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Barbara Pignataro

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Risposte pubblicato da Barbara Pignataro

  1. e questa dall'ansa

     

    Parte 26 maggio campagna pesca Ue tonno rosso 2014 nel Med Commissaria Damanaki, alta priorità a misure di controllo23 maggio, 13:55

    (ANSA) - BRUXELLES, 23 MAG - Da lunedì 26 maggio scatterà ufficialmente nell'Ue la campagna di pesca per il tonno rosso nel Mediterraneo e nell'Atlantico, da parte di grandi navi, le cosiddette tonnare. La campagna si concluderà 30 giorni dopo, il prossimo 24 giugno. I pescatori italiani hanno a disposizione una quota di pescato pari a 1.950 tonnellate. Lo ha annunciato oggi a Bruxelles la commissaria europea alla pesca Maria Damanaki sottolineando che durante la campagna, Bruxelles sarà impegnata ad applicare le misure di controllo previste a livello internazionale.

    Pronti a gettare le reti, oltre agli italiani, sono i pescatori di Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Malta e Cipro.

    Da quest'anno poi, anche la Croazia farà parte integrante della flotta dell'Ue. Di conseguenza aumenta il numero di grandi pescherecci che usano reti a circuizione per la pesca di tonno rosso nei mari dell'Ue, e cresce anche del 5% - a 7.939 tonnellate - la quota che l'Ue può pescare nel 2014. Con l'avvio della campagna di pesca del tonno rosso, si mette in modo una delle più vaste operazione di controllo effettuate nel settore della pesca in Europa: aerei, navi e ispettori, coordinati dall'Agenzia europea di controllo della pesca e dagli Stati membri interessati, verificano l'attività durante tutta la campagna. Non solo.

    La Commissione europea, tramite il Vessel Monitoring System (un sistema satellitare di controllo), raccoglie su base costante i dati di cattura del tonno rosso, per verificare che le quote a disposizione delle singole navi siano pienamente rispettate.

    L'Ue ha commentato Damanaki, sta lavorando senza sosta per proteggere il tonno rosso: "abbiamo ridotto la nostra flotta di pesca, abbiamo rafforzato i controlli, e svolto un ruolo sempre più attivo all'interno della Convenzione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (Iccat). Sono fiduciosa che siamo sulla strada giusta". Anche la campagna di pesca limitata ad appena un mese, rientra nel piano di recupero concordato a livello internazionale per riportare lo stock di tonno rosso a livelli sostenibili.

    Nel 2006 l'Iccat ha adottato un piano su 15 anni di ricostituzione degli stock di tonno rosso con risultati positivi. Benché i dati non siano definitivi, già lo scorso hanno gli scienziati ne confermavano la ripresa.

    L'Iccat ha anche accolto la proposta italiana, fatta propria dalla Commissione europea, di spostare dal 16 al 26 maggio e fino al 24 giugno, il periodo di pesca del tonno rosso, in quanto più adeguato all'attività del settore.(ANSA).

  2. e questa è di oggi

    Quote tonno, il sindaco di Marsala autorizza la pesca Featured

    Scritto da marsalaviva


    "La burocrazia non può uccidere il nostro futuro".

    Scelta obbligata quella del sindaco Giulia Adamo, assunta a causa dello stato di inerzia del Ministero delle Politiche agricole - Direzione Generale della Pesca. Da gennaio, infatti, si è ancora in attesa del rilascio del permesso speciale di pesca che consente alla locale marineria di potere operare nel rispetto delle quote tonno fissate per l'anno in corso. Di conseguenza, si aggrava lo stato di crisi di oltre 200 famiglie marsalesi, le cui barche rimangono ormeggiate, accumulando costi e debiti.

    "Siamo al paradosso, alla follia più totale - afferma il sindaco Giulia Adamo -. È intollerabile per un Paese civile vessare i ceti sociali più deboli, mentre ci si riempie la bocca di legalità e antimafia. Ebbene - continua il sindaco - proprio nel giorno dell'anniversario della morte di Giovanni Falcone, sento il dovere di contrastare una burocrazia letale. Una subdola espressione di illegalità che passa sopra tutto e sopra tutti, indifferente al dolore umano".

    Da qui la decisione del sindaco di autorizzare i pescatori marsalesi nell'attesa che il Ministero rilasci i relativi permessi ad effettuare la pesca del tonno col sistema del palangaro: il quantitativo pescato sarà poi decurtato dalla quota tonno assegnata. Un'ordinanza, quella del sindaco Giulia Adamo, che è stata trasmessa anche al competente Ministero, alla Regione Siciliana, alla Prefettura di Trapani e alla Procura della Repubblica di Marsala.

