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Annullata la nomina del Commissario del Parco dell’Arcipelago Toscano

| 26 Gennaio 2004 | 0 Comments

Con la sentenza n° 27/2004 la Corte Costituzionale ha annullato il Decreto Ministeriale con cui il Ministro dell’Ambiente Matteoli aveva nominato Ruggero Barbetti Commissario dell’Ente Parco dell’Arcipelago toscano. La Corte, che ha anche la funzione di giudicare sui conflitti tra stato e regioni, ha accolto il ricorso della Regione Toscana, che non aveva digerito la nomina di Barbetti, sindaco di Capoliveri e compagno di partito del Ministro. Per comprendere meglio i contorni della vicenda, è necessario fare un passo indietro, e chiarire subito che tutta la vicenda ruota intorno alla nomina del Presidente dell’Ente Parco, regolata dall’articolo 9 della legge quadro sulle aree protette, la 394/91: “Il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell’ambiente d’intesa con i presidenti delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale”.

Nella primavera del 2002 il ministero propose alla regione il nome di Ruggero Barbetti per la carica di Presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano, ma la Regione rifiutò l’intesa chiedendo un incontro con il Ministro; quest’ultimo non rispose, e trascorsi i termini previsti per la nomina del Presidente nominò il dott. Silvio Vetrano Commissario fino al 21 settembre 2002. Scaduto il termine del mandato del dott. Vetrano, il Mimistro nominò proprio Barbetti come nuovo Commissario, questa volta senza limite di tempo, scatenando le ire della Regione. Proprio l’uomo su cui non si era raggiunta l’intesa veniva nominato Commissario a tempo indeterminato: la cosa non poteva piacere alla Regione, anche perché per nominare il nuovo Presidente restava necessaria un’intesa… che il Ministro avrebbe potuto rimandare all’infinito. Così la Regione ha invocato l’intervento della Corte Costituzionale, lamentando la violazione dei principi di leale cooperazione tra Stato e Regione da parte del Ministro. Nel successivo giudizio si è costituito il Presidente del Consiglio dei Ministri assistito dall’Avvocatura dello Stato, e ha eccepito la necessità di assicurare continuità alla gestione dell’Ente, anche in virtù della responsabilità per i danni derivanti dalla mancata nomina del Presidente, direttamente riconducibile non solo allo Stato, ma anche alla Regione. La Corte, però, ha dato ragione proprio alla Regione, ed ha così annullato il decreto ministeriale di nomina di Barbetti. Per la verità, la corte non ha contestato il potere di nomina del Commissario da parte del Ministro in mancanza di intesa con la Regione, ma piuttosto il fatto che tale potere sia stato esercitato senza promuovere e continuare le trattative per il raggiungimento della necessaria intesa.

Ruggero Barbetti è stato un Commissario molto attivo, e si è speso molto nella promozione dell’Area Marina Protetta Isole di Toscana. Uno degli ultimi atti di Barbetti come Commissario riguarda l’approvazione della cartografia delle zonazioni del Parco e delle norme tecniche di attuazione del relativo Piano, che affrontano anche il tema delle aree contigue. Riportiamo di seguito il comunicato stampa del 24 gennaio:

APPROVAZIONE DEFINITIVA DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PIANO DEL PARCO E DELLA CARTOGRAFIA DELLE ZONAZIONI

Il Commissario del Parco Ruggero Barbetti ha approvato in maniera definitiva le norme tecniche di attuazione del Piano del Parco e la cartografia delle zonazioni. L’elaborazione del Piano del Parco è stata una delle priorità della gestione Barbetti, che fin dal suo insediamento in via Guerrazzi ha attivato i dipendenti e i collaboratori dell’Ente affinché si giungesse al più presto ad una bozza definitiva del Piano del Parco, del cui studio era stata incaricata la società Agriconsulting. L’approvazione del Piano del Parco era stata prevista per i primi mesi di quest’anno, anche in considerazione dei positivi risultati raggiunti. Si sono, dunque, approvati in via definitiva gli strumenti di competenza del Commissario per l’approvazione definitiva dal Piano del Parco.

