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Ragazzi...è l'inizio della fine....


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Se gli agonisti mare si illudono di poter adottare la logica del "io speriamo me la cavo" hanno fatto un pessimo apprezzamento della situazione.

 

La dicitura "acque interne" per le leggi italiane in vigore ( che denomina la tipologia delle acque in funzione della navigazione, ma di conseguenza regola anche l'acquacultura e quindi anche la pesca) definisce tali anche tutte le lagune ma anche i tratti di costa interne alla navigazione, scogli, golfi e arcipelaghi che siano.

È un attimo traslare gli editti ad altri ambiti della pesca in apnea, il pronunciamento c'è di già e anche il quadro di applicazione (anche se probabilmente per ora non voluto nello specifico ma utilizzato più per cialtroneria che per scelta).

 

Ma se questi agonisti credono di starne fuori, proprio non hanno capito niente.

Già sono in parte loro la causa con le note gesta di bracconaggio di tipo penale nelle zone A dei parchi ( come da cronaca), ma che credono?

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Miglior contributo in questa discussione

Davide io penso invece che non ha più senso, da tempo in realtà, rimanere dentro la Fipsas. Per tutti quelli che vogliono continuare a fare gare. Io ho vissuto il mondo delle gare a partire dagli anni 80, quando la allora Fips dava persino un rimborso delle spese di viaggio agli atleti in proporzione alla distanza del luogo della gara rispetto alla località di residenza. Quando durante i due o tre giorni di gara eravamo ospitati in resort a spese della Federazione. Da quei tempi mitici il declino è stato costante e ininterrotto. Mentre, da un lato, quello degli agonisti, si faceva di tutto per adattarsi ai regolamenti "ecologici" e alle norme per aumentare la partecipazione alle gare, dall'altro lato la Federazione ha sempre giocato "sporco", tentando di mantenere il píede in due scarpe. Al punto che siamo arrivati a curvarci di fronte a qualunque reclamo di qualunque associazione "idioto-ambientalista" che in reltà difende solo gli ineterssi dei propri iscritti, cosa che solo la Fipsas non fa. Ma la Fipsas è in realtà un insieme di interessi in netta contrapposizione come quelli dei cannisti, dei C&R, dei "tiro al bersaglio", degli "apneisti" e via dicendo. Quindi chi siede nelle "poltrone" porta e sempre porterà avanti i "desiderata" delle categorie interne più forti, che non sono i pescasub. Esiste già la Fipia, io la conosco poco ma non faccio una questione ideologica, penso che una semplice "presa di posizione" degli agonisti faccia un baffo ai dirigenti Fipsas, altrimenti qualcuno ci avrebbe interpellato prima di prendere una decisione così "tranchant". Se i personaggi importanti dell'agonismo se ne andassero in massa sicuramente l'impatto della perdita di tessere sarebbe poco rilevante ma qualcuno nelle alte sfere dovrebbe spiegare perchè di botto, tutto il settore agonistico pescasub se ne è andato.

Concordo e infatti io non dico che non si deve uscire da FIPSAS, dico che non è questo il momento di farlo. A mio avviso non si può semplicemente andarsene sbattendo la porta dopo essere stati trattati in questa maniera...

 

Se la pescasub levasse le tende non se ne accorgerebbe nessuno e nessuno si domanderebbe nulla, perdere un migliaio di tessere non gli farebbe nè caldo nè freddo.

 

Quanto a Fipia, proprio oggi ha doverosamente chiarito che non si occupa di agonismo nè lo farà, già solo per questioni statutarie, ma soprattutto perchè con quali soldi dovrebbe farlo? Fipsas è una federazione che maneggia 10 milioni di euro all'anno, spende le briciole per i pescasub ma sono sempre diverse migliaia di euro.

 

Quindi servirebbe un nuovo soggetto in cui far confluire l'agonismo ma con quali prospettive? Non mi pare ci possano essere due federazioni omologhe riconosciute dal Coni e trovo arduo differenziare la pesca sportiva. Si potrebbe forse entrare in CMAS, ma a patto che FIPSAS perda tutta la subacquea, sennò siamo daccapo come per il Coni. Io però tutta questa capacità organizzativa nei pescasub non la vedo nè l'ho mai vista...