    "Ciascuno di loro conosce perfettamente i passi che sono stati fatti da questa Amministrazione per risolvere la questione, sottolinea il sindaco Adamo; dagli incontri per tentare di aumentare le quote tonno, fino alle azioni giudiziarie intraprese per difendere i nostri pescatori. Non un solo aiuto. Si aspetta forse che la questione degeneri ? La disperazione che colgo incontrando i pescatori dice chiaramente che la questione è ormai divenuta di ordine pubblico. E' amareggiata Giulia Adamo, costretta ancora una volta a provvedimenti obbligati dallo stato di necessità, a difesa della città. È singolare, conclude il sindaco, come si accusi sempre il Sud di piagnistei e assistenzialismo, sottraendo poi gli strumenti per il suo sviluppo".

  3. Sono in corso di svolgimento i campionati russi e dopo solo due giornate di gare ecco che fioccano i primi record mondiali (da omologare) Come sempre tutti i tempi sono di altissimo livello .... http://www.finswimmer.com/2014/05/22/finswimming-russian-championships-2014/

    100 pinne Vitalina Simonova 0.46,82 record mondiale

    800 sf Alexei Shafigulin record russo 6.21,34

    200 sf Dmitry Zhurman (1997) record mondiale 1.20,18

    200 pinne Vitalina Simonova record mondiale 1.43,27

  4. Ed ecco i nomi della selezione Colombiana che parteciperà ai prossimi campionati mondiali giovanili In bocca al lupo!

     

    1 Andrés Camilo Hernández Millán

    2 Marlon Vladimir Tovar Bolaños

    3 Michel Ximena Mora Camacho

    4 Paula Alejandra Aguirre Joya

    5 Yenny Alexandra Téllez Devia

    6 Jefferson Alexander Losada Bravo

    7 Juan Camilo Cortes Borrero

    8 Laura Vanessa Bonilla Cambero

    9 Gyssel María Cantillo Ujueta

    10 Wendy Tatyana Muñoz Hernández

    11 Juan David Patiño López

    12 Juan Alexander Obando Dorado

    13 Valentina Diago Mejía

     

  5. Leggete un po' qui

     

    http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/ministro-guidi-vuole-estrarre-petrolio-dalladriatico-in-gara-croazia/#prettyPhoto

     

    Anche il ministro Guidi vuole estrarre il petrolio dall’Adriatico, in gara con la Croazia

    Il governo punti sulle vere risorse dell’Italia: rinnovabili ed efficienza energetica

    [20 maggio 2014]

    Dopo Romano Prodi, anche il ministro allo Sviluppo economico, Federica Guidi, sempre dalle colonne de Il Messaggero, apre alle trivellazioni petrolifere offshore in Adriatico: «Per l’Adriatico è stato emanato nel 2013 un decreto di rimodulazione delle aree marine aprendo nuovi spazi di ricerca. Abbiamo insomma disciplinato dove è possibile intervenire e dove no - ha detto la

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    Anche il ministro Guidi vuole estrarre il petrolio dall’Adriatico, in gara con la Croazia

    Il governo punti sulle vere risorse dell’Italia: rinnovabili ed efficienza energetica

    [20 maggio 2014]

  6. Per chi non lo sapesse ecco quanto successe a Trecate

     

    http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_12/pozzo-italiano-crollo_55648588-5df4-11df-8e28-00144f02aabe.shtml

    L'eruzione di greggio in un pozzo italiano
    Emergenza finita per il crollo dell o scavo Nel 1994 un incidente nella zona di estrazione di Trecate, nel Novarese: per 2 giorni flusso senza controllo

    MILANO - Che cosa c’entra la marea nera che sta devastando la Louisiana con quei pozzi petroliferi che si intravedono dall’autostrada Milano-Torino, a un passo da Trecate e Romentino, e a 40 chilometri dal capoluogo lombardo? A prima vista nulla. Eppure, sedici anni fa, proprio un pozzo di petrolio a quattrocento metri dall’autostrada fu protagonista di un’eruzione, ovvero di un "blow-out" come quello sulla piattaforma Bp al largo nel Golfo del Messico. L’ultimo in ordine cronologico mai avvenuto in un pozzo petrolifero non solo italiano, ma dell’intera Europa occidentale. I numeri, i danni, e la portata dell’accaduto non sono, ovviamente, paragonabili al disastro americano. Anche perché nel giro di pochi giorni la struttura geologica del pozzo italiano (il Trecate 24) collassò, chiudendo il «buco» e fermando la colonna di petrolio e condensati alta qualche decina di metri e che saliva in cielo grazie a una pressione dal sottosuolo di circa 500 atmosfere. Il solito «stellone» italico? Forse, ma non solo, se si dà retta ai tecnici dell’Agip di allora.