Per quanto riguarda le zone a diverso grado di protezione, ‘il territorio del Parco ‘ come emerge dal testo del Piano – è suddiviso, in funzione del diverso grado di tutela e di protezione necessarie, nelle seguenti zone e sottozone: zone A, di riserva integrale; zone B di riserva generale orientata; zone C, di protezione; zone D, di promozione economica e sociale, a loro volta articolate nelle sottozone D1 (aree urbane consolidate) e D2 (aree a bassa densità).’ Per le ex aree minerarie di Capoliveri, Porto Azzurro e Rio Marina è stata prevista una specifica zona D3.

Più in particolare, nelle zone A, ‘le esigenze di protezione di suolo, sottosuolo, flora e fauna prevalgono su ogni altra necessità e l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità attuale e potenziale.’ In siffatte zone sono vietati i tagli boschivi, ogni genere di scavo o di movimento del terreno e interventi costruttivi o di istallazione di manufatti di qualsiasi genere.

Le zone B sono considerate ambiti di elevato pregio naturalistico, nelle quali sono ammesse le attività agricole tradizionali e di pascolo, gli interventi conservativi, di manutenzione e riqualificazione della funzionalità ecologica, le azioni di manutenzione e di restituzione sul paesaggio e sulle forme di utilizzazione tradizionale.

‘Le zone C di protezione sono ambiti caratterizzati dalla presenza di valori naturalistici ed ambientali inscindibilmente connessi con particolari forme colturali, di produzione agricola o a particolari modelli insediativi costituiti anche da forme significative di presidio ambientale.’ In queste zone, per quanto riguarda il patrimonio ad uso abitativo, particolare attenzione è stata posta alle necessità connesse all’attività agricola, compreso il settore dell’agriturismo, con misure in grado di incentivare il recupero di aree abbandonate e la valorizzazione dei tradizionali sistemi di coltivazione. Rientrano in questa zonizzazione anche i castagneti da frutto, da troppo tempo abbandonati, per i quali il Parco avvia così un concreto indirizzo di recupero inserendoli nelle misure volte a esaltare anche i contenuti paesaggistici, culturali e storici.

Le zone D di promozione economica e sociale sono ambiti che, pur profondamente modificati dai processi di antropizzazione, risultano parte integrante del Parco. In queste zone, la disciplina degli usi e delle attività, nonché degli interventi e delle azioni è stabilita dagli strumenti urbanistici locali, predisposti e approvati in base a specifici indirizzi.

Nell’ambito delle zone D, sono comprese le sottozone D1, riferite ai centri storici e alle aree urbane consolidate, e D2, cioè le aree a bassa densità.

Infine le zone D3, individuate nel Compendio Minerario di Capoliveri, Porto Azzurro e Rio Marina. In queste zone sono ammessi interventi di recupero e valorizzazione, nonché di manutenzione, restauro e ristrutturazione edilizia delle strutture di valore storico-testimoniale e di archeologia industriale.

Inoltre, per quanto riguarda l’edilizia si è mostrata una particolare attenzione nei confronti dell’eco-sostenibilità e delle necessità dei residenti delle Isole dell’Arcipelago Toscano. Gli interventi progettuali dovranno essere indirizzati a criteri di salvaguardia dell’ambiente e delle risorse disponibili, all’uso di risorse energetiche alternative e all’impiego di tecniche di costruzione in grado di inserirsi nel contesto paesaggistico dell’Arcipelago, secondo principi di bio-architettura. Progetti in grado di coniugare il recupero di aree degradate o di riqualificazione ambientale con la fruizione del territorio anche sotto forma turistico-ricreativa, che potranno essere realizzati secondo criteri di pianificazione a livello di ‘sistema isola’.

Per concludere, nell’ambito delle zone a diverso grado di protezione, riveste una particolare importanza il riconoscimento della funzione delle aree contigue, come si legge nell’elaborato adottato: ‘il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in considerazione delle aree del Parco e dei riflessi che ciò determina sulla tutela e valorizzazione delle risorse, promuove l’istituzione delle aree contigue e le relative discipline secondo specifici indirizzi.’

Lo strumento, nel disciplinare i tratti di mare attualmente sottoposti a tutela, è predisposto in modo da potersi coniugare con le misure di salvaguardia che seguono l’istituzione dell’Area Marina Protetta, allo stato attuale in corso di definizione.

Il testo integrale dell’elaborato approvato sarà pubblicato integralmente nei prossimi giorni sul sito Internet dell’Ente Parco www.isoleditoscana.it.

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