 

:bye:

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Ci sono poi innumerevoli altri elementi che influenzano questa guerra contro la pesca ricreativa: le dinamiche/scontro all’interno della FIPSAS, le politiche e i reali obiettivi della FIPSAS e di alcune altre organizzazioni della pesca ricreativa come ARCIPesca, gli scontri e le indecisioni tra le associazioni dei produttori di attrezzature subacquee come FIPO, CONFISUB, FIOPS, non dimenticando l’UCINA che raccoglie i produttori della nautica da diporto, sono tutti attori in questo teatrino i cui fini non sono chiari e non consentono di capire se si tratti di sprovveduti o di furbacchioni con mire a noi per ora oscure.

 

Indimenticato Presidente,

temo che le mire non siano troppo oscure, appropriazione e soldi!

http://www.fipsas.it/news/3069-l-italia-sta-per-dotarsi-di-una-legge-quadro-per-la-pesca-sportiva-in-acque-interne#.W738yq5vUfk.facebook (annunciato in pompa magna sulla loro pagine FB casualmente il giorno dopo il famigerato comunicato)

Il ddl citato:

http://www.fipsas.it/images/doc/federazione/01076596.pdf

da cui:

Quanto alla fauna ittica, finora giuridica­mente ritenuta res nullius, questa viene con­siderata patrimonio indisponibile dello Stato, con evidenti conseguenze verso una gestione della risorsa naturale orientata non al sem­plice prelievo, ma alla preservazione della stessa

 

Art. 9. (Guide professionali turistiche di pesca sportiva e ricreativa)

1. È istituita la qualifica di Guida profes­sionale turistica di pesca sportiva e ricrea­tiva.

2. La qualifica di Guida professionale tu­ristica di pesca sportiva e ricreativa è rico­nosciuta dal CONI, per il tramite della Fe­derazione italiana pesca sportiva e attività subacquee (FIPSAS), che rilascia idonea at­testazione

 

Art. 16. (Finanziamenti)

1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono a destinare una parte degli introiti delle tasse relative alle licenze di pesca alle seguenti attività:

a) finanziare l’amministrazione compe­tente per la pesca per le spese d’istituto e per il rilascio delle licenze di pesca;

B) destinare alle associazioni piscatorie iscritte agli Albi di cui agli articoli 6 e 7 un contributo per le spese sostenute per le ope­razioni di cooperazione con le amministra­zioni competenti, di cui al comma 8 dell’ar­ ticolo 7;

 

In pratica un disegno di legge cucito su misura della Fipsas...e ci credo che lo annunciano felici!

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Infine, i pescatori pseudodilettanti, sub e di superficie, che commerciano il pescato, i razziatori di tutto il commerciabile come ricci, cozze, telline, nacchere, ecc. ecc., offrono un’immagine del mondo dei non professionisti decisamente deleteria per tutta la categoria.

E’ quindi necessario smarcarsi da questa situazione vischiosa ed opaca e richiedere fortemente che i controlli e la repressione dei comportamenti illegali divengano reali: non c’è bisogno di nuove leggi o di licenze, c’è bisogno di bandire l’ipocrisia e difendere il diritto di chi pratica un prelievo sostenibile.

 

:clapping:

 

Assolutamente d'accordo, Fulvio. Al 1000%.

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  • 3 settimane dopo...

Er Gallina è tornato.... è un piacere sapere che hai ricominciato con le gare , l'ambiente agonistico italiano avrebbe bisogno del ritorno in forze dei grandi personaggi come te. Mi ricordo l'ultimo campionato che ho disputato all'Elba nel 2003 con Davide che ha vinto e tu sul podio. Adesso io vivo molto lontano dall'Italia ma son felice che alcuni grandi nomi della subacquea facciano ritorno alle competizioni.

Bentornato

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  • 2 settimane dopo...

