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ziguela

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Risposte pubblicato da ziguela

  1. Peschereccio fermato nell'area marina di Bergeggi: sequestrati settanta chili di pesce

     

     

     

     

    Daino salvato da vigili del fuoco e Capitaneria a Bergeggi

     

     

     

     

    http://edizioni.lastampa.it/savona/articolo/lstp/29977/fileadmin/media/savona/daino%202.jpg

     

     

     

     

    L'animale, finito in mare, ha raggiunto poi la spiaggia dove è stato recuperato dai pompieri

     

    CLAUDIO VIMERCATI

     

    Intervento dei vigili del fuoco e Capitaneria di porto questa mattina nello specchio acqueo davanti a Bergeggi per soccorrere un daino (nella foto) che, uscito dalla boscaglia, si era spinto fino alla scogliera e da lì in una spiaggetta. L'animale, spaventato, si è poi gettato in mare e, tenuto sotto controllo dai pompieri usciti con il gommone e dalla motovedetta della Guardia costiera, ha raggiunto a nuoto la spiaggia di Spotorno dove è stato poi recuperato da un'altra squadra di pompieri.

    http://edizioni.last...olo/lstp/29977/

     

    intanto che erano lì, magari erano settimane che non facevano un giro perchè i tagli non gli permettono di uscire se non per una "fondata motivazione" gli è scappato l'occhio, e tanto di cappello e hanno pescato pure questo....

     

    Il pescatore identificato e denunciato rischia ora l’arresto fino a sei mesi o un’ammenda fino a 12.500 euro. Il pescato è stato consegnato in beneficienza alla Caritas diocesana di Savona – Noli

     

    Un’imbarcazione della piccola pesca di Vado Ligure è stata sorpresa nella mattinata dal personale della Capitaneria di Porto di Savona all’interno dell’area marina protetta Isola di Bergeggi mentre stava salpando una rete a traino tipo sciabica con all’interno un grosso quantitativo di prodotto ittico, circa settanta chilogrammi.

    L’unità è una delle poche imbarcazioni della piccola pesca locale autorizzate a praticare l’attività ittica all’interno della zona marina protetta, ma solo con attrezzature tradizionali di lieve impatto ambientale (reti da posta e circuizione, lenze e nasse); questa mattina invece l’imbarcazione stava utilizzando una rete di tipo sciabica, il cui utilizzo è severamente vietato all’interno dell’area marina protetta, per i severi regolamenti di tutela ambientale che in essa trovano applicazione.

    Il pescatore è stato identificato e denunciato all’autorità giudiziaria; rischia ora l’arresto fino a sei mesi o un’ammenda fino a 12.500 euro. Il pescato è stato consegnato in beneficienza alla Caritas diocesana di Savona – Noli.

    Al pescatore di Vado è stata infine comminata una sanzione amministrativa per l’irregolare assunzione di una delle persone trovate a bordo dell’imbarcazione, che non era stata registrata come prescritto sul ruolino d’equipaggio.

     

    Adesso aspettiamo che una azienda del settore brevetti un fucile che da una parte spara aste e se lo giri spara....piombo!!

  2. Appena sò qualcosa di più te la comunicherò perchè di tanto in tanto sento degli amici archeologi "sperimentali" che per lavoro fanno proprio questo: ricreano situazioni e modi di vivere di popoli antichi in un ambiente simulato.

     

    spettacolo!! grazie.... :thumbup:

     

    sembra che nell'antichità lo mettevono su tutto... l'unica cosa che si avvicina è questa ricetta...

    comunque è un casino perchè anche gli studiosi da quello che ho capito non hanno fonti dove attingere...

  3. nel pomeriggio ho fatto due giri con la totaniera... pur sapendo che calamari ne girano pochissimi fino ad ora...

     

    l'evento comunque che mi lascia ben sperare è che nella banchina opposta alla mia un pescasub ha sbarcato una spigola che 5 kg la era tutta :thumbup:

  4. Cavoli.

     

    è abbastanza schioccante vedere un video del genere anche perchè ognuno può fare delle considerazioni in base alla propria esperienza ( e ovviamente anche io ho la mia), ma non mi sembra in questa discussione il posto.

