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Assoluto 2014: le interviste ai protagonisti (3/11)

| 22 Ottobre 2014 | 0 Comments

Apnea Magazine ha intervistato i protagonisti dell’Assoluto 2014 appena disputato. In considerazione delle discussioni pre e post gara che questa edizione ha scatenato, per la prima volta, la redazione ha deciso di intervistare tutti i partecipanti senza distinzione tra vincitori, qualificati e retrocessi. Agli atleti abbiamo lasciato campo libero nel raccontarci le loro impressioni della preparazione, come si sono svolte le due giornate di gara (tecnica, profondità, attrezzature, pesci presi ed eventuali errori fatti) e una valutazione sul risultato finale.

Buona lettura!

Concetto Felice – 3° Classificato

Il primo giorno di preparazione ho deciso di esplorare il campo gara a sud e mi sono reso conto fin da subito di trovarmi in una trappola. Un’intuizione che è stata confermata anche nei giorni a seguire perché, suddetto campo, era una totale distesa di alga mista a “occhi” di sabbia, con pochissime e piccolissime pietre deserte di vita. Non esistevano nemmeno le castagnole e neanche alcuna forma di vita sul fondo. C’era poco da studiare ma non mi sono certo arreso, non riuscivo a capire come avrei potuto evitare un sonoro cappotto. A quel punto, pur consapevole dell’assurdità della cosa, ho deciso di preparare la secca profonda trovando delle zone con molto pesce alla profondità di 33/37 mt. Quindi in gara potevo avere solo due scelte: o rischiare un cappotto certo oppure andare a pescare a -35 mt. L’altro campo di gara un po’di roccia la proponeva, ma era comunque una zona con caratteristiche molto simili al precedente: il classico posto per una pesca a segnale. Quindi se conoscevi potevi fare il carnierone o sennò potevi tentare almeno di salvare la faccia. Non c’erano zone dove poter razzolare sulla roccia per alcune ore, ma solo piccoli punti  in mezzo a distese di  posidonia e sabbia.

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Concetto Felice e il carniere della 1a giornata (foto C.Corrado)

La prima giornata di gara é stata sul campo a nord (in in teoria quello migliore), sono partito su una corvina in 23mt ma la mareggiata aveva reso pessima la visibilità. Ho provato 4 tuffi ma sono riuscito a stento a ritrovare la tana perché il fondo era pieno di alga morta. Vuota! Poi sono andato a vedere un secondo segnale in 29mt dove avevo visto qualche sarago. Arrivato sul punto ho notato che c’era un bel po’ di corrente. Sono sceso e l’ho trovato ma sul fondo c’era uno strato d’acqua gelata. Il tempo passava ed io avevo ancora il colpo in canna. Decido così, col mio secondo, di iniziare a pescare. Dico al barcaiolo portami all’ inizio della costa per provare in acqua bassa. Arrivato sul punto preparo il tuffo e, nonostante l’acqua parecchio torbida riesco ad arpionare una leccia stella in peso. Continuo con agguati ed aspetti per circa un’ora senza vedere più alcun pesce. A quel punto decido di tornare al largo per controllare altri segnali ma senza risultato. Non sapevo più cosa fare. Conoscevo un punto a circa 300 metri dalla costa che, in preparazione non mi aveva regalato incontri ma almeno ti permetteva (per pochi tratti) di pescare un po’ a scorrere. Così facendo avanti ed indietro in quella zona, ad una profondità variabile tra i 13/17 metri,  sono riuscito (nelle ultime 3 ore) a prendere un cefalo, un barracuda e, a mezzora dalla fine, un bel dentice di oltre 4 chili! Ero all’aspetto sui 15 metri quando un denticiotto di un chilo mi è arrivato da dietro. Mi sono girato piano piano cambiando completamente posizione. Ad un certo punto, in lontananza, ho visto un altro dentice venirmi incontro molto indeciso. Un pesce di 2.5kg. Ho atteso ma, pur non avendomi visto, non veniva. A quel punto stavo quasi per finire l’aria quando un altro dentice più grosso mi è apparso in lontananza.  Ho provato un tiro molto lungo (circa 5 metri) con poche speranze. Invece il tiro ha colpito molto bene il pescione e con un secondo tuffo l’ho recuperato. Una pescata molto entusiasmante che mi ha regalato un inaspettato secondo posto di giornata. Ho pescato tutto il tempo con un arbalete da 100cm.