Non si capisce bene cosa sia successo ma è certo che qualcuno in Fipsas non aspettava altro che una buona occasione per terminare con le gare. Succederà presto anche col settore mare. Che tristezza. Io voglio esprimere le mie condoglianze a tutti gli agonisti e alle imprese del settore che avranno problemi serissimi in futuro, condoglianze anche a tutti i dipendenti che perderanno il lavoro e all'indotto. Purtroppo è anche vero che il settore agonistico è molto diviso da anni e vale sempre il vecchio motto latino "divide et impera". Io sono uno dei pochi fortunati che ha potuto andarsene dall'Italia finchè era in tempo. Sapete quando ho capito che le cose realmente erano destinate a una triste fine? Non è nemmeno un episodio di pesca. Un giorno ero a Monterosso (5 terre) e volevo fare un bagno nella spiaggia sotto alla stazione. Avevo solo una maglietta, un costume da bagno e un asciugamano. Mi piaceva entrare in acqua nella piccola rientranza di quello scoglio grande isolato che non mi ricordo come si chiama. Così arrivato sulla battigia ho appoggiato l'asciugamano sulla sabbia, mi son tolto la maglietta e stavo per tuffarmi quando una voce mi urla "Lei non può sostare lì....", mi giro, era il bagnino dello stabilimento prossimo allo scoglio che mi chiamava. Io rispondo "come ha detto? " in quanto non potevo credere a quello che avevo appena udito. Il bagnino si avvicinò e mi disse che era vietato sostare sul bagnasciuga. Io risposi che era una sciocchezza perchè il bagnasciuga è demaniale e lo spazio dei tre metri dalla battigia è pubblico. Ma lui disse "no, c'è una ordinanza della Capitaneria", io chiesi di mostrarmi detta ordinanza e lui mi condusse nell'ufficio dello stabilimento balneare e me la mostrò. A quel punto ho capito. Se anche la Capitaneria di porto si vende al business degli stabilimenti balneari siamo alla fine. Quel mare non era più il mio. La mia libertà totalmente violata in favore degli ineterssi economici della categoria degli stabilimenti balneari. Quel paese non era più il mio. E emigrai in Brasile. Logico non fu il motivo principale ma oggi quando vado in spiaggia qui, dove praticamente gli stabilimenti balneari non esistono, dove sono libero di fare il bagno dove mi pare, di pescare e immergermi senza stress ma anzi con l1ammirazione della maggior parte delle persone, specialmente se mi vedono uscire dall'acqua con qualche bel pesce, mi rendo conto che questa mia migrazione non è stata solamente un viaggio nello spazio a 12.000 km dalla mia terra natale e inospitale, in realtà é stato un viaggio nel tempo. Son tornato a quei mitici anni '80 quando incominciai a gareggiare e quando potevo entrare in acqua da una spiaggia e tornare a terra nella stessa spiaggia con tutta tranquillità e suscitando la stessa ammirazione che vedo qui. E anche quando capita (raramente) di non prendere nulla il relax ed il piacere dell'immersione mi ripagano di tante difficoltà che negli ultimi "anni italiani" mi costringevano quasi a nascondermi per andare a fare una normale battuta di pesca.

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Vi dico cosa lascia me perplesso.

Non riesco a comprendere come tutti gli agonisti e praticanti (mare compreso!) non si rendano conto della portata della delibera del consiglio federale.

La morte di questa disciplina non sta nei nostri detrattori (pochi) né nelle scelerate scelte di qualche nostro rappresentante ma nell'immobilismo di tutta la categoria.

Viviamo da anni con un senso di intima convinzione che, tutto sommato, abbiano ragione gli altri.

Che questo dipenda dal principio secondo cui qualcuno di noi ha qualche scheletro nell'armadio per cui mi aggrappo al principio "io non rompo le balle a te così tu non le romperai a me" oppure da un senso di ineluttabilità degli eventi non lo so dire...so solo, con certezza, che il disinteresse del 90% dei praticanti, per chi da anni si spende a vario titolo per la tutela (reale e non le chiacchiere da bar), rappresenta l'unico vero ostacolo per ottenere quello che, per legge e per statuto federale, ci appartiene.

Onestamente, troppo spesso ormai, sento che la voglia ,in troppe persone importanti per il nostro sport, stia passando.

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Vi dico cosa lascia me perplesso.

Non riesco a comprendere come tutti gli agonisti e praticanti (mare compreso!) non si rendano conto della portata della delibera del consiglio federale.

La morte di questa disciplina non sta nei nostri detrattori (pochi) né nelle scelerate scelte di qualche nostro rappresentante ma nell'immobilismo di tutta la categoria.

Viviamo da anni con un senso di intima convinzione che, tutto sommato, abbiano ragione gli altri.

Che questo dipenda dal principio secondo cui qualcuno di noi ha qualche scheletro nell'armadio per cui mi aggrappo al principio "io non rompo le balle a te così tu non le romperai a me" oppure da un senso di ineluttabilità degli eventi non lo so dire...so solo, con certezza, che il disinteresse del 90% dei praticanti, per chi da anni si spende a vario titolo per la tutela (reale e non le chiacchiere da bar), rappresenta l'unico vero ostacolo per ottenere quello che, per legge e per statuto federale, ci appartiene.

Onestamente, troppo spesso ormai, sento che la voglia ,in troppe persone importanti per il nostro sport, stia passando.

categoria?quale?

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