     

    Pozzo Agip a Trecate (Fotogramma)

    LA DINAMICA - Tutto iniziò la mattina del 28 febbraio del 1994, quando il capo perforatore e l’assistente di perforazione si accorsero che qualcosa non andava rispetto alla consueta routine. Si era verificato un inconveniente non insolito quando si scava un pozzo così profondo - si era a 4.800 metri nel sottosuolo - ovvero il distacco di una parte della batteria di aste che lo compongono. Oltre 200 tubi, avvitati l’uno all’altro e lunghi ognuno 27 metri. Bisognava ora estrarli uno ad uno. Arrivati alla 179ma lunghezza - si legge nella relazione sull’accaduto - il capo perforatore si accorse che il pozzo stava «scaricando» e iniziò a pompare fango in contropressione. I fanghi di perforazione - argille e additivi, in genere sostanze ad alta densità - servono proprio a controbilanciare le pressioni interne nel «buco» che si sta perforando. Bisogna forse solo immaginare la tensione e la difficoltà del momento, con pochi attimi per prendere le decisioni giuste, preoccupati di non subire danni, e soprattutto di garantire la sicurezza propria e degli altri uomini al lavoro. La pressione aveva spinto in alto di tre metri tutta la batteria di tubi. E dopo aver messo in azione senza successo due sistemi di prevenzione, ci fu poco altro da fare. L’asta di perforazione fu piegata a «esse», la pressione la squarciò e il gas e il petrolio eruppero con violenza, a 140 gradi di calore. Erano le 16 e 15 e l’impianto venne evacuato, grazie al cielo senza che nessuno si facesse neppure un graffio. Nel frattempo nei paesi vicini si sentiva un frastuono assordante, come di un aereo in decollo. Pioveva, e per le 36 ore successive solo il vento che tirava dalla parte opposta risparmiò l’autostrada mentre invece spingeva le goccioline di petrolio sulle risaie e nei pressi dei paesi di Trecate e Romentino. .

    VALVOLE DI SFOGO - Arrivarono subito gli esperti dell’Agip, furono messi sul chi va là i texani, quelli della società dello «spegnitore» di pozzi Paul Neal Adair, detto «Red». In breve tempo si prese la decisione di incendiare il Trecate 24, una mossa consolidata in casi del genere, proprio per evitare di cospargere di petrolio le aree circostanti (e il paese di Trecate). Ma non fu necessario, perché la struttura del pozzo «collassò» autonomamente e chiuse ogni via d’uscita. Solo fortuna? Forse andò così anche perché l’Agip aveva deciso in contemporanea di aprire a manetta la produzione degli altri pozzi del giacimento di Villafortuna, una decina di impianti che funzionarono da «valvola di sfogo». Rimasero i danni, più o meno 25 chilometri quadrati irrorati, anche se solo 13 ettari dei 2.500 totali richiesero un trattamento più intensivo. Nell’area furono dispersi 12.600 metri cubi di petrolio, un milione di metri cubi di gas e mille metri cubi di acqua «sporca». Il paesaggio «era desolante» come ammise la stessa Eni, anche se la perdita fu tutto sommato un’inezia rispetto agli ottanta milioni di litri preventivabili per la Louisiana. A Trecate si utilizzò una tecnica all’avanguardia, una bio-bonifica, la degradazione degli idrocarburi con la flora batterica naturalmente presente nel suolo. Nel Golfo del Messico sarà molto, ma molto più difficile. Stefano Agnoli

  7. Anzi è peggio degli scorsi anni. Si partiva da 50 ton assegnate alla pesca ricreativa che poi veniva assottigliato a 10 dopo qualche giorno dall'apertura per coprire con queste quote le quote dei pescatori prof.

     

    Questo è il comunicato dal sito fipsas per chi non se lo ricorda

     

    sschiavone postato il marzo 07, 2014 10.20
    Con una nota consegnata al MIPAAF le Associazioni di pesca non commerciale italiana rivendicano equità di trattamento rispetto agli altri settori di pesca per la campagna di pesca al tonno rosso per l'anno 2014.

    I punti principali del documento, sottoscritto dai partecipanti al Tavolo Nazionale di Pesca non commerciale (FIPSAS, APR, ARCI PESCA, EFSA, PER IL MARE e FIPO) sono:

    - intangibilità della quota assegnata alla pesca ricreativa in modo da non soffrire riduzioni di quota a causa della sovra pesca del settore commerciale
    - un incremento di quota in modo che sia più consona alle reali esigenze del settore
    - un carniere stagionale di un solo esemplare sbarcabile per autorizzazione, in modo da distribuire in maniera più equa la quota tra le imbarcazioni autorizzate.

  8. Il MIPAAF ha stabilito le quote del tonno rosso per la stagione di pesca 2014 Ignorate le richieste della pesca non commerciale, alla pesca ricreativa sono assegnate solo 10 tonnellate.