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Concetto Felice e il carniere della 2a giornata (foto Banez)

Nella seconda manche, come già detto, c’era poco da scegliere: o si andava sulla secca profonda oppure sulle piccolissime pietre trovate sulla fascia dai 16/24mt. Avevo deciso di farmi il giro di questi segnali per rompere il fiato e poi, a fine la gara nella secca. Al momento della partenza noto ancora la risacca persistente e quindi decido d partire a limite sud  del campo gara dove c’era l’unico tratto d roccia a picco sul mare (il resto della costa era tutto spiagge). Ci tengo a precisare che, in questo tratto di costa, in preparazione non avevo visto girare un pesce. Al via mi rendo conto di non essere stato l’unico ad aver fatto questa scelta. Infatti, a farmi compagnia, c’erano quasi la metà dei concorrenti . Appena entrato in acqua e col fucile ancora scarico noto sotto me una grossa orata e un bel sarago passare tranquilli. Maledico la sorte ma nello stesso tempo reputo l’accaduto un fatto positivo. Forse gira pesce. Inizio subito a fare agguati su un fondale di una decina di metri ed in un ora, col 75, prendo due bei saraghi, un muggine ed una ricciolotta. A quel punto cominciai a pensare ad una possibile vittoria. Purtroppo, invece, la seconda ora stata deludente perché,  la troppa confusione sia dei gommoni che degli atleti, avevano reso i pesci molto nervosi e diffidenti. Non ho preso un pesce! Decido quindi di spostarmi per provare a pescare un po’ a segnale ma la situazione era simile al giorno precedente: ovvero acqua torbida e sospensione sul fondo. Provo anche qualche aspetto ma nulla. Allora vado su un segnale in 29/31 mt  con belle lastre dove giravano dei saraghi ma, nonostante fossi solo, non c’era nemmeno un pesce. Ora dovevo prendere una decisione importante: o andare sulla secca oppure ritornare dove ero partito. Scelsi la seconda opzione perché le condizioni meteo-marine favorivano questa tattica. Non era il caso di andare a pescare a 35/37 metri con quel mare e quella corrente. In più non mi reputo un profondista. Quindi mi lancio a tutto gas nella schiuma per passare l’ultima ora nel tentativo di catturare qualche altro bel pesce. Alla fine sono riuscito a catturare altri due bei saraghi e strapparne uno da chilo sparato in caduta con un tiro lunghissimo: bucato ma l’aletta non si è aperta. Alla pesatura ci sono rimasto male perché mi hanno scartato la ricciola applicando il regolamento sardo (misura minima 54, la mia era 53 cm) che invece non è stato applicato per i dentici (ndr tagliaminima 30 cm). E’ stato il campionato più difficile in oltre 10 anni di gare nazionali. Pensavo seriamente di retrocedere.

Un saluto a tutti i lettori di Apnea Magazine!

Enrico Volpicelli – 14° Classificato

Gia qualche mese prima, parlando con i vari amici e agonisti, avevo capito che il posto non era molto valido per il mio modo di pescare dato che non sono un profondista e che le mie quote massime sono entro i 25 mt, mentre questo campionato sarebbe stato molto fondo! Da gennaio avevo pescato molto poco causa del maltempo e degli impegni di lavoro, quindi sono partito consapevole che non avrei fatto un bel risultato. Comunque pensavo che non poteva essere solo fondissimo e che nei 20 metri avrei trovato qualche zona buona per pescare. Nei 4 giorni di preparazione che avevo a disposizione ho perlustrato per 8-9 ore al giorno facendo traino lungo sull’alga, cercando anche il minimo cenno di vita e così facendo ho trovato dei cigli con dei tassetti sui 20 metri che radunavano qualche sarago, tordoni e rare corvine.