     

    non riesco ad andare oltre a un buona fortuna :clover: ...

  5. io oggi in quel di Sestri ho cappottato!!

     

    acqua ferma fredda e torbida.... :(

    il mio socio Sardina ha steso 2 bei muggini...

     

    un cerniotto di misura fondo nella nebbia chetichellando mi ha fregato anche mettendo il pedagno non sono riuscito a arrivarci di nuovo sopra.. troppo torbido...

     

    abbiamo fatto però un bel video di delfini che numerosi oggi saltavano alla Flipper :wub:

  6. oggi nel levante un torbidone... :(

     

    non ho visto un pesce, solo una piacevole cerniotta, la temperatura dell'acqua come immaginavo è crollata 12°C

     

    ho iniziato con buon ritmo a tastare con il corto zone che mi hanno sempre dato soddisfazioni in questo periodo e il polpo (sui 3 kg) per il carpaccio di Natale si è preso :thumbup:

  7. Certo mi interessa molto ti do anche la mia mail fabrinavigator@libero.it grazie mille

     

    questa è la mia..

    http://img18.imageshack.us/img18/6941/191220121757.jpg

     

    http://img803.imageshack.us/img803/8524/191220121758.jpg

     

    http://img96.imageshack.us/img96/5000/191220121759.jpg

     

    non farti trarre in inganno dalla dimensione il materiale è molto limitato e "strizzato" al massimo..

    come puoi vedere il foro per allagare la sede cava...

    io ho anche messo un anello di dyneema che passa nel foro dello spinotto dell'impugnatura

  8. Impugnatira mares spark110 e e vortei farla parziale sella x il pollice e le tre dita x mon farla troppo grossa ho la mano piccola

     

    allora leva l'impugnatura con spinotto sciogli l'utilplast e lo infili nel foro dove và lo spinotto, poi avvolgi l'impugnatura con la grossa massa di materiale e da li parti a modellare, non riempire la cavernazione anzi tieni un foro dimodochè possa allagarsi (io dentro ho messo per una piccola parte espanso)...

    io ho accentato anche la parte che poggia sul dorso della mano in modo da rendere più veloce e preciso il "beccheggio" del fucile...

    se ti interessa stasera ti faccio due foto del mio e le allego...

  9. va bé raga ma dimmi cono quale adesivo usare secondo te

     

    ma non devi incollarla, sicuramente cè qualche appiglio e l'utilplast si inserisce e una volta raffreddato non va da nessuna parte...

     

    piuttosto che oleo è? perchè l'utilplast un goccio pesa e io ho dovuto nascondere un pochino di materiale galleggiante nell'impugnatura..

     

    sai già che impugnatura fare?

    io l'ho fatta ergonomica calzando guanto di neoprene, sopra guanto di plastica usa e getta prima passato nell'olio e poi ho stretto l'utilplast tiepido...è una bomba.. :thumbup:

  10. un paio di giornate di lavoro dedicategli dal magistrato,la pattuglia intervenuta,eccetera eccetera la brillante operazione sarà costata un migliaio di €€€

     

    Scherzi!?

     

    ma molto di più... :(

     

    per step_78 e Luigi Arciuli: se in Italia la gente comune sapesse la percentuale di soddisfacimento degli atti e provvedimenti dei giudici (decreti ingiuntivi, sentenze passate in giudicato..), soprattutto nel recupero crediti, non ci sarebbe uno studio legale che lavora...

     

    è per questo che leggere certe notizie mi convinco che oramai siamo impazziti... in sto paese ci rimangono le chiacchere...

  11. Anche parlando con alcune persone o leggendo alcune notizie on line rifletto e per assurdo spero che la gente venga colpita forte dalla crisi, che si ritorni raccogliere i frutti della terra e a cacciarsi il cibo con le lance (come d'altronde fa più della metà della popolazione mondiale) voglio vedere chi sopravvive e chi soccombe.... io sono tranquillo :starwars:

     

     

    altro che queste porcherie di notizie!!........................

