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Pepu

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Risposte pubblicato da Pepu

  1. Alla capra e i cavoli ci aggiungi anche il lupo...

    Se hai un serbatoio piú capiente avrai piú autonomia, ma l'ossigeno nell'aria sará sempre il 20,96% (ottano piú, ottano meno...).

    Massimo, con la logica non si spiega la fisiologia, per quello ci vuole un medico e delle solide basi scientifiche, cosa che a me manca...

    Oggi ho fatto il mio allenamento con la cyclette (non posso ancora correre), al mio terzo biathlon dopo 25 minuti di pedalata ad una media di 160 bpm circa, con 20 secondi di apnea intervallati da 5 secondi di respirazione (tre atti pieni e veloci), a meno che il cardiofrequenzimetro nelle manipole della cyclette sia fallato, la frequenza cardiaca della quinta apnea é scesa a 70 bpm. tanto da farmi preoccupare...

    Oltre alla normale fame d'aria a bestia, non ho avuto altre sensazioni, ma se ho capito quello che stava per succedermi, ero molto vicino ad un B.O. e se le stesse condizioni le avessi avute in risalita da un tuffo, molto probabilmente mi sarei "spento".

    Sperimenta pure fuori dall'acqua, ma non pensare di applicare la tua logica all'apnea in immersione perché rischi fortemente di lasciarci le penne!

    E mi dispiacerebbe moltissimo!

  2. Volevo aggiungere una cosa, parzialmente ripresa da Fabio, che la spiega bene anche se poi va in parziale contraddizione con la storia del "fiato corto", riguardo l'iperventilazione.

    Il ritmo respiratorio è comandato dal centro respiratorio bulbare (Malpieri docet) che, come più volte ribadito in questa discussione, rileva l'aumento di anidride carbonica e comanda la frequenza della respirazione cardio-polmonare, proprio per ridurre i livelli di CO2 nel sangue.

    Da qui ne discende che senza che noi ce ne rendiamo conto, respiriamo più o meno velocemente in funzione di ciò che stiamo facendo, dormendo, passeggiando, lavorando intensamente o correndo.

    Tutto ciò che è deciso dal nostro centro respiratorio bulbare e che noi non modifichiamo scientemente, NON E' IPERVENTILAZIONE.

    Le alterazioni della respirazione dovute a patologie o stati psicologici particolari, non credo che rientrino in un quadro compatibile con quello che affrontiamo in immersione, perché semplicemente, saltano tutti gli schemi...

    Se invece noi decidiamo di fare 3, 5, o 10 atti diversi da quelli necessari al nostro organismo, tecnicamente STIAMO IPERVENTILANDO e su questo credo che non ci possano essere molti dubbi, quello che diventa pericoloso è l'iperventilazione "non controllata e protratta", spero di essermi spiegato bene. Ciao.

  3.  

    Ma allora se l'iperventilazione non dà piu O ma abbassa solo la co2 come è possibile che ci sia questa differenza di prestazione su una bicicletta controllando la respirazione??

     

    Non credo che l'iperventilazione non dia più O2 in assoluto... dipende da quanto O2 si ha a disposizione.

    Quando si è in carenza di ossigeno (come ad esempio dopo una lunga apnea) il corpo ci fa iperventilare spontaneamente proprio per ripristinare i valori di O2 (alzandone la concentrazione) e di CO2 (abbassandone la concentrazione) precedenti il lavoro che ha indotto l'alterazione di quei gas.

    Quando corri o vai in bicicletta, dopo un po' vai in debito di ossigeno ed è normale che una forma di iperventilazione (naturale o "studiata") tenda a farti stare meglio.

    Quando invece ti stai preparando per un'apnea, si presume che tu non lo faccia partendo da una condizione di debito di ossigeno, ma da una di "riposo", in cui i valori di O2 e CO2 non sono stati ancora alterati, ed è in questo caso che iperventilare eccessivamente non serve a fare il pieno di "benzina" perchè bastano 3 profondi atti respiratori, cioè una brevissima iperventilazione, per disporre della massima quantità di ossigeno (la benzina) che il nostro corpo può incamerare.

    Superare quei 3 profondi atti respiratori, a riposo, non comporta un aumento di O2 ma solo un abbassamento di CO2.

    Inoltre una respirazione diversa da quella fisiologica non è sempre un'iperventilazione, perchè può essere anche una ipoventilazione, vedi il "fiato corto" degli ansiosi che dopo un po', a causa della "fame d'aria" da carenza di ossigeno, li costringe al classico sospiro per ripristinare O2 e CO2...

