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Pepu

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Risposte pubblicato da Pepu

  1. Fabio, di sicuro la cernia è importante in gara, come lo è una tana di corvine, che salvo sfiga, ce le ritrovi e se sei capace le prendi.

    Non credo che i pescatori della Nazionale di PIA, chiunque essi siano, abbiano problemi a catturare una preda che "normalmente" insidiano quando pescano per conto proprio.

    La differenza strategica non la fa la cernia in una gara internazionale nel mediterraneo, ma il campo gara dove viene disputata la gara.

    Se la si fa in Spagna, o a Catania, pensi che possa fare differenza per gli atleti spagnoli o italiani? ;o)

    Non è un caso che alla gara internazionale di Lussino gli italiani, almeno finché ha gareggiato Stefano Claut, abbiano vinto quasi sempre, c'è chi pesca solo in quei posti ed ha le mire di centinaia di spot isolati con i pesci.

    Noi saremo sempre penalizzati quando le gare si disputeranno in mari con prede completamente diverse da quelle normalmente insidiate e non credo che la differenza la faccia la bravura dei singoli, quanto le risorse da destinare per i sopralluoghi e le preparazioni dei campi gara.

    Ragioniamo giustamente da tifosi, ma poi dimentichiamo che la pesca in apnea agonistica non è come il calcio, purtroppo...

    Ciao.

  2. ...con l'etá le cose mi vengono in mente a spot... e poi ti capita di sentire o leggere in giro: ah, se la gara si fosse disputata senza distanze da terra, Caio (sempre lui) avrebbe stravinto! O viceversa...

    Ma in acqua ci stava anche Caio con le stesse condizioni degli altri ma non è andato benissimo, quindi, come la mettiamo?

    Regolamento, campo gara, condizioni meteo, salvo situazioni limite sono uguali per tutti in quel momento, un pizzico di culo e la bravura/esperienza fanno la differenza.

    Mi piacerebbe organizzare una gara solo all'aspetto, in Liguria, con vento da terra, acqua limpida e luna piena, chissà se si riesce! :-) :-) :-)

    Ciao!

  3. Riaggiungo... Daniele se vuoi farti un'idea degli agonisti "più forti" degli ultimi 10/15 anni, guarda i nomi dei primi dieci ed evidenzia quelli che compaiono spesso, se non sempre, anche se magari non hanno mai vinto.

    Quelli avranno saputo distinguersi con costanza, in condizioni diverse, campi gara, avversari e prede sempre diversi, rimanendo sempre nel Gotha degli agonisti, ecco, quelli saranno i più forti!

  4. Beh Daniele, infatti mi sembra quantomeno utopistico omologare le gare solo per tipo di tecnica, già si fatica a controllare che tutti gli atleti rispettino le attuali regole, come si fa a verificare se nella gara di pesca all'aspetto uno cattura una preda in tana, con la telecamera attaccata in testa ad ogni atleta, con un GPS?

    Ci sono dei regolamenti e degli atleti che portano più pesci di altri, quelli sono i più forti, agonisticamente parlando.

    L'atleta più forte per definizione è quello completo, cioè colui in grado di pescare dalla schiuma, alla tana, alla profondità importante, ma non è detto che poi abbia la capacità di leggere la gara e catturare più pesci di altri.

    Così sono le gare di pesca e ci possiamo mettere anche tanti altri sport dove la componente strategica e caratteriale spesso fanno la differenza.

    Aggiungo, nelle competizioni di pesca in apnea si primeggia anche per un mix di bravura, malizia, fortuna e tanta esperienza che spesso esalta tutte le condizioni precedenti, nulla a che vedere con la pesca che ciascuno fa per contro proprio, al di fuori delle competizioni, dove può essere anche un fenomeno!

  5. Se posso esprimere il mio parere, da uno che le gare le fa, anche se senza lasciare segno e che (poche volte) ha anche avuto la fortuna di fare da barcaiolo a Marenco in ex seconda categoria e semifinali, credo che reintrodurre la cernia sia del tutto irrilevante.

    Tutti i pescatori agonisti e non insidiano la cernia quando ne hanno la possibilità e mi risulta che anche quelle avvistate durante le preparazioni e/o competizioni, spesso "cadono" nei giorni successivi...

