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F104

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Risposte pubblicato da F104

  1. Se qualcuno conosce qualche militare statunitense, può chiedere a lui di acquistarlo direttamente negli States. Loro non pagano nulla per le spese di spedizione ed arriva per posta aerea. In pratica con l'euro a quota stratosferica si può risparmiare moltissimo.

     

    Bye

  2. Una squadra di giornalisti? Mi offro volontario per la squadra per tenere le borse dei fucili, anche perchè dopo venti anni di inattività ed aver ripreso da poco, più di questo di utile non posso fare (forse ci sarebb anche tenere gli asciugamani e gli accappatoi per il dopo pesca). Però se vi serve un mezzo più grande, magari un sommergibile od una portaerei, forse li potrei esservi aiuto.

     

    Scherzi a parte, da buon giornalista e da semplice divoratore di riviste, devo dire che ognuna delle due citate ha un suo merito al presente e semmai vi dovesse essere qualche momento di stanca, è sempre qualcosa di passeggero.

     

    Bye a tutti, anche se vi conosco soltanto per gli scritti.

  3. Ho letto che in questi giorni sono stati aperti dei thread per lodare ora questo ed ora quell'articolo apparsi sulla rivista Pesca in Apnea di questo mese. Personalmente li ho potuti leggere soltanto oggi, visto che ho trovato la rivista in aeroporto al mio rientro da fuori Italia. Certo tutti gli articoli segnalati sono interessanti, io però mi vorrei concentrare su quanto ha scritto Volpe sulle due pagine della rubrica da lui curata. Bene! E' la fotografia perfetta di un mese circa di thread su AM e sono convinto che leggendolo ci ritroviamo un po' proprio utti. :clapping::clapping::clapping:

     

    Ok, visto che ancora oggi si sentono sparare dei più accesi, leggiamo tutti le sue parole e meditiamoci sopra per qualche minuto. Poi magari quando stiamo scirvendo sul forum, pensiamoci su. Probabilmente abbiamo da imparare tutti qualcosa, chi più, chi meno, nessuno escluso. :thumbup:

     

    Bye

  4. Vorrei andare a passare un paio di weekend di pesca nella zona del ragusano insieme ai miei due soliti compagni di caccia. Non ci sono mai andato però e non saprei dove mettere le pinne a mollo. C'è qualche buon samaritano che possa darmi qualche dritta al riguardo?

     

    Danke, anzi... baciamo le pinne

  5. Visto che in tanti hanno detto la loro, vorrei esprimere anche il mio punto di vista un po' particoalre, visto che posso vedere la cosa da due angolazioni diverse, quella di semplice lettore e l'altra di membro di una redazione editoriale. Innanzitutto a chi critica che le riviste si ripetono, non si può che controbattere che è... vero. Tempo fa un editore con cui collaboravo alla vista di come conservavo male il materiale già pubblicato oppure le idee non sviluppate per vari motivi, mi disse che facevo male e che ogni rivista, soprattutto quelle con cadenza mensile o giù di li, va incontro a dei cicli. In pratica ad un nocciolo duro di lettori, che sono sempre quelli e che si lamentano della ripetitività, si associa una larga platea di lettori che seguono uno/due anni e poi lasciano. Per questi anche le cose pubblicate anni prima sono delle novità. Per quanto riguarda le immagini, li c'è poco da fare. Se ci pensiamo bene nelle due riviste citate le immagini sono sempre simili per contenuti ed allora o ci si affida a fotografi professionisti, quindi in grado di tirare fuori immagini veramente tali e non scatti banali (parlo di immagini sove esiste un soggetto inquadrato in un certo modo e che segue le regole della fotografia professionale), oppure ci si affida a quello che un fotografo occasionale può dare. Certe volte poi garantisco che è difficile trovare immagini inedite su certi argomenti ed anche a me capita di riciclare qualche immagine già pubblicata, nella speranza che nessuno si accorga del fatto. Per la copertina invece è normale farla apparire con i titoli di quello che c'è dentro, pensiamo che non tutti hanno la possibilità di sfogliarla prima dell'acquisto ed ultima cosa... gli editori sono dei commerciali e quindi per quanta passione ci possa essere dietro, prima i soldi.

