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Pesca in Apnea n° 48 – Febbraio 2007

| 1 Febbraio 2007 | 0 Comments

Foto di copertina A. Balbi

Scrivere per gli amici di Apnea Magazine l’introduzione agli estratti dei servizi che appaiono su PESCA IN APNEA, come facciamo ogni mese, è facile, cercando sempre, naturalmente, di catturarne l’attenzione in maniera stringente e, lo speriamo, divertente. Questa volta (ci riferiamo al numero di febbraio di ‘Pesca in Apnea’) però siamo costretti a invertire l’iter della presentazione. Sapete perché? Perchè abbiamo scoperto che c’è un signore, da voi tutti conosciuto, più bravo di noi. E sapete come si chiama? Stefano Bellani.
Nell’intervista che Stefano Navarrini fa a Bellani, alle pagine 62 e 63, a una domanda Bellani risponde, nonostante la straordinarietà del contenuto, con delle argomentazioni aderenti al nostro mondo, riferite con puntualità in un lessico chiaro, onesto e privo di malizie, tanto, da farci decidere di affidare a questo frammento di servizio la presentazione del numero di febbraio della rivista.

Chiede Navarrini: Sicuramente un emozione unica, ma parliamo di situazioni più normali e di pesci catturabili lungo costa: cernia, dentice, ricciola, quali sono gli esemplari più grossi di ogni singola specie che ha mai catturato?

Risponde Bellani: Per la ricciola posso citare un pesce di 52 kg preso durante una crociera-scuola sul banco di Centuri, in Corsica. Avevo dietro un gruppo di allievi e stavamo facendo delle discese sui picchi del banco, al calasole. Durante una di queste discese mi ero messo all’aspetto, appoggiato sul fondo, quando mi sono sentito come osservato, mi sono girato lentamente e ho trovato due gigantesche ricciole praticamente ferme, a osservarmi, a un metro dalle mie pinne. Mi sono girato lentamente e ne ho sparata una perfettamente in testa, fulminandola. La cosa singolare è stata che, mentre risalivo tenendo questo pesce per le branchie, l’altra ricciola mi seguiva standomi praticamente appiccicata. La cernia più grossa che abbia mai preso è invece indubbiamente quella catturata nella prima giornata del mondiale di Palma di Maiorca, nel 1992, che, nonostante il suo peso, mise un forte handicap sul risultato finale della mia gara, che terminai al quinto posto. Era un pesce di 30,200 kg, che avevo già segnato in preparazione, ma che mi volevo giocare a seconda dell’andamento della gara, anche perché ero certo di essere l’unico a conoscerlo, dato che la tana si trovava a 37 m di fondo. L’ultimo giorno di preparazione tornai a verificare la situazione: la cernia c’era, ma a qualche metro di distanza c’era anche un puntino bianco che volli controllare con una seconda discesa. Quando mi avvicinai vidi che si trattava di una tavoletta di plastica con sopra le mire della tana, scritte in francese: inevitabile a quel punto, il giorno dopo, fare la corsa con i francesi per arrivare primo a pedagnare la tana. Cosa che mi riuscì, come mi riuscì di sparare la cernia: peccato che poi mi ci vollero più di tre ore per tirarla fuori e che alla fine non solo ero stremato, ma soprattutto gli altri avevano già preso buona parte dei pesci che avevo segnato. In fondo, è buffo pensare che le mie più importanti catture sono avvenute sempre in circostanze particolari e se parliamo di dentici la cosa è ancora più singolare, perché il dentice più grosso che abbia mai preso l’ho sparato nella schiuma mentre facevo l’agguato a saraghi e spigole. Era un bestione di 10,200 kg che ho dovuto sparare con il fucile che avevo per il pesce bianco, ovvero con un 75 con l’asta mezza spuntata. Dapprima ho intravisto questa gigantesca coda sparire dietro un masso, poi, quando è apparso in tutta la sua grandezza, con la livrea segnata da vistose bande scure come capita quando i dentici si avventurano in acqua bassa, quasi non ci credevo. Ho potuto però spararlo con la massima precisione, tant’è che l’ho praticamente fulminato. Tutto qui, amici di Apnea Magazine. A presto e buona lettura del numero di febbraio di ‘Pesca in Apnea’ che troverete in edicola.

