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La pesca professionale è accertato che è una delle cause principali dell’impoverimento dei mari, ovvero danneggia il pianeta, il “nostro” pianeta. Preleva molto di più di quanto il mare riesca a produrre. Nonostante ciò viene difesa e sovvenzionata. Incredibile.

Abbiamo poi i pescatori “sedicenti dilettanti” che fanno commercio dei loro furti ai danni della collettività. E si vantano.

 

Abbiamo professionisti e dilettanti che pescano specie protette, in acque non consentite, con attrezzi vietati. Si sa, devono lavorare.

 

Abbiamo esigenti acquirenti di datteri di mare, di novellame (es. bianchetti o cèe) e di tutte le specie proibite o a rischio. E fanno gli “sboroni”.

 

Abbiamo scarichi inquinanti nel mare e, invece che perseguire gli inquinatori, ci istituiscono una AMP.

 

Tutto il sociale è talmente degradato ecorrotto che rende impossibile il contrasto. Grottesco.

 

E noi ??

 

I cetacei sono specie migratorie, nonostante ciò se entrano nelle acque territoriali di alcuni paesi diventano proprietà dei paesi stessi e possono essere catturate. Insomma chi vuole catturare balene può farlo in barba a tutti i trattati. Ma queste balene sono anche mie! Perché possono rubarmele? Visto che i trattati sono inutili allestiamo anche noi una flotta baleniera e acchiappiamone il più possibile almeno ci guadagneremo qualcosa rivendendole ai paesi mangiagrasso. E poi tutti quanti affa…

 

Perché i tonni che la CEE ci permette di catturare finiscono direttamente a Malta per essere venduti ai giapponesi? Perché non vengono venduti direttamente dall’Italia con transazioni esplicite pagando le relative imposte? Quei tonni sono anche miei, perbacco!

 

Eccetera ……

 

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Perché i tonni in quota all'Italia vengono portati a Malta per l'ingrasso e poi venduti ai Giapponesi?

A prima lettura la risposta sarebbe semplice.

I tonni vengono venduti ai Giapponesi perché li pagano di più, la legge del mercato.

 

Eppure in tutto ciò ci sono alcuni aspetti che non portano alla legge del mercato, ma alla legge della mafia come parte del mercato, specialità in cui anche Malta si distingue molto bene.

L'aspetto peggiore è che il tonno pescato messo in quota può essere sia vivo che morto.

In apparenza ai più sprovveduti può sembrare interessante che un pesce pescato venga venduto vivo per poi ingrassarlo.

Ma la pesca del vivo non prevede che tutto ciò che viene pescato viene tenuto vivo.

Essendo l'obiettivo quello di disporre della più grande quantità di pesce vivo possibile, ma tale quantità è contingentata nel peso, l'optimum economico è pescare molti pesci piccoli per averne il maggior numero possibile a parità di peso.

Logico.

 

1 abuso

La legge però prevede anche una misura minima legale (115 cm o 30 kg di peso), ma tale misura minima è derogata per la pesca profesionale di circuizione.

La logica farebbe pensare che la presione di pesca si sviluppi solo sui giovani tonni preservando i grandi riproduttori, ma accade il contrario.

La circuizione viene fatta quando il rapporto costo beneficio è il migliore, quindi a giugno mentre i branchi di tonni sono in migrazione per raggiungere le aree di frega. Accade però che tonni grandi e piccoli si imbrancano insieme.

L'abuso incredibile e particolarmente odioso e distruttivo è che i prodi pescatori una volta circuito il branco dei tonni provvedono a selezionare tali tonni al più piccolo, scartando i grandi.

Il metodo utilizzato è scartare i tonni grandi fiocinandoli, per poi estrarli dalla rete e buttarli a fondo in mare.

Il problema è che i tonni grandi nella rete quando questa la si stringe si spaventano, e pesando 200 o 300 kg distruggerebbero con facilità i tonni piccoli. Quindi sono incompatibili. Scartati i grandi poi i tonni piccoli vengono conteggiati e messi in quota, intanto i grandi riproduttori che erano i pesci da preservare vanno a marcire sul fondo, fuori quota. Vengono abbandonati su fondali di centinaia di metri, ma come il Diavolo fa le pentole ma non fa i coperchi tali tonni talvolta ricompaiono, marci nelle paranze del gambero rosso (tra i saracchi di questi che si ritrovano rete e pescato contaminato dal marciume).

