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Campionato Italiano di Apnea Dinamica

| 2 Agosto 2005 | 0 Comments

Sensazionale!

Non esiste aggettivo migliore per descrivere questo quarto campionato italiano d’Apnea dinamica, il primo sviluppato con il nuovo regolamento internazionale della CMAS, che prevede l’apnea dinamica come unica disciplina indoor riconosciuta.

Il sabato

Illustrare solamente le fasi della gara sarebbe troppo riduttivo e un breve preambolo sulla giornata precedente può aiutare a capire quanto la tenacia, la grinta e la preparazione di Paolo Bersan e di tutto lo staff del CST TRIESTE abbia contribuito all’impeccabile riuscita di questa competizione.

Il dettagliato Breafing al CST

Il sabato rappresenta la giornata delle tensioni, ogni atleta cela dentro i suoi silenzi le ambizioni per l’indomani; i pensieri corrono veloci, dalle selettive ai duri mesi di allenamento, dalla forma dei compagni piu temuti ai riti scaramantici della vigilia.
Ci troviamo all’interno della storica sede del CST dove, fra trofei e cimeli vari, fanno bella mostra fotografie che rappresentano frammenti di storia della subacquea. Esplicate le pratiche organizzative delle iscrizioni, atleti e capitani vengono convocati dallo staff per il briefing finale e il temuto sorteggio; Bersan non lascia nulla al caso, riassume tutto il regolamento e si sofferma sui punti salienti: viene spiegato il metodo di misurazione, mostrato il testimone ‘alato’ (creato da Claudio Brunetta) che garantisce una caduta perfettamente verticale, vengono mostrate le griglie che verranno posizionate lungo i piccoli scalini subacquei della piscina affinché, se il testimone fosse abbandonato in quel punto, mantenga la posizione; vi confesso che una tale efficienza sbalordisce un po’ tutti, il briefing di Paolo non lascia nessun dubbio.

L’ingresso della struttura dove si è svolta la competizione

A cena le battute stemperano la tensione, ma ben presto il tema dominante diventano il nuovo regolamento e le tecniche d’allenamento, che offrono ancora una volta un piacevole motivo di confronto tra tecnici ed atleti. La notte non scorre mai tranquilla; io sempre in forse sull’obiettivo da utilizzare, illuminazioni e diaframmi… e gli atleti che nei loro sogni contano i metri per una medaglia.

Le qualificazioni:

La gara inizia molto presto, ad accogliere atleti e pubblico l’inno di Mameli: sarà patriottismo oppure solamente la solennità del momento, ma a noi questa formalità è piaciuta davvero tanto; sulle note alcuni concorrenti hanno cantato, mentre altri con la mano sul cuore si sono commossi, non poteva esserci inizio migliore per un campionato Italiano.

Paola Tagliabue sul blocco di partenza

Femminile:

Parte Luisa Regni, su di lei gli occhi di tutti; chissà a cosa avrà pensato, Luisa scivola fluida per i suoi 100m, il suo record personale, è felice secondo la migliore filosofia decubertiana, anche se i suoi metri non la portano in finale, può dire ‘ c’ero anch’io!
La prima grand’attesa è per l’atleta di casa Ilaria Molinari: la ragazza è Romana ma Triestina d’adozione e appartiene al CST, quindi oggi ci tiene a ben figurare; Ilaria ama le profondità, non è forte in dinamica e forse non si allena con metodo, la sua prestazione di 122,86m al termine delle qualificazioni risulta la prima delle escluse; se pensiamo che solo pochi anni fa la sua misura sarebbe bastata per vincere, possiamo comprendere quanto l’apnea agonistica stia progredendo.

Francesca Scolari in azione

In corsia due la prima vera misura importante arriva da Paola Tagliabue, la bell’atleta della nazionale. Nonostante gli accresciuti impegni di lavoro che l’hanno costretta a diminuire la frequenza degli allenamenti, appoggia il testimone dopo 134,31m misura che la proietta direttamente in finale. E’ la volta di Francesca Scolari: vorrei esprimere il mio personale plauso per la crescita agonistica di questa ragazza. Seguita quest’anno da un tecnico preparato e competente, Francesca ha fatto progressi incredibili, migliorando non solo nella tecnica dell’utilizzo della monopinna ma anche nella gestione delle emozioni pre gara, ha lavorato davvero molto e i suoi 132,80m sono solo l’inizio.