     

    Bye

  6. Credo che si riferisca alla modifica che porta a ribassare la testata e sostituisca i classici doppi elastici con un circolare. Il termine dovrebbe dalla parola Totem (vedasi nota ditta produttrice di arba), che per prima ha introdotto testate di un certo tipo con elastico circolare. E' la classica modifica che si applica agli arba con fusto in alluminio, per eliminare la flessione del fusto.

     

    Bye

  7. Allora non dico che il salmoriglio che faccio io, anzi mia moglie, sia doc, però lei lo prepara con: olio extravergine d'oliva, succo di limone, aglio a pezzettini, sale, abbondante prezzemolo, oppure, se è periodo, con la menta fresca ed un pizzico di peperoncino per chi lo desidera.

     

    Bye

  8. Ciao Affertus, a Calabernardo sono andato ad inizio settimana, l'acqua era torbida da far paura (non vedevo il calcio del fucile), però non c'è alcun divieto se non nella stagione estiva con i bagnanti. Comunque tutta la costa da Cassibile in poi è da esplorare perchè presenta diverse sorprese. Invece stavo pensando di venire un weekend dalle parti di Ragusa, quali posti mi puoi consigliare?

     

    Bye

  9. In questi ultimi giorni si sono sentiti tanti bei discorsi relativamente alla parte siciliana del forum, tanto che si è aperto un nuovo fun club che raccoglie gli appartenenti del forum che praticano la pesca in apnea in questa meravigliosa isola. Quello però che mi è rimasto maggiormente impresso è stato il parlare dei luoghi di pesca, alcuni dei quali hanno dei nomi che rievocano eventi rimasti impressi a fuoco nella mia memoria. Uno di questi in particolare vale la pena di raccontarlo, anche perché per me è valsa la cernia più grande mai catturata finora. Siamo nel mese più caldo dell’Estate, l’Agosto del 1980 e più esattamente una Domenica, vigilia del giorno vacanziero per eccellenza. Il Ferragosto. Il luogo è Catania, anzi il tratto di mare prospiciente Piazza Nettuno, uno dei classici per i pescatori in apnea di quel tempo, immediatamente fondo e comunque in grado di dare tante soddisfazioni un po’ a tutti, dagli esperti a quelli alle prime armi. All’epoca avevo 17 anni, un bella età, ed erano quasi due anni che mi arrangiavo a pescare con il fucile quasi da autodidatta. Mi dovevo adattare a visitare soltanto i posti più vicini a casa, perché ancora non avevo la patente e quindi il mezzo più comodo era… l’autobus. Eccomi quindi equipaggiato di tutto punto, in piedi alla fermata ed in attesa del bus che per me all’epoca era sempre in ritardo se paragonato alla voglia di andare in mare. Quel giorno però non era presto. Infatti la mia pescata era del tutto particolare ed anzi se non fosse stato che qualcuno aveva spinto parecchio per avere ricci e magari qualche polpo per il pranzo di Ferragosto, probabilmente quella giornata l’avrei passata in maniera diversa. Ecco così che per accontentare la mamma, si proprio lei che nel figlio che si spacciava provetto pescatore vedeva sopratutto di buon occhio il pesce portato a casa, quella mattina mi avviavo con il sole già bello alto verso uno dei posti nel quale era possibile trovare un buon numero di buoni ricci. Arrivato sul luogo mi guardai intorno e cominciai a preoccuparmi. Tutti gli scogli erano pieni di bagnanti chiassosi e d’altra parte cosa potevo aspettarmi in pieno Agosto. Rassegnato ad una monotona pescata, mi preparo e mentre esco l’equipaggiamento dalla sacca mi accorgo che dentro è rimasto il medisten armato con l’arpione. In un primo momento sono tentato a lasciarlo al suo posto, ma mi convinco a portarmelo dietro vista l’estrema presenza di facce sconosciute sugli scogli. Così mi immergo ed inizio il mio lavoro di certosina raccolta di ricci. Armato di coltello e retino mi porto un po’ al largo, sia per trovare ricci più grossi che per cercare di passare indenne attraverso la miriade di lenze che vedo brillare alla luce del sole, lanciate da cannisti poco attenti al fatto che li in mezzo oltre ai pesci c’ero anche