A dopo le foto di tale scempio.

 

2 abuso

I tonni piccoli ( taglia ideale tra i 20-40 kg per velocità di crescita e robustezza) vengono ingrassati a 200 kg con cosa? Con altri pesci, quindi c'è una flotta di pescherecci dedita a pescare pesce selvaggio per far mangime per pesce allevato.

 

3 abuso

Perché Malta?

Perché Malta è un paradiso fiscale, i tonni sono Italiani ma le tasse (poche) le si paga a Malta e magari si foraggia la classe politica di Malta , che per chi non lo sa è come se in Italia fosse al governo a turno la mafia e la camorra.

 

4 abuso

La ripartizione quote e mafia nostrana.

Le quote italiane sono detenute al 75% dalla pesca di circuizione quindi destinate alla pesca del vivo per gli allevamenti di Malta.

Il resto delle quote va al palangaro col 20% ( questo è il tonno che arriva sulle nostre tavole), 3% alle tonnare fisse (la tonnara di Favignana è chiusa perché non ha quota ma campa di sovvenzioni pubbliche), 1% a quota indivisa e cattura accidentale per le paranze ( un peschereccio di Bagnara Calabra si è presentato in porto con 50 tonnellate di cattura accidentale....), le bricciole del 0,3% alla pesca dilettante che però solo di IVA sull'ormeggio di 6000 barche versa più di tutte le tasse di tutto il resto del settore tonno..

La mafia colpisce nel 75% della circuizione, di cui 4/5 sono per i 6 o 7 pescherecci di Salerno che tramite a parenti e amici è ricondotto a 1 sola persona.

Sissignori, 1 tizio di Salerno detiene il 60% della quota tonno.

Anche gli incrementi di quota degli ultimi anni sono esattamente ripatiti nello stesso modo, favorendo nella stessa proporzione il salernitano.

E grazie a chi? Al Ministro Maurizio Martina attuale reggente del PiDDi, che pur essendo a esatta conoscenza di errori e abusi del passato ha pensato bene di amplificarli ( togli al povero per dare al ricco).

 

5 abuso

Il ricreativo

In tutta questa abbuffata quale è il ruolo del dilettante? Sostituirsi al professionista.

Ora, sappiamo tutti che se capita l'occasione qualsiasi dilettante è pronto a rischiare un verbale salato per un pesce, ma un conto è portarsi a casa un tonno in periodo vietato per consumo personale ( sempre vietato di fatto tranne le prime 2 settimane buone post frega a fine luglio) un conto è pescare per vendere tutto l'anno.

Quanto pescano i dilettanti? Non lo sa nessuno, ma al ristoranne il tonno lo trovi ovunque tutto l'anno, e c'è chi avendo perso il lavoro e avendo la famiglia da campare si è scoperto la professione, mantenendosi barca e darsena oltre che la famiglia.

Quanto vale questa pesca? Forse in una forbice tra le 200 e 400 tonnellate all'anno, ma chi lo sa?

 

Quindi?

Per fortuna che il tonno è un pesce straordinario, ma attenzione, quando si parla di tonni che nessuno scagli la 1° pietra, che a parte gli imbranati ci vede tutti coinvolti anche come categoria di pescatori ricreativi ( lo sportivo non lo cito perché il pescatore non ha nulla a che fare con lo sport, mai).

 

Domani le foto, per chi ha lo stomaco forte, non vomitate, e non mangiate gamberoni rossi crudi...

 

 

.

Modificato da Mauro Sanvito
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( un peschereccio di Bagnara Calabra si è presentato in porto con 50 tonnellate di cattura accidentale...)

Come dimenticare quella esilarante pagina di cronaca! :laughing:

 

http://www.cpacacciapescaambiente.com/guardia-costiera-di-milazzo-sequestra-30-tonnellate-di-tonno-rosso/

Dovrebbero affondare le barche.. Altro che multa.