    Che valore aggiunto darebbe la cattura di una cernia?

    A livello di competizioni nazionali (intese come del territorio italiano), credo poche, se non l'effetto boomerang delle proteste dei soliti pseudoambientalisti e anche... di qualche pescatore locale.

    Potrebbe avere un senso solo nelle gare finali con formula a gommone, perché nelle selettive con FAN si rischierebbe che qualche neo-agonista, brevettato, si, ma non ancora adeguatamente esperto, possa azzardare troppo nella ricerca del pesce/svolta della gara.

    Nelle gare internazionali, visti gli scenari così mutevoli dei vari oceani, con prede inusuali per i "mediterranei" e regolamenti particolari dissimili dai nostri, obbligherebbe a specializzarsi in quel tipo di pesca in loco, dove non è detto che la cernia sia ammessa, per cui non agevolerebbe la crescita tecnica dell'agonista con vocazione internazionale.

    La situazione oggettiva è che le gare sono sempre più povere di catture, anche quando gli agonisti sono di ottimo livello.

    In quasi tutti i campi gara è quasi OBBLIGATORIO pescare razzolando ed in tana ed i motivi sono già stati ampiamente spiegati.

    I campi gara che vengono autorizzati bene o male sono sempre gli stessi e, complici le restrizioni continue con AMP e amenità varie, sono comunque tartassati da tutti i livelli di pesca, professionale, di superficie, subacquea e bracconiera, per cui, finché c'è salpa e tordo, grongo e murena, c'è speranza ed una cernia, ammesso che si trovi, può solo spostare il risultato di una competizione, aggiungendo quella quota di casualità, benché legata all'indubbia capacità di chi la catturerebbe.

    Se si potessero disputare le gare in zone ricche di pesce, allora si potrebbe ragionare diversamente.

    Chi non ha mai partecipato o visto dal vivo una competizione al mare, può solo esprimersi per "sentito dire", soprattutto se si parla di "valori" degli agonisti.

    La bravura di un pescasub agonista si misura esclusivamente con i risultati, nemmeno con i titoli, ma con la costanza di trovarsi con regolarità nelle posizioni di vertice, segno che in condizioni diverse, mari e campi gara diversi, i pesci li leva sempre, anche quando sono pochi.

    Se uno vince prendendo dentici e ricciole in gara, è stato bravissimo perché ha saputo interpretare una strategia di gara vincente, ma se non si ripete rimarrà solo un bravissimo pescatore baciato dalla buona sorte in gara.

    Per cui, non sono in grado di giudicare se al tempo fu una scelta giusta quella di eliminare la cernia dalle competizioni, ma di sicuro oggi non vedo la necessità di una sua reintroduzione.

    Ciao. Pepu.

  6. Andrea Vr,

    non posso mortificare tutti, se vengo poi mi tocca vincere!

    Lo sai, così come non sono un apneista di lunga permanenza e percorrenza, men che meno lo sono di profondità.

    Mi piacerebbe esserci, come sempre, per fare una nuova esperienza e vedere i tanti amici che ci saranno, ma al momento ho altre priorità che mi assorbono quasi completamente...

    Mi sto allenando di bestia per il Camp. Europeo di Tiro Sub di Novembre, ma il primo ed importante test da superare sarà quello dello Stage con la Nazionale fra due settimane, dove il CT dovrà comporre le squadre per le diverse discipline ed io voglio essere pronto e competitivo in tutt'e tre!

    Divertitevi.

  7. GGP... ma quali fucili da 100 euro che sparano a 4 metri... non ci credo nemmeno se lo vedo con i miei occhi... :-P

    Ciascuno ha il diritto di comprare e spendere come vuole.

    Se le cittá metropolitane pullulano di costosissimi SUV con cui affrontare le dune degli incroci, non vedo perchè uno non possa decidere (con i suoi soldi) di spendere un mese del mio stipendio per un fucile.

    Che poi ci riesca anche a prendere i pesci è tutto da vedere.

    Quelli a cui si rivolge l'articolo di Max sono i neofiti che "pericolosamente" associano il binomio fucilone e profonditá pensando di bruciare le tappe.