io. Dopo due ore di questo lavoro ed una bella sacca piena di ricci che avrebbero fatto il giorno dopo la loro figura negli spaghetti al profumo di scoglio, ho anche la fortuna di imbattermi in un polpo solitario di più di un chilo, che assicura pure l’antipasto. Decisamente stanco per le ripetute immersioni, per la tensione nell’evitare lenze, barcaioli poco attenti e quant’altro si può trovare al mare in questo mese vacanziero, comincio a fare strada per tornare indietro, quando ad un tratto su un fondale di una decina di metri intravedo un’ombra sul fondo. Arresto di colpo il mio incedere e rimango a fissarla immobile. E’ uno grosso pescione che sta in parte all’ombra di uno scoglio e dalle forme sembra proprio una cernia. Ma cavolo! Che cosa caspita ci fa una cernia in un mare così incasinato. Tutto questo va assolutamente contro quello che fino a questo momento ho letto sulle riviste o mi è stato raccontato da altri. Per non ho visto in due ore altro pesce serio in giro. Prima avevo avuto modo di vedere e catturare soltanto un’altra cernia di 7 Kg circa, operazione che però era avvenuta in coppia con un compagno decisamente più esperto di me e che sapeva come muoversi e cosa fare. Adesso però sono solo e comincia a venirmi il dubbio proprio sul: “cosa devo fare?”. Mentre i minuti passano con la mia sagoma ancora immobile sulla superficie, la Cernia pensa bene di rompere il ghiaccio cominciando a muoversi molto lentamente ed uscendo allo scoperto. Ho modo di vederla così nella sua interezza e rimango a bocca aperta dalle dimensioni. Si, non avevo mai visto un animale del genere così grosso neppure sui banchi della pescheria. Ma come la posso catturare? Mi ricordo allora che ho l’oleo attaccato alla boa e provo a muovermi per andare a prenderlo, ma faccio evidentemente un po’ di rumore, in quanto con un guizzo la cernia si fionda tra alcuni massi. Bene, penso tra me e me, adesso vai a pescarla dentro quel dedalo di uscite ed entrate, per giunta senza la torcia che ho lasciato a casa perchè naturalmente ritenuta inutile per andare a ricci. Ad ogni modo raggiunto il fucile e caricatolo, comincio a girare intorno al punto in cui la cernia si era rifugiata sotto i massi, mi ventilo brevemente e mi immergo. Scandaglio lentamente la parte posteriore del dedalo di massi, anche perché mi balenano in mente le parole di qualcuno che affermava che le tane delle cernie hanno sempre una o più uscite secondarie. Non vedo nessun movimento e d’altronde l’aria comincia a mancare, per cui comincio a risalire. Da sopra non vedo nulla e comincio a pensare che il pescione ormai sia lontano ed irrimediabilmente perso. Una vocina da dentro però mi dice di andare a guardare nel punto in cui si era intanata e d’altronde non le ho ancora sparato e lei si è potuta soltanto spaventare per un mio movimento a più di dieci metri di distanza, oppure era soltanto nervosa per la caciara intorno a lei. Forse magari torna indietro. Il ragionamento mi sembra sensato e mi riventilo per ritornare giù un’altra volta. La cernia si era intanata sotto un gruppo di sassi i primi due dei quali erano enormi e contrapposti l’uno, all’altro. Mi immergo dietro di essi e mi adagio al di sopra. Lentamente con il fucile puntato avanti comincio a muovermi sopra di essi verso la parte anteriore, ovvero da dove era sparita la cernia. Piano, piano avanzo sentendo i battiti del cuore arrivare fin dentro la testa. Devo essere sincero ma avevo scaricato tanta di quella adrenalina, che quasi, quasi mi veniva da tremare. Comincio a vedere la parte anteriore dei massi, quando si profila sotto di me un testone enorme. Vedere e premere il grilletto del fucile e un tutt’uno a cui ancora oggi non so dare una spiegazione razionale e la freccia parte velocissima verso il basso. Si alza un polverone incredibile ed io sono costretto a lasciare il fucile perché comincia a mancare l’aria. Ritorno in superficie, ma i miei occhi non si staccano dall’entrata della tana, dove la sospensione