     

    http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/12/14/foto/pesci-48756448/1/?ref=HRESS-6

  12. Attenzione in Liguria da oggi anche sott'acqua non puoi far emergere la bestia che è in te....qualcuno ti ascolta!! :ph34r:

     

     

    Portofino, boe con idrofoni per proteggere i delfini

     

    Portofino. Idrofoni per difendere i delfini :sbadiglio: nell’area marina protetta di Portofino. Il progetto è il primo di questo tipo in Europa ed è cofinanziato al 50% dall’Unione europea nell’ambito del programma LIFE+ 2009, con il sostegno del Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Liguria.

    L’obiettivo è di tenere sotto controllo il comportamento dei fruitori dell’Area Marina ed eventualmente intervenire in caso di comportamenti inadeguati. . Oltre all’Amp, sono coinvolte l’università di Genova (dipartimenti di Fisica e di Biologia della Facoltà di Scienze), la Capitaneria di porto e la Softeco, una società genovese che si occupa di software.

    http://www.genova24....-delfini-44216/

     

    Portofino, idrofoni per difendere i delfini

    Portofino - Idrofoni per difendere i delfini :sbadiglio: . È il sistema adottato nell’ambito del progetto Arion diventato operativo nell’Area Marina Protetta di Portofino. Il passaggio dei delfini e il movimento in loro presenza delle barche da diporto verranno monitorati d’ora in poi grazie a due grosse boe dotate di idrofoni, posizionate in mare. Il progetto è il primo di questo tipo in Europa. L’obiettivo è di tenere sotto controllo il comportamento dei fruitori dell’Area Marina ed eventualmente intervenire in caso di comportamenti inadeguati.

    Cofinanziato al 50% dall’Unione europea nell’ambito del programma LIFE+ 2009 e supportato dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione Liguria, il progetto Life+ Arion “Systems for Coastal Dolphin Conservation in the Liguria Sea” ha preso il via circa un anno fa. Oltre all’Amp, sono coinvolte l’università di Genova (dipartimenti di Fisica e di Biologia della Facoltà di Scienze), la Capitaneria di porto e la Softeco, una società genovese che si occupa di software.

    L’Area Marina Protetta di Portofino è stata scelta in quanto è un corridoio ecologico ideale per la presenza di una popolazione residente di delfini.

    Il progetto Arion, spiegano all’Area Marina Protetta di Portofino, è nato con l’obiettivo principale di contribuire efficacemente alla conservazione e valorizzazione del delfino costiero e si propone di utilizzare strumenti che possano contribuire alla gestione delle interazioni tra la specie e le attività nautiche, coerentemente con le finalità delle Aree Marine Protette (Amp) nel Mar Ligure e più in generale del Santuario internazionale dei Cetacei “Pelagos”. «Questo al fine di prevenire il rischio di perdita di habitat, intesa in termini di declino del numero di individui» :sbadiglio: :sbadiglio: .

    Oltre alla messa in mare delle boe con gli idrofoni, il progetto prevede anchelo sviluppo di una normativa che regoli la navigazione in presenza dei cetacei, ovvero un protocollo di condotta da seguire in presenza della specie concordato con turisti, pescatori, diportisti, subacquei e la Capitaneria di Porto che svolgerà azione di sorveglianza. È inoltre prevista l’installazione, nei porti turistici attorno all’area marina (Camogli, Portofino, Santa Margherita, Rapallo, Chiavari) di postazioni informatiche (totem) volte a fornire una descrizione delle finalità del progetto, delle problematiche relative alla conservazione della specie, al comportamento da tenere in presenza dei cetacei e l’informazione in tempo reale, riportata su appositi monitor, della posizione dei delfini nell’area del progetto.

    http://www.ilsecolox...difendere.shtml

     

     

    si era già fatto un colpaccio da maestro per difendere i delfini, ma le valutazioni a distanza di anni sono conosciute

     

    Greenpeace: il Santuario dei cetacei è un fallimento. Dove sono finite le balene e i delfini?