    Nelle zone di pesca che frequento io noto pesci sempre piú piccoli e sempre piú smaliziati ma la mia scelta è di cercare di migliorare la mia tecnica ed avvicinarmi per aumentare le possibilità di cattura, destinando solo a spot dove spero (invano) di trovarci prede piú blasonate.

    Alla fine, come lo feci anch'io, sono tanti che affidano alla gittata del proprio schioppo la sorte della cattura, finendo per spaventare ancora di piú i pesci del sottocosta.

    L'evoluzione dei fucili porterá a sparare sempre piú lontano di questo passo...

  8. Ribadisco quanto già espresso in precedenza, grande prestazione anche questa di Davide e grandissimo rispetto per questi grandi Campioni, ma mi risulta che nessuno possa parlare agli atleti durante il protocollo d'uscita, invece era tutto un "tocca! tocca! tocca!", solo questo bastava per invalidargli la prova e senza che lui c'entrasse nulla.

    Molto meglio omologare i record fatti in occasione delle competizioni, come dovrebbe essere.

    Le altre prestazioni possono essere catalogare come primati, che servono giustamente agli atleti per fare ciò che gli viene meglio e senza che ci siano rigidi protocollo d'uscita che a quel livello, abbiamo visto che spesso lasciano dubbi e polemiche...

  9. Figurati, Luca.

    In piscina ci vado pure troppo...

    In questo periodo mi alleno il martedì ed il giovedì sera ad Alzano Lombardo, durante l'orario del nuoto libero dove non si possono usare le pinne, a meno che non sia l'unico in corsia, evento che capita rarissimamente e solo a ridosso dell'orario di chiusura...

    Però sto facendo la preparazione atletica per gli imminenti impegni agonistici di pesca e tiro sub e devo sopportare tutto...

    Ad ottobre si ricomincia con gli allenamenti di apnea, per cui posso chiedere agli amici della Sommozzatori di Almé se un venerdì sera ti ospitano per una seduta di allenamento.

    Non sottovalutare l'allenamento in piscina, per noi pescatori diventa FONDAMENTALE, credimi!

    Se aspetti di migliorare la tecnica solo sfruttando le uscite di pesca, con la nostra scarsa frequenza c'è il rischio che ci vogliano degli anni...

    Parliamone... Ciao.

  10. Luca Fishlaw, ci vai in piscina?

    Per migliorare la pinneggiata è molto più facile se riesci a lavorare in piscina piuttosto che nelle azioni da pesca.

    Io non sono un grande pinneggiatore, ma credo di non cavarmela nemmeno male.

    Se riuscissimo a trovarci insieme in piscina potrei provare a darti qualche suggerimento, diversamente, se non vedo come pinneggi è difficile dirti come migliorare.

    Tendenzialmente, tanti fanno la bicicletta, nel senso che piegano troppo le ginocchia e non sfruttano la caviglia per completare il movimento ottimale della pinna (da adattare in base alla pala che si usa, talvolta).

    Un valido esercizio è quello di appoggiarsi contro uno dei bordi della piscina e muovere le gambe a stile (senza pinne), come se si volesse "spingere" la piscina, con le braccia tese.

    Il piede è proteso in avanti e schiaffeggia la superficie dell'acqua, la testa è immersa (usa lo snorkel) ed il corpo in generale deve stare il più parallelo possibile alla superficie.

    Si lavora molto con i glutei tenendo la gamba abbastanza tesa, quindi il movimento parte dal gluteo che deve sollevare l'intera gamba minimizzando la piega del ginocchio.

    Sarebbe ottimale se ci fosse qualcuno a dirti come stai andando ed a correggerti eventuali errori...

    Poi si passa alla tavoletta, sempre senza pinne, e si fanno le vasche cercando di muovere le gambe come sopra descritto.

    L'avanzamento sarà lento, ma ci si deve concentrare non sulla velocità del movimento delle gambe, ma sul fatto che non si piega il ginocchio.

    Solo in ultimo passi alle pinne corte da snorkeling che userai ripetendo le sequenze già elencate per capire se la pinneggiata è efficace.

    Un metodo per valutare i progressi è quello di fare la vasca sia in superficie che in apnea contando il numero di pinneggiate.

    Lo puoi fare prima di iniziare gli esercizi e confrontarlo con i progressi successivi, verificando che le pinneggiate calino di numero per fare la stessa distanza (già due/tre cicli in meno sono un bel risultato).