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La fine dei grandi tonni nella circuizione, pesci adulti di 200 kg che al posto di esser messi a quota vengono eliminati nella logica del profitto.

Un pesce da 200 kg vale 200 kg, 10 pesci da 20 kg valgono 2000 kg.

Già queste foto dovrebbe far capire che l'ingrasso dei tonni è pratica da vietare immediatamente.

Le foto provengono dalla costa ionica della Calabria da professionisti che pescano il gambero rosso con la paranza su fondali di 700/800 mt. In questi anni hanno imparato ad evitare di pescare dove passa la circuizione dedita alla selezione del tonno che prima viene sgrossato di tutti i pesci sopra i 50 kg e poi contato, immesso nei gabbioni e coi rimorchiatori trasportato a Malta per evadere le tasse italiane.

 

Ps: attenzione che il problema è diffuso e conosciuto, non tutti i pescatori di paranza ributtano in mare i gamberi e spesso tali gamberi che dovrebbero essere di altissima qualità vengono venduti per il consumo a crudo.

Non vomitate.

 

 

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( un peschereccio di Bagnara Calabra si è presentato in porto con 50 tonnellate di cattura accidentale...)

Come dimenticare quella esilarante pagina di cronaca! :laughing:

 

http://www.cpacacciapescaambiente.com/guardia-costiera-di-milazzo-sequestra-30-tonnellate-di-tonno-rosso/

Dovrebbero affondare le barche.. Altro che multa.

 

 

Attenzione che il ricreativo è peggio.

Non mi riferisco a chi si prende un pesce di troppo incluso 1 tonno in divieto o sottomisura per uso personale, su questo ognuno faccia come vuole basta che si assumi la responsabilità se verbalizzato..

 

E' peggio perché oltre a non aver giustificazioni vere nella vendita del pescato se non la fame di denaro facile (se vuoi soldi vai a lavorare e non accampare scuse con la mancanza di posti di lavoro), si comporta malissimo nel commercio.

Alimenta l'evasione fiscale nella ristorazione.

Non tratta in modo adeguato sul fronte sanitario il pescato, in particolare di grandi pesci come i tonni che andrebbero subito raffreddati in ghiaccio.

C'è un malcostume diffuso tra alcuni ricreativi per cui i tonni vengono imboscati in acqua per paura dei controlli a terra, quindi abbandonati sul fondo e poi portati a terra una volta organizzati il trasbordo e la vendita. Restano in acqua morti anche 24/48 ore, in acqua calda e non eviscerati (se lo evisceri pesa di meno). Questi pesci essendo ricchi di sangue sviluppano tossine per cui al consumo sono tossici.

Ci sono state già parecchie intossicazioni per queste tossine, che potenzialmente sono mortali.

Modificato da Mauro Sanvito
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Perché prendersela con il povero Martina, messo li nella vigna a far da palo, difatti se ne è stato sempre impalato. E' come picchiare uno che sta cagando.

Non ha mai brillato per acume e gli è rimasta la lingua incastrata nel sedere del bugiardo di Firenze. Io comincerei anche a ragionare sulle dirigenze del MIPAAF e in particolare del PEMAC. Si sa, i politici cambiano i "boiardi" restano e solo le inchieste penali riescono a rimuoverli.

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Perché prendersela con il povero Martina, messo li nella vigna a far da palo, difatti se ne è stato sempre impalato. E' come picchiare uno che sta cagando.

Non ha mai brillato per acume e gli è rimasta la lingua incastrata nel sedere del bugiardo di Firenze. Io comincerei anche a ragionare sulle dirigenze del MIPAAF e in particolare del PEMAC. Si sa, i politici cambiano i "boiardi" restano e solo le inchieste penali riescono a rimuoverli.

 

??

Sarà anche che i boiardi restano ma i Ministri (se vogliono e ne son capaci) possono operare e cambiare il corso delle cose, ciò che è considerato inevitabile può benissimo essere bloccato e cambiato, anche le sciagure bibliche tipo le cavallette.

Se non hanno loro il potere chi lo ha?

 

 

Martina sulle quote tonno ha tutte le colpe possibili, forse sottovaluti le responsabilità perché non hai seguito passo passo l'evoluzione del dossier nel tempo.