1) Pag. 18: PSICOLOGIA / NELLA PESCA IN APNEA DEVI VOLERE VINCERE di Marco Bardi

Nell’agonismo la determinazione è la marcia in più di ogni campione, ma questo vale anche nelle battute di pesca ricreativa, dove tale dote diventa un’arma vincente.

‘ Quando sopraggiunge il freddo bisogna tirare fuori nuove energie, sia fisiche che mentali. Ma non è detto che il freddo sia sempre e solo un fatto fisico, perchè, a volte, basta vedere qualche bel pesce dopo un lungo periodo andato a vuoto e improvvisamente il freddo scompare. Quindi, si deduce che la sensazione di freddo è anche legata a un fattore mentale. Comunque, è sempre meglio entrare in acqua ben protetti dal freddo, perché il risparmio di energie è sinonimo anche di migliori capacità mentali che, di conseguenza, portano altri benefici’
‘ La concentrazione deve essere sempre ai massimi livelli e ogni volta che il termometro indica un calo sensibile dobbiamo tirare fuori tutte le risorse di cui disponiamo, perchè si deve trovare un nuovo equilibrio. Spesso questo momento coincide con un’inaspettata cattura e ci rendiamo conto che senza quella carica di attenzione non sarebbe stato possibile. Il lato più positivo è che in quel momento ci sentiamo speciali, sappiamo che abbiamo reagito bene e abbiamo raggiunto una nuova maturità quella che permetterà di effettuare il tiro al volo con una fiducia di cui andremo fieri a lungo’
‘ La pesca in apnea ha, si, una buona componente legata alla sorte, ma non si deve mai dimenticare che buona parte delle circostanze si possono condizionare. Non è vero che la fortuna aiuta solo gli audaci, anzi, sarebbe più opportuno dire che la fortuna accompagna i tenaci, quelli che ci credono fino in fondo’

2) Pag. 25: I MAESTRI DELLA PESCA / IN CERCA DI GLORIA di Stefano Navarrini

Pur essendo ancora in cerca dell’acuto che possa laurearlo campione, è già qualche anno che Daniele Colangeli si esprime agonisticamente a buon livello. Pescatore polivalente, abituato a pescare anche in condizioni difficili, è un profondo conoscitore del pesce più frequente nelle sue zone: il sarago.

‘ Gira e rigira, dai carnieri degli agonisti a quelli dei pescatori della domenica, la preda onnipresente è sempre il sarago: perchè secondo te? Il sarago è probabilmente il pesce più presente lungo le nostre coste, su tutti i tipi di fondale e a un pò tutte le profondità. Inevitabile, quindi, che sia anche la preda più frequente nei carnieri degli agonisti, soprattutto oggi che con le gare a nuoto si razzola molto. Per finire nel portapesci di chi è alle prime armi, invece, bisogna che si tratti di un sarago molto sprovveduto e che viva in un mare in cui il pescatore in apnea sia una presenza assai rara. Inoltre, il sarago è una preda che si può insidiare con molte, anzi direi con tutte le tecniche, dalla tana all’aspetto, e anche questo contribuisce alla sua popolarità’
‘ Proviamo a vedere i vari tipi di fondale su cui si possono trovare i saraghi e qual è la tecnica migliore per metterli nel portapesci. Parliamo, quindi, di grotto, tana, schiuma, posidonia, libero: dove si trovano i pesci su questi fondali e come ci si può portare a distanza di tiro utile? Nel grotto è fondamentale la capacità di osservare e cogliere ogni particolare, perché sono proprio i dettagli che ci sveleranno la presenza del pesce. Sorvolando il fondale, l’abilità sarà quella di capire in relazione alla visibilità la giusta altezza di planata per avere il migliore campo visivo. Una volta individuata la preda, il tiro dovrà essere preciso e portato appena giunti a distanza utile. Il fondale dove spesso si concentra più pesce è quello dove il grotto si alza rispetto all’ambiente circostante ed è intervallato da canali di sabbia e zone circondate da posidonia’