    LIVORNO. Si chiama “Balene a perdere. Come stiamo perdendo le balene e i delfini del Santuario dei Cetacei”, e sembra destinato a mettere a soqquadro il Santuario internazionale dei mammiferi Pelagos, istituito grazie ad un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco, ma fino ad ora rimasto poco più di uno scheletro burocratico ed un triangolo sulla carta geografica che comprende il Tirreno toscano e corso, il Mar Ligure, le Bocche di Bonifacio, l’Asinara, il mare orientale della Corsica e poi su fino ad includere un pezzo di costa del sud della Francia. Quasi 90.000 kmq, in teoria la più vasta area marina protetta d’Europa, con al centro il parco nazionale dell’Arcipelago toscano e le sue protezioni a mare a Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri.

     

    Ora Greenpeace chiede: «Dove sono finite le balene e i delfini del Santuario dei Cetacei del Mar Ligure?» e definisce quelli contenuti nel dossier «i dati scandalo sul Santuario». Le stenelle (Stenella coeruleoalba), i piccoli delfini più diffusi nei nostri mari, sono diminuite del 50% e le balenottere (Balaenoptera physalus) si sarebbero ridotte a un quarto in dieci anni. «Un calo vertiginoso – scrivono gli ambientalisti – che testimonia una condizione drammatica determinata dal traffico incontrollato dei traghetti e inquinamento da batteri fecali. Il Santuario è oggi ridotto a una fogna a cielo aperto senza regole né controlli».

     

    I dati sono stati raccolti durante le crociere ambientaliste delle navi di Greenpeace, spesso in Mediterraneo a caccia di spadare e pescatori di frodo. Nell’agosto 2008, l’Arctic Sunrise ha navigato per oltre 1.500 km nel Santuario, nel triangolo Alghero-Tolone-Genova, proprio per “contare” i cetacei, prelevare campioni d’acqua e monitorare il traffico marino.

     

    I risultati secondo Greenpeace sono sconcertanti: «Il Santuario dei Cetacei doveva tutelare l’ecosistema del Mar Ligure e le popolazioni di cetacei che lo abitano, tra le più ricche del Mediterraneo. In particolare, come dimostrò la “Operazione Cetacei” lanciata da Greenpeace alla fine degli anni ’80, il Santuario è la principale area di alimentazione estiva della popolazione mediterranea della balenottera comune: una popolazione che si avvia a diventare una specie separata da quella atlantica».

     

    “Operazione Cetacei” nel 1992 censì circa 900 balenottere comuni e tra le 15.000 e le 42.000 stenelle. Secondo quanto osservato dall’Arctic Sunrise, sembra che le stenelle siano ormai ridotte a 5.000 -21.000 esemplari, e le balenottere sarebbero meno di 250, troppo poco per poter stimare la popolazione. Sono stati avvistati 3 soli capodogli e un solo esemplare di zifio.

     

    Secondo Greenpeace le cause di questo crollo verticale dei cetacei nel Santuario dipendono da: traffico incontrollato, soprattutto dei grandi traghetti che navigano a 70 km/h, inquinamento da batteri fecali in altura in due stazioni delle undici analizzate e attività di whale watching svolte in modo pericoloso, con aerei e motoscafi.

     

    «La diminuzione dei cetacei nel Santuario non ci sorprende – dicono a Greenpeace - Il Santuario è una scatola vuota senza regole e controlli. Eppure, si tratta di un precedente importante per la protezione del Mare, anche in acque internazionali, riconosciuto da tutti i Paesi del Mediterraneo riuniti nella Convenzione di Barcellona. Ma è un pessimo precedente.

     

    Nel Santuario non è stato fatto assolutamente nulla di specifico per prevenire ed eliminare progressivamente l’inquinamento, anzi, vi si vuole insediare la prima industria offshore: il rigassificatore di Livorno-Pisa, per limitare i rischi di collisione delle imbarcazioni con i cetacei e prevenire gli impatti dei rumori, per mettere un freno alla pesca illegale».