Guarda che è storia recente. Ti faccio un breve riassunto a memoria, senza andar a recuperare le ripartizioni ma abbastanza indicativo ed esuasivo su ciò che sia successo e su come sia arrivati all'attuale livello di aggressione di un bene di tutti gli Italiani da parte di un singolo.

Martina ha colpe gravissime, così gravi per cui personalmente non credo all'involontarietà e alla rettitudine della persona.

Di sicuro non ha fatto l'interesse dei cittadini Italiani e ha danneggiato tutta la collettività.

 

 

Con la presenza massiccia delle spadare a fine anni '90 di tonni nel nostro mare ne erano rimasti ben pochi.

Nel 2002 Alemanno ha firmato l'eliminazione delle spadare col decreto della riconversione.

E' seguita una fase in cui furbescamente le spadare sono state sostituite dalle ferrattare, una rete derivante simile negli effetti ma più corta e di maglia più piccola.

Nel 2006 con De Castro e con ulteriore decreto vengono vietate anche le ferrattare ed elabora la 1° versione di quote tonno.

Non essendo esattamente chiara chi fosse davvero interessato alla pesca del tonno l'elaborazione di quelle quote fu fatta anche su base di adesione a richiesta.

Le marinerie d'Italia sottovalutarono per la gran parte l'importanza che avrebbe assunto la voce tonno perché semplicemente non erano abituate a pescare tonni, non aderirono alle quote quasi nessuno tranne i Salernitani della circuizione e pochi altri (12 pescherecci in tutta Italia di cui 6 o 7 a Salerno).

Quindi la ricostruzione del salernitano per cui dice che quelle quote le ha anche comprate quando nessuno ne era interessato è in parte vera, con la piccola differenza per cui gli sono state assegnate ma non le ha comprate, a meno che non abbia pagato qualcuno di sottobanco al Mipaf.

Dal 2008 i tonni incredibilmente tornano nei nostri mari in versione di branco di taglia piccola (30-40 kg) e nel 2009 compaiono in massa ovunque dando vita all'attuale fenomeno di massa della pesca al tonno ora ridimensionato per colpa di Martina.

Zaia a fine mandato introduce le quote tonno con registrazione e Galan aggiusta le percentuali assegnando ben il 10% alla pesca ricreativa per 190 tonnellate (una quota anche eccessiva ed immeritata a mio avviso).

Con Romano e poi con Catania su pressione del sempre più potente salernitano scattano le revisioni di quota per cui la quota tonno per i ricreativi viene compressa a 50 tonnellate e poi a 30 tonnellate e infine 10 tonnellate (una presa in giro). La gran massa delle quote vengono ulteriormente accentrate nelle mani del salernitano di cui con 1 peschereccio detiene il 20% della quota nazionale.

Arriva la De Girolamo e scoppia la protesta di tutte le marinerie d'Italia, dei palangari in particolare e e delle tonnare fisse che da 7 sulla carta sono operative con quota solo a San Pietro. La De Girolamo elabora un piano per cui in previsione dell'incremento di quota nazionale dovuto al sorprendente recupero dello stock ittico le quote possano essere riviste con una più equa ripartizione a favore in particolare delle varie marinerie e dei palangari (ricreativi sempre ridicolizzati anche grazie alle sciagurate iniziative bulimiche di potere di Matteoli che commissaria con l'incompetente Nolli e poi distrugge il settore Mare). Ma la De Girolamo si dimette per altri motivi.

E a questo punto arriva Martina.

Il dossier tonno è ormai sul tavolo di tutti, chiaro negli interessi economici contrapposti e negli effetti ambientali positivi e negativi. E' evidente anche l'insensatezza ambientale di pescare tonni piccoli da ingrassare con pesca di mare selvaggio pescato, quando potrebbero benissimo far da soli. Ci sono Km3 di documentazione ovunque a disposizione di Martina per documentarsi, e il tempo non gli manca visto che al Mipaf il becchino ci sta per 4 anni.

Le denunce degli abusi di selezione a carico della circuizione per gli allevamenti sono sul tavolo di Martina a decine (uccisioni indiscriminate dei riproduttori e soppressione delle carogne come da foto inserite)

Martina il genio che fa?