    C'è da lavorare molto in superficie per avere i benefici anche in immersione.

    Se posso esserti d'aiuto fammi sapere! Ciao.

  11. Sarino, copia l'indirizzo ed incollalo nel post, così che se anche non funziona il link, ciascuno può copiarlo a sua volta ed aprire il video su di un'altra finestra.

    A questo punto sono curioso!

    Un abbraccio.

  12. D'accordo quasi su tutto.

    Credo che gli effetti di determinate condotte protratte all'estremo nel tempo si potranno valutare clinicamente non prima di 20/30 anni, perché prima d'ora non c'erano queste problematiche legate all'apnea agonistica, alla peggio si moriva per avere iperventilato nella pesca.

    Sul fatto che gli atleti non ricordino cosa succede negli ultimi metri fino al protocollo, mi piacerebbe sentire qualcuno di quelli di alto livello, perché io credo che siano perfettamente coscienti di quello che gli accade, salvo casi limitati dove l'atleta piuttosto avrà perso la memoria recente in seguito ad un principio di BO, ma fino a quel momento era padrone delle sue azioni.

    La mia unica samba catalogata in BO ad una gara di DYN, durata 3 secondi e fortunatamente ripresa in video così che ho potuto rivedere tutti gli errori (cazzate!) che avevo fatto, non mi ha tolto nessun ricordo, anzi ero assolutamente lucido e ricordo bene tutto finché non mi sono appoggiato al bordo dove è come se mi avessero spento l'interruttore per 3 secondi.

    Vedendo Andrea Vitturini che dopo 8 minuti di statica chiude il protocollo sorridendo e toccando il piattello prima con la testa, o l'indomani nella dinamica con attrezzi (sempre vincendo), mettendosi a flirtare simpaticamente col Giudice mentre cercava di chiudere il conteggio aggiuntivo, dopo un'altra uscita impeccabile non credo che sia stato rimosso dalla sua coscienza, però proverò ad indagare per saperne di più!

  13. Davide, rispetto il tuo pensiero, ma se il regolamento prevede questi margini di discrezionalità da parte del Giudice che prima erano meno elastici, dando spesso adito a contestazioni e malumori, è quasi inevitabile che l'atleta cerchi di standardizzare il protocollo d'uscita per non invalidare la propria prestazione.

    Magari mi sbaglio, ma non mi risulta che atleti (parliamo solo di quelli di alto livello), arrivino volutamente alla samba un certo numero di volte in allenamento per essere pronti a chiudere il protocollo, piuttosto, lo fanno ormai talmente in automatico che anche in situazione critica i gesti partono da soli.

    Sanno benissimo che non fa bene alla salute arrivare al limite e peggio, superarlo.

    Nella mia pur modesta esperienza nell'apnea agonistica indoor (tanto da spettatore, poco da atleta), vedo quello che conta e cioè atleti di vertice che escono pulitissimi, anche facendo il record e vincendo ed ogni tanto qualcuno che fa uscite dubbie, che a volte vengono validate, altre no.

    In quella fase, il confine col BO è davvero sottilissimo, difficile fare qualcosa volontariamente, credimi e parlo per esperienza, purtroppo.

  14. Purtroppo, Davide, è proprio così, non c'è altro da aggiungere.

    I regolamenti sono questi e talvolta sono gli stessi atleti a chiedere che vengano integrati con determinati accorgimenti.

    Gli stessi atleti, possono sempre decidere (almeno nell'apnea indoor) di riemergere prima di trovarsi in quella situazione.

    Per fortuna, riferendomi alle prestazioni di alto livello, la quasi totalità delle uscite è veramente pulitissima e solo pochissime lasciano il beneficio del dubbio, evolvendosi quasi sempre in uscite non valide se non in veri e propri BO.

    Nell'apnea in acque libere saltano alcuni schemi, perché l'atleta deve capire bene se è il caso di raggiungere la quota che ha predeterminato, facendo un'uscita come si deve o finendo in BO, che non fa mai bene alla salute...

    C'è però da considerare una cosa, anche a quei livelli l'atleta difficilmente è in grado di decidere fino a che punto tirare l'apnea (di qualsiasi genere) mantenendo la padronanza di sé, perché il confine è talmente sottile che talvolta ci si ritrova in "zona rossa" anche senza averlo voluto.

