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Mr. Rugby

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Risposte pubblicato da Mr. Rugby

  1. Sfruttando il fatto che il venerdi finisco di lavorare alle 14.00,Ho pensato di fare una pomeridiana in compagnia di Filippo

    ,un giovincello con gran fiato e tanto da imparare :D

    La sua miglior tecnica è marcare a uomo,appiccicato alle mie pinne ad osservare e a farmi scappare i pesci :P

    Ho cercato di driblarlo diverse volte finche sono riuscito a tenerlo a distanza.

    Nel frattempo mi chiama facendomi vedere la sagoma di un cefalone di almeno due kili o anche di piu' :eek::eek: ,arpionato all'aspetto.

    IO ho cominciato a sentire odore di cappotto e non ho perso tempo,dico a Filippo di uscire spostarci di un paio di km. con la mia auto.Due pesci riesco a prenderli ,la solita spigola e un bel pesce serra :thumbup::bye::bye::bye:

    http://img190.imageshack.us/img190/2643/p10306731.jpg

     

    Grande Adriano :king:

    Io il serra l'ho mangiato stasera alla griglia, ma l'ha comprato stamattina mia moglie dal pescivendolo

     

    :fish::fish::frustry:

     

    Vediamo domattina se riesco a pescare qualcosa, sveglia alle 5:00

     

    :bye:

  2. Salve a tutti, mi chiamo Giorgio ed ho 23 anni,

    mi sto presentando in quanto questo è il mio primo messaggio sul forum.

    sono un neofita della pescasub, ho fatto qualche uscita quest estate con un vecchio oleo di mio zio..ma sono affascinato dall apnea da quando ero piccolo.

    siccome ho desiderio di praticare ancora ho deciso di comprarmi un fucile per iniziare la pesca in tana, in quanto credo sia quella meno impegnativa e piu diffusa nella mia zona, il litorale di roma.

    ho visto un po in giro e credo che la misura migliore sia un arba da 60,e mi interessava il cressi geronimo.

    sapete dirmi se va bene?si sente un gran parlare di testate aperte o chiuse e vorrei vederci chiaro.

    grazie mille

     

    Benvenuto nel forum :thumbup:

    Io uso il Geronimo Crevasse 55 ma su quella misura e per la pesca in tana da neofiti (non che io sia un campione sia chiaro) qualunque arbalete corto va bene e la differenza di prezzo non vale la spesa: il mini mini Jedi di Dapiran è qualcosa di speciale ma nelle mani di campioni\esperti.

    Almeno secondo il mio punto di vista.

     

    :siiiii::siiiii:

     

     

  3. per sdrammatizzare ma se la lettera il dott la mandava senza tutti i riferimenti a laureati e laurendi vari non faceva piu' bella figura?

    ciao

    Dr. Lulazz

     

    Quoto Dr. Mr. Rugby :thumbup:

     

    L'estate cattiva della Corsica

    e lo strano silenzio francese

    Maltratta­re gli ospiti italiani è consenti­to? No, ovviamente, e a Parigi lo sanno bene

    Le strane notizie in arrivo dalla Corsica — più consone ad anti­chi porti malesi, che a un’isola europea, amica e vicina — hanno giustamente irri­tato l’opinione pubblica italiana (quella che legge un giornale o frequenta un sito d’informazione). Non è bello sapere che connazionali vengono picchiati perché chiedono accoglienza in porto; non è ele­gante rispedire una barca nel mare in tempesta; non è op­portuno cacciare di notte la gente dai campeggi, com’è ac­caduto. Di tutto questo, in Francia, non si parla. Giornali, televi­sioni e siti tacciono.