    Direi la maggior parte degli apneisti iperventila in qualche modo, fermo restando che lo si può fare in diversi modi: esiste un'iperventilazione basata sull'incremento della frequenza degli atti respiratori, un'altra su quello del volume ed un'altra ancora su quello di entrambi i parametri.

    Ma attenzione, a stabilire se iperventiliamo, in definitiva, è l'aria complessivamente in entrata ed in uscita dai polmoni nell'unità di tempo, atti respiratori più voluminosi o più frequenti non comportano sempre iperventilazione, perchè può anche succedere che incrementando il volume degli atti respiratori ed al contempo diminuendone drasticamente la frequenza (ad esempio nel mio caso può avvenire con un atto respiratorio completo al minuto), si vada in debito di ossigeno e quindi in ipoventilazione.

    Lo stesso può avvenire facendo l'esatto contrario, cioè incrementando molto la frequenza degli atti respiratori (ad esempio con 2-3 atti respiratori al secondo) ed al contempo riducendone drasticamente il volume.

    In altro modo ho constatato con questo test che anche il cuore sforza meno e mantiene un ritmo molto piu regolare

    Massimo

    Quanto è durato il test?

    Ciao Fabio,

    non sono d'accordo sulla prima parte del tuo discorso, quella in cui sostieni che l'ossigeno puó aumentare respirando.

    La percentuale contenuta nell'atmosfera al livello del mare rimane sempre il 21% scarso, per cui puoi respirare come un dannato ma la percentuale che tu immetti nei polmoni rimane sempre quella.

    Il bisogno di respirare di piú dopo un tuffo é legata unicamente allo smaltimento dell'anidride carbonica accumulata che é ció che dá lo stimolo alla ripresa della respirazione come lo stesso Max ha scritto nel primo intervento.

    Quello che tu intendi é che ci vuole un tempo per ripristinare i valori della pressione parziale dell'ossigeno nel sangue dopo l'apnea, ma la sua carenza non é avvertibile in alcun modo, da qui la pericolositá e la necessitá di riequilibrare i valori delle pp di tutti i gas prima di affrontare un'altra apnea.

    Al caro Tango dico solo che non puó mischiare capra e cavoli, l'apnea é una cosa, l'apnea in immersione é un'altra, iperventilare durante uno sforzo muscolare senza fare apnea non é assimilabile a nessuna delle precedenti.

    Nell'apnea in immersione entrano in gioco il riflesso trigeminale d'immersione, il blood shift e le variazioni delle pressioni parziali che rendono il quadro piú complesso, motivo per cui l'iperventilazione "protratta" é pericolosa nell'immersione in apnea e ciascuno ha il suo "break point", usando i termini del carissimo Prof. Malpieri del quale sono stato allievo al corso istruttori e del quale (col suo permesso) utilizzo il materiale didattico per i corsi di pesca ai miei allievi.

    Per allenamenti nel biathlon io faccio brevi apnee pedalando, le faccio immergendomi in piscina (biathlon) e le faccio pescando o facendo dinamica lineare in piscina.

    Ad ogni prestazione corrisponde una risposta fisiologica diversa perché diverse sono le condizioni.

    Tango, fai un esperimento... la prossima volta che disponi di una bicicletta da spinning (cosí non ti schianti da nessuna parte!) fai una bella iperventilazione (da fermo) e poi comincia a pedalare in apnea, cosí capirai le sensazioni che subentrano.

    Difficilmente (non in maniera assoluta) andrai in black out a meno che non insisti nel trattenere il fiato, ma unicamente perché il bisogno di respirare vincerá sulla carenza di ossigeno in circolazione, non subentrando quello che accade riemergendo da un tuffo con la diminuzione della pressione parziale dell'ossigeno che unita alla bradicardia indotta dal cervello nel tentativo ultimo di risparmiare ossigeno, dá il colpo di grazia al nostro povero cervellino facendolo spegnere...

    Ciao! Pepu.

  4. Ciao ragazzi, e´solo per fare i miei complimenti al caro amico Piero!!!

    Grande Piero!!!

    e complimenti anche a tutti i partecipanti . Chi partecipa alle selettive continua a mantenere vivo il nostro sport!!!

    Partecipate gente, anche se pensate di non avere chances, anche se pensate di non volere fare una carriera agonistica!

    Vi assicuro che le gare, se prestate attenzione ai dettagli e ascoltate i discorsi degli esperti, sono fonte di enorme esperienza sia per le tecniche di pesca che per le attrezzature migliori.

    Concordo e confermo!

    Nel mio piccolo, ho imparato di più facendo da barcaiolo e partecipando alle gare che non andando a pescare per conto mio!

     

    Per Tango, per partecipare alle gare FIPSAS serve il brevetto di pesca agonistica.

