mi trovavo a un paio di miglia dall'isola, sento uno scoppio e mi fermo.

Il cilindro aveva espulso la candela. La riavvito ma l'impanatura è andata: metto attorno alla candela del teflon, stringo a morte e pare che regga. -Beh, intanto pesco- pensavo- poi prima di tornare vedrò il da farsi.-

Avevo un 15 hp di riserva sotto al sedile e 20 miglia di strada al ritorno.

Mi butto in acqua e m'avvio verso la prima punta, erano le 10 di mattina. Mentre nuoto arriva e si àncora sottocosta un barcone di un Diving: gli mando degli accidenti irripetibili, ma mi sbrigo a oltrepassarli prima che comincino a rompere i co***oni al pesce della punta. Si calano, a dir poco, una quarantina di sub, un'intero corso di co***oni appena patentati che punteggiano la superficie di coloracci improbabili come giallo canarino, verde pisello, rosa shocking e rosso scarlatto. Giro la punta e comincio a pescare, ma ogni tanto controllo la direzione dei bombolari, che purtroppo non mi lasceranno molto tempo e, presto, da qui dovrò spostarmi. Alzo gli occhi e vedo una cosa strana: in lontananza, a nord, il cielo è nero. Ma proprio nero come l'inchiostro d'una seppia! Giudico la nuvola preoccupante, sì, ma lontana ancora almeno 7-8 miglia, per cui rimetto la testa sotto e proseguo l'esplorazione.

Passano 10 minuti e comincia a salire una certa maretta da tramontana: rialzo gli occhi e vedo la nuvola molto più vicina, forse a un miglio. Il mare che sta sotto di lei è tutto un susseguirsi di ochette bianche sullo stile del Mare del Nord.

Resto a bocca aperta... questo fronte freddo viaggia a una velocità pazzesca... tra pochi minuti quelle onde mi si frangeranno addosso.

Ripenso allora alla barca e a come l'ho ancorata: l'ancora è volta a nordovest, + una cima a poppa sugli scogli, a una decina di metri.

Il vento la prenderà di tre quarti quando arriva. Smetto di pescare e torno subito indietro. Sarò stato a 400 metri dalla barca. Quando giro la punta il mare è già mosso, s'è alzato un vento freddo e fortissimo, la luce è sparita e si sta formando una preoccupante risacca. Unica visione positiva, che mi scalda il cuore nel casino generale che sta arrivando, è che vedo la barca del diving che disperatamente sta cercando di tirar su i sub ancora a mollo, di cui molti ancora parecchio a fondo e che probabilmente non si rendono conto della situazione: gli istruttori s'affannano a radunarli.

Gli do solo un'occhiata perchè ho da pensare ai casi miei e sono preoccupato per la barca. La vedo che balla pericolosamente, alzando la prua e rituffandosi in un modo insospettabile se non lo avessi visto coi mie occhi. L'ancora pare reggere, ma la poppa è troppo vicina agli scogli.

Salto a bordo togliendomi al volo pinne, maschera e piombi.

Cerco di sciogliere la cima a poppa ma, coi salti che faccio, non ci riesco e allora la taglio. L'ancora non viene: s'è incagliata.

Allora, prima cosa, accendo il motore, poi mi butterò a liberarla.

Il motore esplode un'altra volta durante l'accensione, espellendo nuovamente la candela: dallo schioppo che ha fatto, nonostante vento e tempesta, quelli del diving vedo che si girano a guardarmi. Incredibilmente continua a restare acceso girando a 3 cilindri: non importa, mi basta che non si spenga mentre libero l'ancora.

Ora il mare è proprio da paura: in una attimo è montato a forza 6 ed è ancora in crescita, solo che io sto a 7-8 metri dalle rocce, in una schiuma bianca impressionante. Mi tuffo senza chili tirandomi con la catena, ci sono 7-8 metri di fondo: l'ancora s'è incastrata dentro una crepa, ma grazie a Dio viene via facilmente.

Faccio un salto come un gatto e volo ai comandi un momento prima che un'ondata stile Maui sollevi la barca e la butti intraversata sugli scogli. Con una sgassata frastornante (per via del cilindro fuori uso) il 140 hp mi allontana dagli scogli. Esco dal ridosso al minimo superando salite e discese mozzafiato (nel senso che la barca dava certe botte quando sbatteva, che ti mozzavano la respirazione), e lentamente guadagno il largo.

La barca dei diving l'ho lasciata al suo destino mentre ancora si affannavano a recuperare i sub, tra frangenti di 2,5 metri.

Ho intenzione di allontanarmi il più possibile dalla costa per avere tempo e spazio per montare il 15hp di riserva e tornarmene con quello a casa, ma riesco a farlo solo dopo una mezz'ora di navigazione a 3 cilindri!

Non è che fuori poi il mare fosse più tranquillo: per montare il pesante 15 sulla plancetta ho rischiato di finire a mare 6 o 7 volte e, perlomeno, di dire addio per sempre al motorino; alla fine ci sono riuscito, è partito e mi sono avviato alla volta dell'Argentario, col mare sempre di prua, alla volta di un ridosso.

Strada facendo il mare s'è calmato. A tal punto che arrivato all'Argentarola era tornato piatto come la mattina quando ero partito... Niente faceva pensare a quello che era appena passato. Sembrava un brutto sogno.

M'ha salvato l'affidabilità del vecchio 140 Johnson, motore insuperabile.