3) Pag. 30: MANUTENZIONE / ATTREZZATURA, AMORE MIO! di Alessandro Martorana

Al di là del loro valore economico, le attrezzature del pescatore in apnea sono oggetto di una sorta di vero e proprio sentimento di amore. Ad esse, dunque, ci si affeziona, poiché, dopo avere imparato a conoscerle, sappiamo che cosa possono effettivamente darci. È dunque il caso di trattarle più che bene’

‘ L”integralista’ trascorre la settimana visionando in maniera scientifica tutti i bollettini meteo e ‘scannerizzando’ tutte le fonti possibili e immaginabili che riguardano le previsioni del tempo, per poi crearsi un proprio ‘modello matematico meteorologico’ da utilizzare nel fine settimana, quando programma le sue ‘pescate obbligatorie’. L’integralista non conosce periodi di fermo e deve sempre e comunque andare in mare, cercando di ‘ritagliarsi’, nella fase organizzativa della battuta, un pezzetto di mare da battere con un minimo di visibilità, nello spasmodico tentativo di mettere qualcosa nel carniere’
‘Visto lo scarso utilizzo di questa muta, diventa ancora più importante sciacquarla con estrema cura, se vogliamo che ci duri abbastanza. È infatti un dato di fatto che ciò che viene utilizzato in mare si rovina in maniera inversamente proporzionale al suo effettivo periodo d’uso: più teniamo ferme le nostre attrezzature e più corriamo il rischio di ritrovarcele in cattivo stato’
‘Lo stagionale invernale preferisce godere della pesca in apnea solo quando è più che sicuro di non essere costretto a passare tutta la pescata a guardarsi le spalle a causa dell’intenso traffico nautico della stagione estiva’

4) Pag. 35: ELETTRONICA PER LA PESCA IN APNEA / UN OCCHIO SUL FONDO di Pietro Milano

Oltre a indicarci la profondità, l’ecoscandaglio ci da una serie di informazioni utili per il successo della nostra battuta di pesca. Ma come deve essere l’ecoscandaglio più adatto alle nostre esigenze?

‘Noi pescatori in apnea abbiamo anche un’altra, giusta pretesa: quella di visionare l’andamento del fondale anche quando andiamo in planata. Sembrerebbe una cosa assurda, ma, in un viaggio di trasferimento, l’improvviso innalzamento del fondale ci potrebbe far rilevare un posto buono e sconosciuto. Se non avessimo scandagliato a 3 nodi, forse non saremmo mai passati sopra quanto la fortuna ci ha fatto incontrare!’
‘ Per riassumere e per fare degli esempi, diremo che un cono ampio può vedere pesci anche intorno all’imbarcazione (ricordate il rapporto 1 a 1), ma non riesce a separare i pesci in singoli target. Il cono stretto (rapporto 1 a 3 circa), concentrando la potenza, riesce a discriminare i singoli pesci o oggetti, ma ‘vede’ solo quelli sotto la barca. Ultimamente, sul mercato sono comparsi ecoscandaglio con trasduttori a doppia frequenza e di costo contenuto ( 250 ‘ circa) e rispetto alla tradizionale accoppiata 50/200 KHz’

5) Pag. 40: ATTREZZATURE / NELL’ANIMA DI UN FUCILE di Stefano Navarrini

È il fulcro di un inevitabile feticismo, capace, come un’amante fedele, di incarnare e far vivere la nostra passione. Anche a terra, quando già studiandone le possibili modifiche ci sentiamo parte del grande gioco in acqua. È il fucile subacqueo, e senza di lui la pesca in apnea non potrebbe esistere.

‘ La vera e propria sublimazione del fucile subacqueo va però a pescare (termine non casuale) nell’innato desiderio di emulazione nascosto in ognuno di noi. E quando a stringere il fucile ‘x’ è un noto campione, uno di quelli che non si capisce come facciano a tornare sempre a terra carichi di pesce, ecco che scatta la molla. Se lui prende tanto pesce, è sicuramente perché usa il fucile ‘x’, allora me lo compro anch’io e poi vediamo’
‘ Come in altre situazioni, le qualità di un fusto si esprimono al meglio sui fucili lunghi, destinati a offrire i livelli più alti di potenza e precisione in tiri a prede importanti su lunghe distanze. Su un fucile corto da tana, dove solitamente il tiro supera a fatica il metro di gittata, un piccolo errore di mira o un leggero calo di potenza hanno in genere poco significato’ ‘Molti amano personalizzare le alette: modificandone i bordi per minimizzare lo slabbramento della presa sul pesce, cambiandone la lunghezza, sostituendo il perno di tenuta, bloccando lo sfarfallamento con appositi mini o-ring’