     

    Maltratta­re gli ospiti italiani è consenti­to? No, ovviamente, e a Parigi lo sanno bene. Diciamo che sulle vergogne nazionali, soprattutto quando vengono da un Sud di difficile ge­stione, noi italiani siano più aperti, fran­chi e autocritici dei cugini oltre le Alpi. Giusto o sbagliato? Giusto, se non si ar­riva all’autolesionismo. Luigi Barzini Jr, una gloria di questo giornale, diceva: «Es­sere onesti con se stessi è la miglior for­ma di amor di patria». Raccontarsi è indi­spensabile, se si vuole trovare la forza di correggersi. Noi italiani l’abbiamo fatto e lo facciamo. Solo gli sciocchi protestano, ritenendo che i panni sporchi si lavano in famiglia. Ben sapendo che la famiglia del proverbio, quasi sempre, i panni non li lava: li nasconde. Le testimonianze in arrivo dalla Corsi­ca — destinate ad aumentare, si ha l’im­pressione — raccontano di una scortesia al limite della brutalità.

     

    Le voci viaggiano, soprattutto tra chi viaggia: quest’epilogo d’estate potreb­be avere conseguenze sul fu­turo turistico dell’isola france­se (così come la vicenda dei conti spropositati di certi ri­storanti ha danneggiato l’Ita­lia, in Oriente e non solo). In attesa che i media francesi si occupino della vicenda — noi l’abbiamo fatto, per i nostri peccati — molti turisti potrebbero decidere di portare i propri soldi più a sud. In Sardegna, da dove scrivo, i porti e i campeggi non sono molti. Ma gli ospiti li cercano, e non li picchiano.

     

    Beppe Severgnini

     

     

  4. grazie è gia un buon punto di partenza..effettivamente le nuove scarpette by valerio grassi mi attraevano già a occhi chiusi,ma con il tuo commento sono più tranquillo....tanto per chieder,che durezza hai di c4?

    ciao

     

    Ho le 30 (medium). Sono un pò pesante di te, pesco sino a 15 mt poco +\- e come altre pinne al momento ho le Omer Ice. Però anche dopo ore di pesca non mi stanco con questa conformazione, prima coi longheroni rigidi non spingevano e mi venivano i crampi dopo 1 h.

  5. Snake delle pale non so dirti, di per certo la scarpetta se (come immagino) utilizza il sistema PRS è fantastica :king: ed a mio avviso conta per + del 50 % della resa della pinna, con quella parte rigida sul tallone e i longheroni completamente molli.

    Io avevo delle Flap VGR 700 montate su un'altra scarpetta e le volevo buttare via (erano due assi da ponteggio edile), poi seguendo il consiglio di un esperto le ho montate sulle Seatec e mi trovo magnificamente ... un altro pianeta.

    Immagino quindi che le Forza 8 rendano altrettanto ... ma le pale come detto non le ho mai provate.

     

    :thumbup:

     

    Ora vorrei farmene un altro paio montate con pale Kaleidos morbide.

     

  6. In effetti...resta pero' un dato di fatto: una legislazione idiota, contro cui non si riesce a fare nulla.

     

    Sono d'accordissimo su tutto quello che hai scritto.

    A Tavolare In 50 cm di acqua ho visto un Dentice da paura come non ne ho + rivisti negli anni successivi, ma ho anche rischiato di farmi tranciare dai famigerati gommoni affittati x un gg da incapaci.

    A Capo Coda Cavallo sono riuscito a resistere solo mezza giornata, a metà luglio l'acqua meravigliosa di quella baia era non "balneabile" a causa delle macchie d'olio (solare) dovute alla troppa gente in acqua ... invivibile ...

    Così la metà dei giorni passati lì ho sempre preso il traghettino e me ne sono andato a Tavolara ...

     

    Per chi fosse interessato segnalo questo bel appartamento, direttamente sull' isola:

     

    http://www3.cuendet.com/Dimore/GeoHouse/(I...4/TAVOLARA.html

     

    :bye:

  7. :D :D io trovo divertentissimo il fatto che questo chiami ripetutamente le guardie e quelle non vengano.

    ps: siete autorizzati a a segnalargli la mia risposta qualora voleste scrivergli.

     

    Mannoooo, prendiamola con ironia ... a me ha fatto ridere l'invito alla fine di unirsi per mangiare qualcosa ....