Modificato da Ricky05
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Ospite polpomario1

Dare delle indicazioni sulle situazioni in condizioni estreme e' a mio avviso impossibile ed anche sbagliato.Conoscere il mare non e' una cosa che si aquisisce con dei consigli ma con anni ed anni di esperienza.Chi e' cresciuto in prossimita' del mare ha avuto modo di imparare sin dalla giovane eta',incominciando ad esempio a prendere le onde da bambino e giocando con barchette e quantaltro,insomma vi e' cresciuto insieme ha imparato a rispettarlo e a capire cosa fare, forte delle esperienze fatte coi piu' grandi.Moltissimi di quelli che vanno in mare vengono da esperienze molto limitate fatte solo in brevi periodi estivi che certo non hanno insegnato molto.Coloro che hanno passato brutte situazioni senza la reale preparazione sono stati fortunati a cavarsela,ma non e' detto che vada sempre bene.Concludendo direi:se non sei piu' che preparato e vedi che le condizioni non sono buone stattene a casa,porti in condizioni di pericolo e' stupido per te e pericoloso per chi dovesse venire ad aiutarti.

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Dare delle indicazioni sulle situazioni in condizioni estreme e' a mio avviso impossibile ed anche sbagliato.Conoscere il mare non e' una cosa che si aquisisce con dei consigli ma con anni ed anni di esperienza.Chi e' cresciuto in prossimita' del mare ha avuto modo di imparare sin dalla giovane eta',incominciando ad esempio a prendere le onde da bambino e giocando con barchette e quantaltro,insomma vi e' cresciuto insieme ha imparato a rispettarlo e a capire cosa fare, forte delle esperienze fatte coi piu' grandi.Moltissimi di quelli che vanno in mare vengono da esperienze molto limitate fatte solo in brevi periodi estivi che certo non hanno insegnato molto.Coloro che hanno passato brutte situazioni senza la reale preparazione sono stati fortunati a cavarsela,ma non e' detto che vada sempre bene.Concludendo direi:se non sei piu' che preparato e vedi che le condizioni non sono buone stattene a casa,porti in condizioni di pericolo e' stupido per te e pericoloso per chi dovesse venire ad aiutarti.

 

Ma guarda quello che dici in parte e' vero, ma e' riconducibile allora a tutto. Anche l'aspetto e le altre tecniche di pesca nn si possono imparare tramite i consigli di qualcuno, ma cmq questi ci possono aiutare. Uccio nn pretendeva di salvarci la pelle per il resto della nostra vita, ma semplicemente di metterci al corrente che anche il nostro amato mare puo' a volte diventare ostile. Nessuno qui pretende di fare esperienza al posto di nessuno. Anch'io quando ho letto diversi manuali, come x esempio quello di Bardi, sapevo che nn sarebbe stato sufficiente (ovviamente), ma cmq mi ha aiutato molto. In ogni cosa ci vuole esperienza ma prevenire e' meglio che curare. Allora sai che ti dico? Hai mai provato a buttarti giu' da un ponte?? Se nn lo hai mai sperimentato provaci no?? Sai di solito si crepa ma l'esperienza altrui nn e' significativa , anzi, pericolosa... :laughing::laughing:

Ciao :bye:

Jack

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Dare delle indicazioni sulle situazioni in condizioni estreme e' a mio avviso impossibile ed anche sbagliato.Conoscere il mare non e' una cosa che si aquisisce con dei consigli ma con anni ed anni di esperienza.Chi e' cresciuto in prossimita' del mare ha avuto modo di imparare sin dalla giovane eta',incominciando ad esempio a prendere le onde da bambino e giocando con barchette e quantaltro,insomma vi e' cresciuto insieme ha imparato a rispettarlo e a capire cosa fare, forte delle esperienze fatte coi piu' grandi.Moltissimi di quelli che vanno in mare vengono da esperienze molto limitate fatte solo in brevi periodi estivi che certo non hanno insegnato molto.Coloro che hanno passato brutte situazioni senza la reale preparazione sono stati fortunati a cavarsela,ma non e' detto che vada sempre bene.Concludendo direi:se non sei piu' che preparato e vedi che le condizioni non sono buone stattene a casa,porti in condizioni di pericolo e' stupido per te e pericoloso per chi dovesse venire ad aiutarti.

 

 

Mario non mi trovi d'accordo. E' ovvio che l'esperienza altrui non può mai rimpiazzare la propria ma dare qualche indicazione di massima su argomenti troppo spesso (secondo me) tralasciati non può che far bene.

 

Non credo che nessuno,leggendo quanto scritto,si senta tranquillo ad affrontare le burrasche in quanto forte di quello che ha letto. Invece,nel caso vi si trovasse da solo in mezzo,forse,riuscirebbe a mantenere un po' la calma pensando che qualche strategia per tornare a terra c'è.

 

Riconosco che ogni regola ha la sua eccezione e che questa eccezione si riconosce solo con l'esperienza diretta per cui c'è il rischio che qualcuno applichi in maniera errata o nella situazione sbagliata i consigli che legge(consigli che peraltro non vengono dalla bibbia ma da altri ragazzi che dunque non hanno affrontato tutte le condizioni possibili ma solo alcune) facendo magari peggio ma,secondo me,è meglio avere qualche idea che non averne nessuna e trovarsi in preda al panico più totale.

 

Nessuno di noi ha dato la ricetta per cavarsi d'impaccio sempre e comunque ma abbiamo solo dato qualche indicazione di massima mettendo sempre in chiaro che il modo migliore per affrontare le situazioni estreme è sempre quello di evitarle.

Purtroppo,come dimostrano le esperienze di molti,talvolta ci si trova in situazioni difficili anche senza volerlo proprio.

 

Ciao

Modificato da Uccio
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Aggiungo che,proprio perchè si tratta di un post su un forum e non del classico articolo,è possibile per tutti dare il proprio contributo. Le esperienze di vari sub sono di certo meno parziali di quelle di uno solo. Certo,non saranno mai "la verità assoluta" ma di sicuro possono essere utili a tutti.

 

Ciao :bye:

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