ha generato un incredibile nebbione. Arrivato in superficie sono talmente preso ed emozionato che non mi accorgo neppure di un motoscafo che mi evita di una decina di metri passandomi accanto. Mentre la tensione comincia a svanire e fa capolino una stanchezza psicologica non indifferente, maturo in mente che il lavoro ancora non è finito. Prendo il raffio attaccato al palloncino e mi reimmergo verso il fondo sperando che il pesce non si sia intanato profondamente, perché altrimenti senza torcia ti voglio a tirarlo fuori. Vedo il fucile galleggiare verso l’alto e noto con stupore che la sagola e quasi tutta fuori, segno che potrei avere mancato il bersaglio e mandato l’asta a conficcarsi nel terreno, oppure la cernia è rimasta incastrata per effetto diretto dell’asta. Mi avvicino lentamente e potete immaginare il mio stupore quando vedo la testa del cernione ben fuori l’entrata della tana, con l’enorme bocca spalancata. Rimango un po’ perplesso e poi noto con sorpresa che l’asta è penetrata sulla sommità della testa, senza però uscire dall’altra parte. Realizzo, con molta fatica, che la “bestia” è rimasta freddata sul colpo, che reputo assolutamente fortunato. La prendo per la bocca e la riporto in superficie. Durante il tragitto comincio a rimirarla in tutta la sua lunghezza. E’ un pesce bellissimo, stupendo e sicuramente chi ha provato per la prima volta una cattura del genere, fosse anche una leccia od una ricciola, può capire il mio stato d’animo. Ma una volta in superficie felice come una Pasqua, cominciano i problemi. Non ho una barca a cui appoggiarmi ne tantomeno lo spillone a cui agganciare la cernia (semprechè sia possibile), in più c’è sempre il sacco con i ricci al seguito e devo fare più di un chilometro per arrivare la dove sono entrato in mare. Comincio a pinneggiare agguantando il tutto e soprattutto la cernia ora dalla bocca, ora dalle cavità orbitali, ora per la coda, insomma una mezz’ora di calvario contro una corrente che monta prima di giungere stremato vicino gli scogli dove avevo lasciato borsa ed abiti. Alzo la testa e noto sui massi una paio di ragazzi che conosco. Il tempo di dare un’urlata e passargli stremato l’asta con agganciata ancora la cernia. Adesso è il momento del meritato riposo e devo dire che ci voleva. Ancora cento metri e lasciavo andare tutto. Mi crogiolo al caldo sole agostano, mentre già comincio a pregustarmi il profumo della cernia. Ma non è ancora finita. Devo portarla a casa e qui la commedia continua, diventando quasi surreale. Mi ricordo che devo prendere l’autobus e poiché non c’è niente di meglio della sacca da sub per infilare il pesce, provate ad immaginare un tizio di un metro e 90, fermo alla fermata del bus insieme ad altra gente con una sacca da sub sulle spalle da cui esce una coda alquanto sospetta e dall’odore di mare decisamente forte, mentre in quelle che intanto si sono tramutate in mille mani come la dea Kali, sacco con ricci e polpo, muta, fucile, palloncino, etc. Mi ricordo ancora le facce tra l’incuriosito e l’estremamente disgustato dei passeggeri del bus mentre mi portava a casa, assolutamente in antitesi con il barbecue del giorno dopo, con sopra le trance della cernia. Ancora oggi pensandoci su, mi viene da ridere ed ironizzo pensando di avere incontrato una cernia dai gravi problemi familiari e con la volontà di suicidarsi e d'altronde come non si potrebbe pensare altrimenti visto il giorno, la confusione ed il grande traffico in mare. Poi però la razionalità e gli anni mi fanno comprendere di come pur cercando di creare degli stereotipi per ogni tipo di pesce, noi non conosciamo che la punta dell’iceberg della vita sottomarina e delle abitudini dei suoi abitanti. Così comportamenti definibili fuori standard, invece chissà, magari hanno una motivazione ben precisa. Peccato solo che ad oggi dalla cantina dei miei genitori non sono uscite quelle due foto striminzite fatte a casa come ricordo. Ah! Dimenticavo. La cernia pesava quasi 13.8 Kg.