Fa peggio di Ponzio Pilato, non capendoci nulla o capendoci benissimo e volendo ingrassare oltre misura il ricco e potente Salernitano a discapito di tutti gli Italiani pensa bene di incrementare le quote in modo proporzionale allo status esistente, in pieno menefreghismo dell'ambiente e della giustizia.

Resta chiusa perfino la tonnara di Favignana senza quota, tanto la manteniamo noi comunque con le tasse sotto forma di impianto storico, sarebbe stato sufficiente riaccreditagli con un atto di buon senso la quota .

E peggio ancora non si limita a decretare come gli altri Ministri per l'anno in corso, ma decreta per ben 5 anni per cui il danno e il favoritismo continua ben oltre la sua morte politica che spero imminente.

Ultimo capitolo con Centinaio che non può per ora mettere mano alle malefatte di Martina in modo indolore, ma almeno Centinaio sposta lo spostabile di quota sul palangaro, amplia i fruitori del palangaro, aumenta di parecchio la quota indivisa disponibile per tutte le capitanerie in caso di cattura accidentale (capita per davvero che 1 tonno ogni tanto finisca in una volante di sardine o in una paranza).

 

E i tonni da quando è passato Martina che fanno?

Sono tornati in declino dopo la rapida espansione culminata nel massimo dell'estate 2014.

Ministri per le Politiche agricole alimentari e forestali
Prog.
Nome
Periodo di durata della carica
Presidente del Consiglio
1
Paolo DE CASTRO
dal 17/5/2006 all'8/5/2008
PRODI
2
Luca ZAIA
dall'8/5/2008 al 16/04/2010
BERLUSCONI
3
Giancarlo GALAN
dal 16/04/2010 al 23/03/2011
BERLUSCONI
4
Francesco Saverio ROMANO
dal 23/03/2011 al 16/11/2011
BERLUSCONI
5
Mario CATANIA
dal 16/11/2011 al 28/04/2013
MONTI
6
Nunzia DE GIROLAMO
dal 28/04/2013 al 27/01/2014
LETTA
7
Enrico LETTA (ad interim)
dal 27/01/2014 al 22/02/2014
LETTA
8
Maurizio MARTINA
dal 22/02/2014 al 14/12/2016
RENZI
9
Maurizio MARTINA
dal 14/12/2016 al 13/03/2018
GENTILONI
10
Paolo GENTILONI SILVERI (ad Interim)
dal 13/03/2018 al 01/06/2018
GENTILONI
11
Gian Marco CENTINAIO
dal 01/06/2018 al 13/07/2018
CONTE
Modificato da Mauro Sanvito
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Ci sono piu' buste di plastica che gamberetti , buste che ributteranno in mare insieme al tonno putrefatto (la scusa "eh non sappiamo come smaltirla" )

Questa dello smaltimento è argomento interessante e molto stucchevole.

 

Solo da pochissimo (mi pare un paio di mesi) il Ministero dell'ambiente ha emanato una direttiva per cui i rifiuti raccolti in mare dai pescherecci possono assere smaltiti a terra in modo diretto.

Prima era rigorosamente vietato perché tali rifiuti erano classificati come pericolosi e necessitavano di formulario e procedure di presa in carico e smaltimento in aziende qualificate a pagamento come quello applicato alle aziende.

Ora fortunatamente il Ministero ha compreso che se il peschereccio si ritrova nella rete il rifiuto non è colpa sua e quindi può conferire il rifiuto in area specifica ecologica nel porto che deve essere predisposta a cura del locale Comune.

Una bella differenza, e anche lo sfatamento del mito per cui il professionista è colpevole di tutto.

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mi viene da vomitare...

Pure a me e non per le foto...

 

sono sempre più schifato,dalla pesca professionista che non si ferma fino a quando non hanno devastato tutto e dalla politica che glielo permette...basta vedere la protesta di questi giorni dei pescatori di polpi,250 nasse non gli bastavano e dato che siamo in periodo elettorale (come sempre...)li hanno accontentati e portate a 500...poi si lamentano che non ce ne sono più e la colpa ovviamente è dei pescatori subacquei.

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