     

    Ecco i riferimenti http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7629

     

    Decreto direttore generale N 10840 del 13 maggio 2014 Disposizioni applicative e ripartizione contingente nazionale di cattura

  9. Il sito della Cmas è sempre avaro di informazioni

     

     

    Over the course of Friday May 9th, was developed in the Auditorium Hall of the headquarters of the CMAS, the Extraordinary General Assembly, where they were approved, by a large majority, the new statutes of the CMAS, in accordance with the recommendations of Sportaccord and in compliance with the Italian law. Prior to the election the President presented the Master Plan for 2014, prepared by his Vice President.

  10. Segnalo il seguente comunicato stampa nel sito della comunità eu http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-563_it.htm

     

    Pesca: la Commissione europea propone di vietare completamente le reti da posta derivanti

     

    La Commissione europea intende vietare la pesca con qualsiasi tipo di rete da posta derivante in tutte le acque dell'UE a partire dal 1° gennaio 2015. Benché già esistano norme che vietano l'uso di reti da posta derivanti per la cattura di determinate specie migratorie, questa pratica continua a destare preoccupazioni a causa delle catture accidentali di mammiferi marini, tartarughe di mare e uccelli marini, per la maggior parte protetti dalla normativa dell'UE.

     

    Al fine di combattere l'elusione delle norme, la proposta della Commissione prevede un divieto totale della pesca con reti da posta derivanti nell'UE nonché il divieto di tenere tali reti a bordo dei pescherecci. Inoltre, per evitare ambiguità, la proposta precisa l'attuale definizione di rete da posta derivante.

     

    Maria Damanaki, Commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: "La pesca con reti da posta derivanti distrugge gli habitat marini, mette in pericolo la fauna marina e minaccia di compromettere la pesca sostenibile. Sono convinta che l'unico modo per eliminarla definitivamente sia disporre di norme chiare che non lascino spazio ad interpretazioni.

     

    Dobbiamo colmare eventuali lacune e semplificare il controllo e l'applicazione della normativa da parte delle autorità nazionali. Ciò consentirà anche in definitiva di salvaguardare la sussistenza dei pescatori che hanno applicato le norme negli ultimi anni. Il divieto vuole essere un chiaro messaggio che non saranno più tollerate pratiche irresponsabili."

     

    Le reti da posta derivanti sono reti da pesca lasciate alla deriva sulla superficie del mare o in prossimità della stessa per catturare specie di pesci che si trovano nella parte superiore della colonna d'acqua. Dal 2002 tutte le reti da posta derivanti, indipendentemente dalle dimensioni, sono state vietate nelle acque dell'Unione se destinate alla cattura di specie altamente migratorie come il tonno e il pesce spada.

     

    Tuttavia, l'attuale quadro legislativo dell'UE ha dato prova di carenze e lacune. La natura artigianale dei pescherecci in questione e il fatto che essi non operano congiuntamente nelle stesse zone consentono di sfuggire più facilmente al monitoraggio, al controllo e alla corretta applicazione delle norme. Continuano ad essere segnalate attività di pesca illegali con reti da posta derivanti condotte dai pescherecci dell'Unione e quest'ultima è stata oggetto di critiche con riguardo al rispetto degli obblighi internazionali applicabili.

    Il divieto sulle reti da posta derivanti è in linea con l'obiettivo della nuova politica comune della pesca di ridurre al minimo l'impatto delle attività di pesca sugli ecosistemi marini e limitare il più possibile le catture indesiderate. In funzione delle priorità degli Stati membri, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) potrebbe essere utilizzato per sostenere la transizione verso un divieto totale, purché siano rispettate determinate condizioni.

  11. dal blog di GRILLO

     

    In seguito al servizio di Report di lunedì sera ed alle decine di segnalazioni di presunte irregolarità che abbiamo ricevuto fin dal nostro insediamento in Parlamento, ieri abbiamo ufficialmente richiesto in Commissione VII della Camera una serie di audizioni dei rappresentanti delle Federazioni sportive e del CONI.

    Diversi iscritti e membri del settore ci hanno segnalato presunte gravi irregolarità, mancanza di trasparenza e clientelismo dilagante. Il servizio di Report dell'altra sera ha portato alla luce i gravi problemi della gestione dei fondi destinati alla promozione sportiva.

    Ora è il momento di vederci chiaro, visto che si tratta di centinaia di milioni di fondi pubblici (circa 411 milioni) che ogni anno finiscono in un grosso calderone. Lo sport in Italia perde competitività anno dopo anno e decine di migliaia di atleti non hanno attrezzature ed impiantistica adeguate.

    I vertici dello sport italiano devono relazionarci e rispondere alle nostre domande, solo così potremmo trovare una soluzione per risollevare un settore che i potentati di turno usano a fini affaristici.

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