  10. Come motto non c'è male, ma io avrei preferito qualcosa del tipo <Vacci lisciu>, compreso di stemma dell'asso di bastoni. Piuttosto vi va di avere nel club anche degli oriundi? E' vero che abito a Catania da 30 anni, ma io sono Veneto!

     

    Bye

  11. Allora se non ricordo male avevo circa 17 anni, ovvero parliamo del 1980. Non credo che fosse stanziale, perchè quello era uno dei punti da me preferiti e per tutta un'Estate la non ci ho visto nulla. In ogni caso l'ho trovata allo scoperto (in caccia) e lei si è andata a ficcare in una tana cieca. Tieni presente che ero andato a ricci e non si è salvata soltanto perchè avevo il mitico medisten appresso, con il quale ho avuto una botta di posteriore centrandole in cervello senza trapassarla. E' stato il primo pesce di queste dimensioni che ho preso e mi ha lasciato un bellissimo ricordo. Si P.zza Europa è quella che tu hai indicato, vicino S.Giovanni Li Cuti.

     

    Bye

  12. Parli di Piazza Europa a Catania. Se è quella li circa 20 anni fa ci ho preso la cernia della mia vita. 13.8 Kg in 8 metri d'acqua di una Domenica di Agosto vigilia di Ferragosto, piena di cannisti e barche che sfrecciavano dappertutto. A distanza di più di due decenni ho sempre pensato che doveva essere un pesce con gravi problemi familiari e voleva suicidarsi. La cosa buffa fu poi portarselo a casa sul bus dell'AMT. :rolleyes:

  13. Mi dispiace ma ti frego. Il mio fucile al laser viene direttamente dal progetto di scudo stellare per la difesa antimissile del continente americano. Quando sparo, oltre a prendere immancabilmente il pesce, lo cuocio già direttamente in acqua.

     

    Bye

  14. Anch'io abito in provincia di Catania e, come qualcuno saprà, ho ripreso ad andare per mare dopo circa un ventennio. Ho trovato i fondali della provincia decisamente diversi, molto battuti e pieni di bombolari che fanno incetta di tutto. Personalmente vado ogni tanto nella zona di S.Maria la Scala, oppure verso Taormina e S. Alessio, dove però se l'acqua è limpida trovi pinnuti che hanno preso il master negli Stati Uniti oppure devi andare fondo, ma moooolto fondo e non fa per me. Direi che visto il tempo di questi giorni forse in questi posti e sotto Acireale in particolare, si potrebbe dare una capatina, visto che l'acqua con la schiuma facilita di molto le cose. Comunque di solito emigro all'estero. Infatti vado verso Siracusa o Ragusa, dove vi sono zone migliori sotto tutti i punti di vista.