     

    :lol::lol::lol::lol::lol:

     

  8. Pero' se ci guardiamo attorno abbiamo fior fior di mafie in Spagna l'ETA sembra essersi risvegliata ecc...ecc..

     

    Appunto ho sentito alcuni giorni fa un'interessante intervento di uno dei maggiori esperti internazionali di Mafie (un italiano che lavora se non ricordo male per l' Onu) che spiegava che per l' ETA il rischio è che si trasformi completamente in organizzazione malavitosa come successo per altri movinenti indipendentisti, ad es. Corsica a suo dire.

     

    Io in Corsica ci sono stato tempo fa due volte ... non ho avuto esperienze negative, ma qualche rissa l'ho vista.

    Ed ho sentito molti amici pescasub e\o apneisti di Apnea Academy che mi raccontavano di problemi e minacce nel canale di Bonifacio, sapete che Umberto ha base a Santa Teresa di Gallura.

  9. Io sono stato solo 1 volta per due settimane a Porto S. Paolo e ho giurato che non ci avrei + rimesso piede, anche se ogni tanto ho nostalgia di Tavolara.

    E avevo fatto anche un pensierino ad affittarci un appartamento, ma certo non ad agosto !

    Quest'anno ho dovuto passare mezza giornata a Olbia per l'imbarco del rientro, ma la differenza di mondo rispetto a Sant'Antioco mi faceva star male.

     

    :frustry:

  10. http://antefatto.ilcannocchiale.it/

     

    Una vacanza che diventa un'inchiesta

     

     

    27 agosto 2009

    Dici San Teodoro (OT), dici Sardegna. Pensi alle splendide calette immerse nella vegetazione, tra le piante di mirto e quelle di ginepro, senza Valeria Marini o Noemi Letizia che ti saltano addosso in favore di fotografo. Le scogliere di granito e i tramonti all’ombra di Tavolara e Molara, isolotti circondati dal blu, senza flotte di navi dei carabinieri che proteggono la privacy del premier, o meglio, tutelano le sue perversioni per le minorenni o per le docce saffiche. Una parte di Sardegna che resiste all’uomo e al suo cemento, a Cappellacci e alle sue licenze decennali ai gestori degli ombrelloni che privatizzano e invadono le spiagge.

     

    Un gioello che grazie all’istituzione dell’Area Marina Protetta, ha prima salvato, poi recuperato e oggi ripopolato gli splendidi fondali, in cui ormai barracuda, cernie e branchi di coloratissimi pesci sono all’ordine del giorno e attirano nell’isola migliaia di subacquei ogni anno. L’area, tutelata dal Ministero dell’Ambiente, è stata suddivisa in tre zone: rossa, riserva integrale, gialla, riserva generale, e azzurra, riserva parziale. All’ingresso di ogni accesso al mare, un grande cartello ti ricorda i divieti, e ti prega di preservare il paradiso naturale. Inoltre, la Capitaneria di Porto di Olbia, anche nelle zone B e C, ha vietato l’ancoraggio, salvo che sui fondali sabbiosi o ciottolosi nelle aree apposite e la pesca subacquea, le moto ad acqua e gli sport acquatici con l’uso di attrezzature a rimorchio. E l’omino con il fucile sbarrato, è sempre il primo dei divieti. La stessa Guardia Costiera che ogni anno invita, con tanto di spot televisivi, a denunciare eventuali abusi, a segnalare infrazioni che potrebbero arrecare danno al patrimonio sardo. In teoria, chi non lo fa, è omissivo. Quando vieni in Sardegna ogni anno, quando con la maschera e il boccaglio ti immergi nel mondo popolato da posidonie, occhiate, saraghi e murene, impari ad amarla e ad esserne geloso, come se stessi accanto alla donna più bella del mondo minacciata dagli sguardi dei maschioni isolani. Così quando mi è capitato di sorprendere i terroristi dei mari, ho sempre preso il telefono e chiamato la Capitaneria, rendendomi disponibile, qualora fossero intervenuti, a firmare una denuncia.

