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Alessio Gallinucci

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Risposte pubblicato da Alessio Gallinucci

  1. Voglio raccontarvi, a grandi linee, le fasi che hanno caratterizzato la mia passione in modo da riallacciarmi al tema della discussione.

    Ho cominciato oltre 30 anni fa con passione ed entusiasmo e credo che in certi periodi fra una scopata e un'uscita a mare avrei preferito la seconda.

    Sognavo pesci di ogni tipo e dimensione e accettavo, sempre, gli inevitabili cappotti con il sorriso stampato sul volto.

    Mi nutrivo di paesaggi e profumi e la pesca in apnea era un pò diventata la mia filosofia di vita.

    Nel frattempo crescevo in età e nei carnieri.

    Poi a un certo punto, già laureato e con la passione immutata, l'azienda nella quale lavoravo dichiarò il fallimento e mise in cassa integrazione i suoi dipendenti.

    Spedivo curriculum e mi appellavo a conoscenti e amici ma non riuscivo a ottenere nulla....

    Passavano i mesi e quel c@**o di cellulare restava muto così che mi avvicinai al mare con un nuovo atteggiamento.

    Non più spensieratezza ma ricerca di un sussulto per sconfiggere l'ansia, la noia e superare il momento.

    Il mare mi venne incontro, ancora una volta, dandomi quel che altrove non riuscivo a trovare.

    Un sussulto, un semplice sorriso.

    Ma i conti dovevano quadrare e così, facendo 2 calcoli, feci il passo successivo e cominciai a pescare per motivazioni molto meno nobili.

    La sveglia all'alba divenne, giorno dopo giorno, un tormento, la muta bagnata la mattina a febbraio una sofferenza e così la navigazione con il mare di prua.

    Tutti i giorni sempre e comunque.

    Finita la pescata, almeno in un primo momento, c'era ancora da sudare; bisognava dividere, cercare e raccogliere e spesso si rientrava a casa solo la sera con l'unico impegno di ritornare a mare l'indomani già con i muscoli esausti .

    A poco serve la constatazione che, forse, in quel periodo ho cominciato veramente a pescare in un certo modo affinando quel fiuto per il pesce che fa la differenza.

    Poi, finalmente, squillò il cellulare e, felicemente, abbandonai quel modo di intendere la pesca.

    Oggi sono il Dott. Malato in giacca e cravatta e quel ragazzo stanco puzzolente con la muta addosso e l'igloo nel bagagliaio dell macchina è solo un lontano ricordo.

    Oggi vivo il mare in maniera ancora diversa, è la mia passione, forse nemmeno l'unica, e so per ecerto che viverla in maniera totalizzante è sbagliato e, appunto, dannoso per il fisico e la testa.

    Non vi fate illusioni, amici miei, la pesca, quella seria, è logorante e vi fa perdere di vista la parte più romantica e mistica che invece rappresenta la parte più vera e sincera.

    A poco serve la consolazione che, in termini di risultati, non c'è proprio confronto fra chi la vive da amatore e chi da disperato.

    Adesso condannatemi pure per queste mi confidenze.

     

    Bellissimo scritto Piero.

    Ti condivido totalmente

  2. Ascaro!!

     

    emirct2.jpg

     

    Cioè questo?

     

    Ale, io ti voglio una bene fraterno, m'hai sempre dato tanto e la mia, voglio sottolineare, era solo una battuta.

    La stessa battuta che faceva al processo del lunedì, Franco Melli a quello dell'Inter che non mi ricordo come si chiamasse.

    Ti prego di non vederci nulla di cattivo era solo per scherzare, io non sapevo nemmeno chi fossero gli ascari e allora me ne scuso.

    Tu sei persona per bene, onesta, schietta e leale.

    Era solo una battuta

    Scusa se ti ho offeso involontariamente ma sappi che te vojo ancora più bene de prima.

    Siamo cresciuti insieme, anzi, io so cresciuto insieme a te.

    Con il cuore

    Alessio

  3. Qui si continua a fare e disfare, avanti e indietro, si monta, si smonta e si rimonta... non ci capisco nulla. Ogni volta i ritorni al passato vengono presentati come novità, ma la verità è che il regolamento è un vero yoyo...

     

    Boh.

     

    Esimio Dott. Volpe

    Il regolamento è come la pelle dei co***oni.

    Dove la metti, sta

  4. La solita pagliacciata, con un solo responsabile.

    Ora per arginare la evidente figuraccia di dover far marcia indietro su di un regolamento fallimentare fortemente voluto e che per diversi anni ha minato nelle fondamenta l'agonismo (vedi risultati), si inventa questa ultima pagliacciata.

    Per quanto concerne il giudizio di merito dell'atleta, posso anche capire, ma fino ad un certo punto.....

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