6) Pag. 46: IL SALONE / L’IMPORTANZA DI UN INCONTRO di Stefano Navarrini

La 15°edizione dell’Eudishow, che si svolgerà a Roma dal 9 al 12 Marzo, sarà la migliore occasione per scoprire le grandi novità del settore, ma anche per incontrarsi ed incontrare: appassionati e grandi campioni.

Un importante incontro commerciale, ma anche un momento di confronto tecnico, di promozione d’immagine e di contatto con il pubblico: questa la filosofia di base di una fiera o, per dirla con un termine più elegante, di un salone. L’Eudishow, che per la sua 15a edizione si è quest’anno rinnovato nella sede e nella sua stessa struttura, svolgendosi a Roma negli splendidi padiglioni della nuova fiera, si inserisce perfettamente in questa cornice, ma a un settore nel settore, com’è quello della pesca in apnea, offre qualcosa di più’

7) Pag. 48: LA GRANDE PESCA / I SEGRETI DELLE CANARIE CON ARIDANI QUINTANA di Marco Bardi

Scopriamo queste isole spagnole in modo curioso, facendoci raccontare curiosità e informazioni da un forte pescatore locale.

‘ Uno squalo martello di 150 chili è stata la preda più grande. Noi abbiamo una tradizione di pesca agli squali, che riteniamo molto buoni da mangiare, e tutti i tipi di pescatori ne catturano di ogni specie. Una ricciola di 40 chili in un metro di profondità è stata la preda più a sorpresa. Inizialmente pensavo fosse un sacco di plastica, poi mi è passata davanti, ma avevo un arbalete da 75 senza mulinello e non me la sono sentita di sparare. Nei tuffi successivi mi è passata davanti altre volte e al terzo passaggio ho deciso di provarci, fulminandola e recuperandola in pochi secondi. E poi, ancora, una cernia di 28 chili presa su un relitto, dove ho dovuto lavorarla per due giorni consecutivi prima di portarla in barca. Questa è stata la preda più difficile’

8) Pag. 51: CONSIGLI A CHI COMINCIA / VERSO IL FONDO di Alessandro Martorana

Nella scorsa puntata abbiamo preso in considerazione la vestizione, quindi una fase di preparazione all’immersione. Adesso, ormai in acqua, parliamo della capovolta verso il fondo.

‘ Naturalmente, ognuno di noi, nel corso del tempo, imparerà a ‘tagliarsi’ su misura la propria capovolta nella maniera che gli è più congeniale. C’è chi preferisce ‘raccogliersi’ con il busto e contemporaneamente piegare le gambe, distendendole, poi, verso l’alto, mentre comincia ad affondare. C’è chi distende una gamba mentre l’altra viene piegata e poi ‘calciata’ verso l’alto. Provate i vari sistemi e decidete quale usare’

9) Pag. 54: MANAGER E PESCATORE / NEL SEGNO DELLA PASSIONE di Stefano Navarrini

Essere o non essere? Manager o pescatore? Valerio Tucci ha risolto al meglio la questione inventandosi un’azienda, la Mérou, che in pochi anni si è ricavata una precisa e positiva nicchia nel mercato. Senza per questo smettere un attimo di pensare alla pesca in apnea.