     

    Le infrazioni più comuni, alla faccia dell’Area protetta, sono l’uso del fucile subacqueo e l’asportazione di materiale protetto, come le rare stelle marine e l’ancoraggio ad un metro dalla battigia. Già lo scorso anno avevo segnalato il fatto che una squadraccia di toscani stesse setacciando il fondale a pochi metri dalla riva, facendo strage di polpi e slalom tra i bagnanti con i loro arpioni appuntiti. D’altronde è come sparare in un metro quadro popolato da mille conigli con proiettili a pallettoni. Fornisco le mie generalità, il mio recapito e vengo rassicurato sull’intervento di una squadra. Dopo qualche secondo suona il telefonino. «Si?». «No, è la Guardia Costiera, volevamo controllare se il recapito era suo» mi dicono con accento sardo-bolzanino. «Mandate qualcuno o no?». «Certo». Quella sera non arrivò nessuno, e io, il denunciante tradito, mesto tornai a casa.

     

    Ora torniamo all’anno del signore 2009. Due giorni fa, nella splendida micro spiaggia di Cala Ginepro, ecco una altro predone armato. Questa volta è sardo. Se non gliene frega nulla a lui della sua terra, figuriamoci agli altri. La venerea moglie allatta il figlioletto sotto l’ombrellone e lui si perde tra i flutti. Prendo il telefonino. Solita procedura: «le mandiamo subito qualcuno». «Grazie, tra l’altro è pieno di bambini qui». Grazie al dio dei mari, il sardo esce mesto e a mani vuote dall’acqua, dopo aver sparato un paio di colpi in aria per dare spettacolo. Pericoloso? Ma quando mai! Anche questa volta, naturalmente, nessuna candida divisa giunge a punire il pirata dei Caraibi. Ultima parte della vacanza divenuta un’inchiesta sui controlli costieri: ieri, un gruppo di decerebrati romani inizia dalle prime ore del pomeriggio a infrangere tutte le regole, una dietro l’altra. Prima raccolgono due stelle marine e le portano fuori dall’acqua, per le foto in posa e per vantarsi con le donzelle (dico io, prova a prendere una murena con mani, maledetto capitolino). Poi con il solito fucile sterminatore si lanciano all’attacco della fauna, portando a casa due-tre pesci abbastanza in carne. Il petto del pescatore oramai sfiora il cielo a fronte delle facce stupite delle donne. Solita mesta scena: chiamo, fornisco i miei dati, e dico che se questa volta non mandano nessuno li denuncio. «Guardi, le assicuro che pomeriggio le mando qualcuno». Già, l’uomo invisibile in effetti arriva, ma purtroppo lo perdo di vista.

     

    I romani, guidati dal gladiatore con panza e maglietta dell’Italia, pregustano già la grigliata. E io provo a sperare che o il mare o il meccanismo del fucile facciano qualcosa, tipo incepparsi e sparare all’indietro. Niente, la grigliata si farà. Un consiglio: se in Sardegna avvistate qualche reato, qualcuno che pesca con il fucile, non chiamate la Guardia Costiera, ma unitevi a lui, magari un’orata o una spigoletta ve la regala.

  11. Il milanese Stefano Martelli, 48 anni, è in Costa Azzurra. «Chiarirò tutto con la polizia»

    Lo yacht fantasma e la vendetta corsa

    L’armatore telefona: sono vivo. Il nipote: attaccati perché italiani

    MILANO — L’uomo del gial­lo di Calvi è vivo e vegeto in Costa Azzurra. In Francia, con i figli e l’ex compagna. La solu­zione del mistero dello yacht semiaffondato al largo della Corsica, è tutta nella testa di Stefano Martelli, il 48enne mi­lanese titolare della System Charter.