     

    Quel che è certo è che i Paesi firmatari del trattato che istituisce il Santuario non danno il buon esempio: la Francia ha perso un ricorso alla Corte di Giustizia europea perché pretendeva di continuare a far pescare le sue spadare; Monaco sta progettando di espandere il principato verso il mare, con casse di colmata per “urbanizzare” il Santuario.

     

    «Italia, Francia e Monaco – dice Greenpeace - non sono quindi molto meglio del Giappone che uccide balene per “scopi scientifici”. Il Santuario è solo fumo negli occhi, che nasconde il calo progressivo dei cetacei nel Mar Ligure causato da vecchie e nuove minacce. Greenpeace chiede che il Santuario venga immediatamente sottoposto ad un regime di reale tutela e gestione e che in esso si crei una grande Riserva Marina d’altura, con divieto di pesca e immissione di sostanze tossiche o pericolose, per proteggere un ecosistema unico, di cui i cetacei sono parte integrante».

    http://greenreport.i...o/show/id/18240

  13. secondo me non vi siete persi molto, visibilità discutibile e niente correnti, pieno di mangianza soprattutto belle acciughe ma nulla di nulla...

    ho preso questi 2 pesci (il sarago è quello che settimana scorsa mi aveva fregato...)

    in compenso iniziano a prender i calamari...speriamo di spararne qualcuno prossimamente.. :rifle:

     

     

     

    (sparisce l'immagine..)

  14. se ne è già parlato più volte tenere poco più coperti le estermità degli arti non porta a una condizione generale di benessere...

     

    il "cuore" ossia il tronco principale busto/quadricipiti devono stare ben coperti.. per questo un pantalone e una giacca pesante, ben aderente, calda, và a sopperire anche a un calzare di 2 mm più sottile...

     

    è inutile usare un calzare da 5 mm che strozzi il piede...

     

    in estate uso un 3 mm ma bifoderato e solitamente son sempre calzari vecchi e strappati...

     

    è vero che solitamente da me non si va mai sotto, al max, gli 11-12 °C... ma anche quanto mi son buttato in lago con 4°C i calzari erano sempre da 3 mm...

  15. Raramente apro una discussione sui prodotti industriali in quanto su moltissimi, dal fucile alla maschera, ci sono aspetti che mi deludono o che devo apportare modifiche...

     

    premetto che ho usato svariati calzari che per l'estate uno vale l'altro (bifoderato non troppo rigido e con cuciture morbide) evvabbè...

     

    ma con il vestiario invernale non si scherza... :fish:

     

     

    Ho preso i Mares Camo da 3 mm...forti...

     

    sono ovviamenti spaccato tranne la suola che però rimane bifoderata di maglia sottilissima ma morbida...

     

    ma l'elemento curato è la suola dove il rinforzo sul tallone sale parecchio questo evita:

     

    1 che se anche il calzare scalza un pochino anche nella pinneggiata non si va sul liscio ma si ha sempre un buon grip che permette sempre una pinneggiata performante

     

    2 che non si và sulla cucitura che sulla maggior parte dei calzari unisce i due lembi e dove poi, oltre l'abrasione inevitabile sul tallone, solitamente lì si và ad abradere e a far entrare acqua fredda...

     

    il calzare rimane anche molto avvolgente, ma non eccessivo, cosa che non permette al piede di andare sul liscio e di conseguenza prendere delle schienate memorabili quando si cammina sulla roccia :wacko:

     

    il neoprene è caldo e non per ultimo buon prezzo, se cercate un calzare invernale non posso fare a meno che consigliarvelo..... :thumbup:

  16. Complimenti! bella razzolata! :clapping:

     

    Come peschi nel grotto genovese, sempre a gambe in su sugli spacchi verticali?

     

    Ciao

     

    Angelo

     

    non ero sul grotto, da noi è solo in pochi posti...

