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Alessandro Staderini

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Risposte pubblicato da Alessandro Staderini

  1. poi cosa si farà, solo atleti alti e biondi???????

     

    Hai paura che non ti fanno gareggiare? :lol::lol::lol:

     

    Seriamente, trovo sciocco eliminare a priori un materiale, semmai sarebbe opportuno dettare regole riguardo alle dimensioni in rapporto con il peso e togliere la possibiltà di utilizzare flap e congegnio di mira.

    Anche sull'impugnatura ho dei dubbi. E' vero che migliorare la presa migliora la mira me è altrettanto vero che, ad esempo, sul vecchio Seatec ho modificato l'impugnatura perchè mi sembrava di avere in mano lo stecco del gelato mentre c'è chi si trova benissimo, per cui potrebbe essere anche questa una discriminante.

     

    Quando mettiamo nero su bianco che un fucile con il fusto lungo 100 cm non deve essere più largo di x e non pesare più di y, penso che abbiamo già messo dei paletti sufficienti.

    Riguardo alla piombatura, beh quella può essere fatta su tutti i fucili, meglio ancora su quelli di serie dove i piombi possono essere inseriti dentro al fusto, mentre su quelli di legno è sufficiente fare un foro con il trapano, piombare e richiudere con la resina.

     

    Insomma, poche regole e precise, altrimenti, per dirla alla toscana, si rischia di diventare antipatici e questo potrebbe impedire a potenziali praticanti di avvicinarsi a questo sport di nicchia.

  2. Mi permetto di porre una domanda a tutti gli istruttori PIA....Quanti di voi posseggono un assicurazione con RC che li protegge in caso di incidente durante l'espeltamento dell'attività di istruttore????

    sembra ot ma nn lo è... ;)

     

    Il nostro istruttore ogni anno stipula un'assicurazione per la durata del corso, credo con la DAN. Mi pare che spenda 120€

     

    Sul tema iniziale, mi sembra che si inizino a chiedere un po' troppi soldi e per qualcuno questa attività sembra diventata un lavoro.

    Temo peraltro che molti istruttori sentiranno sminuito il loro bagaglio tecnico, peraltro certificato fino a ieri proprio della federazione e non risponderanno positivamente a questo appello.

    Insomma, dire che "la conseguenza di questa innovazione comporta necessariamente la riduzione del tasso didattico" mi sembra poco cortese e forse anche pretestuoso, perchè ci sono istruttori che possiedono anche il brevetto di istruttore Apnea Academy e francamente sono curioso di sapere quale valore aggiunto potrebbe dar loro questo corso.

    Quest'operazione avrò richieso anche del tempo, ma ritengo che sia stata proposta molto male.

  3. Ricordo quando aprì Apnea Magazine. Era il tempo in cui venivano istituiti i primi parchi e scoprimmo amaramente che solo noi pescasub non eravamo accetti. Ricordo sul forum le feroci critiche alla fipsas (specialmente da chi non era nemmeno tesserato) accusata di immobilismo e di non sedere mai ai tavoli delle decisioni.

    Addirittura c'era chi, anche dentro la nostra federazione, affermava che era meglio tenere un profilo basso e non esporsi troppo, insomma era meglio tenere la testa sotto la sabbia, o forse è meglio dire sott'acqua, perchè tanto non c'era niente da fare.

    Sono passati quasi dieci anni e grazie al cielo (ma serebbe più onesto dire grazie a chi mette a disposizione il proprio tempo) le cose sono cambiate. E' cambiata, almeno in parte, la consapevolezza in molti di noi.

    I nostri rappresentanti siedono oggi al tavolo delle decisioni e qualche effetto benefico lo cominciamo a vedere (ricordo sul tema sicurezza, la distanza dalla boa di segnalazione portata a 100 metri) e il fatto che i nostri rappresentanti hanno finalmente tirato fuori la testa dall'acqua e oggi possono quantomeno dire la propria opinione al momento opportuno.

    Purtroppo nonostante tutto c'è ancora chi fra di noi si lamenta dell'operato della federazione, ma molto raramente ho visto proposte o azioni alternative.

    Ritengo che piangersi addosso o urlare alla luna non serva niente, ma occorre un impegno di tutti se vogliamo che qualcosa cambi, altrimenti saremo costretti a subire i cambiamenti che altri ci imporranno.

    E' inutile, ma forse no, ripetere che il censimento è stato deciso dal ministero su richiesta della comunità europea e ritengo positiva la presenza della nostra federazione che ha potuto far sentire la propria opinione.

    Quello che accadrà in fututo non possiamo saperlo, mi auguro però che la fipsas continui nelle sua opera di divulgazione e mediazione che sta finalmente portando avanti.

    Le critiche possono essere positive, ma solo se costruttive. Il resto sono chiacchiere inutili e talvolta dannose.

  4. Secondo me al giorno d'oggi trovare le corvine di taglia in soli tre metri d'acqua è veramente difficile.

    Ho visto infatti che anche in zone poco battute e ancora tranquille, le corvine, a differenza dei saraghi, preferiscono stare più in profondità.