‘ Suppongo tu abbia cominciato a pescare nelle acque del golfo di Napoli: dove esattamente, e come sono oggi queste acque, che passano per essere comunque non proprio ideali per la pesca in apnea a causa dell’inquinamento e del traffico marittimo? Sono nato in queste acque, che amo profondamente. Certo, il luogo comune vede questo mare inquinato sia a livello di qualità dell’acqua sia di traffico marittimo, dimenticando, e potrei citare il parere di famosi biologi, che per il particolare gioco di correnti e di morfologia dei fondali, queste acque hanno una straordinaria produzione biologica. Se solo a Napoli si riuscisse per cinque o sei mesi a bloccare la pesca illegale in tutte le sue forme, dall’esplosivo alla pesca subacquea notturna, anche con le bombole, sono sicuro che bisognerebbe scendere in acqua con due fucili per difendersi dai pesci! Ancora oggi, se uno sa pescare, soprattutto a livello di pesce bianco, si possono fare belle pescate. Va bene, abbiamo capito che la pesca in apnea ti piace, ma che tipo di pescatore sei? Oggi che non ho più la bramosia della prestazione, sono prima di tutto un appassionato mangiatore di pesce e, di conseguenza, pesco dove so che posso fare belle catture, a prescindere dalla profondità e dal tipo di fondale. D’inverno mi piace pescare in pochi metri d’acqua, dove si possono catturare, soprattutto lungo le nostre coste, bellissime spigole. D’estate preferisco invece la pesca profonda in acqua limpida, anche perché la bellezza di scendere in un mare blu e luminoso è esaltante’

10) Pag. 58: LE SCELTE / PER STRATEGIA’ O PER CASO?? Di Pietro Milano

Le situazioni che ci si presentano durante una battuta di pesca offrono spesso diverse soluzioni, a volte intuitive, altre frutto di rapidi ragionamenti. Il racconto semiserio di alcune esperienze fatte può aiutarci a valutare meglio le ragioni di una scelta piuttosto di un’altra.

‘ Di solito pesco con un 100 a singolo elastico e testata tradizionale e, quando l’acqua è molto torbida, con un 82 cm con elastico da 19. Giudico la visibilità intorno ai 3-3.5 metri e decido di mantenere il 100. La prima capriola è un pò in affanno: tre posti su quattro sono impercorribili e non mi rimane che tentare la sorte all’ultimo dei Porcelli (la Pinna)’
‘Lo sguardo è fisso in avanti oltre la punta dell’asta e in questi casi non ci possiamo permettere il lusso di distoglierli da quell’obiettivo: il pesce si materializza all’improvviso e non concede ripensamenti. Sento una scodata e rimango fermo: nel muro bianco mi pare di vedere una macchia scura, tiro e la sagola parte. Recupero il filo e un branzino di 2 kg è centrato nella gargia’

11) Pag. 62: I SEGRETI DI BELLANI / NEL SEGNO DEL PIÙ di Stefano Navarrini

La ricerca dell’estremo può essere voluta o casuale, e parlando con un pescatore in apnea, che, come Stefano Bellani, ha pescato in tutti i mari del mondo, può essere la fonte di un’interessante serie di aneddoti.

12) Pag. 64: APNEA AGONISTICA / UN 2007 RICCO DI NOVITÀ di Alberto Balbi

Un nuovo anno è foriero di novità destinate agli atleti. Un 2007, dunque, tutto da scoprire. Ecco le principali news per la stagione, relative alla sicurezza e alla spettacolarità delle competizioni.

13) Pag. 68: TATTICA / LA PADELLA, INCUBO DEL PESCATORE di Alessandro Martorana

Abbiamo mai analizzato a fondo quali possono essere stati i motivi di una clamorosa ‘padella’, una ‘cilecca’ che ci ha fatto tornare a casa con il carniere vuoto? In queste pagine vi diamo qualche spunto di riflessione in proposito’

‘ Eccoci arrivati al secondo gruppo di cause in cui ricercare le ragioni dell’insuccesso di un tiro. Questo raggruppamento è sicuramente quello preferito dai pescapneisti, che solitamente amano dare la colpa di un tiro poco fortunato al loro fucile. Quante volte abbiamo pensato che, in una giornata particolarmente ricca di padelle, al nostro fucile era successo qualcosa?…
‘Ok, abbiamo controllato tutto, eppure il fucile continua ostinatamente a sparare male. Si rende necessaria un’ulteriore verifica. Posizioniamo un bersaglio fisso (una conchiglia o un foglio di carta) su un pianoro di sabbia e, con santa pazienza, cominciamo una sessione di tiri facendo attenzione a sparare sempre dalla stessa posizione, in modo da creare un modello statistico abbastanza veritiero’
‘Eccoci quindi arrivati all’ultimo blocco in cui ricercare le ragioni di una clamorosa padella. Dopo avere analizzato tutte le altre potenziali cause, in cui comunque è sempre presente un errato comportamento dell’uomo, andiamo ora a vedere le ragioni legate direttamente all’errore umano. Molto più spesso di quanto si pensi proprio in questo ‘blocco investigativo’ potremo capire cos’è che non ha funzionato in un tiro sfortunato’