    Io ho appena iniziato un corso a Bergamo, ma immagino che per te sia un po' fuori mano, in ogni caso, ci sono diversi istruttori di pesca nel milanese a cui puoi rivolgerti per sapere se ci saranno dei corsi.

    Ciao.

     

    P.S. Complimentissimi a Piero!!!

  5. Ciao Tacco,

    mercoledì pomeriggio a Malcesine c'erano più pescasub che lucci...

    Temperatura 10 gradi ed acqua non bellissima, ma decisamente pescabile.

    Ho visto qualche luccetto proprio piccolo e ne ho risparmiato uno stimato un kg. e mezzo.

    L'unica occasione l'ho avuta e sprecata perchè proprio mentre facevo la capovolta avevo sotto la mia verticale un bel luccio di almeno 4 kg. che però si è spaventato e non mi ha lasciato il tempo di mettere a fuoco la sagoma ed allungare il fucile per tirargli...

    Almeno ho visto qualcosa.

    Ciao.

  6. Ciao Antonio,

    a luglio dovrei trascorrere una decina di giorni al Camping Formicoli a S. Domenica di Ricadi, a nord di Capo Vaticano.

    La zona è nota a molti e le potenzialità enormi, ma negli ultimi anni di pesci se ne sono visti veramente pochi.

    La profondità non è necessaria, ma bisogna tenere gli occhi bene aperti perché il rischio di essere affettati dalle eliche è continuo...

    Quando si avvicina il periodo scrivimi in privato che ne riparliamo.

    A seconda di dove alloggerai, vediamo di darti le indicazioni migliori.

    In compenso, mare e fondali sono molto belli ma non ti aspettare scene di altri tempi, anche se con le condizioni giuste qualche bell'incontro è sempre possibile.

    Ciao. Pepu.

  7. Ciao Massimo,

    la tua domanda non è affatto banale...

    Il discorso è strettamente legato a quali sono i tuoi obiettivi della pescata.

    Se tu fossi un (allenato) agonista impegnato in una competizione con FAN dove devi arrivare prima di altri in un dato punto e riuscire a pescarci, allora ha senso fare un opportuno riscaldamento selettivo dei vari distretti muscolo/articolari ed un moderato stretching prima della partenza della gara, così da non trovarti subito in accumulo di acido lattico per l'immediato sforzo muscolare.

    In tutti gli altri casi, molto dipende dal tuo stato di forma, cioè, se sei un soggetto normalmente allenato e pensi di fare una bella pinneggiata per raggiungere subito il punto migliore dello spot, allora vedi il precedente paragrafo... altrimenti, è molto più utile entrare in acqua e muoversi con molta calma, ottenendo lo stesso effetto di un blando riscaldamento, senza per questo affaticare una muscolatura non allenata, come avviene nella maggior parte dei casi dei pescasub, soprattutto quelli che hanno passato gli ...anta.

    Nella normale attività di pesca in apnea, la zona che necessita di maggiore cura prima dell'inizio della pescata e che sollecitiamo ben oltre i normali movimenti quotidiani sono il collo, le spalle e la zona lombare, per via delle capovolte, il resto, gambe e braccia, molto spesso le abbiamo già riscaldate durante la vestizione ed il trasferimento dall'auto alla spiaggia...

    Calcola anche la risposta individuale sia al lavoro muscolare che all'adattamento alla profondità ed all'apnea.

    Io sono un "diesel" e se mi butti subito a pescare sulle mie quote limite andrò immediatamente in affanno, necessitando di molto tempo per adattarmi alla profondità ed a tempi di apnea appena decenti, altri partono senza problemi con tuffi a 20 e passa metri.

    Il nostro è uno sport atipico ed è molto difficile fare una programmazione sul lavoro atletico specifico, a meno che non sappiamo di andare in acqua una volta al mese e basta, ma chi ha la fortuna di immergersi tutte le settimane, troverà giovamento in un lavoro muscolare isotonico senza carichi di lavoro importanti, pena il trovarsi in affanno una volta in acqua.

    Quindi, nel tuo caso, sapendo che fai della buona attività fisica e che sei un pedalatore in acqua, non trovo sbagliato fare un leggero risveglio muscolare ed un moderato allungamento.

    Anche sul discorso stretching, se farlo a caldo o a freddo ci sono diverse interpretazioni...

    Farlo a freddo solo per preparare i muscoli ad un movimento diverso dal solito non è controindicato, perché non si lavorerà sull'allungamento massimale ma sull'elasticità del muscolo, senza causare traumi.