    Se in Formula 1 corrono troppo è vero che possono intervenire i regolamenti a tutelare l'incolumità dei piloti, ma alla fine in macchina ci sono sempre i piloti a decidere quanto rischiare, spingere sull'acceleratore e ritardare la staccata...

  15. Ho riguardato meglio il filmato dell'uscita, la mano che lo tocca è quella sinistra del giudice, non dell'assistente come mi era sembrato in un primo momento.

    Con tutto il rispetto per la persona del giudice, mi sembra che abbia commesso un errore grossolano appoggiando prima la mano sinistra ad Homar e poi sorreggendosi dal cavo, invalidando di fatto per BO (con relativa interdizione dall'attività agonistica e rifacimento della visita medica per ottenere la nuova idoneità).

    Non comprendo il perché della sua indecisione nel validare o meno la prova, l'ha invalidata lui a prescindere...

    Il tocco di Homar è arrivato (sulla testa sbagliata) dieci secondi dopo l'apertura delle braccia, cinque dopo il termine del conteggio e anche lì non mi pare che ci siano dubbi...

    Domanda, visto che dal video non riesco a sentire l'audio, ma il Giudice contava col boccaglio in bocca?

    Non che cambi molto, ma la scansione netta dei secondi a volte aiuta l'atleta a recuperare prima e soprattutto ad individuare bene chi è il Giudice, perché in quel momento di sicuro non si è affatto lucidi.

    Per il resto, credo che il Giudice umanamente abbia cercato di fare il possibile per farsi individuare da Homar, posizionandosi frontalmente e questo deve avergli fatto perdere la stabilità tanto da aggrapparsi al cavo, non dopo averlo toccato...

    Secondo me il protocollo d'uscita in acqua libere dovrebbe essere rivisto per evitare situazioni accidentali simili rischiando di invalidare prestazioni così estreme.

    Non sarebbe meglio utilizzare lo stesso sistema dell'apnea indoor con un piattello colorato da toccare sorretto a debita distanza e due assistenti pronti ad intervenire solo dopo che il Giudice da l'ok?

    L'atleta davanti a se avrebbe solo il piattello e non diverse teste che in quel momento di sicuro non riesce a distinguere.

    Rimane una grande prestazione che sono certo verrà replicata senza che rimangano dubbi...

    Ciao.

  16. Nutro una grande stima nei confronti di Homar e posso solo immaginare i sacrifici enormi che ha dovuto sobbarcarsi per arrivare pronto ad una prova del genere.

    Storicamente, sono state convalidate uscite simili, l'unica cosa che mi domando è se il contatto della mano dell'altro giudice sia stata richiesta dal giudice capo o iniziativa personale, in ogni caso, se qualsiasi assistente o giudice che sia tocca l'atleta prima della convalida definitiva, l'uscita, purtroppo, non può essere convalidata a prescindere e questo mi dispiace molto per la grande prestazione di Homar a cui vanno in ogni caso i miei più sinceri complimenti!

    Uscite simili a questa capitano agli atleti di alto livello e Homar, paradossalmente, l'ha anche gestita bene, indipendentemente dalla valutazione di merito.

    Questa è l'apnea a quei livelli, che piaccia o no...

    Rispetto alle uscite delle dinamiche lineari, l'atleta non può scegliere quando uscire, rafforzando il concetto di errore in caso si protocollo non completato o BO, giustamente punibile con la non validazione, se scendi a quella profondità devi per forza uscire dall'acqua in superficie per potere respirare, quindi, le uscite così al limite credo siano quasi inevitabili se le quote sono effettivamente oltre il potenziale.

    Probabilmente, la ricerca (più che legittima!) di questi record espone i giudici a responsabilità che vanno oltre il proprio ruolo istituzionale, sapendo tutto il lavoro e gli investimenti che ci sono dietro, penso che sia meglio omologare solo i risultati delle competizioni, dove, a mio modestissimo parere, i giudici sono più sereni e sono chiamati a decidere in un contesto dove ci sono molteplici prestazioni da valutare e non solo la performance del record.

    Gli va reso ulteriore merito di essere stato molto onesto, lui sa bene come sono andate le cose!

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