14) Pag. 73: MEETING / FESTA DELL’APNEA AL LAGO di Gianluca Genoni

Una festa dell’apnea sul lago di Garda, con personaggi famosi dello sport, non solo quello legato al mare profondo. Una manifestazione e una grande attrazione turistica, con tanti sponsor importanti.

‘Il deus ex machina di questa manifestazione è Luca Rossi, un mio istruttore di apnea che, sostenuto in tutto e per tutto da Franco Galvani, presidente della Scuola del Mare 2, ogni anno supera se stesso con l’organizzazione di questo evento. La quattro giorni di Torri del Benaco ospita, tutti gli anni, il corso istruttori e il corso di apnea avanzata, a cui è stato recentemente aggiunto il corso di apnea in assetto variabile. Da tre anni, infatti, è in funzione una piattaforma automatizzata per la gestione delle discese con la mia slitta per assetto variabile’

15) Pag. 76: APNEA / QUANTO TEPO PER IMPARARE di Roberto Tiveron

Quanto tempo ci vuole per imparare a essere dei bravi apneisti? Le variabili sono tante e inducono a considerazioni interessanti.

‘Il tempo necessario per imparare una disciplina che ci appassiona può dipendere da molti fattori, ma, presupponendo di fare riferimento a degli individui le cui capacità generali rientrino perfettamente nella media, è possibile fare alcune interessanti riflessioni. Innanzitutto, è importante considerare l’età del soggetto, tenendo conto del fatto che se da un punto di vista prettamente fisico la giovane età può garantire una maggiore prestanza fisica, allo stesso tempo un’età più avanzata garantisce maggiore maturità e autocontrollo. Si è visto che queste sono doti che nell’immersione in apnea assumono fondamentale importanza’

16) Pag. 82: GUIDA TECNICA

SPORASUB/MUTA INSTINCT PRO CAMOUFLAGE: Una muta monofoderata mimetica con interessanti soluzioni tecniche. Robustezza e funzionalità sono le sue principali prerogative. Giacca e pantaloni possono essere acquistati separatamente.

OMER/LINEA ZAVORRA: Tra le attrezzature, la zavorra è sicuramente quella più trascurata anche dalle aziende produttrici, ma in questi ultimi tempi accessori e innovazioni cominciano la giusta importanza.

BIAVATI/MUTA LISCIO-SPACCATA MIMETICA 7 MM: Una muta realizzata con materiali di buone caratteristiche termiche e di grande elasticità generale. Giacca da 7 mm e pantaloni da 5 per affrontare qualsiasi temperatura.

SEATEC/PLANCETTA GONFIABILE ISLAND: La plancetta Island non può essere definita semplicemente un accessorio, ma per la sua versatilità un’attrezzatura indispensabile nelle battute di pesca a nuoto.

SCL/PALE IN CARBONIO: Quattro diverse durezze per queste pale che utilizzano solo fibra di carbonio garantendo velocità e risparmio energetico.

17) NORMATIVA / AGONISMO: LE NUOVE REGOLE di Giorgio Volpe

Nel mese di dicembre è stata approvata e pubblicata la nuova circolare normativa del settore Attività Subacquee Fipsas, il documento che contiene i regolamenti dell’attività agonistica subacquea federale, inclusa la pesca in apnea, disciplina di punta del settore.

18) DOVE ANDARE / TOSCANA: DA PIOMBINO A FOLLONICA di Pietro Milano

Questo itinerario inizia dal porto di Salivoli e termina a quello del Puntone di Scarlino. Troveremo fondali a volte facili, che suggeriscono ai neofiti belle pescate, altre volte più impegnativi o per esperti, con le tane nascoste dai ciuffi di posidonia. Pesce bianco in quantità e saraghi che la fanno da padroni.

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