    Se invece sono in fase di training e voglio ottenere un incremento dell'elasticità del muscolo tirandolo al massimo, allora è opportuno lavorare a caldo, ma senza trascurare una ripresa del riscaldamento successiva allo stretching, perché se protratto e con l'intenzione di proseguire nel lavoro di training, avendo come effetto quello di "strizzare" i muscoli, allontanerà il sangue già richiamato nella fase di riscaldamento vanificando di fatto il lavoro fatto inizialmente.

    Ciao.

  8. La mia dura una pescata (5 ore in media) accendendola in genere prima di ogni capovolta. Non saprei quanto durerebbe se la tenessi sempre accesa, di certo però non 3 ore

    Ciao, io ho la 400 e dopo poco tempo che la utilizzavo mi sono accorto che il caricamento era troppo rapido e dopo tre o quattro accensioni in pesca (usandola con le stesse modalità tue...) compariva già la spia rossa di batteria scarica e dopo poco tempo si spegneva.

    Tramite un amico rivenditore, ho saputo che da fonti Midland consigliano di pulire i contatti interni dove appoggia la batteria con dell'antiossidante tipo svitol marine o crc.

    Per farlo ho usato un cotton fioc ed ho pulito sia il contatto interno che quello della batteria.

    Tieni presente che a vederli sembrano puliti e privi di ossido, ma comunque dopo questa operazione la batteria si carica con i tempi normali e la durata è in uso è lunga, non so se come quella dichiarata, ma assolutamente sufficiente per una pescata di diverse ore.

    Fammi sapere se questa operazione ti risolve il problema.

    Ciao. Pepu.

  9. Fucile sbilanciato. Asta troppo lunga, gomme troppo tirate e fusto inadeguato.

    Se vuoi usare lo stesso fucile ti consiglio un'asta lunga 140 cm. monoaletta con aletta sotto.

    Il tiro dovrebbe migliorare.

    Per fucili di misura superiore al 100, soprattutto se il fusto non ha massa, conviene montare due gomme meno tirate con una testata per circolari, diversamente bisogna accontentarsi di un settaggio meno esasperato, con asta più corta e leggera ed elastici non troppo tirati.

    Il problema é che troppa forza non sostenuta dalla massa genera una dispersione di potenza nel rinculo e nelle flessioni di asta e fusto che rendono piú preciso e veloce un settaggio piú leggero, provare per credere.

    In una sola parola... equilibrio!

    Ciao.

  10. Discorso controverso, ma alla fine quello che conta é come viaggia l'asta, alla prova pratica.

    Ho visto tante di quelle teorie smontate che non immaginereste.

    La fisica spiega e prevede, ma le variabili in un arbalete sono innumerevoli e solo le prove, pazienti e ripetute, trovano soluzioni a quasi tutto.

    Le gomme andrebbero tagliate allo stesso coefficiente se caricate sulla stessa pinnetta, quindi con lunghezze differenti, ma se non si fa cosa succede?

    Nulla di strano, a parte il rischio di parrucche, la trazione sará omogenea fino ad un certo punto, dopo ogni gomma restituirá spinte diverse a seconda dell'allungamento... ma comunque con una gran botta!

    Sulle teorie sono sempre più convinto che molto spesso, non sempre, ci facciamo delle gran seghe mentali...

    In conclusione, non vedo il filmato, ma se ha preso il tonno, ha avuto ragione lui...

  11. 50 km per lo piu discesa da 600m a livello mare

    il percorso studiato e provato anche se alcune salite le ho sentite

    in effetti anche lo studio degli spot e il kodo in cui raggiungerli fà parte di questo sport pia

    c'è chi sceglie il gommo chi la canoa

    secondo me anche raggiungere lo spot desiderato in qualche modo è già appagante di per se

     

    ps Ciappuzzo i 30km finali non erano in programma ma qui in Toscana i treni e i pulman hanno orari e corse diversi dalla Lombardia ; )

    chissà che ora che Pepu è fuori gioco col ginocchio a 90 servisse qualche atleta :D :D

    Non ti affezionare all'idea... torno presto meglio di pima (comunque é l'anca, non il ginocchio per fortuna!).

     

    Secondo me, atleticamente tu manco mi vedi!

    Se facessi anche solo 10 km. In piano potrei pescare al massimo entro i 3 metri con 30 secondi d'apnea...

    Rileggi bene quello che ha scritto Mauro nel secondo intervento.

    Se arrivi sfinito alla pescata il peggio che ti puó capitare sono crampi e apnee da schifo, ma lo sforzo intenso fatto DOPO la pescata può comportare insidie imprevedibili...

    In ogni caso, cura in modo certosino l'idratazione, durante e dopo la pescata.

    Ti stimo fratello!

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