     

    E lui, il propietario dell’im­barcazione da 18 metri trovata crivellata di proiettili venerdì scorso all’imbocco del porto Xavier Colonna, ha garantito all’Interpol che prima o poi chiarirà tutto. Spiegherà il mi­stero della «Lueduevidue», spiegherà che non c’erano pas­seggeri. «La barca non è mai stata noleggiata, erano ancora in corso lavori di restauro». Come ci sia finito lo yacht a picco resta un giallo insoluto. Martelli agli investigatori non lo ha voluto raccontare. Non è ancora rientrato in Italia. Si è parlato di debiti (due protesti a suo carico per 5 mila euro to­tali), si è parlato di un conto non saldato da 13 mila euro al­le autorità portuali, ma soprat­tutto s’è parlato dei modi spic­ci degli ormeggiatori di Calvi. «Un porto da evitare», come hanno raccontato due lettori nei giorni scorsi al Corriere.

     

    Lo yacht nelle acque della Corsica c’era arrivato lo scorso aprile. Qui, come racconta il ni­pote Alessandro Martelli, che a Milano lavora come commer­cialista, doveva nascere la ba­se della società di noleggio. In realtà le attività della System Charter non sono mai iniziate: «La barca, un Baia 60, era stata acquistata nell’aprile del 2006 al cantiere Gatto di Salerno. Mio zio l’aveva permutata con un’altra imbarcazione — rac­conta il nipote —. Poi ad apri­le il trasferimento a Calvi. La barca valeva sui 280 mila eu­ro, ma erano necessari alcuni lavori». È stato lo stesso com­mercialista a seguire su delega dello zio il trasferimento in Corsica. Poi gli affari non sono decollati. «Ho rimesso il man­dato professionale, con la so­cietà non ho mai avuto alcun legame. Per me era solo lavo­ro, lavoro contabile».

     

    L’azienda di noleggio ha se­de presso lo studio del com­mercialista in viale Abruzzi 11, ma la gestione imprenditoria­le è sempre e solo stata in ca­po a Stefano Martelli e alla ex compagna di origini portoghe­si: «Non so come mio zio stia gestendo questa vicenda. Io l’ho invitato a rientrare in Ita­lia e a chiarire tutto con la poli­zia ». L’ultima telefonata ieri mattina: «Ho capito, chiarirò prima o poi», ha assicurato l’imprenditore.

     

    Cosa sia accaduto lo scorso 21 agosto resta un mistero. Ste­fano Martelli ha lasciato Calvi dieci giorni prima. La barca era ormeggiata lungo la ban­china. Lui, venerdì scorso, era già in Costa Azzurra. Per Ales­sandro Martelli la truffa all’as­sicurazione è un’ipotesi remo­ta: «In quel porto succedono cose strane. L’idea di una nuo­va società di noleggio, per giunta italiana, dava fastidio. Gli ormeggi sono stati tagliati di proposito. Non ho dubbi».

     

     

  12. http://www.osservatorio-sicilia.it/2009/69...alute-pubblica/

     

    La cosa che ci siamo chiesti ed abbiamo chiesto, ottenendo risposte tutte da verificare ma che esponiamo, è: perché i ricci di mare non si trovano nelle pescherie ? E perché vengono offerti al pubblico da improvvisati “pescatori” che espongono la merce su bancarelle mobili e li vendono per strada in barba alle norme igieniche e sanitarie.

  13. http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?...mp;sezione=News

     

    Finora la mattanza di Taiji era un segreto tutto sommato ben custodito o perlomeno ben celato all'opinione pubblica mondiale. Non mancavano voci di pratiche di pesca truculenta nella cittadina giapponese dove, all’apparenza, il delfino viene venerato (a Taiji ci sono statue, mosaici e murales di delfini ovunque), ma mai occhi «estranei» avevano potuto vedere quanto davvero accade in quella baia.

  14. Nei giorni scorsi (15 e poi il 22 agosto) Federico Mana ha stabilito prima il record italiano in assetto costante - 100 mt (tempo 3' 01") e poi quello in FIM a - 92 mt (3' 24").

     

    :clapping::clapping::clapping::clapping:

     

    I miei complimenti a Federico, persona splendida, gli auguro di migliorarsi ancora nelle prossime settimane .... ce n'ha ancora ed è in anticipo sui tempi previsti (finestra 6- 13 settembre per quel che ne sapevo).

     

    :thumbup:

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