     

    Mi capitò alcuni anni fa all'Argentario con un paio di grossi esemplari che stimai sui 2 kg, ma in preda all'eccitazione riuscii a sbagliarle, mi sembra che fosse Aprile e notai che i pesci erano nei primi metri di acqua più temperata. Peraltro sono ritornato in quel posto in mesi diversi e ho ritrovato quelle grosse Corvine in batimetriche diverse a seconda di dov'era il taglio freddo.

  5. Beh, se i Delfini si sono evoluti con quella pinna un motivo ci sarà.

    Ogni volta che divarichiamo le gambe per effettuare la pinneggiata "tradizionale" diventiamo meno idrodinamici e facciamo una piccola frenata. con la pinneggiata a Delfino il corpo diventa più fluido e c isono molti meno attriti, purchè si mantenga una posizione della testa corretta. Non a caso i record vengono ormai stabiliti con la monopinna.

    Io, che sono una schiappa, riesco a fare i 75 mt (3 vasche) con il nuoto a Delfino usando un paio di pinnacce di gomma, riuscendo a sfruttare ogni pinnata e facendo una pausa che mi consente di sfruttaree tutta la spinta e razionalizzando quindi l'ossigeno che sono riuscito ad incamerare, ma ho visto che i campioni di questa specialità fanno lo stesso.

  6. Ho iniziato a portare il mio Andrea in piscina da quando aveva 8 mesi ed era uno spettacolo vederlo tuffarsi e andare sotto senza paura.

    Adesso ha quasi 4 anni ma non ci vuole più andare :( gli avevo comprato pure la muta in licra per proteggerlo dal freddo.

    Boh, sarà l'età, in questo periodo rifiuta anche l'asilo o forse perchè non entro più in acqua con lui ma rimane con l'istruttrice e gli altri bimbi. Peccato perchè aveva fatto ottimi progressi e come sport il nuoto mi piace molto, io l'ho fatto da 6 anni e lo faccio tutt'ora, ovviamente nei ritagli di tempo.

    Riproverò a Gennaio.

  7. Dipende dal tipo di neoprene, dal modo in cui peschi e dalla tua costituzione fisica.

    Dire quanto sei alto e quanto pesi può non voler dire niente perchè quel che conta realmente è la densità delle ossa e in parte di muscoli.

    Ma scusa poi, non ti conviene andare a mare e fare delle prove? Perderai 10 minuti ma avrai senz'altro la tua pesata ideale che poi potrai aggiustare in seguito alle variazioni di quota e di tecnica.

     

    Concordo.

    Eventualmente puoi mettere in cintura uno o due piombi a sgancio rapido, sono molto comodi per cambiare rapidamente assetto.

  8. Io ho una liscia/spaccata 8 mm in Heiwa, quindi un materiale abbastanza duro, che è sufficientemente comoda (per quanto lo possa essere una giacca da 8). Però esistono dei tipi di neoprene a cellula più aperta e quindi molto più morbidi. Con la fodera forse è possibile avere morbidezza e resistenza anche con spessori considerevoli.

    Se decidi di farla su misura (come ti consiglio) prova a contattare qualche mutaio e senti che ti consiglia.

     

  9. Io ho il Geko 100 con fusto in alluminio da Maggio di quest'anno. Per la mancanza di negozi nella mia zona ho dovuto comprarlo a scatola chiusa, si fa per dire, nel senso che he sentito un po' di pareri qua sul forum (per la verità tutti positivi) e poi mi sono deciso, vista anche l'estrema fiducia che ripongo in SEATEC e nel grande Valerio Grassi (pesco ancora con le mitiche impugnature Omer Master).

    Dopo questo breve preambolo vado a descrivere le impressioni che ho avuto con il Geko.

    La linea di mira è molto pulita, migliore della precedente versione (ho anche un Gabbiano 100 di qualche anno fa). L'allineamento è icredibilmente istintivo e nonostante fosse un fucile nuovo, i primi tiri sono andati tutti a segno; peraltro ricordo forse un paio di padelle in tutta l'estate!

    Il fusto di generose dimensioni (il fucile allestito pesa circa 2.2 kg) e con la particolare forma attutisce molto bene il rinculo dei due elastici da 17,5 che scagliano senza problemi l'asta da 7 mm. Il materiale con cui è ricoperto il fusto è gommoso e gli immancabili urti sulle rocce non producono rumori molesti per i pesci. Non ho potuto apprezzare flessioni del fusto con il fucile carico. L'assetto può essere ottimizzato a piacimento dosando i piombini alloggiati dentro la testata.

    Il tiro è ovviamente molto veloce e potente ed occorre solo tener saldo il polso com'è opportuno con armi a due gomme. Tutti i pesci che ho colpito sono finiti in sagola. Non l'ho ancora provato con una gomma e asta da 6,5.

    Il meccanismo di scatto è secondo me un vero gioiellino di ingegneria meccanica, il grilletto risulta molto morbido anche con grosse sollecitazioni.

    L'impugnatura ergonomica con appoggio per il pollice è stata migliorata e anche questo particolare contribuisce secondo me alla precisione nel tiro.

    I materiali con cui è costruito sono di alta qualità e secondo me ne fanno un prodotto duraturo negli anni.

    Termino dicendo che il rapporto qualità/prezzo è secondo me ottimo.

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