Monica Barbero

Monica Barbero in corsia uno nuota senza sforzo 145,76m, misura che la candida come probabile vincitrice finale, seguono in partenza Federica Costa 128,31m ed Elisa Nalesso, giovane e promettente atleta Padovana, che con 129,32m entra nelle otto.

Paola Parenti

Seguiamo con attenzione la prova di Paola Parenti, l’atleta è decisa a ben figurare, conclude la sua prova con la migliore prestazione femminile in queste qualificazioni, 150,00m. Gli ultimi sussulti sono per Valeria Somma (138,19m) e Manuela Acco (134,41m) entrambe finaliste di diritto.

Maschile:

Basta scorrere l’elenco degli aventi diritto per rimanere sconcertati, vi figurano molti nomi di rilievo e molti outsider accreditati. Pronosticare il vincitore è davvero impossibile, hanno tutti una notevole carica agonistica e le giuste motivazioni per vincere. L’inizio non è dei migliori, Giuseppe La Rosa del CI.CA sub Garibaldi osa oltre il limite e va in sincope al tocco dei 150 metri; un vero peccato, quest’atteggiamento non fa bene nè all’atleta nè al movimento apneistico nazionale; siamo sicuri che Giuseppe farà tesoro di quest’errore e non cercherà più di passare il suo limite personale in competizione. La gara dovrebbe essere la conferma di ciò che si è prodotto in allenamento, è immaturo e pericoloso cercare all’interno della stessa di stabilire un record personale. Purtroppo la scena si ripete con Matteo Zanfoni, sorretto al termine della sua prova dagli assistenti ma chiaramente in stato presincopale.

La delusione di Michele Rallo

Grande attesa quando l’atleta siciliano Michele Rallo detto ‘Il Gigante’ si appresta a partire, di lui si sanno le misure fatte in allenamento e durante le qualificazioni, ma data la sua giovane età e la sua prestanza fisica viene giudicato come un futuro campione di questa specialità; Rallo vira la vasca dei 150 metri ed esce un po’ tirato, il tempo di riprendersi per accorgersi che tra le sue mani stringe ancora il testimone: peccato, prova nulla. Dopo un susseguirsi di concorrenti con buoni risultati ma non sufficienti per entrare negli otto, tocca a Max Crovato.

Il tocco di Crovato

Il forte atleta veneto, ex pinnatista, deve superare il blocco psicologico che lo condiziona all’uscita sul muro dei 150m; oggi sembra aver trovato lo spunto e vira la fatidica vasca mollando il testimone dopo 162,09m, davvero una bella prova.

L’uscita di Michele Tomasi

Seguono in vasca Flavio Righetto (164,55m) e Michele Tomasi, che con 167,72 ottiene la migliore prestazione maschile in queste qualificazioni e si candida come uno dei papabili vincitori nella manche finale.

Homar Leuci abbandona il testimone

I due compagni si attestano finalisti con oltre 164 metri percorsi ed insieme a Giacomo De Mola (156,50m) e la sorpresa Marco Pertusati, per tutti l’uomo Torcia, (158,61m) completano il gruppo dei finalisti.
Altissimi i risultati complessivi di questa prima parte di gara, con cinque atleti oltre i 160 metri, nove (tra cui una donna) oltre i 150m, sei atleti (tra cui una donna) sopra i 140 metri. Un brevissimo break per stilare le classifiche e dare il tempo ufficiale per eventuali reclami per poi assistere ad una fase finale da cardiopalma.

Alcuni Frammenti di Gara:

Valeria Somma

Paola Tagliabue
Monica Barbero e Mimmo Blanda

Marco Pertusati

La Virata di Giuliano Marchi

Manuela Acco

Giuliano Marchi in azione

Il collare zavorrato di Pertusati

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