     

    sono tutte tane dove ci arrivo sopra con il gps inserito in plancia in particolare

     

     

    Il marvizzo: sono due sassi dove ci fa un motto i rizomi di posidonia ha 3 entrate e solitamente non cè nulla ma la volta scorsa c'erano 2 saragotti che non ho tolto...ho fatto un aspetto all'imboccatura ma nulla non o infilato la testa e me ne sono andato volevo andare da altra parte, dove non ho trovato nulla (c'era solo un cerniottino)....poi riflettendo quei 2 re di triglie fuori l'imboccatura non mi hanno convinto allora son tornato ho fatto una planatina e ho visto una porzione minimale di coda e me la son giocata confidando nella fiocina appuntita e ho preso il marvizzo in coda...

     

    tordo nero: invece è una tana storica che mi hanno riferito ha sempre fatto cernie, però 30 anni fa :( , ho fatto agguato per avvicinarmi e nel frattempo parte il tordo dall'alga e si accosta all'imboccatura e tiro al volo e lo porto subito via... poi però ci rivado e da un'imboccatura c'era un cerniotto e dall'altra un corvetto e un sarago dscreto chechetichellando esce e mi frega...evvabbè...

     

    il sarago: era in una tana formato da massoni accatastati ha 4 entrate di solito sparo da un buco dove prima si infila il fucile con una spalla e riesce a metter in linea con un occhio ma il pesce rimaneva sempre nascosto allora son andato da un'altra feritoia ma vedevo solo la coda, allora mi son allontanato 5 minuti (il buco è in 4 mt d'acqua) per lasciare calmare ho rifatto una capriola silenziosissima pronto con il corto e appena ho visto un pò di bianco (labbra) ho premuto :siiiii:

     

    ho notato che hai accennato ai re di triglia.. che relazione hai riscontrato tra le tane e la presenza di questi pesci?

     

    solitamente non ci faccio molto caso perchè secondo me questi pescetti con particolari correnti escono dagli spacchi...però ho anche notato che a volte quanto ci sono dei pesci in tana loro escono e stanno nervosi a danzare sull'imboccatura, questa è una mia considerazione personale... :siiiii:

  17. Complimenti! bella razzolata! :clapping:

     

    Come peschi nel grotto genovese, sempre a gambe in su sugli spacchi verticali?

     

    Ciao

     

    Angelo

     

    non ero sul grotto, da noi è solo in pochi posti...

     

    sono tutte tane dove ci arrivo sopra con il gps inserito in plancia in particolare

     

     

    Il marvizzo: sono due sassi dove ci fa un motto i rizomi di posidonia ha 3 entrate e solitamente non cè nulla ma la volta scorsa c'erano 2 saragotti che non ho tolto...ho fatto un aspetto all'imboccatura ma nulla non o infilato la testa e me ne sono andato volevo andare da altra parte, dove non ho trovato nulla (c'era solo un cerniottino)....poi riflettendo quei 2 re di triglie fuori l'imboccatura non mi hanno convinto allora son tornato ho fatto una planatina e ho visto una porzione minimale di coda e me la son giocata confidando nella fiocina appuntita e ho preso il marvizzo in coda...

     

    tordo nero: invece è una tana storica che mi hanno riferito ha sempre fatto cernie, però 30 anni fa :( , ho fatto agguato per avvicinarmi e nel frattempo parte il tordo dall'alga e si accosta all'imboccatura e tiro al volo e lo porto subito via... poi però ci rivado e da un'imboccatura c'era un cerniotto e dall'altra un corvetto e un sarago dscreto chechetichellando esce e mi frega...evvabbè...

     

    il sarago: era in una tana formato da massoni accatastati ha 4 entrate di solito sparo da un buco dove prima si infila il fucile con una spalla e riesce a metter in linea con un occhio ma il pesce rimaneva sempre nascosto allora son andato da un'altra feritoia ma vedevo solo la coda, allora mi son allontanato 5 minuti (il buco è in 4 mt d'acqua) per lasciare calmare ho rifatto una capriola silenziosissima pronto con il corto e appena ho visto un pò di bianco (labbra) ho premuto :siiiii:

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