     

    Bye

  15. Nei miei primi quarant'anni ho fatto diversi sport, alcuni in cui l'attrezzatura era di peso risibile sul totale del valore della prestazione ed altri in cui non era così, per con la pesca in apnea le cose sono diverse. Innanzitutto dobbiamo parlare di capacità. Credo che sia perfettamente inutile avere la migliore attrezzatura del mondo, se poi non si dispone di quel minimo di umiltà ed acquaticità che ti permette di imparare e sopratutto di muoverti in un elemento non tuo. Quindi è normale che tra due persone, una molto capace per istinto od eseprienza ed una all'estremo opposto, la prima sarà sempre in grado di essere superiore alla seconda anche con fucili a molla di 30 anni fa e con la maglia di lana addosso. Se invece parliamo di pescatori di capacità simili, in entrambi molto spinte verso l'alto in termini di prestazioni e fiuto del pesce, allora quelle piccole differenze tra un attrezzatura e l'altra possono voler dire una cattura in più od in meno. Non penso però che un pescasub medio sia <veramente> in grado di apprezzare la differenza tra un fusto in carbonio ed uno in alluminio. In definitiva, molto fa la propria esperienza e capacità, poi, conditio sine qua non, se esiste questa, le attrezzature possono dare quel 10-15% in più che vogliono magari dividere il margine tra una cattura e la sua perdita. Lasciamo però da parte discorsi del tipo: <avevo davanti un tonno da 200 Kg e gli ho sparato con un oleo 50 con la fiocina, la battaglia è stata furibonda, ma alal fine l'ho preso>. In questi casi ha troppo peso il fattorte fortuna per poter fare delle statistiche, anzi mi piacerebbe sapere a fornte di una ricciola od una leccia di peso presa in condizioni estreme, quante ne sono andate perse.

     

    Bye

  16. Si sottolinea sempre che il mondo è bello perchè è vario ed anche virtualmente è così. Su un forum di qualunque tipo troviamo persone di tutte le età e carattere, accomunati soltanto da un'unica cosa in comune, che nel nostro caso è la pesca in apnea. Di fatto oggi molte rilevazioni statistiche danno per certo quale strumento in cui si dicono il maggior numero di bugie il telefono e ... internet e tutti sappiamo, più o meno, quante bufale possano correre sulla rete. La nostra società oggi ci porta sempre più verso un apparire, piuttosto che essere (parafrasando una famosa citazione latina, oggi: melium videri, quam esse) e quindi è inevitabile che anche in un forum vi sia chi tente a voler apparire. Con questo però non voglio dire o fare di tutta un'erba un fascio, anche perchè fa parte del gioco, diciamo soltanto che, come nella vita, c'è chi cerca di apparire di più, magari perchè giovane e quindi più esuberante, ed invece chi al contrario rimane più defilato per carattere, saggezza o semplicemente modo di essere. D'altra parte non possiamo escludere il fascino che un forum in cui si parla del proprio oggetto del desiderio, in parte alimenti certi atteggiamenti. Però... esiste un però. Tutto questo in un forum costituisce la sua essenza, il suo <sale> e se non vi fosse anche un parte di bugia, buona senza dubbio, un po' di voglia di farsi notare, etc., beh!, sarebbe forse un forum un po' insipido, non trovate?

     

    Bye

     

    P.S.

    Scusate le elucubrazioni mentali (leggasi pippe serali), ma oggi mi sento in vena di fare il filosofo.

  17. Giusto per focalizzare il particolare della canna messo in evidenza e pubblicato su Pesca in Apnea, sembrebbe quasi che le due parti, probabilmente in carbonio, si possano staccare fra di loro. Che sia un fucile componibile, oppure del quale si possa variare la lunghezza?

     

    Bye

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