> 3° Racconto - Fan Club Acque Basse - AM FORUMS Vai al contenuto

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Forse era settembre…non mi ricordo bene.

 

L’acqua era calda e un accenno di risacca richiamava il pesce sotto costa.

…Ed io lo stavo cercando.

Avevo già un saragotto nel cavetto quando durante un agguato, mi affacciai dietro un masso. Quasi mi scontrai con il dentice che, probabilmente, avendo avvertito le mie vibrazioni era venuto a curiosare.

Quasi mi scontrai ma lui,dopo essere sparito nel torbido, commise l’errore più grande. Probabilmente non era ancora sazio, e la voracità del predatore lo fece tornare, ma questa volta io lo aspettavo e una volta a tiro lo centrai dietro la testa con il mi settantacinque ad elastico.

Il pesce continuò la sua corsa intanandosi in uno spacco alla mia sinistra.

Riemersi e presi fiato.

Giungendo di fronte alla tana vidi il sagolino che spariva nel buio così decisi di recuperarlo con attenzione fino a quando cominciai a vedere il bel dentice.

Con molta attenzione cercai di bloccarlo ma non appena fuori dal riparo fece un ultimo scossone riuscendo così a liberarsi.

Rimasi impietrito nel vedere il pesce che, appena un attimo prima ero riuscito a toccare, ritornare ad infilarsi nello spacco, questa volta però senza l’asta nel corpo…completamente libero di andarsene

.

Tornai in superficie per ricaricare il fucile di corsa ma la corrente aveva srotolato parecchio sagolino dal mulinello,facendomi perdere un tempo infinito.

Infilai l’asta e caricai senza nemmeno avvolgere tutto il filo e scesi con la vaga speranza di ritrovare il pesce.

Mi affacciai nell’imboccatura ma l’oscurità dell’anfratto unita alla sospensione che il pesce aveva alzato,rese impossibile poter vedere cose ci fosse all’interno…ormai l’avevo perso…pensai.

Decisi, a questo punto di visionare altri spacchi intorno all’apertura principale e fu li che accadde il miracolo.

Il pescione era fermo, ormai stremato,si era bloccato davanti ad un’uscita secondaria, era li immobile che quasi non ci credevo…mirai e lo sparai trafiggendolo dalla schiena alla pancia…

…questa volta era mio per davvero.

 

Tornando a riva per l’ora tarda continuavo con le azioni all’agguato.

Mi accorsi, in uno degli ultimi tuffi che un bel sarago mi osservava, probabilmente sorpreso mentre mangiava, sulla mia destra.

Era li immobile dritto per dritto alla mia asta e non ne voleva sapere di mostrarmi il fianco, così decisi di spararlo.

Indurii il polso e tutto il braccio tenni rigido prima di scoccare il tiro che lo inspiedinò dalla testa fino alla coda.

 

Coronai così una bellissima pescata all’agguato in poca acqua con un bel sarago di un kg oltre al dentice di 2 kg e mezzo.

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