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Enrico Volpicelli e il carniere della 1a giornata (foto P.Bacchi)

La prima giornata sono partito sulle poche mire che avevo (tutte entro i 20 metri) ma il maltempo aveva intorbidito l’acqua fino sul fondo facendo sparire tutto! Erano passate due ore e non avevo ancora ritrovato nulla. Il morale era veramente a pezzi; non sapevo cosa fare e il mio barcaiolo mi ha consigliato di provare qualche agguato attorno all’isolotto di Quirra. Ci ho creduto e pescando con un fucile spike 90 ho preso un cefalo all’aspetto in mezzo ai cavalloni. Per farti capire quanto fosse mosso, volevo lasciare il pallone lì dato che per prenderlo rischiavo di finire sugli scogli e farmi seriamente male! Poi ad un ora dalla fine, scorrendo il fondo sui 17-18 metri ho trovato delle corvine; sono sceso con uno spike 60 e fiocina a 4 punte e ne ho colpita una sul kg. che però si è sfiocinata entrando in uno spacco e dileguandosi. Ho continuato a fare tuffi finchè non ne ho trovata un’altra oltre il kg, che ho catturato finendo la giornata con due pesci e due specie a pagliolo.

Il secondo giorno, con un mare in leggera scaduta ma con onde ancora forti, sono partito su una mira di saraghi sul confine del campo gara ma l’ho trovata desolatamente vuota, senza indugio sono subito andato sulla seconda mira dove ho preso un sarago sul kg con  lo spike 60. Continuando a scorrere il fondale ho trovato e preso un tordone marvizzo con lo spike 75, proprio sotto le pinne di un altro concorrente. Mentre scorrevo ho trovato uno spacco verticale con un sarago bello dentro, ma mentre stavo per colpirlo un’ondata mi ha spostato il fucile e fatto scappare il pesce. Avevo altre due mire sui 20 – 22 metri con saraghi e una corvina enorme, stimata un paio di chili, ma l’acqua era torbidissima cosi sono tornato dove avevo iniziato e su una zona di massi bianchi, pescando “buco buco” ho trovato un altro saragone da kg che ho catturato. Ho finito la giornata con tre pesci e due specie.

Parlando di errori non recrimino nulla: ho pescato bene e tranquillo, certo peccato per i due pesci persi nelle due giornate, magari con quelli sarei entrato nella top ten. Sono comunque molto soddisfatto del 14° posto! Prima di partire il mio pronostico era entrare fra i primi dieci o di fare di tutto per rimanere in prima categoria; poi dopo la preparazione e soprattutto dopo le prime due ore della prima giornata non nè ero più molto convinto.

Roberto Praiola – 26° Classificato

La prima cosa che ho pensato durante la preparazione è stata: come mai di tanti posti favolosi della Sardegna, hanno scelto proprio questo? In effetti, a parte il campo nord che era formato da qualche piccola roccia, nel campo sud dominava una distesa di alga ad eccezione di una secca profonda. Ero abbastanza fiducioso di fare risultato fino al giorno prima della gara.

Nella prima giornata avevo trovato pesce tra i 20 e i 25 metri, purtroppo il giorno della gara ho trovato sulle tane un taglio freddo che ha spostato quasi tutti i pesci trovati; alla fine ho catturato quattro prede di cui solamente un sarago e un cappone in peso.

Il giorno dopo, per rimontare, avrei dovuto pescare nella secca profonda, dove tra i 35 e i 38 metri avevo visto dei saraghi giganti; ma purtroppo nella notte ripetuti attacchi di tosse mi hanno impedito di dormire. La mattina quindi ho ripiegato su fondali minori dove però l’acqua era fangosa e alla fine ho preso un solo pesce vaido. Ho usato mute e fucili della SaxSub nelle misure 60 90 e 100 cm. Non penso di aver commesso grossi errori, forse l’unico importante è stato quello di impostare la gara solo in profondità senza lasciarmi un ripiego a terra.

Sono contentissimo…che la gara sia finita! Scherzo! Non sono per niente soddisfatto, speravo almeno un piazzamento nei primi cinque, ma dal prossimo anno cercherò di tornare all’attacco. Un saluto agli amici di Apnea magazine!

Praiola 1v

Roberto Praiola e il carniere della 1a giornata (foto C.Corrado)

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